Devo dire la verità, questa ricetta che è a metà strada tra un biscotto e un dolcetto, quindi un “Biscoccetto” non è farina del mio sacco. Ma poiché sono veramente buoni, voglio lasciare la ricetta ai posteri, anche perché mi danno il pretesto per ricordare una persona che ormai non c’è più su questa terra da un sacco di anni.
Si chiamava zia Cosimina, era la nostra dirimpettaia quando eravamo bambini e abitavamo in un piccolo appartamento in affitto. In realtà non era una nostra parente, la chiamavamo zia per crianza (quando la crianza contava), ed a me, più che un ricordo vivo della vita quotidiana, è rimasta l’immagine di una vecchia signora sempre affaccendata in cucina a fare i dolcetti della festività di turno. Ora i fritti, gli amaretti e i mustaccioli di Natale, ora le chiacchere a carnevale o la pasta di mandorle a Pasqua con la quale faceva gli agnellini, i pesci ed i dolcetti a forma di pera, di pesca e di albicocca.
Ci trattava come figli suoi la zia Cosimina, ma una figura veramente singolare era il marito: tutti lo chiamavano “lu Ppinu” con due P e con l’articolo.
Era un vecchietto altissimo e magrissimo che col passare degli anni implodeva sempre di più in se stesso, fino a toccare l’eremitismo mistico negli ultimi anni della sua vita. Si rintanava sempre in una improbabile mansarda, arredata con una rete da letto una credenza ed un tavolino, dalla quale usciva di tanto in tanto scendendo le scale con una candela in mano e vestito di tutto punto con mutandoni lunghi, maglia di lana doppissima e cappello con tanto di bon bon che scendeva sulla spalla. Sembrava uno spettro lu Ppinu !!
Non parlava mai, ma ci accompagnava sempre all’asilo, mano nella mano, piano piano senza dire una parola. Ci voleva bene “Lu Ppinu”!!
Io sento ancora gli odori dei dolcetti della zia Cosimina, vorrei non dimenticarli più e vorrei trovare il modo per farli ricordare per sempre. Sfogliando tra le ricette di mia mamma sono venuti fuori questi biscotti, che da un po’ di tempo mi accompagnano nella colazione del mattino, o dopo un bel pranzo magari innaffiati con un Amaretto di Saronno, praticamente la morte loro.
Ed ora andiamo in cucina ed accendiamo il forno a 180°.
Gli ingredienti sono:
1 kg. di farina 00, 400 gr. zucchero, 250 gr. di mandorle intere tostate e spellate, 200 gr. di olio extravergine d’oliva (praticamente sono due tazze da cappuccino), 1 bustina di lievito bertolini (lei l’aveva segnato così!), la buccia di un limone grattugiata, uova intere q.b. (ce ne vanno circa 8).
Fate la fontana con la farina, mettete al centro tutti gli ingredienti ed impastate tutto finchè non otterrete una massa bella compatta. Fatela riposare in frigo per una mezzoretta.
Ricavate dall’impasto dei serpentoni lunghi più o meno quanto la teglia del forno e larghi due dita, disponeteli sulla teglia da forno distanti almeno tre dita l’uno dall’altro. Spennellateli con un tuorlo d’uovo ed infornateli a 180 gradi per 15 o 20 minuti finche non prendono il colore dorato.
Toglieteli dal forno fateli raffreddare, tagliateli a losanghe tenendo la lama leggermente obliqua ottenendo tanti biscottini che rimetterete nella teglia e poi li infornerete nuovamente per la tostatura finale a 120° per circa 40 minuti.
Non assaggiateli prima che siano completamente freddi.
Grazie zia Cosimina!!
Alla prossima….
Inviato da: diletta.castelli
il 07/10/2016 alle 17:24
Inviato da: Mr.Loto
il 28/06/2016 alle 18:18
Inviato da: Blog tendresse
il 31/07/2013 alle 09:25
Inviato da: lucio.colizzi
il 10/03/2013 alle 15:01
Inviato da: Giorgia
il 08/03/2013 alle 18:28