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Messaggi del 13/03/2014

 
 

Inciviltà o illegalità? Ma quale obiezione, ma quale coscienza, è l’indecenza della sanità pubblica che non applica la legge!

Post n°8695 pubblicato il 13 Marzo 2014 da cile54

Lasciata sola ad abortire nel bagno. Così boicottano la 194

Ordinaria storia di malasanità, verrebbe da dire. Invece no, è persino peggio: una donna lasciata sola ad abortire in bagno perché tutti i medici erano obiettori. La storia ha davvero dell’incredibile, ma solo, forse, per chi non l’ha vissuta sulla propria pelle e non ha dovuto vedersela con una legge assurda e comportamenti ancora più assurdi di persone che si definiscono medici.

 Valentina e Fabrizio sono l’ultima coppia che, in ordine di tempo, ha ottenuto dal Tribunale della Capitale un’ordinanza che solleva il dubbio di legittimità costituzionale delle legge 40 e la loro storia è un duro atto d’accusa contro i medici obiettori. Due anni fa, dopo che un esame aveva rilevato una grave malformazione del feto, al quinto mese, Valentina aveva chiesto un aborto terapeutico: la donna, infatti, è portatrice di una rara ma temibile malattia genetica, ma la legge 40 vieta l’analisi preimpianto, la sola procedura che può evitare la trasmissione di malattie genetiche da genitori a figlio, alle coppie che non siano effettivamente sterili. Dopo una lunga trafila burocratica (persino la sua ginecologa si era rifiutata di ricoverarla), la coppia era riuscita ad ottenere il ricovero nell’ospedale Pertini di Roma, ma una volta iniziata la terapia per indurre il parto («15 ore di dolori lancinanti, vomito e svenimenti»), la donna era stata lasciata completamente sola e senza assistenza, costretta a partorire il feto morto nel bagno con il solo aiuto del marito.

 La storia è venuta alla luce quando la coppia, superato lo choc della tragica esperienza vissuta, ha deciso di rivolgersi all’associazione Coscioni per fare ricorso al tribunale contro la legge 40. «Valentina ha abortito da sola nel bagno dell’ospedale Pertini di Roma - spiega Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Coscioni, nonché uno dei legali della coppia, che ha presentato lunedì il provvedimento del Tribunale - Questa è omissione di soccorso, un reato penale, anche se la coppia ha deciso di non denunciare la struttura. È la dimostrazione di come la legge 194 in Italia non garantisca sempre la presenza di un medico non obiettore nel caso dell’interruzione volontaria della gravidanza».

E ormai siamo al paradosso che nelle strutture pubbliche sono più i medici obiettori che quelli non obiettori, al punto che in moltissimi ospedali italiani l’applicazione della legge 194 non è più garantita perché le interruzioni volontarie di gravidanza non possono essere eseguite per mancanza di dottori. E questo nonostante la legge non preveda la possibilità dell’«obiezione di struttura», come denuncia l’associazione Coscioni: in base all’articolo 9 della legge il servizio di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) deve essere garantito ed ogni struttura ospedaliera è obbligata a offrirlo, altrimenti viola una legge dello stato. Il quale, naturalmente, tace. «Rispetto ai dati del ministero della salute, che segnalano 7 ginecologi su 10 come obiettori di coscienza, i dati sono ben più gravi e in molte strutture manca del tutto il reparto di Ivg» denuncia la Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194/1978 (Laiga), mentre un’indagine del giugno 2013 segnalava come nel Lazio in 10 ospedali su 31 non esistesse possibilità di effettuare l’interruzione volontaria; in Lombardia (per quasi vent’anni governata da Formigoni, emanazione di Comunione e Liberazione) in 37 strutture su 64 (oltre il 50 per cento). Un vero e proprio boicottaggio, cui uno stato degno di questo nome dovrebbe immediatamente mettere rimedio.

 Ulteriore paradosso, poi, è che si tratta di una coppia che i figli li vuole e li cerca da lungo tempo (una prima gravidanza non era andata a buon fine perché extrauterina).

11/03/2014

 
 
 

Le manovre della multinazionale Eternit contro la salute e la vita dei lavoratori, e la giustizia, sono la cifra dei poteri

Post n°8694 pubblicato il 13 Marzo 2014 da cile54

Amianto, la Corte europea sbugiarda le furbate degli svizzeri: illegale la prescrizione

Importante sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato la Svizzera in un caso di malattia causata dall’amianto. Secondo i giudici, le autorita' elvetiche hanno violato il diritto all'accesso a un tribunale applicando in modo rigido il periodo di prescrizione di dieci anni al caso di un uomo che e' stato esposto all'amianto sul luogo di lavoro dal 1965 fino al 1978, ma che non ha sviluppato i sintomi della malattia fino al 2004. Una vera e propria furbata quella degli svizzeri, che conoscono benissimo il cosiddetto “periodo di latenza”, ovvero il periodo di incubazione della malattia. Contemplare un periodo di dieci anni per la prescrizione della richiesta di danni al datore di lavoro da parte di un dipendente costituisce quindi una violazione dei diritti di quest'ultimo. Specie quando la richiesta riguarda

malattie come quelle generate dall'esposizione all'amianto che non puo' che essere diagnosticata molti anni dopo la contaminazione.

I giudici di Strasburgo sottolineano che essendo il periodo di latenza di certe malattie anche di diversi decenni, fissare la prescrizione in dieci anni dal momento dell'ultima contaminazione significa, di fatto, impedire a molti lavoratori di richiedere i danni. Secondo i giudici, invece, nel calcolo della prescrizione si deve tenere conto della presenza di prove scientifiche che dimostrino che la persona malata non poteva sapere di essere affetta da una certa patologia prima di un dato momento.

Fabrizio Salvatori

12/03/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 

Sanità allo stremo, il sistema nazionale non può sopportare altri tagli, il rischio per la salute va oltre i disservizi presenti

Post n°8693 pubblicato il 13 Marzo 2014 da cile54

Rischio Grecia anche per l'Italia

Tra spending review, privatizzazioni e crisi delle Regioni, nel giorno del varo delle cosiddette riforme del Governo Renzi, il timore è che a pagare sia il sistema sanitario nazionale. La senatrice Emilia De Biasi, presidente della commissione Sanita' del Senato, a nome di tutti i componenti della stessa usa parole molto chiare:"In un momento di grave crisi economica – dichiara - le politiche sanitarie e sociali non possono essere ulteriormente penalizzate”. “Ulteriori restrizioni comporterebbero inevitabilmente una riduzione dei servizi, soprattutto a danno delle fasce piu' deboli della popolazione”, avverte.

Un po’ di tempo fa, a proposito della situazione sanitaria in Grecia, la rivista Lancet sottolineò l’aumento del 43% della mortalita' infantile. E incluse questa impennata fra gli effetti dei tagli lineari alla sanita' imposti al paese. E’ lo stesso tipo di pericolo che si corre in Italia? Secondo gli esperti del think thank Action Institute, che ieri sono intervenuti a Roma durante un convegno dell'Autorita' Antitrust, senza un ripensamento radicale del sistema sanitario italiano e uno stop alle sforbiciate indiscriminate al bilancio potremmo fare la stessa fine, e anzi in qualche regione gia' si vedono i primi segni in questo senso.

''I tagli in Grecia hanno portato ad esempio allo stop ai programmi di fornitura di siringhe ai tossicodipendenti, e persino alle disinfestazioni nelle citta', col risultato di far tornare la malaria - ha spiegato Walter Ricciardi dell'area Sanita' di Action Institute e direttore dell'osservatorio sulla Salute delle Regioni -. Noi stiamo conducendo uno studio per verificare gli effetti dei tagli anche da noi, ma si puo' gia' dire che in alcune Regioni il processo e' gia' iniziato. Al contrario nei paesi del nord Europa, dove si e' scelto invece di operare diversamente, la crisi non ha influito sulla salute''. L'aspettativa di vita di chi nasce nel Sud, hanno sottolineato gli esperti, e' gia' quattro anni piu' bassa rispetto alla media.

Fabio Sebastiani

12/03/2014 www.liberazione.it

 
 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

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www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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