step by step
avventure semiserie di una mamma, condivisione di idee e materiali
27 APRILE 2011
Oggi non ho fatto in tempo a pubblicare un post, ma per chiunque volesse conoscere i miei racconti e i miei spunti in merito alle cene improvvisate, prego, cliccate qui!
http://blog.libero.it/ScatolaNera/10157487.html
Scatola Nera, il blog di Maddelaine Green.
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Le foto presenti in questo blog, recanti la firma "mumonboard", sono opera mia e credo che si possa anche vedere :) Il resto è reperito liberamente dal web.
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Per me essere italiana vuol dire questo.
Un pezzo di me, di quello che sono, di come sono stata cresciuta, educata e sebbene non sia una nazionalista convinta, ne sono comunque felice.
Nella mia vita, mi sono dedicata spesso allo studio di altre lingue e di altre culture, mettendole comunque sullo stesso piano della mia, non mi sono mai considerata superiore, né sentita una dea, quando ho incontrato delle persone (specialmente giapponesi), che una volta appreso che io fossi italiana, quasi si inginocchiavano davanti a me , lodando in qualunque modo la nostra arte e la nostra cultura, né ho considerato un inglese o un americano, culturalmente migliore di me, anche se mi basta sentire uno qualunque dei suddetti accenti, per essere improvvisamente allegra.
Non mi interessa criticare a tutti i costi e non vivo legata a degli stereotipi, ho mangiato “fish and chips” e assaggiato una cosa impegnativa come il “wasabi” eppure sono ancora qua.
Chi legge questo blog, sa quanto sia importante per me, che le mie figlie siano già in contatto con altre lingue e altre culture, perché ritengo che sia una cosa importantissima per la loro crescita, perché non voglio che crescano coi paraocchi, perché non voglio che si spaventino di fronte a qualcosa o a qualcuno diverso da loro.
Eppure, nonostante questo, non me la sento di sostituire la “nostra” cultura, con quella di un’altra nazione, non credo sia il caso di portarle a questo, anche se forse le aiuterei a imparare un’altra lingua ancora meglio o potrei rendere il loro curriculum di studi più prestigioso.
Anche se dovessimo trasferirci all’estero, ipotesi non del tutto esclusa, credo che cercherei di mantenere un legame quanto più forte possibile, con la nostra cultura, la nostra identità, perché credo che sia fondamentale avere delle radici solide.
Noi, la nostra festa dell’Unità d’Italia, familiare, in qualche maniera l’abbiamo già celebrata, a Natale, quando S. ha ricevuto un puzzle in legno con tutte le regioni italiane e relative capoluoghi di regioni indicate, ma soprattutto quando, su invito di mia madre, che fa l’insegnante, abbiamo spedito una cartolina alla sua classe, in cui S. ha diverse amiche, qui da Roma, col francobollo commemorativo.
S. in realtà, non credo abbia capito fino in fondo il senso di quello che abbiamo fatto, ma si è divertita molto a scrivere su quella cartolina e le è piaciuto ancora di più attaccare quel francobollo, che in realtà era così grande, da occupare mezza cartolina.
Ovviamente, anche loro hanno fatto la stessa cosa con noi e io mi sono ritrovata ad ammirare la statua che c’è nella piazza principale del paese da cui sono “scappata” 13 anni fa, su una foto, come se la vedessi per la prima volta, dopo averla vista tutti i giorni, più volte al giorno, per 18 anni, ora mi ritrovo con questa cartolina in mano, che mi ricorda un pezzo d’Italia, il pezzo che amo di più.
Viva l’Italia…
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