Intervista alla freestyler finlandese Minna Marlo. In collaborazione con Andrea Gallazzi di Calcio Femminile Italiano.

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Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle freestyler mondiali insieme ad Andrea Gallazzi di Calcio Femminile Italiano. Questa settimana è il turno di Minna Marlo, famosissima freestyle finlandese.

Non perdere il podcast!
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Denise Civitella
Ph.credit profilo Instagram di Minna Marlo

Intervista a Federica Seneghini, giornalista e autrice del libro “Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce”.

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Il suo libro è presente in tutte le librerie e, a pochi mesi dalla sua uscita, è già alla terza ristampa. Federica Seneghini, genovese, classe 1981, lavora come giornalista presso la redazione del “Corriere della Sera” e nel corso di questo 2020, ha terminato il suo primo lavoro come scrittrice: “Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce” (Solferino Libri)

Per ascoltare il podcast:

Intervista AUDIO a Federica Seneghini

Un romanzo che incastra alla perfezione la storia del nostro Paese in epoca fascista, con quella di un gruppo di donne che volevano giocare a calcio come gli uomini, formando una squadra e tentando di andare contro gli stereotipi del tempo in cui la figura della donna appariva “costretta” tra le mura domestiche a crescere i figli.

Federica Seneghini e il suo romanzo.
Federica Seneghini e il suo romanzo.

Un libro entusiasmante che viene arricchito ulteriormente da un saggio finale dello storico Marco Giani che, in modo attento, ripercorre anni di discriminazione femminile nel mondo del calcio. Fa riflettere come la situazione non sia molto mutata rispetto a novant’anni fa.

Prima di iniziare a parlare del tuo libro, facciamo un passo indietro: chi era Federica da bambina?

“Non ho mai giocato a calcio, ho praticato il basket per un paio di anni e andavo a nuoto. Da genovese, tifo per la Samp. Non ho mai praticato sport a livello agonistico. L’idea di scrivere un romanzo di sport è stato un caso.”

Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?

“L’idea è nata lo scorso anno nei giorni dei Mondiali di Francia del 2019. Mi sono interessata all’argomento e ho fatto un po’ di ricerche per scrivere un articolo per il Corriere della Sera, il giornale per cui lavoro. Mi sono imbattuta in alcuni studi che ripercorrevano le vicende della squadra delle “Giovinette”. C’erano soprattutto studi di Marco Giani, il ricercatore che firma il saggio finale del libro e con lui siamo andati a casa di Grazia Barcellona che nel romanzo ha 4 anni, l’abbiamo incontrata lo scorso anno che ne aveva 90. Grazia, purtroppo, è scomparsa pochi mesi dopo il nostro incontro. Lei era l’ultima testimone oculare di questa squadra.”

Raccontaci le tue emozioni di questo incontro…

“E’ stato emozionante perchè la storia della squadra era la storia della famiglia di Grazia. Le sue zie erano le protagoniste del racconto. Rosetta era la “bomber”, la mamma era Giovanna, la persona che sorvegliava e guidava il lavoro sportivo delle ragazze. Lei era una bambina, ma si ricordava ancora tutto. Ormai, era diventata la storia di famiglia che si raccontava sempre durante le feste di Natale o i ritrovi di famiglia.”

Quali difficoltà hai dovuto superare per scrivere il racconto?

“Sono state soprattutto a tutto il materiale cartaceo che avevo a disposizione che Marco Giani aveva già studiato negli anni scorsi. Sono partita da alcuni articoli di giornale, reportage, lettere che le ragazze avevano scritto alle autorità fasciste. Da lì, c’è tutto un lavoro da fare e devi cercare di cucire il materiale dando un senso logico, colmando i vuoti e renderlo accattivante per un pubblico vario. E’ un romanzo che si rivolge non solo agli appassionati di sport, ma anche a coloro che amano la storia, i diritti. E’ un romanzo che si rivolge anche ai ragazzi, con Marco Giani, alcune delle presentazioni che abbiamo fatto, prima del lockdown, sono state fatte nelle scuole.”

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Il movimento del calcio femminile, solo adesso sta cominciando a cambiare ed a mostrare il suo potenziale al pubblico dopo anni di buio, sei d’accordo?

“Molto è stato fatto dalle #ragazzemondiali , molti dialoghi sono ricostruiti allo scorso anno. Alcuni dei dialoghi sono stati presi da conversazioni che ho ascoltato lo scorso anno. Anche la mia categoria ha un ruolo per sdoganare quello che, da sempre in Italia, è considerato uno sport esclusivamente maschile. Le cose sono molto cambiate anche solo rispetto a cinque anni fa.”

Qual è stata la tua più grande soddisfazione ottenuta dopo la pubblicazione del romanzo?

“Ne abbiamo ottenute molte, ma sicuramente che il Comune di Milano intitolerà una via del Parco Sempione alle ragazze che sfidarono il Duce. Il Sindaco Beppe Sala ha raccolto l’appello affinchè la città ricordi queste ragazze. L’inaugurazione, probabilmente, sarà fatta nei primi mesi del 2021, vicino all’Arena, un posto sportivo legato alla storia di questa città. Ci sarà anche una targa, in modo tale che le persone che passeranno da lì, potranno leggere un riassunto della storia delle avventure di Rosetta e compagne.”

Hai avuto modo di conoscere anche l’attuale CT della Nazionale Azzurra, Milena Bertolini. Che impressione ti ha fatto?

“Con Milena abbiamo fatto una bellissima presentazione a Reggio Emilia, la sua città, qualche mese fa. Sono stata felicissima. Milena sta facendo un grandissimo lavoro, non sportivo, ma anche culturale. Si sta impegnando nell’abbattere i pregiudizi che lei stessa ha sovuto subito sulla sua pelle quando giocava. Mi ha raccontato gli aneddoti in cui giocava a calcio e mi ha fatto impressione che anche lei stessa abbia ritrovato nel libro molti dei pregiudizi che ha dovuto subire quando era giocatrice, nonostante il libro fosse ambientato negli anni ’30.”

Hai un personaggio a cui sei particolarmente legata?

“Mi sono affezionata a tutti i personaggi, forse a Rosetta un po’ di più. E’ l’ultima che si arrende, vuole continuare ad ogni costo. In realtà, uno dei miei preferiti è anche Carlo Brighenti che è stato l’unico giornalista a dare manforte alle ragazze e a scrivere cose positive sul loro progetto. Ho conosciuto anche il nipote di Carlo e sono affezionata anche a questo personaggio.”

articolo21.org

Hai in programma di scrivere altri libri?

“Mi piacerebbe molto scrivere un altro libro, non ho niente in programma, ma sono alla ricerca di nuovi argomenti. Questo libro non è solo una vicenda di sport e di storia perchè mi ha permesso di mettermi alla prova con tante sfide giornalistiche.”

Hai un sogno nel cassetto?

“Era proprio quello di scrivere un libro…”

Come ti piace trascorrere il tuo tempo libero?

“Appena sono libera, prendo la macchina e mi allontano da Milano. Sono di Genova, vengo spesso in Liguria. Mi piace trascorrere dei weekend fuori porta.”

 

Stelle in campo ringrazia Federica per la cortesia e la disponibilità.

Denise Civitella

Ph. credit Twitter di @fedesene, articolo21.org e Corriere della Sera.

 

Intervista esclusiva ad Anastasia Bagaglini, campionessa di freestyler originaria di Latina. A cura di Denise Civitella e Andrea Gallazzi.

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Continuano le nostre interviste alle freestyler di tutto il mondo in collaborazione con Andrea Gallazzi di

Calcio Femminile Italiano.
Oggi è il turno di Anastasia Bagaglini , campionessa di freestyler, arrivata terza ai campionati mondiali.
Ad oggi, è l’unica ragazza italiana a praticare questa pratica sportiva. Anastasia, dicianovenne originaria di Latina, è un vero talento italiano, ascoltate l’intervista esclusiva a questo link:
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Intervista a Paloma Pujol, nota freesyler spagnola: “Adoro la musica e il pallone”. A cura di Denise Civitella e Andrea Gallazzi.

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Sono lieta di comunicarvi che da oggi è nata una bella collaborazione con Andrea Gallazzi di Calcio Femminile Italiano.

Andrea si occupa di molte cose all’interno del sito www.calciofemminileitaliano.it tra cui anche quello di far conoscere il più possibile le ragazze freestyler di tutto il mondo. Ogni due settimane ci occuperemo di fare delle interviste in giro per il globo alle più famose acrobate in rosa che fanno vere e proprie magie con la palla.

Stasera è la volta di Paloma Pujol, 34 enne di Madrid, che ci ha concesso una bella intervista che potrete ascoltare a questo link:

https://www.spreaker.com/episode/41813112

Invitiamo tutti i nostri ascoltatori ad iscriversi al  Canale YouTube di Calcio Femminile Italiano per vedere dei fantastici contenuti video su queste incredibili atlete!

Andrea Gallazzi di CFI e la freestyler Paloma Pujol
Andrea Gallazzi di CFI e la freestyler Paloma Pujol

Intervista esclusiva a Maria Grazia Gerwien: “Vi racconto l’inizio del calcio femminile”

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Intervista esclusiva di “Stelle in Campo”, abbiamo contattato Maria Grazia Gerwien, attaccante dell’ACF Genova, squadra vincitrice del primo campionato di calcio femminile nel 1968. La Gerwien vinse anche una Coppa Europa nel 1969 con la maglia della Nazionale Italiana.

Maria Grazia Gerwien
Maria Grazia Gerwien

Al link sottostante, potrete ascoltare l’intervista integrale. E’ stato emozionante intervistare questa atleta, la sua storia deve aiutare le giovani calciatrici a capire che il calcio femminile, se sta raggiungendo dei risultati e più visibilità lo deve a donne come Maria Grazia.

Clicca qui per ascoltare l’intervista a Maria Grazia Gerwien

L'ACF Genova, vincitrice dello scudetto del 1968.
L’ACF Genova, vincitrice dello scudetto del 1968.

Buon ascolto!

Denise Civitella

Ph.credit

www.calciodonne.it

www.repubblica.it

 

Intervista ad Emma Errico, centrocampista del Sassuolo: “La mia famiglia, il calcio e gli studi.”

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Emma Errico, savonese, classe 1994, centrocampista del Sassuolo, squadra che milita nel campionato di Serie A femminile, è stata l’ospite di questa settimana del nostro podcast “Stelle in Campo”. Emma ha appena concluso il suo quarto campionato di Serie A consecutivo. Nella sua carriera ha vestito anche la maglia azzurra durante le Universiadi svolte in Campania nel 2019.

Emma è una ragazza umile, con un grande talento calcistico a cui auguriamo di raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo, nella vita privata e professionale. Ecco a voi l’intervista scritta e audio!

Si ringraziano Emma Errico ed il Sassuolo calcio per la disponibilità.

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Emma Errico nel giorno della sua presentazione al Sassuolo lo scorso anno.

ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO:

https://www.spreaker.com/user/7082423/emma-errico

Com’è nata la tua passione per il calcio?
“Avendo il papà allenatore e seguendolo ovunque, durante i suoi allenamenti, mi ricordo che stavo sempre attaccata al muretto con il pallone a giocare. Un giorno, l’allenatore della squadra dei ragazzini ha parlato con papà Cesare e gli ha detto “Me la porto a fare allenamento con i miei”Da quel momento è iniziato il mio percorso calcistico.”
Hai un allenatore/allenatrice di riferimento che ti ha permesso di crescere non solo come calciatrice, ma anche come donna?
“Non ne ho, ho sempre cercato di prendere da ognuno gli insegnamenti che mi hanno dato. Ho avuto la fortuna di avere sempre allenatori e allenatrici molto preparati, ma la fortuna più grande è stata quella di avere papà Cesare. Quello che mi ha dato lui sia da un punto calcistico che da quello umano, è stato unico.”
Quali suggerimenti daresti ad una bambina che vuole cominciare a giocare a calcio?
“E’ una domanda che mi fanno spesso. Le direi di lottare per il suo sogno. Di non farsi mai condizionare dalle persone, dai pregiudizi del mondo esterno. La mia tesi triennale dell’Università è iniziata con questa frase. Lo sport è qualcosa che è bello vivere ogni giorno.”
Cosa stai studiando?
“Sono iscritta alla Laurea Magistrale di Parma di attività preventive e adattate. La laurea triennale in Scienze Motorie, invece, l’ho discussa all’Università di Genova.”
Qual è stata la tua vittoria più importante fino a questo momento?
“Sicuramente la promozione con il Cuneo contro il Luserna, in casa loro. Mancavano 10 minuti alla fine, mi è arrivata la palla, un cambio di direzione sul terzino che mi marcava ed ho fatto il gol che ha portato la squadra alla vittoria e alla conseguente promozione.”
Emma Errico durante una partita
Emma Errico durante una partita
La tua delusione, invece?
“Tre anni fa, il primo anno a Ravenna. Lo spareggio contro il Bari, in campo neutro. Una partita tosta, perdemmo alla fine. Ho sentito molto quella sconfitta, era il mio primo anno fuori di casa, avevo molta nostalgia della mia famiglia. Non fu una sconfitta facile da digerire.”
Torniamo al presente, come ti sei allenata in quarantena?
“La prima parte a Reggio Emilia con un gruppo di ragazze. Le mie giornate erano monotone, ma belle. Con le altre giocavamo a calcio tennis, avevamo un bel giardino. Poi studiavo e, al pomeriggio, nuovamente calcio tennis con le compagne. La seconda parte, invece, sono tornata dalla mia famiglia e non potevo chiedere di meglio. In questo periodo tragico per tutti, ne ho approfittato per godermi mamma e papà. Ho la fortuna di abitare in campagna vicino al mare, non ho mai smesso di allenarmi.”
Cosa manca al movimento del calcio femminile per fare un salto in più?
“La scorsa settimana ho avuto il piacere di parlare con Elena Linari di una realtà come l’Atletico Madrid. Manca quella parola: il professionismo. Viviamo, ci comportiamo, veniamo trattate come delle professioniste e non possiamo dire il contrario. Il calcio femminile in Italia ha fatto dei passi in avanti, ma quella parolina ci farebbe fare il cambio di marcia decisivo. La ripresa del campionato poteva dare un segnale in più, però sono state prese delle altre decisioni che accettiamo. Ripartiremo, d’altronde siamo donne e siamo forti.”
Quali sono le tue caratteristiche in campo?
“Mi piace giocare davanti alla difesa perchè adoro far iniziare l’azione. Alla Pirlo e alla Pjanic. Mi piace dare ordine e inventiva.”
Su cosa senti che devi migliorare?
“Durante la quarantena, ho deciso di prendere un preparatore atletico personale perchè ne sentivo l’esigenza di farlo. La prima domanda che mi ha fatto è stata “In cosa ti senti carente?” In questi tre mesi sto lavorando sulla rapidità nel breve, cambio passo. Mi sento bene, in campo sarà un’altra cosa, però sono positiva.”
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Emma in azione con l’Under23
Hai una calciatrice di riferimento a cui ti ispiri?
“Calciatrice no, calciatore sì. Mi piace moltissimo Pjanic tocca mille palloni, varia dalla giocata semplice a quella da fuoriclasse, cambi di passo, punizioni incredibili.”
Sei scaramantica?
“Sono scaramantica, da buona ragazza del Sud. Ascolto sempre, prima di ogni partita, il discorso di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, lo faccio sempre ascoltare anche alla mia vicina di pullman. Comunque, più che alla scaramanzia, preferisco affidarmi a Dio. Sia io che la mia famiglia siamo molto credenti.”
Tre aggettivi per descriverti
“Umile,generosa e caparbia”
Quando non giochi a calcio, cosa ti piace fare?
“Mi piacciono tanti altri sport: tennis, nuoto in primis. Poi, ho cominciato a leggere molti libri, in particolare, due libri che vorrei consigliare a tutti sono quello di Bebe Vio, e quello scritto da Fabio Caressa “Sono tutte finali”, me lo hanno regalato i miei genitori con tanto di dedica all’interno.”
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Come ogni calciatrice, è vestire la maglia azzurra. Ho avuto l’emozione e il privilegio di farlo nella maggior parte delle giovanili, anche lo scorso anno con l’under 23 per partecipare alle Universiadi. Cantare l’inno è indescrivibile.”
Denise Civitella
Ph Credit:
calcioline.com
zimbio.com
ivg.it

 

Intervista a Federica Cafferata, esterno del Napoli femminile: “Ho voglia di mettermi in mostra con la maglia del Napoli,in Serie A.”

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Federica Cafferata, classe 2000, esterno del Napoli Calcio femminile, neo promosso in Serie A, ha parlato ai microfoni di “Stelle in Campo”.  Nel suo palmares vanta uno scudetto Juniores con il Ligorna, la promozione in Serie A nella stagione 2019-2020 con il Napoli e numerose presenze nelle giovanili della Nazionale azzurra.

 

Federica Cafferata con la maglia del Napoli.
Federica Cafferata con la maglia del Napoli.

ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO https://www.spreaker.com/user/7082423/federica-cafferata

Facciamo un passo indietro, com’era Federica da bambina?

“Un po’ come sono adesso. Iperattiva non mi fermavo mai, mia mamma mi ha sempre fatto fare molto sport per farmi sfogare. Oggi tengo sempre lo spirito di quella bambina.”

Com’è nata la tua passione per il calcio?

“E’ una cosa che è nata dentro di me, anche grazie a mio fratello che ha giocato nella Sampdoria per molti anni. Andavo a vedere i suoi allenamenti portandomi dietro il pallone da calcio. Alle elementari, inoltre, la mia scuola fece una squadra di calcio in cui potevano partecipare sia bambini che bambine,alla fine mi ritrovai l’unica delle bimbe a giocare.”

C’è un allenatore o un allenatrice che senti sia stato/a più determinante di altri per la tua crescita calcistica e non?

“In realtà sono tre allenatori: il primo è Ruggero Speranza che ebbi al Bogliasco maschile, l’ultimo anno prima di passare al femminile, avevo quindici anni. Poi ebbi Mara Morin, pur non essendoci un alto livello in Liguria a livello calcistico, lei è una delle poche allenatrici in Italia ad avere il patentino Uefa A. Mister Morin mi ha insegnato ad essere professionale. Un’altra allenatrice eccezionale che spero di avere anche in un club, è Rita Guarino che mi ha insegnato ad avere maggior fiducia nei miei mezzi.”

Come ti sei allenata durante il periodo di quarantena? Come trascorrevano le tue giornate?

“Mi sono sempre allenata per non perdere il ritmo, anche se, con il passare del tempo, era sempre più difficile mantenere alta la concentrazione. Mi sono fermata da qualche settimana, mi sto godendo la mia estate, ma sono pronta a ripartire per la nuova stagione. E’ stato un anno molto impegnativo, sia a livello fisico che mentale. Per vincere un campionato di Serie B devi sempre rimanere sul pezzo.”

Congratulazioni per la promozione in Serie A, come ti sei trovata a Napoli?

“E’ come se non fossi mai andata via da casa. E’ una città che mi rappresenta caratterialmente. Come squadra, inoltre, siamo un gruppo forte ed unito, nonostante questo periodo difficile siamo andate avanti, ci siamo sempre parlate e abbiamo dimostrato, di essere molto affiatate.”

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Cafferata con la maglia azzurra

Qual è stato il tuo gol più importante fino a questo momento nella tua carriera?

“Quello che feci con il Ligorna, nella finale scudetto contro il Bologna. Feci il gol del 3 a 1 che chiuse definitivamente la partita a dieci minuti dalla fine. E’ stato liberatorio e molto emozionante.”

Quali sono le tue caratteristiche in campo?

“La caratteristica principale è sicuramente la velocità (come ci raccontò Noelia de Luca nel corso della sua intervista per Stelle in Campo, n.d.r.). Sono una giocatrice che, a volte, infastidisce l’avversario in maniera “furba”. Non mi reputo una giocatrice potente, ma sulla corsa e velocità la palla deve essere mia.”

Su cosa senti che devi ancora migliorare?

“Devo migliorare il colpo di testa e la freddezza davanti alla porta.”

Hai una calciatrice di riferimento a cui ti ispiri?

“Nell’ultimo anno mi piace tantissimo Alia Guagni, è una giocatrice straordinaria e mi incanta vederla giocare. E’ “internazionale” nel suo modo di giocare, ho avuto modo di incontrare ragazze che hanno giocato con lei e mi hanno confermato che si “allena come un uomo”, lo dico come complimento. Sarà bello giocarci contro il prossimo anno.”

Qual è stata la tua gioia sportiva più bella?

“Oltre alla vittoria dello scudetto contro il Bologna, anche questa promozione in Serie A tanto desiderata, la metto tra le mie soddisfazioni più grandi finora ottenute. In passato, avevo avuto dei contatti con alcune squadre di Serie A, ma non ho mai voluto accettarle perchè non volevo andare via da casa senza aver finito prima la scuola, ero ancora troppo piccola. Rita Guarino mi ha consigliato di non bruciare le tappe e fare le cose con calma. Molte ragazze, finiscono la scuola e mollano tutto per andare in Serie A. Sono felice di essermi guadagnata sul campo la promozione nella massima serie con il Napoli, nonostante non ci sia stata l’occasione di festeggiarla in maniera tradizionale. Un altro ricordo bellissimo è aver vestito la maglia della Nazionale e mi auguro che non possa essere solo un ricordo, ma che presto possa diventare nuovamente realtà.”

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Cafferata in azione

E la tua delusione?

“L’anno scorso, con il Genoa Women. Eravamo andate ai play out contro la Novese, lo abbiamo giocato con le nostre ultime forze, è stato un anno molto difficile. Non ce lo aspettavamo di retrocedere, eravamo cariche e convinte dei nostri mezzi. Avevamo una squadra che se la poteva giocare con tutte, ho avuto la fortuna di rifarmi alla grande quest’anno con questa bellissima promozione in Serie A con il Napoli. Sono contenta che anche le altre mie compagne del Genoa Women abbiano avuto modo di rifarsi quest’anno come Teresa Fracas che è andata al Sassuolo, Valeria Gardel che si è fatta un anno di serie A al Tavagnacco e Noelia de Luca che al Campomorone in Serie C ha fatto un bellissimo campionato.”

Sei scaramantica? Hai un rito che fai sempre prima di ogni partita?

“Nella vita no, ma nel calcio un po’ lo sono. Mi ero fatta personalizzare dei parastinchi, mia mamma me ne aveva regalato un altro paio lo scorso Natale perchè gli altri erano rotti, ma non li ho cambiati, ho sempre giocato con gli stessi. Arriverà il giorno in cui si spaccheranno in due e sarò costretta a cambiarli, ma finchè reggeranno, andrò avanti con quelli. Su quei parastinchi ci sono due/tre segni che ricordo perfettamente in quale partita me li sono fatti. Sono sicura che non li butterò mai via, hanno dei bellissimi ricordi. Prima metto il sinistro, poi metto il destro e prima di indossarli do loro un bacino.”

Federica, quando non sei sul campo di calcio, sei studente universitaria, di che cosa ti occupi?

“Seguo grafica e Web designer, studio alla Scuola Internazionale COMICS di Napoli. Mi trovo benissimo, è stata una mia scelta quella di continuare a studiare. Tengo tantissimo all’università, la grafica è uno sfogo creativo. Finita la maturità, mi sono trovata davanti ad un bivio: punto più sul calcio o lo studio? Sono riuscita a conciliare entrambe le cose, giocando a calcio, ma senza abbandonare gli studi. Alla Comics ci sono professori molto competenti e, fortunatamente, sono riuscita a concordare con loro le lezioni che seguo tre volte a settimana. Sono molto felice di come stiano andando gli studi, l’anno scolastico lo sto superando con ottimi voti.”

Hai un sogno nel cassetto?

“Il mio obiettivo è quello di ritagliarmi uno spazio importante in Serie A con il Napoli, ho voglia di mettermi in mostra. Ho voglia di fare gol e di raggiungere più obiettivi possibili con il Napoli. Voglio far bene per arrivare ad alti livelli con la mia squadra e non con un’altra. Mi farebbe piacere che il Napoli arrivasse più in alto possibile anche nella massima serie.”

Denise Civitella

Si ringraziano il Napoli Calcio Femminile e Federica per la disponibilità e la simpatia.

Ph Credit:

Profilo Instagram di Federica Cafferata @fede_caffe

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Enzo Pinelli

 

Intervista a Valeria Oliveri, speaker di Radio105: “Il calcio, la radio e il mio progetto Bomber Girl”

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Valeria Oliveri nasce a Genova nel 1986. Appassionata di sport e di calcio. L’esordio radiofonico è nel 2010 a Radio 19, la Radio del quotidiano ligure “Il Secolo XIX” .
Arriveà al pubblico nazionale nel 2015 grazie a Radio 105. Conduttrice televisiva ed attrice teatrale. Ha collaborato con Rai 3 e Rai Educational. Si è occupata per diversi anni di programmi sportivi sul web.

Ringrazio Valeria per la disponibilità e la simpatia durante questa intervista. Le redazioni di “Stelle in campo” e “Cartellino Rosa” augurano a Valeria che il suo format “Bomber Girl” possa approdare su importanti canali mediatici ed ottenere tutto il successo che merita.

Valeria Oliveri
Valeria Oliveri

ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO INTEGRALE

https://www.spreaker.com/user/7082423/valeria-oliveri

Riavvolgiamo il nastro della tua vita, com’era Valeria da bambina?
“Ero un maschiaccio, avevo i capelli corti con un pallone in mano e scarpe da ginnastica costantemente rotte. Sempre in giro per le strade a giocare a calcio con i maschietti del mio paese natale: Masone. La mia infanzia è stata molto bucolica, sempre vicina alla natura, sui prati. Fin da piccolina, ho cominciato a dare i calci al pallone. Ho sempre preferito il calcio alla pallavolo, negli anni ’90 era raro trovare una bambina che tirasse calci al pallone e gli adulti che mi vedevano giocare dicevano ai miei genitori:”Che bravo vostro figlio!”
Da quando nasce la tua passione per la radio?
“Sempre da piccola, istintivamente ed in modo naturale mi auto registravo con il Canta Tu. Era un semplice registratore con il microfono. Lo usavo spesso per registrare le canzoni ed avere sempre le hit del momento aggiornate, poi ho cominciato a “chiacchierarmela” da sola, coinvolgendo anche mio fratello più piccolo di me di tre anni. Era molto divertente. A livello amatoriale, ho anche avuto modo di fare recitazione. Poi un giorno, per caso, ho trovato un annuncio su internet di una web radio che cercava degli speaker. Ho mandato una mail specificando che non avessi esperienza radiofonica, ma solo in teatro. Feci il colloquio in maniera amichevole e mi presero sulla fiducia, dandomi un programma di tre ore al giorno. E’ stato un bell’allenamento, poi pian piano ho voluto fare questo nella vita. La fortuna ha voluto che riuscissi a lavorare per Radio 19, la radio regionale del Secolo XIX, poi, sempre nell’ambito della comunicazione, mi sono occupata di sport, calcio, pronostici sportivi a Genova, poi un giorno, spuntò un concorso nazionale in cui il personale di Radio105 cercava tre speaker che facessero gli inviati in EXPO2015 a Milano, facendo delle dirette. Ho mandato il mio curriculum e le mie DEMO e mi chiamarono.”

Valeria ai microfoni di Radio105
Valeria ai microfoni di Radio105

Che consigli daresti ad una persona che vorrebbe intraprendere il percorso per diventare speaker radiofonico?
“Quello che dico spesso ai ragazzi che mi scrivono, è di avvicinarsi alle web radio, basta internet ed un microfono. Oppure, se andate all’Università, informatevi sulle radio che hanno in facoltà. Bisogna approcciarsi alla radio in modo amichevole, senza pensare al network nazionale o alla FM, ci sono tanti mezzi. Attraverso Instagram, i podcast, mettetevi alla prova, come nello sport e in tutti gli altri lavori.Provateci e partite alle piccole realtà!”
Raccontaci del tuo nuovo progetto Bomber girl su Instagram, Facebook e sul sito www.bombergirl.it com’è nato?
“E’ nato dal mio amore per il calcio. Volevo raccontare qualcosa che facesse parte delle mie passioni che sono il calcio e i motori. Ho pensato ai Mondiali di calcio femminile del 2019, non potevo non parlarne vista l’attualità dell’argomento. Ho provato a pensare al format, a scriverlo e ho fatto una puntata zero grazie al Genoa Under17 femminile e da lì, ho riscontrato un interesse variegato. Quello che mi ha stupito, è stata la voglia di saperne di più sul mondo del calcio femminile, anche da parte di persone che non erano minimamente interessate. Ho cercato di coltivarlo e mandarlo avanti, nonostante questi progetti abbiano bisogno anche di un sostegno economico, hai una troupe che ti aiuta per fare le immagini. Poi, purtroppo, è capitata la pandemia e tutto si è fermato, così mi sono chiesta come continuare ed ho iniziato a raccontare, dalla mia cameretta, le storie delle grandi donne del calcio femminile, in pochi minuti. Questo mi ha dato modo di capire che molti ragazzi e tante ragazze sono interessati. Mi chiedo perchè si fatichi ancora tanto a trovare editori che possano scommettere sul calcio femminile.”

Valeria ed il pallone, un rapporto indissolubile.
Valeria ed il pallone sono inseparabili.

Fino ad oggi, hai raccontato le storie di: Alex Morgan, Marta, Nadia Nadim, Megan Rapinoe e Lily Parr la calciatrice che cambò il calcio inglese durante la prima guerra mondiale e Alessandra Massa, giovane bombergirl del Genoa… c’è una ragazza della nazionale italiana che ti piacerebbe raccontare in uno dei tuoi episodi?
“Tra qualche settimana, uscirà un mio racconto che ho fatto per il sito del calcio femminile sui mondiali di calcio delle azzurre, in cui vado a raccontare tutte le partite. Se dovessi scegliere una ragazza è difficile. Tutte le azzurre hanno una storia interessante da raccontare. Quella più rappresentativa è Sara Gama, anche a livello commerciale ha avuto tanto riscontro. Quello che vorrei fare è raccontare non solo le imprese sportive delle calciatrici, ma gli sforzi e le fatiche che ci sono dietro  per arrivare ai loro livelli.”

Cosa manca per fare il salto in più al movimento femminile?
“Manca il coraggio. Nel mio piccolo, ho notato che manca il coraggio da parte degli editori di parlare e mettere in onda argomenti riguardanti il calcio femminile. I soldi che possono essere generati dal femminile, ci sono. Tante realtà sanno che è potenzialmente un ambito che crescerà tantissimo. Le azzurre di oggi hanno un’età in cui, da bambine, non hanno avuto gli allenamenti che hanno le ragazzine di oggi. Presto, vedremo le quattordicenni di oggi giocare i prossimi Mondiali e saranno davvero molto competitive allora, a quel punto, se le azzurre di oggi hanno generato un interesse enorme, pensa a quanto share potrebbero avere le azzurrine del domani che saranno ancora più preparate fisicamente. Gli sponsor vogliono investire, ne hanno la voglia. Gli editori, invece, pensano che non ci sia interesse. Ci sono tante realtà che parlano di calcio femminile, siti web, podcast, programmi su Instagram che sono molto seguiti, ma sono tutte disgregate. E’ un peccato perchè si potrebbe fare qualcosa di ambizioso e grande se ci fosse qualcuno con la potenza del mezzo di informazione.”

Da buona genovese, tifi per il Genoa o la Samp?
“Sono blucerchiata. In realtà, sono una tifosa molto tranquilla. Nella mia famiglia guardavamo le partite, ma non andavamo allo stadio. Poi, nella mia vita, ho conosciuto un ragazzo genoano sfegatato e, adesso, mi ritrovo a guardare il derby con lui. Sono sempre pronta con il telefonino a fare i video al mio fidanzato, durante le partite, lui è un genoano accanito, tutta la sua famiglia che ci crede tantissimo. Volano ciabatte, quando va bene. E’ bello per me, scoprire il tifo vero, a volte non capisco cosa voglia dire soffrire per una squadra.”
Hai qualche sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato?
“Il sogno nel cassetto è proprio quello di BomberGirl, la voglia di raccontare lo sport al femminile in un ambito istituzionale più importante. Il mio sito non ha il riscontro mediatico che potrebbe avere una radio grande. Mi piacerebbe poter parlare in radio di questi temi anche su 105. Sarebbe bello, un giorno, arrivare ad un mezzo di comunicazione importante e parlare di questi temi interessanti.”
Tre aggettivi per descriverti
“Insicura, autentica non riesco a fingere, il mio carattere viene sempre fuori, e fiduciosa. Nonostante sia genovese, mugugno come tutti, ma apro sempre la voglia di speranza e cambiamento.”

Un'altra passione di Valeria sono i motori.
Un’altra passione di Valeria sono i motori.

Salutaci con una frase di una delle tue canzoni preferite…
“Da genovese, sono cresciuta con De Andrè. I miei genitori mi facevano ascoltare lui e Guccini. A livello di sonorità, De Andrè mi fa impazzire, ci sono tantissimi strumenti ed ogni volta che ascolti una canzone ne trovi uno nuovo. Le sue sonorità sono bellissime. Quando torno a Milano o rientro a Genova, spesso lo ascolto. Vi saluto con questa frase: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” sperando che i progetti grezzi possano diventare grandi e che questa frase sia di buon auspicio per tutti.”

Denise Civitella

Ph. Credit Profilo Instagram di Valeria Oliveri @olivally

Stelle in Campo e Cartellino Rosa: la nascita di una nuova collaborazione settimanale.

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Buongiorno a tutti, amiche e amici di Stelle in Campo. Il progetto amatoriale di Stelle in Campo è nato ad Agosto 2019 dall’unione  delle mie due grandi passioni per i mezzi informatici di comunicazione, ed in particolare i podcast e il calcio femminile.
Dopo la creazione del podcast e delle pagine social ad esso dedicate, è stato gratificante il successo di ascoltatrici e ascoltatori che hanno apprezzato le puntate e le interviste, soprattutto durante il periodo di quarantena.
Tra questi ascoltatori, c’è Mattia del Giudice, uno dei fondatori di Cartellino Rosa e amico del podcast Stelle in Campo.

Mattia del Giudice con Anna Emilia Auvinen dell'Inter.
Mattia del Giudice con Anna Emilia Auvinen dell’Inter.

 

Probabilmente, vi ricorderete la nostra intervista di gennaio 2020.

Se così non fosse, ecco il link per riascoltarla!—>https://www.spreaker.com/user/7082423/stelleincampo-p17

In questi mesi, è nata una stima reciproca e, con grande gioia, vi comunico che è ON AIR la prima puntata di “News in campo”, un approfondimento settimanale in cui Mattia e la sottoscritta parleranno dei temi caldi della settimana.
In questa prima puntata che potrete ascoltare direttamente QUI—>Prima puntata di “News in Campo”

Mattia insieme a Debora Novellino
Mattia insieme a Debora Novellino

CALCIOMERCATO:
Eleonora Goldoni verso Napoli?
Alia Guagni, maxi offerta dell’Atletico Madrid. Raggiungerà la sua compagna di Nazionale, Elena Linari, o rimarrà a Firenze?
RIPRESA DEI CAMPIONATI:
E’ giusto riprendere il campionato in queste condizioni?
Per avere la risposta a tutte queste domande, ascolta la prima puntata di “News in Campo”!

Una nuova collaborazione tra Stelle in Campo e Cartellino Rosa
Una nuova collaborazione tra Stelle in Campo e Cartellino Rosa

Denise Civitella

ph.credit Facebook di Mattia del Giudice

Intervista a Noelia De Luca: “La mia vita tra calcio, nuoto e fumetti…”

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Noelia de Luca, classe 1991, attualmente milita nel Campomorone Ladies, campionato di Serie C. Nel suo passato due esperienze in Serie B con il Lagaccio (2014-2015) e Genoa Women(2018-2019) e tanti anni trascorsi con la maglia del Vado. Noelia è un concentrato di entusiasmo, passione e grinta. Come è nella vita, così è in campo. Laureata in Scienze Motorie, terzino dotato di grande corsa, ha nella velocità uno dei suoi maggiori punti di forza. Noelia racconta per “Stelle in Campo” le sue emozioni vissute sul rettangolo verde nel corso di questi anni e l’amore verso il suo paese di origine: l’Uruguay. Sognando, un giorno, di vestire la maglia della “Celeste”…

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Noelia De Luca, terzino del Campomorone Ladies.

ASCOLTA L’INTERVISTA AUDIO:

https://www.spreaker.com/user/7082423/noelia-de-luca

Riavvolgiamo il nastro della tua vita, come è nata la tua passione per il calcio?
“L’ho avuta da quando ero bambina. Ho cugini più grandi maschi, ho sempre vissuto intorno all’ambiente calcistico. Ho sempre visto le loro partite. E’ una passione che ho sempre avuto anche a scuola, giocavo a calcio a ricreazione con le altre bambine. Con il tempo, è diventato il mio sport a livello agonistico.”
A 12 anni sei arrivata in Italia, sei subito andata a giocare in una squadra?
“Sono arrivata in Italia nel 2003. Sono nata a Montevideo, capitale dell’Uruguay. Un posto bellissimo. Appena arrivata in Italia, a Cairo Montenotte (SV), avevo chiesto se avessero squadre femminili, ma mi è stato risposto che le squadre esistenti avevano tutte ragazze molto più grandi di me e non mi è stato possibile giocare con i ragazzi perchè la società non vedeva bene questa cosa. Prima di entrare in una squadra, ho dovuto aspettare i miei 15 anni, nel mentre ho praticato il nuoto agonistico. Ho iniziato con il calcio nel 2006, anche se nei precedenti 3 anni facevo i tornei con le scuole superiori. Durante uno di questi tornei mi videro Mauro Aprea e Marco Marenco, suo secondo, mi chiesero di giocare a Bragno nella loro squadra e da lì ho iniziato”
Hai iniziato subito a giocare come terzino?
“I mister del Bragno, la prima volta che mi hanno vista, è stato durante una corsa campestre, da lì hanno potuto vedere le mie capacità atletiche nella corsa. Sono mancina, inizialmente ero in un modulo 3-5-2, quindi mi occupavo sia della fase difensiva che di quella offensiva. La scelta di terzino è nata quando ho iniziato a Vado.”
Tuo fratello ha giocato a calcio fino allo scorso anno…è stato un esempio per te?
“Un grande esempio, siamo molto uniti e ci sosteniamo. Lo andavo sempre a vedere ai tornei, è stato di ispirazione. Lui era una prima punta.”
Tra i big, quale giocatore ti piace ora come ora?
“Alexander Harnold, del Liverpool, un terzino che attacca e difende tantissimo. Da quando ho iniziato a giocare a calcio, il mio modello ideale era Bale. Ho in mente la partita tra Tottenham e Inter, quella cavalcata sulla fascia in cui si è “mangiato” Lucio, Maicon e Zanetti come fossero niente e da lì ho stravisto per lui.”

De Luca in azione.
De Luca in azione.

Quale allenatore/allenatrice ti ha dato di più in questi anni di carriera?
“Quella che mi ha dato di più, è quella che ho avuto per buona parte della mia carriera calcistica e sto parlando di Raffaella Fracchia che, oltre ad essere stata la mia allenatrice è anche un’amica. E’ una persona che stimo tantissimo e penso che stia dando molto al movimento del calcio femminile. E’ la tipica allenatrice che ti “cazzia”, ma ti fa capire quanto ci tenga alla squadra e alle sue giocatrici. Per me è stato un onore essere allenata da lei.”
Qual è la tua gioia sportiva più grande fino a questo momento?
“Sono state tre: la vittoria di Coppa Liguria con il Vado nel 2016. E’ stato un traguardo che ho sempre desiderato, averla vinta dopo quattro finali è stata una gioia immensa. Il secondo episodio è stato il mio primo allenamento dopo l’infortunio al ginocchio, lo ricordo tutto ancora oggi. Ero nel Lagaccio l’anno della fusione con l’Arenzano in Serie B, un’emozione incredibile. Ho avuto la fortuna di essere allenata da Cesare Errico, un grande allenatore, papà di Emma, attuale giocatrice del Sassuolo. Aver avuto lui nel mio ritorno in campo, è stato fantastico. Per ultimo, è stato l’anno nel Genoa Women, il più bello di tutti.”
..la delusione?
“Il mio infortunio al ginocchio in un anno così bello al Lagaccio, nel 2013 ho rotto il legamento crociato anteriore ed il menisco. E’ stata una delusione che mi ha resa più forte, dai per scontato tante cose, poi ti accadono le cose brutte che ti fanno apprezzare di più quello che hai. Poi c’è stata la retrocessione dello scorso anno con il Genoa Women.”
L’anno scorso avevate una squadra fortissima in B, il Genoa Women era una squadra che poteva ambire ad una salvezza tranquilla, cosa è andato storto?
“E’ stato un anno strano. Era una squadra che doveva salvarsi, abbiamo sottovalutato il campionato di B nazionale. Era difficilissimo, 12 squadre e per salvarti devi vincerne il più che puoi con gli scontri diretti. Abbiamo avuto tantissimi infortuni, siamo arrivate a fine anno stanche. Personalmente, non ho saltato un allenamento. Per 4/5 volte a settimana facevo Millesimo-Rapallo ed ho giocato tutte le partite 90 minuti. Sono arrivata allo spareggio con la Novese che ho avuto i crampi. Un’altra cosa che non ha funzionato è stata la poca trasparenza dei presidenti, una cosa che, purtroppo, nel calcio femminile capita e la mancanza di soldi. Tanti rimborsi non sono stati dati. Siamo state senza prenderli fino alla fine. Abbiamo dovuto chiedere alla FIGC di accedere ad un salvadanaio per i giocatori che non prendono i rimborsi. Si giocava con tanta pressione addosso e anche il cambio di allenatore non ha aiutato. Sarebbe stato meglio mantenere Mara Morin fino alla fine per evitare di destabilizzare troppo a squadra, senza nulla togliere a Stefano Piazzi che, anzi, ha fatto il miracolo. Ci ha portato fino allo spareggio quando nessuno ci credeva più. E’ stata un’esperienza, comunque, che ripeterei altre mille volte.”

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Il “mancino” di Noelia.

Sono tante le giocatrici con cui hai giocato l’anno scorso che oggi militano in alte categorie…
“Ho giocato con Alice Cama (Milan, Inter in Serie A), Alice Pignagnoli che ha vinto campionati di serie A ha esordito anche in Champion’s, Federica Cafferata del Napoli, Eleonora Oliva nel Cesena, Teresa Fracas nel Sassuolo, Silvia Nietante che ha giocato in A con il Cuneo,tutte persone con grande esperienza calcistica, è stato un vero peccato non esserci salvate.”
Di cosa ti occupi nella vita?
“Ho lavorato in Posta, prima ero in piscina in Val Bormida. Tre volte a settimana do una mano a Nadia Galliano, allenatrice del Vado, con le bambine dell’under 14, curo la parte motoria delle bambine, sono laureata in Scienze Motorie. E’ un progetto che mi sta dando tante soddisfazioni.”
E’ vero che, ad un certo punto della tua carriera, c’è stato un contatto con la nazionale dell’Uruguay?
“Sì, quando pubblicavano i risultati del Genoa Women, un giorno, venni contattata da un giornalista uruguaiano che mi chiese di condividere un video di me che giocavo, ad un certo punto mi accorgo che questo filmato venne visto da Ariel Longo, mister della nazionale dell’Uruguay femminile e mi ha contattata una delle dirigenti della squadra chiedendomi di inviare ulteriori video. L’Uruguay non era riuscito a qualificarsi ai Mondiali di Francia e non fecero più convocazioni, ma nel 2022 ci sarà la Coppa America, speriamo in bene!”
Il tuo gol più importante in carriera?
“Uno contro la Lavagnese, un mio gol al 94 esimo che ci fece vincere la partita a Vado. L’altro è stato il mio primo gol in Serie B nel Genoa Women.”
L’avversaria più forte che hai incontrato?
“Federica Cafferata è una delle poche che puntandomi, riesce a superarmi in velocità. Ha una forza pazzesca, sono rimasta sorpresa.”
La compagna più forte con cui tu abbia giocato…?
“Chiara Merler, una vera leader. Abbiamo giocato insieme nel Lagaccio. Un vero Capitano.”

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In cosa è cambiato il calcio femminile rispetto a quando hai iniziato a giocare?
“La presenza dei settori giovanili, vedo sempre più Primavere. Ho giocato in Primavera tardi ,a 20 anni. Lanciare una ragazzina in prima squadra non è sempre produttivo. La presenza dei pulcini, dell’under sono alla base di tutto per creare delle buone giocatrici. Vedere la Sampdoria, il Genoa, Juventus, Fiorentina che puntano sul femminile è una cosa importante. Anche le competenze sono aumentate, a Vado e nel Genoa Women ho avuto dei preparatori atletici laureati in Scienze Motorie e non mi era mai capitato.Si punta sempre su chi ha le competenze.”
Quest’anno come stava andando il campionato con il Campomorone Ladies?
“Stava andando bene, ma non come ci aspettavamo. Volevamo puntare più in alto, lo spareggio per salire in B lo fa solo la prima di ogni girone. Alcune partite sono andate bene, in altre, l’inesperienza ci ha punite. Siamo quarte. Stavamo vincendo tanti scontri diretti, potevamo recuperare tanti punti. Avevo trovato tanto spazio, proprio sul più bello si è dovuto interrompere.”
Pensi che possano riprendere i campionati?
“A livello dilettantistico non riprenderanno, siamo troppo a rischio sia da un punto di vista di salute che da un punto di vista economico. Le squadre di Serie A  riprenderanno il campionato, ci sono troppi interessi economici dietro. E’ ovvio che ci siano altre priorità in questo momento.”
Come ti stai allenando durante questo periodo di riposo “forzato”?
“Mi sto allenando più di prima. Ogni giorno mi alleno, prima della quarantena, a dicembre, avevo avuto un brutto infortunio alla caviglia. Devo utilizzare la tavola propriocettiva. Faccio dei workout che seguo su Youtube e seguo una tabella che mi ha dato il Campomorone Ladies.”
Tre aggettivi per descriverti…
“Altruista, pazza, sorridente.”
Quali altri hobby hai?
“Mi piacciono tantissimo le serie tv, mi rilassa nuotare e mi piace molto leggere, soprattutto fumetti. Una mia amica è piena di fumetti giapponesi e mi ha contagiata. Ogni mese mi compro un manga. Adesso sto leggendo Lamù.”

Denise Civitella

Ph.Credit: www.repubblica.it, Facebook Noelia De Luca, Andrea Nieddu, Keith-Kirk