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Messaggi del 30/03/2014

 
 

Ecco le ricadute e l’attenzione per il territorio che i vari magnifici tifosi della Torino Lione non raccontano mai

Post n°8743 pubblicato il 30 Marzo 2014 da cile54

Grazie Tav! A Susa non si nasce e si partorisce in autostrada

E’ proprio nella città governata dal sindaco più favorevole al Tav della Valle che accade questo: una mamma di Susa per partorire deve fare 40 km in autostrada e in emergenza, non riuscendo a raggiungere Rivoli, partorisce in una piazzola dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Da tempo il reparto maternità di Susa è nel mirino dei tagli alla sanità ad opera del presidente Cota (quello che fa affiggere per tutto il Piemonte i manifesti “La Lega ha salvato il Piemonte”) ed è ancora attivo grazie alla mobilitazione dei cittadini e delle cittadine che si sono mobilitati nei mesi scorsi. C’ra anche la sindaca Amprimo che dispensava sorrisi e promesse.

Invece ecco qui la cruda realtà e il piccolo Mohammed è nato in autostrada, senza complicazioni solo grazie alla sua mamma e il suo papà.

Cosa centra il Tav? Centra perchè in un territorio che avrebbe il destino segnato se non ci fossero i notav, accadrà questo ed altro. Rispondono non ci sono i soldi? Balle la Regione stessa ha stanziato dei fondi, così come il governo, per il risarcimento alle “povere” ditte vittime dei notav, facendogli una legge apposita dove basta un’autocertificazione per essere rimborsati.

Ancora una volta è una questione di priorità, quelle dei cittadini che difendono il proprio territorio e il proprio futuro e quelle degli speculatori di ogni sorta che ancora una volta, di fronte ad un fatto del genere, non avranno neanche la decenza di vergognarsi!

Leggi l’articolo: http://www.notav.info/wp-content/up...

29/3/2014

 
 
 

Il PD berlusconiano incorna mortalmente le condizioni di lavoro e di vita di milioni di lavoratori stabili e precari

Post n°8742 pubblicato il 30 Marzo 2014 da cile54

Renzi-Poletti, a testa bassa contro precari, Statuto dei lavoratori e sindacati

Il fiscal compact non si modifica, la pubblica amministrazione si butta all'aria e il lavoro? Il lavoro si azzera. Renzi, dopo la visita di Obama corregge un po' l'agenda e riparte con un'altra bella vagonata di promesse. Il dossier che gli preme di più, però, è quello sul lavoro, esattamente come il Governo Berlusconi-Monti-Letta.

A cominciare da quel pubblico impiego che rappresenta uno degli elementi chiave del suo programma di governo sempre alla ricerca di una prateria dove far brucare la "spending review". Certo, sta limando qualche busta paga dei papaveri con troppe "creste". E che problema c'è? E' solo una mossa tattica per preparare il terreno alla "risoluzione strategica": nel Renzi-spot prima o poi arriverà l'annuncio di un blocco tombale sulle retribuzioni dei più di tre milioni di dipendenti pubblici. C'è da giurarci. E così tra un ripensamento e l'altro sulle spese militari, sottolinea di voler "rovesciare la pubblica amministrazione come un calzino". "Noi vogliamo fare - aggiunge - una rivoluzione sistematica". Una rivoluzione che continua con l'attacco frontale ai sindacati, tanto per cambiare, responsabili, secondo lui, del raddoppio della disoccupazione. E già che c'è sostiene Visco, il Governatore di Bankitalia che ieri ha sparato a zero contro i sindacati. riesumando la famosa formula dei "lacci e laccioli". Una dichiarazione che non è piaciuta ai dirigenti dei sindacato confederale, che invitano Visco, ma anche tutti coloro che in questo momento hanno importanti incarichi di responsabilità politica, a non sciorinare della facile demagogia e a fomentare così il populismo (e l'antipolitica) già molto rampanti. Del resto, questa di Bankitalia è davvero una linea inedita. Con il mondo sindacale, i vertici di via Nazionale hanno sempre avuto molto riguardo.

Rovrà renderne conto al Pd di tutto questo? Nemmeno per sogno. Non solo il partito di Napolitano, dopo qualche momento di sbandamento, sembra ricompattarsi sul Job act grazie a qualche piccola modifica concessa da palazzo Chigi, ma potrebbe arrivare un nuovo "raggio laser" contro lo Statuto dei lavoratori, che in linguaggio renziano si viene denominato codice. "Lunedi' abbiamo predisposto un disegno di legge delega per semplificare il codice del lavoro che presenteremo in Parlamento", afferma il presidente del Consiglio.

Poletti lo racconta così: "Non e' detto che i contratti di lavoro siano fatti esattamente come sono stati fatti negli ultimi 100 anni. Dobbiamo avere il coraggio di ragionarne" e questo "non vuol dire che stiamo ledendo chissa' che, stiamo discutendo di qualcosa che e' stato scritto all'inizio del '900. E sara' ben successo qualcosa dall'inizio del '900 ad oggi?".

Fabio Sebastiani 

29/03/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 

Tutta l'Italia è un CIE di ingiustizie, nessuna differenza con il caso della spesa proletaria delle 8 donne in Sardegna

Post n°8741 pubblicato il 30 Marzo 2014 da cile54

Immigrazione: truffe, inesperienza e mala gestione nell’accoglienza

La scorsa settimana le coste della Sicilia hanno visto approdare oltre due mila migranti, fra cui moltissime donne e minori. Una cifra mai registrata prima, che si somma ai circa 5.500 stranieri sbarcati sul territorio italiano nell’arco di questi primi tre mesi del 2014, e che lo scorso anno erano appena cinquecento. Persone per lo più provenienti da Stati critici some Nigeria, Gambia, Eritrea, Siria e Libia, e che avrebbero quindi diritto a beneficiare dei programmi di protezione e sostegno destinati ai rifugiati.

Come al solito si parla dunque di emergenza, nonostante fosse più che prevedibile che con l’arrivo della bella stagione gli sbarchi sarebbero divenuti sempre più frequenti e corposi. Ma invece che stilare un piano di accoglienza e ripristinare le strutture predisposte, tutte le risorse sono state devolute all’operazione Mare Nostrum, le cui navi militari sono state trasformate in centri per la prima identificazione e per il rilievo delle impronte digitali, anche con l’aiuto di personale inviato dal ministero dell’interno.

Nel frattempo si sono moltiplicati in tutta l’isola i cosiddetti Cas (centri di accoglienza straordinaria), che proprio in virtù della loro straordinarietà sono spesso ridotti a tendopoli o accampamenti in palestre, masserie di campagna o altre strutture inadeguate, con evidenti carenze sia in termini igienico-sanitari, sia di professionalità degli operatori addetti.

Come spiega Lorenzo Passanante, attivista del Collettivo LibertArea di Campobello di Mazara: “I centri di accoglienza straordinaria che il prefetto Falco ha fatto aprire nell’ultimo periodo sono spesso stati assegnati alla gestione di cooperative non sempre certificate per il settore, con operatori che non hanno un curriculum adeguato per l’attività che sono chiamati a svolgere. Inoltre, facendo leva sulla straordinarietà e l’emergenzialità del caso, i richiedenti asilo vengono spesso alloggiati in centri di identificazione ed espulsione, pur avendo diritto di soggiornare all’interno dei Cara (centri d’accoglienza per richiedenti asilo). Lo dimostra la vicenda del Cie di Milo a Trapani, e dei 77 gambiani richiedenti asilo che sono stati rinchiusi nella struttura dopo il respingimento differito del questore di Siracusa, uscendone solo dopo diverso tempo”.

Lo stesso Cie di Milo che avrebbe dovuto chiudere il 28 febbraio di quest’anno per lavori di ristrutturazione, ma che risulta attualmente ancora aperto. Come si spiega nel blog del professor Fulvio Vassallo Paleologo (docente di Diritto di asilo e statuto costituzionale dello straniero) la decisione era immaginabile, perché dopo “la chiusura di sette Cie su dodici in Italia, Trapani rimane uno snodo strategico, al quale il ministero dell’Interno non intende rinunciare, anche per la vicinanza con l’aeroporto di Punta Raisi (Palermo) dal quale continuano ad essere rimpatriati in Tunisia i ragazzi riconosciuti dal console del Paese”.

Valeria Bertolino del Comitato 29 dicembre 1999, spiega: “Alla fine hanno deciso che i lavori saranno fatti all’interno del Cie aperto. Serve una rapida messa in sicurezza della struttura, e l’intenzione sarebbe anche quella di alzare le recinzioni esterne per scongiurare le frequentissime fughe, anche se non serviranno a niente. Quindi sono soldi spesi inutilmente, che si aggiungono ai circa sei milioni serviti per la costruzione dello stabile, inaugurato nel 2011.

 Inoltre, a causa dei due bandi di gara conclusi con un niente di fatto, la struttura continua a essere gestita dal Consorzio Oasi, nonostante abbia da tempo ricevuto la revoca per inadempienza. A pagarne le conseguenze sono quella settantina di ragazzi ancora rinchiusi nel centro, che si sono visti tagliare anche i servizi di base. Così come gli operatori, oramai ridotti a un numero esiguo, perché non pagati o a stipendio ridotto. Lo stesso è accaduto col consorzio Gradisca d’Isonzo e Connecting peolple di Castelvetrano”, entrambi coinvolti in inchieste che hanno portato a diversi rinvii a giudizio con accuse che spaziano dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa dello Stato, inadempienze di pubbliche forniture e false fatturazioni.

Thierno Wade è un ragazzo senegalese di 34 anni recentemente uscito dal Cie di Milo. “Sono finito nel centro perché mi hanno trovato senza documenti – racconta – ma in realtà io vivo in Italia da sette anni e ho sempre lavorato. Anche per questo non sopportavo la vita dentro il Cie, perché non sono abituato a stare tutto il giorno senza fare niente, bloccato in un posto. Io con alcuni compagni di stanza pulivamo i bagni e sistemavamo la camera pur di fare qualcosa, anche perché ci piaceva vivere in un luogo pulito. Così toglievamo un po’ di lavoro agli operatori, che erano molto gentili con noi nonostante in tanti non prendessero lo stipendio da tempo. Una mancanza di fondi che si è fatta sentire anche per molti di noi, che dormivamo senza coperte nel mese di dicembre e non ricevevamo quasi più le schede telefoniche previste di norma, peraltro con ricariche così basse che chiamare in Africa diventava praticamente impossibile”.

28/3/2014 www.ilfattoquotidiano.it

 
 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

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www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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