Creato da mumonboard il 04/02/2011

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Noi donne siam così...

Non è il solito noioso e pomposo discorso sui nostri pregi e difetti (anche se fa sempre bene parlarne), ma il racconto di alcune cose che ho visto e vissuto la scorsa settimana.

Cose che mi hanno lasciata abbastanza perplessa e su cui mi piacerebbe confrontarmi.

First, sabato era una giornata bellissima, quindi sono uscita con le mie bimbe, tutto tranquillo, come sempre.

Non sono rientrata nemmeno troppo tardi, perché loro si erano stancate, quindi appena entro in casa, accendo la TV, su Rai5, davano un concerto di Stevie Wonder del 2008, lo volevo vedere, ci tenevo proprio.

Peccato che fosse rimasto impostato Canale 5, quindi la prima visione che ho avuto, è stato il dolce faccino della Toffanin.

Prima che potessi riprendermi dallo shock, vedo un bimbetto di 2 anni che cammina per lo studio e sento la sopra citata, dire con la sua vocina: “Tata X (nemmeno me la ricordo), ma come si fa a togliere il ciuccio a un bambino di 2 anni?”

Ohibò! Non ci potevo credere! Non stavano parlando di tronisti e sfigate, ma proprio di una cosa da mamma! Cioè: si parlava di maternità! Su Canale 5, il sabato pomeriggio! E non le solite storie strappalacrime da talk show, per fare ascolto, ma proprio di cose normali, quotidiane!

Poi mi sono ricordata, che anche lei è madre da poco, quindi si è accorta che esiste tutto un mondo, che lei, essendo una donna che cura uno spazio enorme (perché dura ore!) in TV, poteva anche citare un pochino prima, magari, non è proprio così sconveniente dire che al mondo esistono anche le mamme, con le loro storie quotidiane, banali, anche stupide se vogliamo, ma reali.

Perché, se nemmeno le donne che fanno televisione, si rendono conto che parlare anche di maternità è importante, non perché tutto il mondo debba ruotare intorno alle donne che sono madri, ma perché, soltanto parlandone SPESSO, prima o poi, riusciremo a sfondare quel muro odioso, che divide le mamme da tutto il resto del mondo, a farle entrare nella mentalità collettiva, non come figure avulse dal mondo, che vivono solo in funzione della cacca del proprio figlio, ma come persone “tali e quali”, come direbbe Checco Zalone, che vanno trattate esattamente come chi madre non è.

Perché se chi è madre ancora oggi, nel 2011, paga sempre un prezzo altissimo in termini personali, quando fa una scelta così naturale, quanto penalizzante, è anche a causa del fatto che parlare in pubblico di “cose da mamme”, non è una cosa naturale, ma quasi sempre una forzatura.

I discorsi sulla maternità, sono pesanti, sono noiosi, sono retorici, sono cose da festa della mamma.

Perché quando scegli di avere un figlio, se hai bisogno di lavorare e non puoi essere così fortunata da lasciar perdere o non ti va di farlo, non è una cosa così certa che il tuo datore di lavoro ti lasci il tuo posto, perché quando rientri dalla maternità (se sei fortunata), non è detto che tu non sia sottoposta a mobbing, perchè quando ti scade il contratto, magari lo danno a una con metà della tua esperienza, che però non è madre.

Perché la settimana scorsa una mia conoscente, che è mamma di due bambini piccoli e ha tutti i requisiti professionali per fare il lavoro che faceva, si è vista togliere gli accessi alle aree riservate, dai suoi datori di lavoro, senza nemmeno essere avvisata prima.

Ovviamente, è stata informata indirettamente, i suoi capi fino ad ora si sono sempre negati e le uniche spiegazioni che ha ricevuto, sempre per vie traverse, sono che siccome lei è mamma, non può partecipare alle iniziative serali e il tempo che può dedicare al lavoro è notevolmente ridotto.

Lo sfogo che ha sul suo blog, sono delle parole bellissime, che io riporto qui, perché non avrei saputo esprimermi meglio:

Perché ti rendi conto che, no, non è questo il mondo che vuoi lasciare loro. E no, non è questo il futuro che vuoi lasciare a lei. Tu, madre, vuoi, con il tuo piccolo contributo, pari a un granello di sabbia nel deserto, aiutare a costruire un futuro davvero equo, in cui lei non dovrà subire né umiliazioni né schiaffi alla dignità, come stai invece subendo te, che hai avuto la grande e imperdonabile colpa, per questa nostra società, di essere nata con due cromosomi X. Che chissà, forse stanno per due grandi interrogativi. Il primo, perché sei nata femmina, oh maledetta? Il secondo, perché hai questa pretesa di uguaglianza, oh superba? Partorirai con il dolore, e con il dolore pagherai la tua maternità.

http://eldiablovistedemayoral.wordpress.com/2011/03/25/x/

Questa amica cerca un avvocato del lavoro, che le dia un supporto per capire come e se può intervenire in qualche maniera.

Sarebbe bellissimo se qualcuno che legge, potesse aiutarla, perché queste cose sono ignobili e ingiuste.

Perché davvero, non se ne può più!

 

 

 
 
 
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