Creato da proprojectologa il 28/06/2007
.... più che una band, uno stile di vita... Diario di una psicopatica projectomane...

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La sezione relativa alla biografia del Project (pre, durante e post) e dei relativi componenti è interamente o parzialmente tratta da sito del "The Parsons Day".

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"Blue" Oyster Cult

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Durante la Premiere agli Abbey Road del musical Poe, avvenuta nel 2003, Eric rispose alla domanda posta da un fan sull'idea di un unico grande concept dicendo che

"all'interno dell'album Freudiana c'è una canzone che spiega questo concept, è I Am A Mirror… quello che ho voluto fare coi miei album è stato far sì che essi fossero come uno specchio davanti ai quali ognuno potesse vedere se stesso e scoprirsi grazie ad essi. Ciò che tu leggi nei miei testi è quel che *tu* vuoi leggere... le mie canzoni parlano di te, non di me! …ho voluto che ognuno potesse trovare parte di sé nei mie dischi e il legame che c'è tra tutti loro è proprio questo. " (vedi Reportage in The Parsons Day)

Successivamente in un'intervista, ad opera di Zio Franz, apparsa sulla rivista musicale Nobody's Land (n. 23 del gennaio 2006):

FF:Per quanto riguarda il significato dei tuoi testi ti definisci come uno specchio posto dinanzi all'ascoltatore, uno specchio che permette ad ognuno di dare alle tue liriche una personalissima interpretazione, così intima da aiutare ognuno a scoprire se stesso più a fondo. Questo è certamente vero, ma io trovo che i tuoi testi dicano molto anche di te, come uomo e come artista. Sto pensando ad esempio a You Don't Believe che sembra una critica nei confronti di Alan, Limelight che pare esprimere il tuo desiderio di uscire dal cono d'ombra di Parsons per metterti finalmente in luce all'interno del Project, oppure più recentemente Lonely Song dove si legge "If fortune were my goal, fame was my ambition / why am I so afraid to face the crowd?" che pare esprimere appieno la tua timidezza da palco. E questi sono soltanto alcuni esempi… cosa mi dici?

EW: Per quanto riguarda questi testi possano essere autobiografici o meno, ritengo sia più importante non influenzare l’ascoltatore con le mie personali interpretazioni. La sola cosa importante per un ascoltatore dovrebbe essere come egli o ella reagisce, così l’analogia con lo specchio è davvero valida per me.

Durante l'ultimo raduno dei fan americani del Project, tenutosi nell'agosto di quest'anno, un fan chiese ad Eric quanto le sue composizioni fossero autobiografiche. Eric scese maggiormente nei dettagli esprimendo il concetto che un'artista compie, attraverso la sua arte, un processo simile a quello che porta l'ostrica a produrre le perle.

Una perla si forma quando un corpo estraneo, come un granello di sabbia, si ferma nella cavità palleale dell'ostrica. Esso viene ricoperto da strati successivi di madreperla, allo scopo di difendere i tessuti dell'animale dall'irritazione. Si depositano vari strati di calcio che in combinazione con altri minerali, creano questi particolari oggetti preziosi.

L'artista quindi cerca di difendersi da tutti gli avvenimenti che lo colpiscono attraverso la rielaborazione di essi, che porta successivamente alla produzione artistica.

Non pensate che ciò avvenga anche in ognuno di noi?

Il modo migliore per superare un lutto, di qualunque tipo si tratti, non è cercare di eliminarlo, di dimenticarlo ma elaborarlo, sezionarlo e trasformarlo.

Nella mia vita ringrazio Dio, o chi per lui, per avermi donato anche momenti bui. Mi hanno permesso di comprendere meglio le mie emozioni ma soprattutto di dare il giusto peso alle cose. Certo, in alcuni casi, ne avrei fatto volentieri a meno ma credo fermamente nel "culto dell'ostrica triste".

Non a caso DeAndrè disse che "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori" (cit. Via del Campo).

 
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