#testdrive #testroad #Ssangyong #Rexton nelle valli del Primiero fino al Borgo di Mezzano tra i più belli d’Italia

La forza della comunità locale ha fatto rinascere il paese come accadde per il Friuli dopo il terremoto del 1976 

Viaggiare comodi e arrampicarsi agevolmente sulle rampe delle strade di montagna 

Estate, mare o montagna. Beh, se abiti al mare viene spontaneo rispondere: in montagna. per cercare refrigerio e ristoro a una settimana vissuta a combattere l’ansia e lo stress cittadino. Oppure, semplicemente perché, nonostante la passione per il mare, le attività e gli sport acquatici e nautici, il messaggio nel DNA lasciato dalla bellezza dei siti alpini innevati, raggiunti con gli sci da fondo ai piedi, ma anche l’emozione trasmessa dai grandi paesaggi montani, il ricordo delle vacanze passate con la nonna in Carnia, ci hanno lasciato la voglia di visitare luoghi nuovi. Se, poi, ti capita di guidare l’auto giusta, il gioco è fatto. Tra la Lombardia e il Friuli, sul percorso di ritorno, o quasi, ci sta il Trentino. Un’amica ci aveva parlato di uno dei Borghi più belli d’Italia, nel contempo

uno dei Borghi più romantici d’Italia: Mezzano di Primiero.

Salendo da Bassano del Grappa, è una delle prime località trentine che si incontrano salendo dal Veneto. Il viaggio è comodo. Con la Ssang Yong Rexton. Gli ampi spazi interni, la rifinitura dei sedili che sono imbottiti con il materiale auto sagomante, il fatto che ci troviamo seduti in alto, perché la postazione di guida è posizionata in alto così come tutto l’abitacolo, al riparo dalle asperità che questo grande crossover è chiamato a superare, ed eventualmente l’acqua di qualche guado, ci fanno sentire al sicuro, padroni della strada. Non fraintendetemi. Rexton non infonde una sicurezza semplicemente eccessiva e destabilizzante. Semplicemente, la

guida facile nonostante le dimensioni e la reattività del motore

consentono di avere tutto sotto controllo, nel massimo relax. Aiutati anche dall’ottimo impianto di info-intraitement. L’impianto di climatizzazione lo abbiamo testato con efficacia a Milano, dove la temperatura, confermata dal display dell’auto, era di 37°. Se non fosse bastato il raffrescamento dell’abitacolo, avremmo potuto anche raffreddare i sedili. Ma non ne abbiamo sentito il bisogno. Proviamo i consumi nel trasferimento: nella norma nonostante il peso e le dimensioni dell’auto. Scegliamo la trazione anteriore, quella 4WD non è certo necessaria in autostrada. E arriviamo a Mezzano. All’Hotel Salgetti, che sarà la nostra base. Come lo è da decenni per la squadra di calcio del Bari, e per numerosi sportivi che scelgono le vallate per la preparazione in montagna. Incontriamo gli amministratori, e ci raccontano la storia del paesino. Un borgo, che si trova ai piedi di una montagna ricca di acque. Ciò ha provocato

il disastro che il 4 novembre del 1966

ha messo a terra l’intera comunità locale: dalla montagna è scesa una frana di acqua e fango, che in alcuni punti ha sommerso con uno strato di melma alto più di tre metri il Paese. Che viveva di selvicoltura e della lavorazione del legno, che qui non manca, e del turismo, estivo per le escursioni nelle vallate, invernale perché a poca distanza ci sono siti sciistici e paesaggistici di bellezza assoluta, come San Martino di Castrozza e le Pale di San Martino.

#charlieinauto104

 

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#Testroad sui #laghi italiani: #Ssangyong #Rexton un concentrato di tecnologie e confort

#SUV #crossover per affrontare comodamente strade normali e percorsi #fuoristrada e di #montagna IMG_50871 IMG_51221 IMG_50921 IMG_5095 IMG_50971 IMG_51411 IMG_51391 IMG_51521 IMG_51541 IMG_51731 IMG_51821 IMG_51851 IMG_526811 IMG_52781 IMG_52811 IMG_52901 IMG_5294 IMG_53021 IMG_53071 IMG_53111 IMG_53121 IMG_531811 IMG_53211 IMG_53241 IMG_532611 IMG_53291

Nuovo corso dell’auto coreana che si presenta di muso grintosa e aggressiva

Di fianco e di coda maschera le notevoli dimensioni e gli ampi spazi interni

#SsangYong #Rexton un SUV #crossover ma anche una comoda auto da strada rappresenta l’evoluzione dell’auto coreana. È stata una delle prime vetture orientali non giapponesi a raggiungere le strade europee. E dai primi modelli caratterizzati da una linea oriental-americaneggiante, si notava per le forme inusuali per le nostre abitudini. Stavolta il risultato pare centrato. E la Rexton si presenta come un’auto importante, un SUV spazioso, il muso grintoso con le fiancate morbide e slanciate nel contempo. Che hanno l’effetto di ridurre la sensazione di ingombro, che sarebbe normale viste le dimensioni della vettura. Infatti, se vista di muso, o nello specchietto non può passare inosservata e manifesta con decisione la sua vocazione fuoristradistica, di fianco risulta slanciata, e di coda addirittura riesce a camuffare la grande capienza che la contraddistingue. Avremmo voluto provare i vecchi modelli. Ma probabilmente siamo arrivati al momento giusto. Importata da SsangYong Motors Italia, già Bepi Koelliker,

la nuova Rexton punta in alto.

Anche negli interni con sedili ergonomici che assicurano un grande confort adattandosi alla corporatura dei passeggeri grazie alla tecnologia Fullmaflex. Che modella in modo differenziato la schiuma del sedile in funzione della posizione di seduta. Sedili, che sono rivestiti in misto-lana o fino alla pelle nappa trapuntata. La guida? Il servosterzo elettrico ad assistenza variabile che agisce in funzione della velocità e il volante riscaldabile dotato di tutti i comandi elettronici e funzionali. E le prestazioni? Le testeremo più avanti. Ma è sufficiente anticipare che il motore è diesel da 2200 cc con 181 CV e cambio automatico E-Tronic a 7 marce. Con tutte le regolazioni necessarie per utilizzare l’auto in ogni condizione con efficacia e sicurezza di guida. La trasmissione? Una grande sorpresa:

si può scegliere tra 2 WD sull’asse posteriore, 4WD e 4WD con ridotte.

Beh, ora però cominciamo a provarla. Questa lunga ‘sintesi’ è motivata dal fatto che la Ssangyong Rexton ci ha colpito perché è molto completa, e dispone di tanto ausili, dispositivi e accorgimenti elettronici che sembra un catalogo di tutta la tecnologia e l’innovazione oggi a disposizione. Partiamo verso la montagna veneta, attraversando Bassano del Grappa verso le Dolomiti. Controlliamo le prestazioni-consumi e sono nella media. Affrontiamo strade extraurbane e nel cruscotto Rexton ci ricorda i cartelli stradali che troviamo lungo il percorso. E ci rassicura sulle strade nuove. Alla partenza dalla città, la capitale economica italiana, il caldo era pesantemente afoso. Alla temperatura elevata si aggiungeva un forte tasso di umidità. Ma il sistema di climatizzazione dell’auto, dopo pochi chilometri ci ha fatto sentire a nostro agio. Un po’ preoccupati perché sopra di noi si addensavano i primi cumulonembi presagio di un fronte temporalesco in arrivo. Puntiamo sul basso Trentino.

Mezzano, a pochi chilometri da Fiera di Primiero,

superando il feltrino, Lamon, che dà il nome ai fagioli DOP della pedemontana veneta. Mezzano è uno dei Borghi più belli d’Italia. La nostra meta è il Lago di Val Noana. Un bacino artificiale che si trova a 1200 m e colma parte della gola che contraddistingue la valle. Da lì un percorso pedonale ci permetterà di raggiungere il sentiero degli alberi giganti: abeti, faggi e tassi secolari. E il rifugio Fonteghi. Lungo una strada asfaltata che si inerpica nella fitta vegetazione. E scorre tra la montagna e le pendici che sovrastano il lago. Lungo il percorso il torrente Noana e i ruscelli e torrenti che scendono a valle regalano paesaggi davvero suggestivi. La sera rientriamo a Mezzano. Ma questa è un’altra storia.

#charlieinauto103

#Testdrive con #Mitsubishi #Eclipse #Cross tra i boschi delle #VallidelNatisone

Un’auto versatile e affidabile sia nella guida veloce su strada che nel fuoristrada

Interni comandi e dispositivi curati per cinque allestimenti e tre tipi di IMG_45461IMG_45091IMG_4450IMG_44621IMG_44671IMG_44461trazione con l’unico motore a benzina di 1500 cc da 163 CV

#Cross: un vocabolo che non vi deve trarre in inganno. Perché la #Mitsubishi Eclipse è come una delle moto da enduro progettate per rendere confortevoli i trasferimenti. Interni comodi e spaziosi con un buon livello di rifinitura e i sedili in pelle, all’occorrenza riscaldati, quello di guida regolabile elettricamente, permettono di gustarsi gite ed escursioni nei siti più suggestivi dell’ambiente naturale, senza inutili o eccessive privazioni. Le ruote da 18’ assicurano stabilità e tenuta in ogni condizione del fondo stradale: dall’asfalto asciutto a quello viscido, alla strada allagata. Anche forzando un po’ la mano. E conferiscono alla posizione di guida quell’altezza dalla sede stradale che è esaltata dalla scocca dell’auto e ci permette di guidare la #Mitsubishi Eclipse Cross vedendo il mondo dall’alto. Come ci consentirebbe un semplice SUV. Il che, assieme all’ottima visibilità dall’abitacolo, permette di sentirsi sicuri al volante. Accanto a ciò, le prestazioni: 163 CV per un motore di 1500 cc a benzina, su un’auto robusta e pronta a resistere alle sollecitazioni, ma tutto sommato leggera (1500 kg), sono elementi sufficienti a garantirle spunto, accelerazione, pronta risposta alle nostre sollecitazioni. Questa,

uno de cinque allestimenti, ha il cambio automatico, a 8 marce,

e risponde bene alle aspettative. Con la guida manuale, a 6 marce con i comandi al volante, e lo Sport mode, ancor di più e ci aiuta a far sprigionare la massima potenza nel minor tempo possibile. L’abbiamo provata anche in pista, e non ha tradito le aspettative. Certo, è un SUV, ma pur essendo un #crossover, il suo livello di affidabilità è davvero elevato. E anche ad alta velocità non smaschera la sua vera vocazione: il #fuoristrada. Anche spinto, perché è dotata di tutti gli accorgimenti e i dispositivi necessari per consentirle di superare ogni tipo di asperità. Con tre tipi diversi di assistenza alla guida; auto, snow, gravel. Una prova? Stavolta spingiamo il nostro #testdrive verso il cividalese. Scavalchiamo i primi

dolci rilievi dei Colli Orientali del Friuli

approfittando per spingere un po’ sul misto. E per farci confermare che la Eclipse Cross su strada non finisce di stupire. Il tettuccio panoramico, apribile anteriormente e con l’imbottitura pure apribile elettricamente, permette a noi e ai passeggeri di godere il suggestivo scenario del Bosco Romagno. Raggiungiamo Prepotto, la terra dello Schioppettino, un vitigno a bacca rossa dal quale si ricava il vino omonimo recentemente valorizzato dai produttori locali. Ma non c’è tempo per gli assaggi. E dirigiamo verso Albana. Ci troviamo a poche centinaia di metri dal confine con la Slovenia. E imbocchiamo un suggestivo viottolo in mezzo al bosco. Che si arrampica verso la vicina montagna. Quattro ruote motrici: il fondo è sterrato, e non manca un paio di tornanti. Quindi? Muso dell’auto rivolto alla corda della curva e affondo sull’acceleratore: è come se avessi eseguito la manovra sull’asfalto. Tanto che mi viene la tentazione di ripetere la manovra escludendo la guida elettronica assistita: il

sistema di controllo dinamico della trazione integrato S-AWC.

Ciò, però, probabilmente ridurrebbe il grip, quindi la spinta delle ruote sul fondo sterrato. Azzardiamo anche la prova di una staccata, e il risultato è molto buono. Ora siamo arrivati al piazzale del castello di Albana, realizzato nell’ottavo secolo, successivamente ampliato e abitato da allora a tutt’oggi. Per questo è tuttora in ottime condizioni di conservazione. Un maniero sorto a presidio della vallata e affidato alla famiglia dei Colloredo Mels, come lo fu il castello di Colloredo di Monte Albano. Ora, il discendente della famiglia nobile, Leonello GabriciIMG_44891 IMG_44341 IMG_45421 IMG_45491 IMG_45541 IMG_443311, che ha seguito la carriera diplomatica, lo affida alle cure della figlia. E ha già provveduto a far ripristinare e a curare personalmente il recupero di alcuni particolari che permettono di ricostruire la vita all’interno del maniero. Come si svolgeva nel medioevo, fino all’età rinascimentale. Per esempio la nicchia lavabo che serviva ai nobili per lavarsi le mani dopo i pasti. Visto che non era costume utilizzare le posate. O le particolari scale a scomparsa, che celavano il passaggio ai piani inferiori, rendendo utilizzabile una superficie più ampia dei saloni nobiliari. Affreschi, in parte recuperati, ornano le pareti delle stanze. Mentre dalle finestre si scorge la ricchezza della vegetazione del bosco tipico delle Valli del Natisone.

I diversi ampliamenti testimoniano le diverse dominazioni dell’area.

Che hanno influito sulla destinazione d’uso delle diverse aree del castello. Che oggi è la location ideale per cerimonie, eventi culturali, ritrovi mondani. E l’Eclipse? Ci aspetta sul prato verdissimo dinnanzi al castello. La sua vernice color Red Diamond contraddistingue uno dei cinque allestimenti dell’auto. Che è disponibile anche con il cambio manuale a sei marce. Ci avviciniamo alla portiera, un tocco alla maniglia e si apre: è sufficiente tenere la chiave elettronica in tasca, anche per l’accensione a pulsante. Re -imbocchiamo la strada nel bosco ancor più consapevoli delle potenzialità dell’auto. E riprendiamo il nostro viaggio ideale con la #Mitsubishi Eclipse Cross. Verso le prossime montagne.

#charlieinauto 102/98

#testdrive o #testbike ? Importante che sia #crossover

IMG_454511 IMG_45551 IMG_45581 IMG_45781 IMG_4581 IMG_45981 IMG_46931 IMG_4345 IMG_4325 IMG_4314 IMG_4309 IMG_4300 Ora che ci sono le #e-bike fare #MTB anche in salita è un gioco

Proviamo la #Scott sulle rampe di Gubbio e sul monte Ingino

E’ piena estate, fa caldo, ma la curiosità ci spinge ad abbandonare l’aria condizionata per qualche decina di minuti e a provare qualcosa di nuovo. A motore? Certo. E per di più elettrico. Bravi! Stavolta saliamo su una due ruote. Assistita elettricamente. Una #e-bike. Ovviamente, viste le ultime esperienze e la nostra vocazione, non scegliamo una bici stradale o da pista. Ma una #MTB. E per di più una delle più avanzate. Che ci potrebbe consentire arrampicate impensabili, fino… in malga o su qualche rifugio. Dove andiamo? In

un luogo che già di per sé evoca emozione: Gubbio.

Il sito ideal per un #testdrive , o meglio per un #biketest . Stradine nelle quali si alternano ripide salite e discese impegnative. Alla salita più lunga, fino in cima al monte Ingino. Dal quale si apprezza lo splendido paesaggio del borgo medioevale. Saliamo, pronti: via! Saliamo… è una parola! Non ero preparato a una prestazione atletico-ginnica per usare questa due ruote.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avevo trascurato il fatto di avere scelto una bici sportiva. Per di più fuoristrada. Ciò mi avrebbe dovuto dare una garanzia per la capacità di arrampicarmi sulle salite ripide. Che, se affrontate con una bicicletta normale, probabilmente mi avrebbero costretto a scendere dalla sella e a salire bici alla mano. Ah sì. Ritorniamo al ‘Saliamo’. Avevo trascurato il fatto che su una bicicletta sportiva la sella va tenuta sempre alta rispetto alla capacità delle gambe di toccare il suolo. Per poter pedalare con la gamba quasi distesa. Scaricando sui pedali lo sforzo migliore e faticare di meno, pedalando nel contempo velocemente. Così mi avvicino a un marciapiede. Per accorciare la distanza tra l’altezza della sella e i miei piedi. Ora sono a bordo. Forse avrei preferito una posizione del busto più eretta. Ma così è. Alla partenza mi hanno detto che si tratta del modello più recente della Scott. Rossa, come tutte le mie enduro. Perché, viste le prerogative, si tratta di una bici da enduro.

La #e-bike, finalmente ne provo una.

Diversi amici le hanno adottate. E si ritrovano la domenica, o nelle giornate libere, per andar per rifugi, scalare passi, compiere percorsi lunghi, che diversamente non si sarebbero mai sognati di affrontare in bici. Diamo un’occhiata ai comandi. Le marce alle manopole, freni a disco, telaio biammortizzato. Vale a dire, vi sembrerà di guidare una moto. Provo a darle il via per partire e dirigermi per verso la salita, e balza in avanti decisa. Prendo un po’ di dimestichezza con i comandi. E nel frattempo provo a testare la maneggevolezza.

Morbida e docile, ma giustamente precisa.

Le gomme che monta questa #e-bike fanno presagire un uso su terreni ben più impegnativi del porfido e della pietra dei vicoli di #Gubbio. Ma poi le ho provate sulla pietra bagnata per un acquazzone improvviso. E il loro grip non ha tradito le aspettative. Nel frattempo scorgo una nota collega televisiva che mi ha preceduto nell’esperienza in e-bike, e sta salendo davanti a me. O meglio, sta salendo prima di me. L’impressione che mi dà è che stia fingendo. Perché è evidente che non sta facendo molta fatica. In realtà è così, e Irene è perfettamente a suo agio. Tocca a me ora. E anch’io rimango colpito dalla facilità con la quale riesco a trasmettere la spinta alle ruote. E senza fatica supero l’intero tratto, piuttosto ripido, finendo nel centro del Paese.

All’arrivo a questa prima meta il bilancio è in saldo attivo: fatica quasi zero.

Calorie consumate, credo davvero poche. Ma la prossima volta recupererò un contapassi. E così sarò più preciso. Certo che è emozionante provare una e-bike sulle ripide salite di Gubbio, in uno scenario davvero suggestivo. Non sulle balze della montagna, ma su un percorso che trasmette emozione e fascino. Anticamente, qui, tutt’al più si saliva a cavallo… quindi: autonomia circa 100 km. Tempo di ricarica da 4 a 6 ore; motore centrale 36 V 250 W con 80 Nm di coppia; ruote da 27,5”; peso circa 22 kg; presso ancora di nicchia, ma si può anche affittare per le escursioni da numerosi dei centri di assistenza. Quindi? Ora che ne so un po’ di più ribalto i sedili della rossa Cross e la carico. Poi dirigiamo verso la cima del monte Ingino, dove c’è la basilica di Sant’Ubaldo. Da lì, dopo avere gustato il panorama della città di Gubbio e delle vallate circostanti, partono numerosi sentieri per le escursioni. E il gioco è fatto.

#charlieinauto101

#Testdrive Un #fuoristrada confortevole e affidabile anche su strada: #Mitsubishi #Eclipse Cross

Ritorno al #cross ma sulle quattro ruote con un’auto eclettica

Design aggressivo e accattivante per camuffare la grinta di un sofisticato #crossover

Finalmente, dopo oltre quarant’anni ritorno alla mia specialità motoristica preferita. Quella che ha finalizzato la mia passione per i motori, coniugandola con quella per la natura, l’ambiente, i grandi paesaggi e i siti naturali particolari e non facilmente raggiungibili. Ma anche l’istinto forse giovanile di tuffarmi nell’acqua, nelle pozzanghere, di lanciarmi nel pantano per vedere se ne vengo fuori: il cross. All’epoca era sulle due ruote. Allora si poteva andare ovunque, in moto. Anzi,

la moto era lo strumento per andare ovunque,

nei siti più riposti. Per poterci affacciare ai paesaggi più fatati. E, guarda caso, era rosso fiammante: una Beta 125 enduro. Enduro, perché la moto per i trasferimenti tra un percorso fuoristrada e l’altro li deve poter affrontare con un discreto confort. Poi sono passato all’Aspes 125 Hopi enduro, testata maggiorata e il motore analogo a quello che utilizzava nel campionato italiano di motocross Felice Agostini: 11500 giri e spunto e rumore che erano appaganti. Serbatoio: rosso fiammante. Per rispondere alle stesse esigenze, anche l’auto fuoristrada deve essere confortevole sull’asfalto, così come nell’off road. All’epoca, si affacciavano le prime moto giapponesi. Ma erano destinate alla guida su strada. Nelle auto, la

Mitsubishi, nel 1917 produsse la prima auto in serie.

Nel 1970 nasce la Mitsubishi Motors Corporation. Nel 1979 arrivano in Italia i primi modelli, importati da Bepi Koelliker. Che diverrà MM-Automobili. Nel 1985 con la Pajero vince la Parigi-Dakar, dopo esperienze nel mondiale rally con la Colt. Ora fa parte del gruppo Nissan Renault. Ed ecco la freschissima Eclipse Cross. È una delle auto che quando la guidi ti accorgi che i, e le, passanti, ti guardano. Sarà per il colore che ci è capitato, Red Diamond, con vernice speciale. Ma probabilmente è la linea aggressiva ed elegante nel contempo, a renderla attrattiva. Assieme alle dimensioni, che ne fanno un crossover spazioso, confortevole, comodo da guidare. Comodità che è a disposizione anche dei passeggeri, anche sui sedili posteriori. Tanto che, vista da dentro, più che un fuoristrada

si direbbe una moderna e spaziosa GT. IMG_45551 IMG_44281 IMG_46881 IMG_46871 IMG_4690 IMG_4040111 IMG_40441 IMG_40451 IMG_416211

Della quale, comunque propone anche le prestazioni. Uno spunto scattante, assicurato dal motore di 1500 cc a benzina da 163 CV. Accelerazione e versatilità favorite dal cambio automatico a 8 marce, a 6 marce nella funzione manuale. Dalle ruote da 18’ che concorrono a incrementare la stabilità che il sistema elettronico Mitsubishi garantisce in ogni situazione. Da un’auto che comunque è alta da terra, anche per permettere di superare le difficoltà fuoristrada senza dover variare l’assetto o ricorrere a costosi e delicati accorgimenti, ma che non per questo è meno stabile anche nella guida sul misto veloce, o lento. Confort d’estate? Il doppio tetto, apribile sul davanti, finestrato con paratia a scorrimento, dietri, ci permettono di godere del mondo della natura nella quale ci consente di immergerci con una esperienza visiva a 360 gradi. I consumi sono nella media, certo salgono con il piede pesante. Ma nel caso di confronto, semplicemente alle partenze ai semafori, non ci farà sfigurare.

#charlieinauto100

 

#testdrive #Volkswagen #Golf Variant TGI a gas per dedicare il risparmio ai viaggi e agli sport preferiti

Anche sulle strade del #Gargano la TGI è comoda, maneggevole, veloce, dal consumo sostenibile

Per esempio per supportare lo sport del pedale e portarci nella natura splendida dell’arco costiero della Puglia

Golf Variant. Un modello della più diffusa e forse amata tra le Volkswagen, dopo il Maggiolone, che dispone di spazio a volontà. Con lei festeggiano l’avvicinarsi della #puntata100 di #charlieinauto. Si tratta infatti della versione familiare dell’auto che ha motorizzato milioni di automobilisti, e specialmente automobiliste. E che ha ottenuto risultati anche nello sport motoristico. Della quale siamo arrivati, credo, alla settima generazione. Variant non è meno generosa del modello tradizionale. Tenuta di strada, velocità, maneggevolezza, che addirittura migliorano quando è carica, ne fano un’auto per la famiglia, per le coppie avventurose, per i single e gli amici che si vogliono dedicare a sport di movimento nell’ambiente naturale. A contatto che le ricchezze del territorio. Per esempio,

in Puglia, la costa garganica e il retroterra del promontorio

che anticamente era un’isola, ce né davvero di cose da vedere. L’occasione ci è fornita da una gara del pedale: il Campionato italiano interautostradale di ciclismo. Che è animato da oltre un centinaio di atleti, amatori e agonisti, dipendenti delle società autostradali italiane. Giunto alla trentanovesima edizione. Proviamo a vedere: bagagliaio capiente. Per due persone, smontando le ruote anteriori, ce ne stanno due di biciclette. Così partiamo. IMG_1284 IMG_12861 IMG_15901 IMG_12801 IMG_1610 IMG_16601 IMG_16631 IMG_1649 IMG_172711 IMG_172811 IMG_2077 IMG_2101 IMG_2062 IMG_2120 IMG_91571 IMG_2212 IMG_226711 IMG_23381 IMG_2353 IMG_23631 IMG_20561 Dopo l’escursione

al #lagocostiero di #Varano,

stavolta raggiungiamo la costa garganica: il suggestivo abitato di Rodi Garganico. Dove sembra che il tempo si sia fermato. Gli abitanti sembrano condurre una vita placida, scandita da ritmi naturali. E all’aperitivo e alla sera si riversano nelle stradine strette del promontorio, nella piazza principale e sulla passeggiata costiera, in alto sul rilievo sul quale sorge la città, per chiacchierare. Scambiarsi testimonianze della vita locale. Sorpresa, dopo il caffè della domenica mattina, ma non avevo il telefonino con me per riprendere la scena, è arrivato in piazza un vecchio camioncino stracarico. Con un telo che ne preservava il contenuto. È stato il conducente al megafono a svelarne il carico: “Materassi, divanii”!! oggi, come cinquant’anni fa. Ma anche la Golf Variant che stiamo provando ci fa fare un tuffo nel passato. di qualche decina d’anni. Quando la benzina costava Mille Lire. Sì, perché

il gas Metano con il quale è alimentata costa proprio così,

dalle mie parti. Qui, anche 0,150 euro in meno. E se non troviamo il distributore del GNC: Gas naturale condensato, cioè il Metano? A parte il fatto che anche sul Gargano ci ne sono. A ogni buon conto, dopo i 15 l di gas, che corrispondono a oltre 400 km a un’andatura normale, la Golf TGI 1.400 passa automaticamente alla benzina. L’autonomia completa è di circa 1100 km. Perché, anche a benzina la Golf TGI consuma poco, anche 20 km/l. Certo, evitando di tirarla allo spasimo. Ma non ne ha bisogno. Perché

viaggia via fluida e veloce.

Scarichiamo le bici e ci infiliamo nella Foresta Umbra. Così chiamata perché gli alberi ormai secolari garantiscono un forte riparo al suolo dalla luce del sole. Il parco naturale, gestito dai Carabinieri forestali, è arricchito da un laghetto e popolato da specie di fauna selvatica dell’ambiente mediterraneo. Rientriamo al villaggio del gruppo Scaccia, a Rodi Garganico. Curato, e compreso tra i rilievi costellati di pini marittimi e la spiaggia. Il lungo arenile che da Rodi va verso la piana che ospita il lago di Varano. Nella stessa direzione, sullo sfondo si scorgono

le Isole Tremiti, un concentrato di storia mediterranea

e di segmenti dell’ambiente naturale, scelte da personaggi famosi per la serenità dell’habitat. Per esempio da Lucio Dalla, che vi scrisse alcuni dei brani più noti. Serata tranquilla, per recuperare dopo la lunga pedalata. Colazione con il sole che si irraggia sul mare. E si riparte verso Peschici. Una cittadina che ricopre un promontorio, fatta di case bianchissime per respingere la forte luce del sole, in realtà, il clima è sempre temperato. Perché la vicina foresta assicura correnti fresche anche in piena estate. Dal cuore del borgo antico, la passeggiata centrale, con la bici a mano, scorre fino a un poggiolo panoramico. A oltre 200 m sul mare. È da lì che scorgiamo, aiutati dal binocolo turistico, ciò che i giornali l’indomani ci hanno confermato: diversi balenotteri che si divertivano nelle acque antistanti a Peschici.

Le strade del Gargano sono nervose, guidate.

Divertenti se affrontate con l’auto giusta. Eccola! Ci siamo davvero sbizzarriti a superare il continuo alternarsi di curve strette, lunghe, a gomito seguite da brevi rettilinei. Il tutto tra la pineta e lo scenario del mare. Saliamo a Vico nel Gargano, per raggiungere, consigliati da un amico, tattico locale, la pasticceria più nota della zona, con dolci al cioccolato favolosi. Giusto per recuperare un po’ di energia. Domani ci attende il ritorno: oltre 800 km di autostrada. Non sarà un problema: l’auto è confortevole. E, soprattutto, ci consentirà di rientrare spendendo meno di 30 euro di gas Metano.

E COSI’ SIAMO ARRIVATI ALLA PUNTATA 100-1  DI   #CHARLIEINAUTO !!!

#charlieinauto99

#Testroad sui grandi #laghiitaliani : il #lago costiero di #Varano

Lungo trasferimento per il test dei consumi #testdrive #Volkswagen #Golf Variant TGI

#Bifuel a gas metano e benzina riduce a meno di un terzo i costi di carburante

Eravamo rimasti a una sensazione di stupore. Non sapevo che un’auto byfuel, potesse presentare le stesse prestazioni sia nella combustione a benzina che in quella a gas metano. E invece è proprio così. La Golf Variant TGI si comporta proprio così. Facciamo una prova: con il pieno 1100 km di autonomia. Così partiamo per un viaggio lungo la Penisola. Ci aspettano oltre 800 km di strade, per gran parte autostrade. Se saremo fortunati, muovendoci nella tarda mattinata, dovremmo riuscire a evitare code e ingorghi, che nella stagione primaverile sono sempre in agguato. Ci spostiamo al sud. Verso la Puglia. Un clima temperato, non caldissimo, dovrebbe favorire le performance della nostra auto. In particolare nel rifornimento, il gas metano risente della temperatura esterna. La differenza non è sensibile, e l’economia dei consumi farà la differenza. Abbiamo pensato di illustrarvi quanto può essere economico viaggiare con quest’auto. Così ‘lasciamo fare a lei’: cruise control impostato sui 125 km/h, che saranno circa 120 km/h effettivi. Il viaggio scorre regolarmente, salvo un paio di soste di ristoro.

La posizione di guida è comoda, e comodi, sui sedili della Golf Variant, stanno anche i due passeggeri.

Ai quali aggiungiamo i bagagli di tutti e tre. In poche parole, l’auto è carica. Che cosa cambia nell’assetto e nella tenuta di strada? Praticamente nulla. Anzi. Sembra quasi che sia questo il suo status abituale. L’avevamo verificato già in passato sul modello precedente di quest’auto, a benzina. Non che ‘a vuoto’ l’auto non renda o non trasmetta sicurezza. Ma, carica, è ancor più ben piantata. Diamo un paio di accelerate per capire come va, e la risposta della Golf Variant TGI è sempre brillante. Dopo 400 km siamo sul Gargano, nelle Marche.

Non ce ne eravamo accorti,

ma siamo passati, anche se l’auto ci aveva avvisati con messaggi sui display, centrale e sul cruscotto, dal gas alla benzina. Ce lo ricorda lo strumento del serbatoio del gas, che è a zero. Nel frattempo, il navigatore nel display centrale che ricorda che abbiamo esaurito il gas e chiede se desideriamo raggiungere uno dei distributori più vicini. Non ci resta che dirgli di sì. Ne scegliamo uno non distante dall’autostrada, e facciamo un po’ di conti: il serbatoio del gas tiene 15 litri di metano. Quindi

ha percorso più di 26 km/l.

Fare il pieno con l’auto a metano è simpatico: quando il gas comincia a confluire nel serbatoio produce un rumore simile a quello che si fa gonfiando un palloncino. Si riparte. L’ultima ora di viaggio sarà sulle strade statali verso il Gargano. I consumi? Pressoché invariati. L’indomani proviamo a percorrere un po’ di strada a benzina, attraverso il Gargano, verso Lecce, per fare rifornimento di gas. Siamo senza bagagli, facciamo alcuni tratti di strade nervose e guidate. Dopo un centinaio di km di guida allegra facciamo un paio di conti: a benzina ha percorso in media 20 km/l. Attiviamo la calcolatrice del cellulare, per scoprire, conti alla mano, che per andare dalla #RivieraFriulana

al Gargano abbiamo speso circa 26 euro di carburante (GNC, gas metano).

Di un viaggio confortevole e sicuro. E ora? Il premio: una

gita sul lago costiero di Varano.

È il primo lago italiano per dimensioni. Solo che… è salmastro. Separato da un lungo istmo dal mare, alle sue spalle i rilievi garganici e la Foresta Umbra. Lungo dieci km, con una profondità media di 3 metri, massima di 6 metri, ha una superficie di 60 Km2. In provincia di Foggia, è ripartito tra tre Comuni: Cagnano Varano, Carpino e Ischitella. La strada inter costiera perfettamente rettilinea, è spesso utilizzata per gare e prove ciclistiche e motoristiche. Offre paesaggi unici e suggestivi, con il porticciolo dei pescatori che possono scegliere tra i riparo del lago e il mare aperto, che raggiungono attraverso i due estuari protetti da chiuse. Anche la spiaggia del mare, molto estesa e poco frequentata rispetto all’estensione ha il suo fascino. Beh, ora scarichiamo dal capiente bagagliaio della Golf Variant TGI quanto serve e ci avviamo per un bel tuffo in mare…

#chalieinauto93IMG_2857 IMG_28631 IMG_28681 IMG_28721 IMG_28741 IMG_28491 IMG_2883111 IMG_288711 IMG_288911 IMG_289211 IMG_28981 IMG_29101 IMG_290111 IMG_29081 IMG_29001 IMG_29091 IMG_29051 IMG_28991

#testdrive a tutto gas con un’auto ecosostenibile: la Volkswagen Golf Variant TGI

Il metano combustibile ecologico non limita le prestazioni di un’auto veloce per la famiglia

Il modello bifuel fa risparmiare senza limitare il divertimento della guida

A tutto gas… No, non ho cambiato il nome del nostro appuntamento settimanale. Ma è quanto mi ha ispirato questo nuovo #testdrive. Mi è stato suggerito: prova questa. E così accondiscendendo il consiglio di un collega, ho fatto una scoperta interessante. Ovvero, mi si è rivelato un mondo nuovo. Anch’io, come la gran parte degli automobilisti, per anni ho considerato l’auto come un mezzo per gli spostamenti, di lavoro e non solo. Pur non trascurando la ricerca dell’equilibrio tra un’auto performante, perché maneggevolezza, tenuta di strada e spinta sono una garanzia di sicurezza, ho sempre cercato di porre attenzione ai costi di gestione, e principalmente ai consumi. Così, improvvisamente, ero passato dall’auto a benzina al diesel. Oggi, si sta tentando di collocare il diesel fuori moda, incolpando questo motore generoso, sostenibile e super affidabile, di essere la principale colpa dell’inquinamento atmosferico. Trascurando il fatto che il motore a benzina invece inquina maggiormente, perché rilascia dalla combustione metalli pesanti. Che, è acclarato, sono causa di numerose malattie degenerative.

Ora per me questa nuova occasione e scoperta: il gas.

Il gas metano. Che va gestito in sicurezza, ma rende come la benzina e costa più di un terzo in meno rispetto al combustibile più tradizionale. Infatti i distributori sono più rarefatti rispetto a quelli a Gpl, il gas propano liquido e ubicati lontano dai centri abitati. In realtà, l’auto poi è sicura come le altre. Ah sì, stiamo provando la Volkswagen Golf Variant TGI, Turbo gas injection. Il motore di 1400 cc eroga una potenza di 150 CV. E i consumi? Li abbiamo verificati nel trasferimento fino a casa: 20 km/l a benzina, quasi 30 km/l a gas. Serbatoi più piccoli di quelli tradizionali non impediscono a questo spazioso modello dell’intramontabile Golf di avere

un’autonomia complessiva importante: oltre 1100 km.

Con 40 l di benzina e 15 l di Gas naturale compresso, o metano. Questo dato vi fa capire che mentre per il Gpl distribuito direttamente sulle strade da diverse compagnie petrolifere occorre installare sull’auto un bombolone, per il metano è sufficiente una bombola da 15 litri. Lo spazio risparmiato si guadagna tutto nella capienza del bagagliaio, grande, come quello della Golf a benzina o diesel. Ma nel passaggio tra il gas e la benzina che cosa succede? Come avete intuito, è l’auto a scegliere di utilizzare per primo il combustibile allo stato gassoso. Quando si esaurisce la bombola, la Golf

passa automaticamente alla combustione della benzina.

Senza che possiate notare alcun cambiamento. Ve ne accorgerete solamente perché l’indicatore del serbatoio del gas sarà finito sullo zero e sul display centrale dell’auto comparirà una notifica. Nel frattempo, sul display multifunzionale al centro dell’auto, il navigatore vi chiederà se vi deve condurre al distributore di gas più vicino. O meglio ai distributori di gas più vicini. Non vi resterà che scegliere quello più comodo lungo il vostro percorso. E con meno di 15 euro rifarete il pieno. Dopo circa 350 km. Sì, ma l’auto? La Golf non farà una piega. E con essa nemmeno le vostre capacità di guida. La Golf Variant TGI assicura prestazioni analoghe alla GTI, sia nell’uso a gas che quando va a benzina. E vi assicuro che

tira via veloce.

In salita sfrutta bene i 110 cavalli di potenza. Nel misto è altrettanto veloce. In sorpasso vi sorprenderà per la ripresa e la conseguente sicurezza di guida. Nonostante il modello Variant sia sensibilmente più grande della Golf tradizionale, la tenuta di strada è davvero da assetto sportivo. E migliora ancora a pieno carico. Le sospensioni infatti sono studiate per sostenere un’auto familiare. Una sorta di Golf SW. Ma non per questo si riduce la proverbiale maneggevolezza. E nemmeno la precisione di guida della vettura. Alla quale concorre l’ottima presa del volante. e che è agevolata dal differenziale autobloccante elettronico XDS. Per la sicurezza, è dotata di tutti gli accorgimenti per la sicurezza attiva e passiva, la guida assistita, il parcheggio assistito. Automatici pure l’attivazione dei fari, potenti e selettivi, e del tergicristallo. Mentre display e computer di bordo si sincronizzano con l’apposita applicazione per smartphone Apple o Android. Avevamo provato una Golf Variant diesel tre anni fa: il modello precedente. Ma questo modello va ancora oltre. E, soprattutto, particolare non trascurabile in quest’epoca, l combustione a gas produce un basso livello di inquinamento. Una prova sui consumi? Abbiate la pazienza di attendere il n.93 di #charlieinauto. E l’affidabilità con fondo sdrucciolevole? Per assecondarvi abbiamo infilato alcuni sterrati nella #RivieraFriulana tra Ronchis e Rivignano e la #Golf Variant TGI non si è fatta sorprendere. e ha mantenuto la silenziosità che la caratterizza assieme al confort. La frenata è morbida ma sicura, la IMG_299711 IMG_2987 IMG_29841 IMG_30141 IMG_30031 IMG_29981 IMG_29881 IMG_29921 IMG_30021 IMG_29681 tenuta di strada con un buon margine di sicurezza anche sullo sterrato. Sul bagnato non cambia nulla: pneumatici affidabili e l’auto che non si scompone nemmeno nelle grandi pozzanghere, con il tergicristallo che ci assicura buona visibilità.

#charlieinauto92

#Testdrive di un’auto per tutti facile e divertente da guidare

Con #FiatTipo 5 porte ed SW S design cerchiamo il fresco tra il verde e le valli del #Tarvisiano

Capacità di carico e confort per i passegeri con tutte le dotazioni più attuali

‘Es… tate’! Così fa una popolare canzone, che ci fa anticipare l’arrivo della nuova stagione. Che peraltro le condizioni metereologiche hanno già anticipato. Perciò, cerchiamo un po’ di frescura in montagna. Anche per vedere fino a dove si spinge l’affidabilità della #FiatTipo SW 1600 da 110 CV S design. Bianco ghiaccio, il suo colore ci ispira l’avvicinamento delle nevi perenni. Ma, a nordest, si ritrovano soltanto in quota. Molto in alto. Dove l’auto non si può arrampicare. Così scegliamo una vallata. Nel Tarvisiano. Il tratto da percorrere in autostrada, la A28, è sufficientemente lungo per studiarne i consumi. Così, fissiamo il cruise control a 130 km/h. Sarà anche vero che dovremo considerare una tolleranza di qualche km in meno di velocità rispetto a quella indicata dal contachilometri. Ma ci proviamo ugualmente, perché rappresenta comunque un utile riferimento. Utile anche per chi utilizza la vettura. Serve a sapersi regolare e a imparare a guidare ottimizzando i consumi e il rendimento e le potenzialità della propria auto. Dopo il casello di Carnia, l’autostrada sale progressivamente, e ciò renderà più obiettiva la media dei consumi indicata dallo strumento della Tipo. Usciamo a Tarvisio, o meglio, a Camporosso. A noi piace sempre considerare il consumo dei km con un litro, secondo la consuetudine latina.

Così la #FiatTipSW si conferma risparmiosa

e a 130 km/h di velocità costante percorre 20 km con un litro. Pero a bordo: 3 persone. fuori dal casello, raggiungiamo Camporosso. Poche settimane fa, qui era tutto ricoperto di neve. Oggi il paesaggio, irradiato dal sole, è verde e rigoglioso. La strada è in salita e la Tipo la affronta con agilità e decisione. Come ci aspettavamo. È ora di pranzo e facciamo una tappa. L’ultima volta avevamo percorso questa stradina con un fuoristrada. Ma ce l’avrebbe fatta comodamente anche la #TipoSW. Arriviamo alla baita-trattoria. Il goulash con una birra, perché in montagna, di vigneti, almeno nel tarvisiano, non ne vediamo. Poi il relax sul pratone, con il sole che scalda l’aria frizzante. Pausa finita e si riparte. La meta. Inevitabilmente la vicina Val Saisera. Paradiso dei fondisti, d’inverno è interamente innevata. La pista sull’intera vallata misura oltre quasi venti chilometri. E si sviluppa nel sottobosco, lungo il torrente, scavalca la strada e si spinge fino a pochi passi dall’acqua giacciata. Poi sale per raggiungere la Malga del tedesco. Da lì si apre la

#Piana dell’Angelo.

E si comincia a scrutare l’imponente scenario dello Iof Fuart e dei potenti contrafforti che rendono la valle del torrente Saisera una valle chiusa. Cominciamo la salita. Il cambio della #TipoSW è ben distribuito. Le marce ci consentono di spingere l’auto anche in salita, anche all’uscita dalle curve più strette. Nella ripresa dei tratti in salita. La malga oggi è chiusa. Allora saliamo fino all’origine della vallata, oltre la polveriera in disuso. Strada ripida, alcune curve più secche, un ponte e arriviamo al parcheggio utilizzato d’inverno dai fondisti, d’estate dagli escursionisti che, da qui, si inerpicano lungo i sentieri, fino ai rifugi soprastanti. Il paesaggio è impagabile. Da un lato non riusciamo a spingere lo sguardo fino in fondo alla vallata. Che ci svelerebbe diversi esemplari di fauna selvatica. Che là dentro trovano un riparo sicuro e d’inverno potremmo raggiungere con gli sci da fondo ai piedi o con le ciaspole, le racchette. Pur prestando molta attenzione alle rigide temperature del posto. Dall’altro, spingiamo lo sguardo fino al Santuario del Monte Lussari. E questa mulattiera? La sensazione è che si trasformi in un sentiero poche decine di metri dopo. Così abbandoniamo l’impresa. E ci godiamo ancora un po’ il paesaggio che ci circonda che per la natura stessa del luogo si è conservato intatto da secoli. Forse da millenni. Poi scendiamo a valle. Non senza testare i freni e l’assetto dell’auto. La #FiatTipo SW ci conferma ciò che ci aspettavamo:

maneggevole, sicura, veloce.IMG_0135

IMG_01361 IMG_01401 IMG_01461 IMG_01471 IMG_01491 IMG_0158 IMG_016811 IMG_01811 IMG_018211 IMG_020211 IMG_020411 IMG_02141 IMG_02201 IMG_02321 I freni tengono bene anche dopo la lunga discesa. E ora che siamo ritornati a Valbruna? Un salto in pasticceria, per una fetta di crostata, o di strudel, o un dolce della vallata. Con un the o con la cioccolata calda. In serata imbocchiamo l’autostrada per rientrare. Ormai sappiamo come comportarci anche con il modello ‘familiare’ della nuova Tipo. Test completato con risultati nelle attese. La SW sembra studiata per fidelizzare il conducente: maneggevole, confortevole, comoda con una buona capacità di carico, con consumi contenuti. Ma ci manca di provare la berlina… #charlieinauto91  

#testdrive : facile e intuitiva da guidare ma all’occorrenza Fiat Tipo SW tira fuori la grinta

IMG_00051 IMG_00091 IMG_00081 IMG_0010 IMG_0013 IMG_0017 IMG_0021 IMG_0022 IMG_0023 IMG_00271 IMG_01421#testroad sulle colline friulane e la riviera collinare del tarcentino per festeggiare il n.90 di #charlieinauto

Un’auto di famiglia scattante completa elegante con l’S design e utile anche per i single più sportivi

Tipo ha rivoluzionato il modo di fare auto della #Fiat avvicinandola sempre di più al mercato. Che è il termin tecnico economico che sta a indicare gli automobilisti. O meglio, l’automobilista ‘Tipo’. Sembra quasi un gioco di parole voluto. Ma non è così. Spaziosa e più lunga della 5 Porte quanto basta, la SW, questa S design, mantiene la stabilità e l’affidabilità della sorella ‘minore’. A differenza di un tempo, quando i modelli ‘familiari’ rispetto alle cinque porte o berlina soffrivano nell’aderenza del retrotreno, salvo quando viaggiavano a pieno carico. La necessità di dotarle di sospensioni più rigide per sopperire al maggior peso a pieno carico si rifletteva su una minor affidabilità con l’auto leggera. Non solo, ma anche l’altezza da terra del retrotreno variava. Cosa che non accade più in particolare nella nuova Tipo SW. Che dal portellone può caricare anche un paio di biciclette. Anche se sollecitata assicura un’ottima tenuta di strada. A dispetto dell’appellativo benevolo ‘familiare’, che altro non è se non la dicitura italiana delle station wagon, garantisce una guida che può dare soddisfazioni anche nel misto veloce, e

risponde bene alle attese.

L’ottima presa assicurata dal volante in similpelle, i sedili avvolgenti, la confortevole posizione del conducente, ma anche del passeggero, rendono la guida piacevole e appagante. A questo si unisce un buon impianto radio e musicale. Il comodo e facile display centrale. Con buona parte dei comandi e dei dati di viaggio che sono ripetuti nel più piccolo display centrale tra gli orologi. Ma, ritornando alla guida, anche il cambio a sei marce preciso e rapido. Anche l’assistenza alla guida è precisa e rassicurante. Così come il preavviso del rischio di collisione che si tramuta anche in una

efficace frenata di emergenza in caso di necessità.

Proviamo a imboccare una strada di campagna e raggiungiamo i borghi del Friuli rurale. Del Medio Friuli. Come Sedegliano. Circondato dalle campagne era, ed è un sito di passaggio delle merci e dei trasporti dalla zona pedemontana friulana al Veneto orientale e al mare. Sorge accanto a insediamenti del Paleolitico e romano. Ospita per esempio un antico ‘castelliere’, resto di una serie di fortificazioni che caratterizzavano da tempi antichi quest’area a baluardo del territorio. Oggi l’area accoglie anche attività produttive. Ma rimangono i fabbricati rurali con il fascino che sprigiona dalla memoria della civiltà contadina.
Da qui imbocchiamo la strada pedemontana per scorre verso nord est. Accanto anche a una zona industriale, quella di Rivoli di Osoppo, che ha ospitato la puntata di #TopGear dedicata alla distruzione di una Fiat Panda. E puntiamo verso il Tarcentino. Caratterizzato da costruzioni

antiche di pregio, che costellano la Riviera pedemontana.

Tarcento è una cittadina di fondovalle, sulla quale si affaccia l’alta Valle del Torre verso la Slovenia. Una zona ricca di proposte di gastronomia tradizionale. Nella quale si sviluppano strade molto suggestive e tecniche, che non per nulla hanno ospitato le prove speciali di diversi rally. A cominciare dal Rally delle Alpi Orientali. A Tarcento, che è la culla della tradizione dei riti epifanici, che culminano con l’accensione del grande ‘Pignarul’, il fuoco propiziatorio sul colle del castello, sono anche numerose le attività e le società sportive. Ma anche le opportunità per praticare sport amatoriali. Per i quali, ecco un’auto adatta: la #Fiat Tipo SW S design.

#charlieinauto90