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Messaggi del 30/07/2014

 
 

Il popolo palestinese massacrato per espansionismo coloniale e pulizia etnica. Non è una guerra ma un genocidio pianificato

Post n°8993 pubblicato il 30 Luglio 2014 da cile54

Gaza, nemmeno più le chiese sono luoghi sicuri. Israele si accanisce ancora contro gli ospedali

 

Dopo gli ospedali, le scuole e i rifugi, Israele prende di mira anche le chiese. Da questa notte nel quartiere Zeitun è l’inferno. “Basta con questo orrore", urla al telefono il Parroco di Gaza City, Padre Jorge Hernandez. Il bilancio di oggi è superiore alla media dall'inizio del conflitto, con più di cento vittime.

 

Ieri sera Padre Jorge aveva ricevuto l’avviso di sgombrare la Chiesa e la Parrocchia, dopo l'annuncio che il quartiere di al-Zeitun sarebbe stato bombardato. Oggi le bombe sono arrivate davvero. E una trentina di persone se la sono cavata per miracolo.

“Ma dove possono andare il parroco, le tre suore di Madre Teresa con 29 bambini handicappati e 9 anziane inferme?”,chede padre Jorge. Già ieri mattina la comunità cristiana di Gaza era stata sconvolta dalla morte di due anziane, causata dalle difficile condizioni in cui erano costrette a vivere, dopo il loro trasferimento nella Chiesa, e dalla tragica notizia di un missile che aveva colpito la casa della famiglia di Jalila UmFarah Aiad Jerjis, riducendola in macerie. La famiglia era composta dal padre di Jalila, dalla moglie Aiad Kamal e dai due figli piccoli Jerjis e Anton. Jalila è morto carbonizzato. Il padre è stato leggermente ferito. Il figlio maggiore, Jerjis, è in coma profondo. Ha subito l'amputazione delle gambe e di una mano e ha ustioni profonde sul viso e sul petto. Anton, il figlio più giovane, non era in casa quando è successo, ma a messa nella Chiesa.

“Esigiamo lo stop immediato del fuoco per fermare questo massacro – dice padre Jorge. Nessuna di queste persone che sono morte oggi erano terroristi".

 

Medici Senza Frontiere, intanto, condanna duramente l'attacco sferrato ieri contro l'ospedale di Al Shifa a Gaza City, l'ospedale di riferimento per l'intera Striscia di Gaza, dove lavora anche un'e'quipe chirurgica di Msf. Il bombardamento di questa struttura sanitaria, che ha offerto rifugio a migliaia di sfollati da quando Israele ha lanciato l'operazione "Margine Protettivo" tre settimane fa, secondo Msf dimostra che i civili a Gaza non hanno un luogo sicuro dove andare e mostra quanto sia difficile fornire aiuti di emergenza nell'area.

Continuano a essere i civili le vittime dei bombardamenti di Israele “nella loro folle ricerca delle 73 persone che devono essere eliminate. Come si legge su un volantino che hanno lanciato dagli aerei sulla popolazione di Gaza”. Meri Cervelli, cooperatrice italiana a Gaza, in un messaggio spiega: "Hanno tirato giù alcune palazzine con dentro famiglie intere lanciano attacchi continui non si fermano…Oggi hanno lanciato un volantino dagli aerei, con su il disegno della Striscia di Gaza e 4 tombe sulla striscia dal nord al sud … dietro 73 nomi di persone che volevano colpire … diceva che avrebbero trovato posto solo sotto queste tombe …. lo stanno facendo su tutta la striscia … è un massacro indicibile ….”

Fabio Sebastiani

29/7/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 

Circa 180 lavoratori Ansaldo e Ilva si ammalano di mesotelioma, la Procura di Genova li accusa di truffa e falsa dichiarazione

Post n°8992 pubblicato il 30 Luglio 2014 da cile54

IL KILLER E’ L’AMIANTO, MA A GENOVA PROCESSANO GLI OPERAI

Genova: ogni anno circa 180 lavoratori Ansaldo e Ilva si ammalano di mesotelioma, ma la Procura li accusa di truffa e falsa dichiarazione. Ex operai Ilva e Ansaldo accusati di avere percepito pensione speciali indebitamente

La classe operaia non va più in paradiso, va direttamente all’inferno e prima passa anche dal tribunale. Accade a Genova dove dal 2004 è stata aperta un’indagine a carico di un gruppo di ex operai Ilva e Ansaldo accusati di truffa ai danni dell’INPS: avrebbero dichiarato di avere lavorato a contatto con amianto per ottenere i benefici pensionistici consistenti nell’andare in pensione anticipatamente (10 anni di amianto davano la possibilità di anticipare di 5 la pensione).

A oggi sono circa un migliaio i lavoratori indagati e a metà luglio è iniziato l’iter giudiziario per i primi trenta che devono rispondere di presunta percezione indebita di pensione speciale. L’indagine vede coinvolti operai, capireparto e sindacalisti, tutti accusati di avere falsificato curricula all’insaputa della Direzione aziendale. Questo è quanto dichiara Ilva che tramite il suo ufficio legale ha depositato un documento dove disconosce i curricula degli ex lavoratori che ha anche provveduto a querelare.

Tra gli indagati ci sono anche tre funzionari e alcuni dirigenti dell’INAIL regionali che sono quelli che hanno firmato le certificazioni e concesso i benefici, i nuovi dirigenti adducendo il principio di “autotutela” hanno revocato centinaia di certificazioni di esposizione all’amianto, precedentemente riconosciute. “Il risultato” - dichiara Antonio Perziano della Camera del lavoro di Genova – “è che ci sono circa 700 lavoratori che non possono usufruire dei propri diritti di prendere la pensione”.

“La settimana scorsa abbiamo sepolto un nostro compagno dell’Ansaldo morto per mesotelioma e oggi ci troviamo qui, dopo una vita in fabbrica, con una accusa pendente per falso a doverci difendere in tribunale per avere dichiarato che nelle nostre fabbriche l’amianto c’era”.

A parlare è Livio Verdi, ex operaio Ansaldo anche lui accusato di falso e percezione indebita di pensione speciale, incontrato davanti al tribunale di Genova dove insieme ad altri è venuto per dare solidarietà ai compagni sotto processo.

Eppure secondo il RENAM, il Registro nazionale dei mesoteliomi, in Liguria dal 1998 al 2010 i morti per tumori dovuti all’amianto sono 2.500, tra Ansaldo, Ilva, Stoppani e altre fabbriche minori. Si tratta peraltro di numeri monitorati per difetto perché i dati del RENAM si fermano al 2010.

A oggi si registrano circa 180 nuovi casi ogni anno, decisamente in aumento da un quinquennio a questa parte.

“Di questi morti non si occupa nessuno e invece si processano i vivi” dice Giancarlo Bonifai, uno degli avvocati della difesa che la settimana scorsa ha presentato un esposto in Procura sull’amianto killer per “omicidio colposo e lesioni colpose” per chiedere che siano fatte indagini sulle malattie e sulle morti che si sono verificate negli ultimi anni negli stabilimenti Ansaldo e Ilva-Italsider di Genova.

“Pensiamo ci siano state omissioni nell’approntare i necessari presidi sanitari e infortunistici che avrebbero potuto evitare, o quantomeno diminuire, le malattie e le morti” aggiungono i sindacati.

“La cosa che più ci fa arrabbiare è che la procura calcola l’esposizione all’amianto con una formula matematica che deve risultare 0,1 e il consulente dice che se risulti esposto a 0,098 particelle allora non hai diritto all’amianto, ma come fanno ora a sapere quanta polvere di amianto girava alla Fiumara, e nelle altre fabbriche?” - aggiunge Livio Verdi.

In effetti Genova è un caso unico. Nelle fabbriche di Novi e Taranto i lavoratori vanno in pensione e a chi risulta essere stato esposto viene concesso il “beneficio amianto”. Solo a Genova accade che gli operai vengano portati in Tribunale dove oltre la pena di non sapere se si ammaleranno di mesotelioma devono anche subire l’iter processuale e tutto quello che ne consegue.

Sul versante politico la situazione è ferma da un paio di settimana fa quando gli operai per un momento si erano illusi di potere incontrare il ministro Poletti in visita a Genova. La visita fu poi annullata in tutta fretta il giorno prima per “impegni in parlamento”, o più probabilmente per gli annunciati cortei di altre aziende in crisi: Esaote, Ilva, Ansaldo, Piaggio. Niente Ministro per gli operai genovesi, che qualche giorno dopo a Roma riuscirono però a incontrare il Capo di Gabinetto che dopo le solite chiacchiere di circostanza li ha rimandati a casa con un pugno di mosche in mano.

La battaglia però non è finita e oggi una cinquantina di ex lavoratori con a capo Antonio Perziano della Camera del Lavoro di Genova sono entrati negli uffici dell’INAIL di Genova hanno occupato la stanza del Direttore e chiesto un appuntamento con il Direttore generale INAIL Lucibello. L’occupazione è durata tutta la mattina, fino a che dopo un lungo braccio di ferro non è stato fissato l’incontro per la prossima settimana.

“Noi non molliamo, vogliamo giustizia e vogliamo quello che ci aspetta” - dice Livio Verdi.

Ludovica Schiaroli

Genova

24/7/2014 http://www.operaicontro.it/

 
 
 
 

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(Gianni Rodari)

 

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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