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Messaggi del 26/04/2014

 
 

Sentenza della Cassazione sulla Strage alla ThyssenKrupp di Torino. Comunicato stampa di Medicina Democratica

Post n°8813 pubblicato il 26 Aprile 2014 da cile54

TORNA LA GIUSTIZIA DI CLASSE?

 A mezz'ora della mezzanotte del 24 aprile la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha letto il dispositivo della sentenza al seguito dei ricorsi presentati dalla accusa, dalle difese e dall'unica parte civile (Medicina Democratica) nel processo celebrato dalla Corte d'Appello di Torino contro gli imputati accusati di omicidio colposo con colpa cosciente emessa il 18 febbraio.

 La Corte ha rinviato il procedimento davanti alla Corte d'Appello di Torino per la rideterminazione della pena: sette operai morti sul lavoro il 6 dicembre del 2007 alla ThyssenKrupp di Torino sono da attribuirsi alle gravi responsabilità del titolare e dei dirigenti di quella azienda che, in funzione della prevista dismissione della fabbrica, hanno trascurato in maniera pesante ed evidente la sicurezza sul lavoro.

 Colpevoli, ma non assassini.

 La pena dunque dovrà essere rideterminata, sarà probabilmente inferiore a quella già comminata, ma non potrà – non deve - essere nulla o irrisoria.

 Non si tratta di omicidio volontario, dice sempre la Cassazione, ma colposo. Una vecchia concezione, diciamo noi che rimanda all’inevitabilità degli infortuni che, per quanto gravi, non sono prevedibili perché non previsti. Insomma c'è un'umanità diversa, che, per una condizione diversa, quella del lavoro a rischio, con possibili e a volte inevitabili conseguenze.

 Ancora le difese degli imputati, in questo processo e in tutti i suoi gradi di giudizio e ancora di più il 24 aprile davanti alla Cassazione, si sono scatenate contro Medicina Democratica: non hanno mancato di chiedere la revoca della sua costituzione di parte civile di Medicina Democratica; lo avevano già fatto davanti al Giudice dell'Udienza Preliminare (GUP), davanti al giudice del dibattimento in Corte d’Assise, pure davanti al giudice della Corte d'Assise d’Appello. Richiesta sempre respinta. E ci hanno provato in Cassazione. Qui per la prima volta hanno trovato il rappresentante dell'accusa, cioè il Procuratore Generale che ha formalmente chiesto alla Corte di Cassazione l'esclusione di MD.

 Perché tanto accanimento?

 Ha dato molto fastidio che MD sia stata l'unica parte civile rimasta nel processo fino alla fine e senza alcun tentennamento. Ma la Cassazione non poteva smentire se stessa ed anche questa volta ha respinto la richiesta; piuttosto c'è da rammaricarsi per chi ha abbandonato il campo e si è ritirato ricevendo quattrini in cambio. Per i sindacati (FIM,FIOM,UILM, CUB) e gli enti pubblici (Comune, Provincia, Regione, INAIL) c'è pure da rimanere interdetti!...

 Da un anno a questa parte gli infortuni i mortali sul lavoro sono aumentati nonostante sia diminuito il lavoro e non parliamo delle malattie professionali in costante crescita.

 Medicina Democratica rivolge un appello nel giorno dell'anniversario della Liberazione nazionale. Basta porre in contrasto il diritto alla salute, quindi alla vita, e il diritto al lavoro.

 Promuoviamo una grande mobilitazione perché salute e lavoro, garantiti dalla Costituzione, nata dalla Resistenza, vengano assicurati a tutti, perché nemmeno si rinunci alla salubrità ambientale.

Medicina Democratica

Parte civile al processo

Milano 25 aprile 2014

 
 
 

La liberazione dell'umanità? “Ammassati e in condizioni igieniche pessime”. A lanciare l’allarme è Save the children

Post n°8812 pubblicato il 26 Aprile 2014 da cile54

Sbarchi, “la situazione dei minori stranieri in Sicilia è gravissima

Ammassati in strutture non idonee e in condizioni igieniche pessime, la situazione dell’accoglienza per i migranti che stanno arrivando in queste ore sulle nostre coste è particolarmente critica per i minori stranieri non accompagnati. Solo negli sbarchi degli ultimi tre giorni ne sono arrivati 103. 400 sono quelli attualmente ospitati in strutture con standard non idonei del siracusano (nella zona di attracco delle navi di Mare nostrum) ma molti sono quelli che aspettano anche da mesi di essere trasferiti, mentre una quota consistente scappa mettendosi di nuovo in pericolo di vita. A lanciare l’allarme sulle gravi condizioni dei minori non accompagnati è il responsabile di Save the Children del progetto Praesidium, Michele Prosperi, giunto proprio questa mattina ad Augusta per verificare di persona la situazione. E che come il sistema di accoglienza non stia funzionando proprio per i migranti considerati più vulnerabili.

“La presenza dei minori negli sbarchi è ormai una costante, sono il 20 per cento del totale degli arrivi – spiega Prosperi – La stragrande maggioranza, circa i  due terzi, è composta da minori non accompagnati. Nei tre sbarchi degli ultimi giorni sono arrivati soprattutto ragazzi di nazionalità eritrea. In particolare nello sbarco del 22 aprile a Pozzalo su 191 persone 10 erano minori non accompagnati; nello stesso giorno ad Augusta ne sono arrivati 61 su una nave con  322 eritrei. Mentre nell’ultimo sbarco di ieri, sempre ad Augusta i minori non accompagnati erano 33 su 169 persone”.  La loro età oscilla tra i 15 e 17 anni ma “stiamo registrando anche l’arrivo di ragazzi di 14, 12 e 10 anni – spiega Prosperi – . La nazionalità è principalmente eritrea, ma ci sono anche siriani, somali e egiziani. E negli ultimi giorni c’è stata anche un caso eccezionale conl’arrivo di 12 ragazze minorenni, non accompagnate. Un’eccezione di cui cercheremo di capire meglio i dettagli”.

Secondo i dati di Save the children nella sola Sicilia orientale, e in particolare nella provincia di Siracusa, interessata dall’operazione Mare nostrum, ci sono attualmente quasi 400 minori soli non accompagnati ospitati in strutture temporanee, quindi nei centri di prima accoglienza, “nella maggioranza dei casi in condizioni assolutamente inaccettabili e non adeguate”. Sono strutture le più diverse, come l’ ex scuola Verdi di Augusta, che in questo momento “presenta criticità da tutto i punti di vista – spiega ancora Prosperi -. Lì ci sono  ora 139 minori non accompagnati: sono ammassati tutti insieme, in condizioni difficili, quelle igieniche in particolare sono pessime. Anche le dodici ragazze arrivate ad Augusta due giorni fa erano state  inizialmente portate in questo centro poi, anche su nostra sollecitazione, sono state trasferite perché le condizioni per loro erano improponibili, non era gestibile la copresenza con minori maschi non accompagnati”. Ma in situazione critica è anche la struttura Don Orionea Florilia, sempre nel siracusano, dove le condizioni di accoglienza di per sé non sono gravi, dal punto dell’igiene. Ma è una struttura che ospita anziani e persone con disagio mentale, “ci sono 35 minori non accompagnati e la situazioni è particolarmente critica per la convivenza difficile dei ragazzi con adulti in difficoltà. C’è una continua tensione, che può trasformarsi in un problema di sicurezza sia per i minori stessi che per gli ospiti della comunità”.  Il caso ancor più grave è, però, quello del centro papa Francesco di Priolo Gargallo (Sr) dove ci sono 108 minori non accompagnati, di cui un gruppo consistente di minori è nel centro addirittura da quattro mesi.

“Le strutture di  prima accoglienza dovrebbero essere utilizzate per il minor tempo possibile – spiega il responsabile di Save the children –  Questo significa che tutto il sistema di gestione dei minori non accompagnati, che dovrebbe prevedere il loro collocamento in comunità idonee nel più breve tempo possibile, non sta funzionando. Su 400 minori nei centri temporanei la quasi totalità è presente almeno da due settimane, con casi limite di mesi. Questo rende la situazione particolarmente ingestibile, incentiva e favorisce le loro fughe”. Secondo i dati a disposizione dell’associazione  dal  9 e 14 aprile scorso degli 800 minori non accompagnati arrivati in quei giorni almeno 500 sono scappati, proprio per le condizioni dell’accoglienza. “Questa permanenza con standard non accettabili mette nell’ impossibilità di creare un rapporto di fiducia con questi ragazzi. In particolare con quanti avrebbero la possibilità di richiedere e ottenere la possibilità di una riunificazione familiare con parenti presenti in Italia o in altri paesi europei.  Le procedure richiedono un tempo troppo lungo, i minori non credono che si arrivi a compimento in tempi brevi, così preferiscono continuare il viaggio affidandosi di nuovo ai trafficanti e si espongono a rischi molti alti di sfruttamento sessuale e di sicurezza fisica”.

Ma il problema è anche il  reperimento dei posti disponibili ad accogliere i minori stranieri nelle comunità di tutta Italia. “Non esiste un sistema che tenga traccia dei posti disponibili e che quindi consenta alle amministrazioni locali, che hanno in carico questi minori, di verificare la disponibilità effettiva”. Non solo, anche la copertura finanziaria di fatto prevista dal governo Letta, con uno stanziamento di  40 milioni di euro da parte del ministero del Lavoro e delle politiche sociali è ancora bloccata. “Non c’è chiarezza sui tempi e la disponibilità di questi fondi, ma molte comunità hanno criticità economiche e faticano a prendere alte persone – continua – Le  stesse comunità in Sicilia fanno fatica a pagare i fornitori”. L’intero sistema, dunque, non sta girando come dovrebbe, a fronte di una situazione che  secondo Prosperi non può definirsi di emergenza.. “Quest’anno c’è stata un’ intensificazione degli arrivi, che è stata nei primi mesi dieci volte superiore a quella dell’anno scorso quando però da marzo in poi gli sbarchi hanno raggiunto numeri paragonabili a quelli di questi giorni – aggiunge –L’aspetto critico e costante è che l’Italia si fa trovare sempre impreparata a gestire l’accoglienza, in particolare per i più vulnerabili, cioè i minori”. “Siamo molto preoccupati – aggiunge –  Save the children ha sviluppato una proposta di legge per la tutela e la protezione dei minori soli non accompagnati, che è stata presentata ad ottobre e attualmente è  in attesa di calendarizzazione. Chiediamo che venga  accelerato l’iter di questo disegno di legge che contiene proprio le soluzioni alle criticità che vediamo in questi giorni”

Redazione

25/4/2014 www.migrantitorino.it

 
 
 
 

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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