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LE PORTE CHE MAI PIU' VARCHERAI

Post n°1003 pubblicato il 25 Maggio 2012 da padmaja
 


(Immagine di Nathalia Suellen)

 

E’ ormai giunta l’ora di uscire, finisco di prepararmi e poi metto in borsa l’invito per la serata e anche il necessaire per ogni evenienza, (io e i miei amici non usciamo mai disarmati, soprattutto quando dobbiamo andare in un posto dove non siamo mai stati prima); ho appuntamento in un locale nuovo e li ci saranno i miei amici ad aspettarmi.

Arrivo davanti all’ingresso, ma non c’è nessuno. Tra me e me penso che forse i miei amici saranno già entrati e mi staranno aspettando, provo a chiamarli sul cellulare…ma da tutti è tre mi risponde la segreteria telefonica, questo è molto strano. Sugli infissi del portone d’ingresso sono scalfiti strani simboli che non riesco a decifrare.

 

 

Prendo tra le mani l’invito e rileggo bene quanto c’è scritto:

 “Arrivati a destinazione, bussate per tre volte piano e tre in modo più deciso,

avvicinatevi e svelate le forme del vostro viso,

 non abbiate paura e rivelatevi

e delle vostre convinzioni, liberatevi.”

Così eseguo alla lettera quanto mi è stato richiesto e la porta si apre all’istante. Mi ritrovo davanti un ragazzo alto, con possenti muscoli, devo dire un bel bocconcino. Lo seguo e mi accompagna nel cuore della festa. La sala è tetra, con candele in ogni angolo, la musica metal sovrasta ogni rumore e il suono dei bassi li sento vibrare dentro di me. Devo dire che non sono per niente tranquilla. Con lo sguardo cerco i miei amici, ma ancora non li vedo; nel frattempo mi viene incontro una ragazza con lunghe unghie laccate di nero, il viso diafano, capelli corvini che le arrivano fino alla schiena, occhi verde smeraldo, con labbra dipinte di rosso. Mi porge un bicchiere e mi da il benvenuto a “Le porte che mai più varcherai”. Già il nome del locale è da infarto  e sto diventando abbastanza irrequieta. Col cavolo che bevo quello che mi ha dato, magari è un una specie di droga! Lei si distrae per un attimo e la prima pianta che ho a portata di mano è per me un ottimo escamotage per liberarmi dello strano liquido verde che ho nel bicchiere. Lei ritorna a guardarmi diritta negli occhi e il suo sguardo è davvero stupito e mi dice. “Caspita, ma l’hai già bevuto tutto? Allora sei una seguace!” E io, sempre tra me e me “ma che seguace e seguace, di che cavolo sta parlando questa tizia  ?” E lei continua dicendomi: ”Hai appena bevuto tutto d’un fiato del vero Assenzio, la nostra bevanda preferita e solo chi è solito berne riesce a trangugiarlo tutto d’un fiato.”

 

 

Faccio finta di non capire, dicendole che la musica è troppo alta. Voleva farmi bere dell’Assenzio puro? Ma questi sono impazziti. Già mi sto immaginando mentre bevo assenzio e mi ritrovo in chissà quale stanza segreta incatenata ad un letto a baldacchino, bendata e…bè vi lascio immaginare, (anche se potrebbe essere un sogno erotico niente male   ahaha.) Comunque inizio a spaventarmi un po’. Decido di fare un giro per la sala, ma gli invitati sembrano usciti fuori dal film “Dal tramonto all’alba”  e quindi vi lascio immaginare che personcine tranquille mi ritrovo intorno. Noto che uno ha tra la cintura dei pantaloni un pugnale, un altro ha una pistola, non di certo una 44 Magnum, no signori, ci mancherebbe altro, ma sembra invece una pistola laser  e non so perché ma mi viene in mente Goldrake con i suoi missili fotonici e l’alabarda spaziale, forse perché noto che una ragazza ha tra le spalle una katana…mica sarà un raduno di personaggi fantasy-dark? Mi stanno guardando come se volessero mangiarmi con gli occhi e vedo che un ragazzo si sta passando la lingua tra i denti, come se stesse per pregustarsi un pasto.

 

 

L’istinto mi dice che è ora di svignarmela, ma mentre indietreggio, qualcuno mi blocca e mi prende per le spalle dicendomi. “La festa non è ancora cominciata, che fai, te ne vai di già?” Al che mi sento di rispondergli. “Senti bello, non sono mica nata ieri, hai davanti una persona che queste storie le scrive , quindi non fare tanto il finto tonto che tanto sappiamo tutti che tipo di festa è questa e io non ho nessuna intenzione di versare nei vostri calici il mio sangue, vorrei vivere ancora per un po’ di anni, sempre se questo non ti disturba.” E lui gentilmente mi solleva di peso e mi porta in un’altra stanza; caspita sono perfino diventata veggente, era proprio quello che avevo pensato pochi minuti prima. Sento un buon profumo fruttato, non troppo dolce, anzi sembra essenza di pesca e limone, con un pizzico di viola. Mentre abituo gli occhi alla penombra, vedo qualcosa muoversi in un angolo, non riesco a vedere chiaramente cos’è, ma sento anche dei lamenti. Il vichingo che mi ha portato li si è già defilato e non mi ha neppure ammanettato, quindi tiro fuori l’accendino che ho in tasca e cerco di fare un po’ di luce, ma che cavolo è??? Maledizione, non può essere, non posso credere ai miei occhi. I miei amici stanno agonizzando, sono pallidi, senza forze. Corro verso di loro, mi fanno cenno che non c’è più nulla da fare e dicono che sono stati presi molti altri ragazzi e che sono in altre stanze, ma sono già morti, perché li hanno sentiti gridare per la paura e le violenze subite. Io ero arrivata tardi alla festa, per quello non avevo trovato nessuna in fila all’ingresso. Ho gli occhi gonfi di lacrime e non riesco neanche a parlare. Ora che caspiterina posso fare? Sono spacciata! Poi mi viene un flash e so che Jack ha in uno dei suoi stivali un coltello d’argento, mi avvicino a lui e gli dico: “Ma com’è possibile che vi abbiano preso? Siete armati fino ai denti e non sono i primi vampiri che incontriamo, cos’è accaduto?” Lui con le lacrime agli occhi mi dice che appena sono entrati hanno sentito come una puntura sul collo e hanno iniziato ad essere storditi, a non coordinare più i movimenti del corpo, con una grande confusione in testa e poi il buio totale, fino a quando non si sono trovati mezzi dissanguati in quella stanza. Maledetti vampiri, bastarde creature che non siete altro, avete giocato sporco con i miei amici, ora sono furibonda, davvero incazzata. Ad un tratto sento aprire la porta e ritorna di nuovo il vichingo che, ad uno ad uno, porta via i miei amici. Sento il mio cuore spezzarsi in due, perché mi sento così impotente davanti a ciò che sto osservando. Subito dopo di lui entra un ragazzo. E’ ben vestito, con una camicia bianca a collo alto, dei pantaloni neri in pelle, stivali  e ha i capelli raccolti in una coda e la mia fantasia vola e per un attimo lo immagino così...

 

 

Avanza fiero verso di me, con uno sguardo penetrante, senza indugio mi viene davanti e mi dice, quasi sussurrando: “Ciao piccola, finalmente siamo soli. I tuoi amici sono stati la portata principale della festa, ma tu ora sarai il mio dolce.” Questo qua si è fumato il cervello e poi ha dato fuoco anche a tutti i suoi neuroni. Cosa sarei io? Il dolce? Chissà che ti vada per traverso e che ti strozzi, brutto farabutto che non sei altro. Non faccio neanche in tempo a finire di pensare che lui mi afferra e mi sbatte sul letto che stava dietro di me. E ora che faccio? Mi darei fuoco piuttosto che essere posseduta da questo NON-MORTO . Lui cerca i miei occhi e so cosa vorrebbe fare, ma caro mio non sono mica nata ieri! Vorrebbe controllare la mia mente, portando la nebbia nei miei pensieri per potermi soggiogare al suo volere. Mi trattiene per le braccia, è sopra di me e mi sussurra: “Quelli che hai visto sono tutti miei figli e mi aiutano a trovare cibo. Quando mi sazio con le mie vittime, loro finiscono  il lavoro succhiando anche l’ultima goccia di sangue. Aprire questo locale è stata una buona idea, mandiamo gli inviti a piccoli gruppi di persone, così ci assicuriamo il pasto quasi ogni giorno senza dare nell’occhio.” E io ora mi sento di rispondergli: “Senti succhia-colli-a-tradimento, sarai anche un bel Conte Vlad, niente da dire, anzi ti faccio i complimenti , ma forse stasera ti sei imbattuto nella fanciulla sbagliata. Prova a portarmi via una sola goccia di sangue e vedrai che fine farai, caro il mio denti-aguzzi!” Lui si fa una sana risata e io mi incavolo ancora di più, ma poi mi viene un’idea. Forse è meglio fargli credere che sto al gioco, così se allenta un po’ la presa sulle mie braccia, potrò afferrare almeno una delle armi che ho nascosto nei pantaloni. Infatti, cerco di rilassarmi un po’, lui ne rimane sorpreso e ne approfitta, leccandomi la bocca, poi si passa la lingua sui denti come se avesse assaggiato un frutto sublime, mi guarda dritto negli occhi, ma io li chiudo immediatamente. Sento il peso del suo corpo, si muove insidioso su di me, mi bacia facendomi quasi mancare il respiro, (ammazza come bacia bene sto vampiro!), dentro di me mi do due schiaffi da sola per riprendermi un attimo da tutta questa foga, gli permetto di abbracciarmi forte, di toccarmi… Inizia a leccarmi il collo, come se stesse cercando il punto giusto dove infliggermi il suo castigo a colpi di canini. Lui è totalmente trasportato dal momento e io vorrei teletrasportarmi altrove ; con la punta delle dita della mano cerco il pugnale di Jack, mi sto agitando, sento le goccioline di sudore scendermi dalla fronte, mentre mister vampiro continua a regalarmi saliva su tutto il collo. Ecco l’ho preso, ce l’ho fra le mani (il coltello ovviamente), lo impugno forte e dico al mio aguzzino: “Senti ciccio, mi fai respirare un attimo, o vuoi ammazzarmi di baci? Scostati un attimo, avrei voglia di guardare per l’ultima volta il tuo viso, hai degli occhi stupendi.” Lui molto gentilmente, (per niente è Conte), si solleva di qualche centimetro e mentre, rimbecillito dalla smania di possedermi, cerca i miei occhi, io con la mano cerco il suo cuore, facendo finta di accarezzargli il petto e poi lo tiro verso di me con tutta la mia forza, mentre ad aspettarlo c’è il mio pugnale d’argento.

 

 

 

Sento la lama che penetra nel suo cuore nero, i suoi occhi si spalancano e un urlo mi fa diventare sorda per qualche secondo. Il ghigno che ho in volto in questo momento non ha prezzo. Mi scosto appena in tempo per non divampare tra le fiamme con lui. Arde che è un piacere in quel letto di lussuria. Nell’altra stanza giungono delle grida assordanti, segno che anche i suoi figli stanno morendo come lui, tra le fiamme dell’inferno. Distruggi la fonte e distruggerai anche tutti coloro che il vampiro ha trasformato e così fu. Il vampiro, trafitto da un pugnale d’argento, si auto combustiona, bruciando tra le fiamme. Muori succhia sangue, muori e porta con te tutta la tua stirpe demoniaca. Questo è ciò che meriti per aver osato fare del male ai miei amici e a me. Corro a cercare Jack e gli altri e per fortuna sono ancora vivi, deboli ma vivi. Corro più veloce che posso e apro l’ingresso del locale che sta bruciando. Ad uno ad uno porto in salvo i miei amici, li carico in macchina e li porto al nostro quartier generale, il nostro covo segreto, dove ci addestriamo per sconfiggere queste creature del male. In freezer ci sono ancora un po’ di sacche di sangue a disposizione, le scongelo un po' col microonde, (anche se non è la procedura più consona, ma non c'è tempo da perdere), mi affretto ad infondere a tutti loro il liquido vitale. Per questa volta siamo salvi, ma dovremo fare molta più attenzione. Nuovi inviti arriveranno e non sappiamo chi saranno gli artefici del prossimo palcoscenico di morte.

 

(Immagini tratte dal web)

 

fla

 


 
 
 
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