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« Transcomunicazione strumentaleTestimonianze »

Movimento della Speranza

Post n°66 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da Giles2004

HO PUBBLICATO QUESTO TESTO DEL CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) PER STIMOLARE IL DIBATTITO. IL WEBMASTER.

Il Movimento della Speranza è una costellazione di gruppi, accomunati dagli stessi intenti, che si caratterizzano come centri culturali, spirituali e, in alcuni casi, si dedicano anche a opere sociali. La nascita di questo movimento è legata alla vicenda della famiglia genovese Moneta, composta da quattro persone: il padre Umberto, la madre Agnese, il primogenito Francesco (detto Frangi) e Gianni, più giovane di sette anni. A 24 anni Francesco Moneta (1952-1976) si ammala gravemente e muore nell’autunno del 1976. A un anno di distanza dalla perdita di Frangi, Agnese Moneta comincia a interessarsi di parapsicologia e, in particolare, del caso della signora Alvisi di Como che, attraverso un registratore, è convinta di sentire la voce della figlia morta. Successivamente, per interessamento del marito, Agnese entra in contatto con la signora Nuccia Malvisi Ghezzi di Genova, una sensitiva che ritiene di ricevere messaggi attraverso la “scrittura automatica”. Per suo tramite Frangi invia il primo messaggio ai suoi familiari nel quale li rassicura dicendo di non essere morto e invitandoli a non piangere. I coniugi Moneta affermano che la calligrafia e la firma di questo primo messaggio sono identiche a quelle di Frangi e si convincono della possibilità di comunicare con il figlio defunto. Egli li spinge a rendere pubblici i messaggi per consolare quanti condividono le loro stesse sofferenze.

Nel 1981 è pubblicato il primo libro di Agnese Moneta – Tu sei tornato –, il “libro di tutte le mamme che hanno perso un figlio”. In seguito alla pubblicazione di questo libro i coniugi Moneta sono contattati da molti genitori colpiti da gravi lutti. Agnese diventa così il polo di attrazione di altre persone con esperienze di “comunicazione” simili alle sue, che trovano il coraggio di parlarne. Seguendo le indicazioni di Agnese questi genitori “ritrovano” i propri figli defunti. In modo analogo, Frangi “riunisce intorno a sé giovani che hanno prematuramente lasciato la Terra” nell’“altra dimensione” e “li aiuta a stabilire un contatto con i loro genitori”. La lettura del libro, nel 1982, ispira la costituzione, a Genova, del “gruppo di Corso Magenta”, formato da alcune persone intorno a una “medium parlante” che si definiscono “amiche spirituali” di Frangi. I coniugi Moneta apprendono l’esistenza di questo gruppo solo nel 1987, quando in un messaggio Frangi promette ai genitori che presto avrebbe “fatto sentire la sua voce”.

Il 23 aprile 1987, attraverso Lina, la “medium parlante”, Frangi fa sentire per la prima volta direttamente la sua voce ai genitori. Negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione di Tu sei tornato, si verificano eventi significativi per la nascita del Movimento della Speranza: incontri, messaggi, testimonianze, medianità, fenomeni “spontanei” che, secondo i sodali della Speranza, attestano la realtà che “aldiquà e aldilà” sono una cosa sola e che si può “comunicare” con i propri cari. In seguito alla diffusione dei messaggi l’interesse per queste “comunicazioni” cresce e porta alla formazione di gruppi di genitori in diverse città. Dal 5 al 7 Giugno 1987 un gruppo di genitori colpiti dalla perdita di un figlio – i genovesi Umberto e Agnese Moneta, i milanesi Mario e Luisa Mancigotti, i romani Tonino e Vanda Mascagna – promuovono il primo convegno, grazie al quale avrebbero potuto confrontarsi con altri genitori nella loro situazione. L’incontro, cui partecipano centinaia di persone, si svolge a Cattolica, con l’intervento, fra gli altri, anche del sacerdote cattolico dell’Oratorio padre Eugenio Ferrarotti (1915-1996). Tema del Convegno, che segna di fatto la nascita del Movimento della Speranza, è “Fede religiosa ed esperienze paranormali”.

Uno dei membri più attivi del Movimento, fin dal suo nascere, è Laura Paradiso di Noto, che comunica con il figlio Corrado attraverso la “metafonia” (registrazioni di voci su nastro magnetico). Laura sente la voce di Corrado e di altri giovani anche quando riceve le “telefonate dall’aldilà” (misteriosi squilli di telefono in seguito ai quali la persona che solleva la cornetta “sente” la voce di un defunto). Un altro esponente di spicco del Movimento è stato anche Lino Sardos Albertini (1915-2005), padre di Andrea (nato nel 1956), un giovane scomparso nel 1981 che, attraverso la medium Anita, rivela al padre di essere stato assassinato a Torino. Porta il nome di Andrea la fondazione (Centro di documentazione escatologica, come è stata definita da padre Pasquale Ulderico Magni) che ha il compito di divulgare i suoi messaggi e studiare quei fenomeni che possono costituire prove o indizi della sopravvivenza delle anime dei trapassati.

Con ritmo annuale, i convegni di Cattolica hanno continuato e continuano tuttora, coordinati da Mario Mancigotti e, dopo il suo ritiro, da Edda Cattani. Ai convegni di Cattolica si sono aggiunti quelli organizzati in altre città italiane.

Il Documento programmatico del Movimento è stilato il 23 Marzo 1990 a Torre Pedrera (Rimini), in occasione del XIII Convegno AISP (Associazione Italiana per gli Studi Psichici). Esso stabilisce che il Movimento della Speranza è una “aggregazione spontanea, apolitica e aconfessionale con una ispirazione religiosa ecumenica”. La sua finalità è quella di “stimolare la solidarietà tra gli aderenti, studiare i fenomeni a sostegno della sopravvivenza per farli conoscere in maniera corretta, approfondire l’esperienza di Dio, anche attraverso la preghiera individuale e collettiva, e il senso della vita eterna, operare per il recupero dei valori dell’altruismo, del rispetto della natura, dello sviluppo di una interiorità più profonda e spirituale”. Sono invitate ad aderire al Movimento della Speranza quelle “persone che, a seguito o meno di gravi lutti, hanno maturato una particolare sensibilità al problema della sopravvivenza e del destino eterno dell’uomo”.

Il Movimento ha due filoni di ricerca: quello della “ricerca psichica” e quello della “formazione spirituale”. Di particolare importanza, in ordine alla formazione spirituale dei membri, sono i “seminari della speranza”, promossi dal Convivio presieduto da Filippo Liverziani, a Roma, che si è pienamente riconosciuto e identificato nel Movimento della Speranza fin dalla sua fondazione. I convegni scientifici promossi dall’AISP di Fermo, presieduta da Lorenzo Mancini Spinucci, sono finalizzati a studiare i fenomeni paranormali per approfondire le ragioni della propria speranza. Il Movimento promuove ogni anno un Convegno nazionale, convegni locali, tavole rotonde, pellegrinaggi a luoghi sacri. L’organizzazione fa capo a un Comitato di Coordinamento Nazionale, composto di tre membri, eletti e confermati dall’assemblea annuale, coordinatori regionali, provinciali, locali o preposti ad aree più limitate. In Italia centinaia di persone che condividono le finalità del Movimento della Speranza si associano dando vita a centri culturali, spirituali e di ricerca e partecipano ai convegni e ai “seminari della Speranza”. Questi centri di aggregazione sono presenti in diverse regioni: Liguria, Trentino, Lazio, Emilia, Puglia, Marche, Sicilia, Piemonte, Lombardia, Campania. All’estero il Movimento è presente in Spagna e in Francia, dove si articola in due diverse espressioni.

La manifestazione dei “figli di luce” da cui nasce il Movimento della Speranza è un fenomeno di vasta portata “destinato a creare tra Cielo e Terra un ponte stabile perché i rapporti tra le due dimensioni possano divenire qualcosa di assolutamente normale”. I “figli di luce” ci dicono che la sopravvivenza è certa e la resurrezione è una speranza, quella di “riassumere in tutto la nostra umanità con tutti i suoi valori, con tutto quel che ci è caro”. I “figli di luce” sono in gran parte giovani e giovanissimi che, a causa di una malattia o di un incidente, sono “passati all’altra dimensione”. Queste morti premature, la cui apparente “ingiustizia” è talora spiegata nei messaggi medianici attraverso la dottrina della reincarnazione, non sono né volute né permesse da Dio, poiché il Creatore è solo datore di vita. La dipartita di questi cari, dunque, è dovuta unicamente a “cause naturali terrene”. È vero, invece, che il trapasso immaturo e traumatico dei “figli di luce”, che in sé resta un “male” non voluto da Dio, è da lui trasformato in bene. I giovani trapassati (anime disincarnate dell’altra dimensione) diventano “angeli” di Dio cui è affidata la missione di manifestare, annunciare ed essere “veicoli” della divinità, formando con Dio un tutt’uno. Nel mondo terreno, preoccupato solo dell’“aldiquà”, il Vangelo di Cristo si rinnova attraverso questi messaggeri, scelti da Cristo senza alcun merito, se non quello di rispondere alla chiamata con prontezza e generosità, così come è accaduto ad Abramo, a Maria, agli apostoli.

Fatte le dovute eccezioni, sono proprio i giovani quelli più disponibili a dare una risposta pronta e totale, i più adatti a dare la certezza di un mondo migliore, un mondo di luce; una caratteristica di privilegio per questi giovani è quella di aver ricevuto in famiglia una sana educazione: i loro genitori (grazie al vincolo affettivo che li lega ai figli) esercitano su di loro una sorta di “influsso mentale” che i membri del Movimento della Speranza identificano con il concetto, presente nella dottrina cattolica, della “comunione dei santi”. La sofferenza dei genitori patita in seguito alla perdita dei figli “disturba la loro quiete”: per questo essi li esortano a essere sereni nonostante il dolore che potrebbe bloccare la loro “ascesi spirituale” e rendere più difficile il contatto. I “figli di luce” sono accolti da altri giovani con i quali diventano “parte del grande pascolo di anime al seguito della Divina Luce Infinita”.

I primi attimi dopo il passaggio sono descritti come un periodo di “riposo” in cui l’anima rimane “in uno stato di purificazione passiva e spesso molto sofferente” talvolta definito “purgatorio”. Nel tempo l’anima si evolve attraverso vari stadi (per esempio, nel caso di Frangi, egli – da “entità felice” – dopo dieci anni diviene “spirito elevatissimo” che può “benedire” i suoi cari). Una volta entrati nella beatitudine, lo stadio successivo è il passaggio nel Paradiso riservato alle anime totalmente purificate. A questo punto l’anima comincia a prodigarsi in aiuto di altre anime sia viventi sia defunte e si eleva sempre più verso il “volto di Dio”.

Coloro che sono rimasti sulla Terra affermano di ricevere “segni” della presenza dei “figli di luce”: profumazioni, lampadine che si accendono e spengono da sole, colpi contro mobili e pareti, voci inspiegabili che rimangono registrate su nastri, campanelli che suonano, apparizioni, sogni, e così via. Questi e altri eventi contribuiscono a infondere nei genitori un senso di felicità e una forza interiore che li spinge ad agire, per migliorare la società attraverso il loro fattivo impegno nelle realtà umane. Per loro il contatto con l’altra dimensione è un modo non solo per appagare il desiderio di ritrovare i propri cari, ma anche per elevarsi spiritualmente e preparare l’anima al futuro incontro con loro. I “figli di luce” ispirano i giovani che sono sulla Terra a compiere azioni buone, a progredire spiritualmente, soccorrono nei pericoli, curano i mali fisici. La loro missione si attua anche nella “comunicazione” con i loro genitori che essi stessi definiscono “conforme alla volontà divina”, purché non se ne abusi.

Per evitare gli abusi bisogna attenersi a un “codice etico” nel quale si precisa che non bisogna “evocare” i defunti (forzare la persona defunta a rispondere chiamandola per nome), ma “invocarli” in nome di Dio. Si consiglia anche di far precedere la comunicazione da una preghiera che esprima la volontà di accettare soltanto “presenze di luce”. Dopo la preghiera la medium (qui nel senso etimologico di “persona che fa da tramite”) e gli altri presenti si pongono in ascolto delle entità: spesso i presenti vi riconoscono un proprio caro; tali riconoscimenti sono basati su qualche particolarità espressiva o su altri “segni”. In altri casi è l’entità stessa che dice di essere una determinata persona e i presenti la riconoscono da qualche particolare. Non bisogna prolungare eccessivamente il “dialogo medianico”, né esigere prove a oltranza e a tutti i costi. È bene concentrare le domande su argomenti spirituali (come la condizione dei morti nell’altra vita, quello che c’è alla fine della vita), evitando gli interessi terreni. In sostanza, tra defunti e viventi “più della comunicazione vale la comunione”. Sono diverse le modalità attraverso le quali i sodali del movimento ritengono di comunicare con i trapassati: la “telescrittura” (un oggetto che due persone toccano e alimentano di “energia psichica” si muove su un tabellone componendo parole e frasi, attribuibili all'entità comunicante), la “scrittura automatica” (ottenuta astenendosi da ogni influenzamento, lasciando semplicemente scorrere la penna sul foglio), la “transcomunicazione strumentale”, che consiste nell’“influenzamento” paranormale di strumenti tecnici.

I promotori del Movimento della Speranza si dichiarano perlopiù cattolici convinti e impegnati; essi intendono promuovere una forma di comunicazione con l’aldilà “compatibile” con la religione, alla ricerca del dialogo e del consenso da parte della gerarchia ecclesiastica. Segno tangibile di questo orientamento è anche il fatto che i convegni del movimento si concludono con una messa celebrata da sacerdoti cattolici. Gli aderenti al sodalizio, pur conoscendo le proibizioni riguardanti lo spiritismo, le considerano limitate alla pratica scorretta dell’evocazione dei morti al fine di farsi predire il futuro e per meglio regolare i propri affari. Tali evocazioni appaiono legate alla reale possibilità di entrare in contatto con entità negative. L’assistenza spirituale da parte di un piccolo gruppo di sacerdoti cattolici li conforta, poiché spesso nella Chiesa – dicono – “le innovazioni valide muovono dai pochi” e inizialmente sono guardate con sospetto.

I membri cattolici del Movimento della Speranza si considerano, quindi, “pionieri” all’interno della Chiesa, chiamati a essere laici maturi e responsabili. La “manifestazione dei giovani di luce” è una “nuova rivelazione” che conferma quella dei profeti, di Cristo e dei suoi apostoli e aggiunge qualcosa sull’“altra dimensione”; essa inoltre “prefigura e anticipa il pieno incontro dei viventi con i trapassati che avverrà con la resurrezione universale finale”. Pur non intervenendo direttamente sul caso del Movimento della Speranza, la Conferenza Episcopale Emiliana ha pubblicato il 23 aprile 2000 una nota pastorale sui “movimenti che presumono di comunicare con l’aldilà” nella quale – avanzando seri dubbi sulla ortodossia di tali movimenti e ricordando l’inconciliabilità con il messaggio evangelico della dottrina reincarnazionista (la quale, nella spiritualità dei movimenti che propongono forme di comunicazione con l’aldilà, si può mescolare con la spiritualità cristiana) – si ribadisce la condanna di tutte le forme di spiritismo e si afferma che la ricerca di contatto con i propri defunti “trova oggi più facilmente accoglienza nel diffuso fenomeno dei movimenti che presumono di comunicare con l’aldilà”, sottolineando inoltre la non liceità di celebrazione della messa e coinvolgimento da parte di sacerdoti cattolici in occasione di convegni promossi da questi movimenti. Ciò nonostante, accanto ai pochi sacerdoti che si esprimono apertamente, altri solidarizzano con il Movimento della Speranza senza manifestare pubblicamente tale sostegno.

B: Fra le molte opere scritte dai genitori dei “figli di luce” appartenenti al Movimento della Speranza si vedano alcuni esempi particolarmente significativi: Agnese Moneta, Tu sei tornato, Fagua Editrice, Genova 1981; Eadem (a cura di), Noi, figli di Luce, Fagua Editrice, Genova 1986. I messaggi di Andrea Albertini sono stati raccolti nei libri di Lino Sardos Albertini, Esiste l’al di là, Reverdito, Trento 1985; Dall’Aldilà la Fede, Rizzoli, Milano 1988. Successivamente, a cura della Fondazione Andrea Sardos Albertini, è stato pubblicato Prove e indizi dell'Aldilà. Il “caso Andrea” e i suoi sviluppi, Rizzoli, Milano 1996. Il Movimento della Speranza ha ricevuto fin dall’inizio grande impulso al proprio sviluppo dal libro di Paola Giovetti, I Messaggi della speranza, Mediterranee, Roma 1987. Notizie sullo sviluppo del movimento si trovano in Eadem, Il Cammino della Speranza, Mediterranee, Roma 1995. I Quaderni della Speranza, a cura di Filippo Liverziani, sono un servizio che Il Convivio offre al Movimento della Speranza per le finalità comuni. Fino a oggi sono stati pubblicati ventotto numeri, che possono essere reperiti sul sito Internet del Convivio. Notizie delle attività del Movimento sono fornite nel periodico mensile L’Aurora, organo ufficiale del “Centro di Camerino” (diretto da Raul Bocci: Largo Pietà 9, 62032 Camerino [Macerata], tel. 0737-632401), che dedica una pagina al Movimento della Speranza ed è considerato una pubblicazione del movimento stesso. In chiave critica, si veda Jean Vernette, I Misteri dell’Occulto, trad. it., Mondadori, Milano 2000. Per quanto riguarda la posizione della Chiesa cattolica si fa riferimento alla Nota Pastorale della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, del 23 Aprile 2000, La Chiesa e l’Aldilà, Nota pastorale, EDB, Bologna 2000.

Fonte: http://www.cesnur.org/religioni_italia/s/spiritismo_12.htm

 
 
 
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