RACCONTI & OPINIONIPagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti |
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Messaggi del 10/09/2014
Post n°9036 pubblicato il 10 Settembre 2014 da cile54
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Post n°9035 pubblicato il 10 Settembre 2014 da cile54
Caro Franco, come alcuni di noi temevano, il giovin fiorentino non ha perso tempo a seguire le orme del suo più noto pigmalione "puttaniere" e ci ripresenta il famigerato "quoziente familiare". --------------------------- TORNA IL QUOZIENTE FAMILIARE E' (ormai) da lungo tempo che l'Italia non offre più (solo) santi, poeti e navigatori. O, per meglio dire, ha ampliato le "specializzazioni" disponibili. Ha esportato milioni di "braccia" in ogni parte del globo, realizzato e diffuso il fascismo, offerto asilo, sostegno e "linfa vitale" a tutte le mafie del mondo, creato un vero e proprio "sistema" di corruttela della vita pubblica e - ritenendo di non doversi privare di nulla - "sfornato" un considerevole numero di "imbonitori" politici dalle alterne fortune. Cito, solo per dovere di cronaca, il "venditore di tappeti" per eccellenza - quello, per intenderci, degli sciagurati "otto milioni di baionette" - che tanti lutti, lacrime e offese arrecò al nostro Paese. Così come ritengo opportuno "stendere un velo pietoso" sulle (poliedriche) "performance" del protagonista del secondo (altrettanto sventurato) "ventennio" della nostra storia. Di quegli anni - tanto per non dimenticare - nel corso dei quali siamo stati in tanti a indignarci e vergognarci di una classe politica capace (finanche) di sostenere, a grande maggioranza, che Ruby "rubacuori" fosse veramente nipote di Mubarak! Alludo, piuttosto, a quello che considero l'ultimo - solo in ordine di tempo - "venditore di fumo" apparso sulla scena politica italiana. Quel giovane fiorentino che secondo alcuni si è materializzato all'improvviso; quasi a confermare l'anatema di Nanni Moretti: <Con questi dirigenti non vinceremo mai> e, contemporaneamente, affermare che anche "a sinistra" era ormai ora di rivolgersi al "nuovo". Si sarebbe realizzata, in sostanza, una sorta di "rivincita" dell'ultima generazione Pd nei confronti dei c.d. "trentenni/quarantenni" (falliti) dell'era berlingueriana (Bersani, Fassino, Veltroni, Bassolino, D'Alema, ecc). Personalmente, sono invece convinto che il "fenomeno" Renzi non rappresenti tanto la conferma della previsione di Moretti, quanto - piuttosto - la plateale smentita della profezia di Luigi Pintor (febbraio 1983): <Non moriremo democristiani>! Senza, tra l'altro, dimenticare che se allora essere democristiani significava fare riferimento a soggetti quali Andreotti, Moro, Fanfani, Zaccagnini e Martinazzoli, oggi siamo alla "Balena bianca" di terza e quarta serie. Naturalmente, un venditore di fumo che si rispetti, non può fare a meno - nel nostro Paese - di (s)parlare di Patria, Chiesa e Famiglia. Di conseguenza, con ancora in corso l'eco dei pressanti appelli a salvaguardare la "sacralità" e l'univocità delle famiglie italiane - lanciati, in particolare, da soggetti che hanno inteso, però, costituirne più di una (Berlusconi, Calderoli, Casini, ecc) - oggi ci tocca assistere alla riproposizione (da parte di Renzi) dell'esigenza di "Interventi a sostegno delle famiglie con maggiori carichi familiari". Orbene, che in Italia, il vigente sistema fiscale necessiti di una riforma è a tutti noto; che in questo, si realizzino interventi sulle aliquote Irpef - non le due più alte, ma quelle più basse (troppo elevate) che incidono negativamente sui redditi bassi - appare una sconvolgente (lapalissiana) esigenza. Il problema, piuttosto, è rappresentato dalle proposte operative. Personalmente, ho la sensazione che la soluzione avanzata da Renzi - la riproposizione del c.d. "quoziente familiare" - rappresenti un dèjà vu di berlusconiana memoria. Non tanto perché elemento presente in tutte le precedenti campagne elettorali del centrodestra, senza (peraltro) mai realmente approdare a un progetto definito, quanto per la sua struttura; ben distante, in termini d'imparzialità, dalla versione francese. Infatti, se con l'introduzione del suddetto quoziente s'intendesse (anche) rimediare agli effetti discorsivi, in termini di equità, prodotti dai fantomatici 80 € - corrisposti a un single (con un reddito complessivo "sotto la soglia"), ma non a un genitore con figli (con un reddito appena/appena superiore al limite di legge) - ben venga un'articolata e diffusa discussione di merito. Se invece, come personalmente temo, attraverso la formulazione prevista dall'Esecutivo dovessero (ancora) imporsi i criteri (già) previsti all'epoca dal governo Berlusconi - così come trapela attraverso le solite fonti "ben informate" - ci troveremmo di fronte a un provvedimento sostanzialmente teso a diminuire il carico dell'Irpef per coloro che hanno figli minori ma redditi medio/alti e coniuge non occupato! Poiché già in altra occasione - in qualificata e prestigiosa compagnia - rilevai una serie d'iniquità contenute nell'ipotesi di quoziente familiare proposta dal governo Berlusconi; in questa sede mi limiterò a evidenziarne gli aspetti più negativi. In definitiva, con buona pace del Casini "di turno" - tutto compresso nel ruolo di fedele e strenuo difensore degli interessi della famiglia e dei figli - l'introduzione del quoziente familiare di berlusconiana memoria, senza alcuna delle clausole "di salvaguardia" adottate in Francia, finirebbe, nel nostro Paese, con il produrre un triplo effetto discorsivo: 1) attenuare il principio di progressività delle imposte; 2) non produrre alcun (sostanziale) beneficio ai nuclei familiari (con figli) a basso reddito e con entrambi i genitori lavoratori; 3) offrire vantaggi a coppie senza figli ma con redditi alti; in particolare se è uno solo dei due coniugi a produrre reddito. Senza trascurare un altro (non irrilevante) aspetto. Infatti, considerato: a) il costo della "mancia" degli 80 euro - pari a circa 7 Mld - per i quali, tra l'altro, si è (letteralmente) "raschiato il fondo"; b) l'esborso complessivo - per la "messa a regime" - dell'eventuale quoziente familiare; valutato (da alcuni stimati economisti) in circa 15 Mld di euro; saremmo (inevitabilmente) condannati a una nuova stagione di pantomime rispetto al "Vorrei, ma non posso"! Per concludere: se realmente il fine fosse di aiutare le famiglie - nella formula più ampia possibile del termine, però - con maggiori carichi familiari, perché non cercare soluzioni (più semplici e immediate) attraverso l'aumento degli assegni familiari, l'introduzione di bonus, l'aumento degli oneri detraibili a favore dei figli studenti, ecc, ecc? Renato Fioretti Collaboratore redazione di Lavoro eSalute |
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Roma, 12 maggio 1977
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