#testroad #VW sulle strade dei grandi #rally a Taipana una delle speciali storiche dell’ #AlpiOrientali

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Un’auto per tutti i giorni. La mission della Volkswagen è da sempre incentrata sulla produzione di vetture ‘per il popolo’. Questo slogan, è talmente radicato nella strategia aziendale da essere divenuto il simbolo della Casa tedesca. Che oramai in un unico Gruppo, il Volkswagen Group, riunisce quattro marchi, VW compreso. Un Gruppo, che realizza modelli di grande diffusione. Una delle scelte vincenti della VW, decenni prima di divenire il colosso economico attuale, è stata quella di realizzare la Golf. L’auto che è arrivata alla settima generazione. E ha sempre mantenuto la caratteristica precipua di essere innanzitutto un’auto accessibile a tutti. Da questo, a offrire a più versioni, con opportunità diversificate e alla portata di molti. Così, quando vi ritrovate davanti a un’auto familiare, vi aspettate che sia spaziosa, confortevole, che non consumi molto. Ma nel contempo assicuri prestazioni sufficienti a trarvi d’impaccio in caso di necessità. Il sedile di guida, possibilmente anche gli altri, comodo ma avvolgente quanto basta, e il volante con una buona presa: sono dettagli che cominciano a insospettirci. Che dai due orologi della strumentazione posti dietro al volante spicchino dati come l’indicazione della velocità massima nel tachimetro piuttosto elevata, può dipendere dalla disponibilità di diverse versioni di questo modello di auto. Ciò che concretizza i nostri sospetti sono i comandi destinati a selezionare la funzione con la quale si intende gestire il motore e l’assetto della Golf Alltrack. Su uno dei pulsanti si legge Sport. E le palette dietro al volante per cambiare le marce, se possibile, più velocemente del cambio automatico DSG a sette rapporti, o anche semplicemente in modo più adattivo rispetto a qualsiasi condizioni nella quale ci troviamo a guidare. In effetti, scorrendo la scheda della nostra Golf Alltrack, leggiamo che a una cilindrata di 2000 cc per un motore diesel con un’ottima curva di coppia, e comunque con 184 CV a disposizione, corrispondono consumi contenuti. Rispetto alle qualità emergenti di questa Golf, non ci resta che premere il pulsante dell’accensione, e dopo avere innestato la marcia, lasciare che sia il motore a raccontarci le sue capacità. Per farlo, cerchiamo una strada adatta per poter mettere alla prova la Alltrack. Che già dal nome lascia trasparire la sua vocazione. Cominciamo dall’asfalto. Siamo fortunati: oggi piove e l’asfalto è scivoloso. Così imbocchiamo da Attimis la salita per Taipana. È una delle speciali storiche del Rally delle Alpi orientali. Fino a qualche decennio fa, le strade di raccordo in cima alla montagna erano sterrate. Ora cercheremo di scoprire se sono stare asfaltate. La salita non impensierisce la Golf. Ma nemmeno i tornanti o il misto veloce. Le quattro ruote motrici la tengono incollata all’asfalto. La potenza del motore fa il resto. La Alltrack ci trasmette la sensazione di essere alla guida di un’auto da rally: diesel… Il tiro ai bassi del motore ce la estrae da ogni tornante, e quale che sia la marcia inserita, la Golf non indugia a scattare in ogni situazione. Arriviamo in cima e una valle ricoperta dalla vegetazione verde e rigogliosa racchiude il capoluogo comunale: Taipana. Un territorio molto esteso, si spinge verso la Slovenia e comprende zone di pregio naturalistico, faunistico, venatorio. Ci spingiamo verso le frazioni, come Prossenicco. E finalmente scorgiamo una strada bianca scorrevole, che si infila nel bosco. È piovuto da poco, e il fondo è compatto. Proviamo in diversi modi a far pattinare la Golf Alltrack, ma ogni sforzo per superare i limiti e far sbandare questa Golf risulta inutile. Anche sullo sterrato veloce si conferma una vettura per tutti. Che, però, nel caso siamo motivati a chiederle una prestazione superiore, per motivi di sicurezza, o semplicemente per il piacere della guida, la Alltrack replica con altrettanta sicurezza e affidabilità. Anche se la stimoliamo spingendo a fondo sull’acceleratore. Probabilmente, se togliessimo i controlli elettronici e l’assistenza alla guida, la situazione si farebbe più divertente. Ma il tempo stringe. E imbocchiamo una delle strade che tra la montagna un panorama mozzafiato verso la #RivieraFriulana scorgiamo laguna e anche il mare, scendiamo verso la pianura friulana. Per dirigerci nel pordenonese. La nostra meta è Valvasone, antico borgo medioevale nel pressi del fiume Tagliamento. Uno splendido castello arricchisce la parte sud orientale del borgo medioevale rurale di Valvasone. Visitabile, al suo interno il più piccolo teatro della Penisola. Il nostro #testdrive per oggi è finito, e con rammarico il castello, come il borgo che si è sviluppato attorno, sono nati in funzione della posizione geografica. Da lì si dominava il guado del fiume Tagliamento, il passaggio obbligato delle merci e degli spostamenti verso la Germania e il nord Europa.

#charlieinauto113

#testdrive #testroad sui #laghi italiani stavolta nel Bellunese con #Volkswagen #Alltrack

Non è appariscente ma concretamente efficace ancorata alla strada e decisamente performante

Il motore diesel 2000 eroga 184 CV e con la coppia bassa e il cambio Digit con la trazione integrale rende questa #VW un giocattolo sicuro per tutti i tipi di percorso

I consumi nella tradizione della VW sono limitati

Riepilogando, una #Volkswagen ‘familiare’, che tradisce la sua grinta soltanto per i rivestimenti in materiale antiurto parafanghi e del sottoscocca. E per l’assetto che assieme alle ruote leggermente sovradimensionate rispetto a quelle di una #Golf Variant fa trasparire la sua vocazione corsaiola. Per capirla, è sufficiente salire a bordo e mettersi al volante. Il sedile è avvolgente quanto basta per farvi sentire a vostro agio se affronterete un percorso impegnativo. Il volante assicura una buona presa. La guida assistita asseconda la marcia più rilassata. Si riparte. Il motore diesel 2000 ci tranquillizza: anche se è un’auto wagon che cela un cuore sportivo, i suoi consumi con la guida normale sono davvero contenuti. Il cambio automatico Digitronic a 7 marce li mantiene nella media, anche se decidiamo di dare una ‘sgasata’.

Guidando la nostra Golf Alltrack,

non ci riusciamo a spiegare come mai il motore diesel non sia stato sviluppato nell’automobilismo sportivo. Sembra piuttosto che l’orientamento di alcune Case automobilistiche sia di abbandonare, entro pochi anni, i motori a gasolio, per mantenere in uso quelli a benzina. Un programma controverso, perché secondo diverse fonti il motore a benzina è più inquinante di quello a gasolio. Che se produce emissioni più vistose, non per questo producono danni all’organismo dell’uomo e degli animali e all’ambiente come i metalli pesanti rilasciati dal motore a scoppio, ovvero a benzina. Tornando a noi, anche sembra che i motori ibridi ed elettrici dovrebbero a loro volta soppiantare quelli sospinti da idrocarburi, questa #Volkswagen #Golf dimostra che per una guida sportiva e appagante, per ottenere soddisfazioni al volante anche sulle strade più nervose, il diesel, con una curva di coppia vantaggiosa, può offrire punti per un sano divertimento. Questa

#Alltrack si è infatti dimostrata superiore alle aspettative.

Abbiamo rispolverato la sua vocazione sull’Altopiano del Cansiglio. Poi sulla strada che scende verso il bellunese, e va in direzione del Lago di Santa Croce, nel Fadalto. Un versante, quello bellunese del gruppo del monte Cavallo sul quale ora ci troviamo, che specialmente nel pomeriggio diviene particolarmente suggestivo. Perché la luce del sole crea un effetto cromatico caratteristico. Colorando il paesaggio con tonalità rosate come fa, peraltro, sulle vicine Dolomiti. La strada che scende verso il Bellunese è stimolante. In un paio di tratti riusciamo a vedere fino a dove si può spingere la #Golf #Alltrack in discesa. E verifichiamo che

il margine di sicurezza è davvero elevato.

Probabilmente, per trovare veramente i limiti di questa #VW dovremmo portarla in pista, viste le sue prerogative da purosangue. Oppure aspettare qualche mese, quando la neve ricoprirà il paesaggio locale e le strade, rendendo più insidioso un percorso che comunque è di per sé sicuro. Scendiamo verso Tambre, e Tambruz. Quindi la strada si fa più tecnica e ci si può sbizzarrire in tornanti e curve che chiudono, tratti in falsopiano, pezzi in discesa per provare la staccata. Sempre agevolati dal fatto che la giornata è talmente tranquilla che la strada è tutta per noi. Attenzione all’attraversamento delle frazioni di Lavina e Borsoi, finché arriviamo a Palughetto e Codenzano, a valle. Dove le acque cominciano a colmare il fondovalle. Fino a immettersi nel

Lago di Santa Croce.

Un bacino placido, circondato da monti dolci e verdi. Sul lato occidentale del lago, il versante opposto a quello dove stiamo arrivando, scorre la strada statale di Alemagna. Scendiamo verso il lago per una passeggiata. Scorgiamo una spiaggia ghiaiosa, e affollata, che ci conduce verso l’acqua dopo un pratone verde. Beh, quasi quasi… Il necessario l’abbiamo portato nell’ampio bagagliaio della Golf Alltrack. Così un bagnetto rinfrescante sarà il premio per la guida sportiva. E per essere ritornati a valle dal clima meno torrido dell’altopiano. Un salto al Capitello della Madonna del Lago. Poi una sosta al Bar Da Fortunato. Che sul retro ci propone un fantastico terrazzo panoramico. Sul quale, il titolare, quasi un sosia di Karol Wojtyla, oggi Santo, e la moglie, ci servono le bevande in

un contesto stile vintage,

che ci dimostra come qui, ancora qualcosa conservi le carature del passato. Su questo versante del lago ho l’impressione sia davvero così. Sì, perché poi proseguo verso la Baia delle Sirene (c’è anche qui come a capo San Vigilio sul Garda) e Santa Croce del Lago, imboccando la Ss 51 di Alemagna, e ricordo d’esserci passato da bambino, in corriera, così si chiamava il pullman, in occasione di una gita che ci aveva portati a Pedavena, non lontano da qui, a visitare storici birrifici. Le caseIMG_80551 IMG_8060 IMG_83161 IMG_8321 IMG_83241 IMG_83361 IMG_834611 IMG_8005 IMG_8001 IMG_82661 IMG_80061 IMG_80091 IMG_80111 IMG_80121 IMG_80221 IMG_80241 IMG_80331 IMG_80351 IMG_80381 IMG_80451 IMG_80471 IMG_80491, come anche il ristorante dove ci eravamo fermati allora, sono rimasti esattamente come allora. Mi sembra di vivere un flashback. Un salto indietro nel tempo. Nel frattempo si avvicina l’imbrunire. E dobbiamo rientrare. A pochi chilometri c’è l’ingresso della A27. Che ci porterà fino a Conegliano, verso Treviso, quindi al Passante, collegandoci con le autostrade italiane.

#charlieinauto 112

#Testroad sui laghi italiani prosegue sulla riva veronese del Garda con il #testdrive della #VW #Golf Alltrack

Motore diesel 2000 cc da 184 CV cambio Digitronic a 7 marce e trazione integrale per il piacere di guidare

Confort, potenza, consumi adeguati per la versione sportiva quasi corsaiola di una delle auto più vendute al mondo

Abbiamo cominciato il percorso del nostro racconto da una Golf Variant. Un’auto familiare, comoda, confortevole, che, però, era di oltre cinque anni fa. Quando l’elettronica e la guida assistita erano agli inizi. Diesel, dai consumi contenuti, prestazioni sufficienti per l’uso che le era richiesto, rispondeva alle attese di una famiglia media, anche per le escursioni vacanziere o le scampagnate. Così come di chi usa l’auto per lavoro. Affidabile e completa. Realizzata in grande serie tanto, ma è un aneddoto, che un giorno sono salito a bordo di una gemella parcheggiata nel piazzale dello stesso hotel, e che evidentemente era stata lasciata aperta. Soltanto nel tentativo di metterla in moto e sbirciando negli ampi portaoggetti delle porte avevo compreso l’errore.

Della Golf, in tanti decenni sono stati realizzati milioni di esemplari,

e ora siamo arrivati alla settima serie. Dopo questa esperienza positiva, testate altre auto del Gruppo Volkswagen, mi era stata offerta un’occasione molto interessante. Che rispondeva alle specifiche che avevo espressamente esposto: spaziosa, diesel con consumi contenuti e nella norma, dal costo accessibile. D’altro canto, Volks Wagen, l’auto del popolo, era nata con questa mission. Ed ecco la risposta: la Golf Variant TGI. A gas metano. Consumi limitatissimi: con 27 euro di combustibile gassoso siamo andati dal Friuli alla Puglia, 800 Km! Stavolta, siamo in piena estate, ecco un’altra piacevole sorpresa: perché inaspettata, e dalle risorse incredibili: la Golf Alltrak. Che detto così, può significare semplicemente che è a trazione integrale. Invece, sotto il cofano, la sorpresa migliore:

il motore, diesel, 2000 cc, eroga 184 CV!

Probabilmente lo stesso che equipaggia auto sportive di altri marchi del Gruppo. La trazione integrale, in questo caso è essenziale per consentirne la guida anche al conducente medio. Perché con il supporto del cambio automatico VW, a sette marce, fino a quelle più alte, grazie anche alla curva di coppia azzeccata, continua a spingere con energia. a farvi sentire sotto il sedile che c’è e va governato. Nessun problema grazie all’assetto sportivo, ma a scelta anche confortevole, alla possibilità di scegliere il rendimento del motore a seconda dell’uso richiesto, a una capacità frenante rassicurante. Ma che non deve trarre in inganno. Perché in un attimo la Golf Alltrack ci proietta in avanti ad alta velocità. Poi ci dobbiamo ricordare degli spazi di frenata. Il regalo dell’estate, quindi. E l’abbiamo preso per tale. Un’auto perfetta per gli spostamenti, per andare al mare. Per la vita quotidiana. Ma anche per tirare una bella sgommata su uno sterrato misto, su una strada di montagna guidata, su un tratto veloce.

Anche la Alltrack mantiene fede alla ‘mission’ della VW per il prodotto Golf:

consumi contenuti. Ci spostiamo a velocità normale e il consumo è più che soddisfacente. D’altro canto, in autostrada ci sono i limiti di velocità e i controlli. Sulle strade statali e comunali da Verona al Lago di Garda, anche, ed è meglio così vista l’intensità e la molteplicità di utenti, con ogni mezzo, italiani e stranieri che le percorrono. Quindi, la Alltrack su strada normale si comporta esattamente come una vettura di classe media. Anche se la parte ciclistica, l’assetto e l’impostazione la rendono decisamente più incollata delle altre vetture di pari categoria. Questa volta, per proseguire il nostro #laketour andiamo sulla sponda veneta del Lago di Garda. Dopo avere scollinato superando un colle panoramico scendiamo verso Garga. Una solare località in riva al lago. Il porticciolo e il lungolago hanno il loro fascino, ma la nostra curiosità ci spinge verso la Baia delle Sirene, a Punta San Vigilio, uno degli scenari incantati del Benaco. Giunti sul posto ci accorgiamo di essere fuori orario. La durata delle giornate estive ci ha tratto in inganno. E siamo arrivati sul posto all’ora di chiusura del parco. Così puntiamo verso una meta nuova: Torri del Benaco. Con il castello scaligero, il popoloso lungolago che la sera si affollerà di turisti. per la cena non c’è che l’imbarazzo della scelta. Al tramonto, dal tavolo del ristorante ammiriamo la skyline del lago, sul versante bresciano, che si accende di mille luci. E la Golf? Beh, la riprenderemo più tardi. Magari, con il traghetto, da Torri del Benaco attraverseremo il lago per raggiungere Toscolano Maderno, sulla sponda bresciana. Ma questa sarà un’altra storia.IMG_82661 IMG_82931 IMG_83341 IMG_8493 IMG_85001 IMG_85051 IMG_85071 IMG_85191 IMG_85211 IMG_8520 IMG_85291 IMG_85301 IMG_85311 IMG_85331 IMG_85391 IMG_85581 IMG_85611 IMG_85641 IMG_83501 IMG_80591 IMG_83361 IMG_83371

#charlieinauto110

#testroad sui #laghi italiani con … la nuova #SubaruXV sulla #montagna #pordenonese

Nella mecca del rallysmo verso il passo Rest con tappa al lago di Redona e ai suoi paesi fantasma

Un #crossover scattante e performante a benzina con consumi contenuti e prestazioni brillantiIMG_62171 IMG_62211 IMG_62261 IMG_62291 IMG_62571 IMG_62621 IMG_62671 IMG_62691 IMG_62751 IMG_62771 IMG_62811 IMG_628311 IMG_62861 IMG_62911 IMG_62891 IMG_62931 IMG_62961 IMG_63001 IMG_63011

#Lago, d’estate, è sinonimo di frescura. Di un ambiente naturale preservato e mantenuto al suo splendore originario. Anche se il tempo ha cambiato le regole del gioco, e la montagna, nel tempo, si è spopolata. Poi, l’uomo ci ha messo del suo, e per favorire il progresso ha stravolto le cose. Per puntare allo sviluppo della società. Così, vallate utilizzate solamente per il pascolo e per coltivazioni di montagna, sono state allagate per realizzare bacini artificiali e generare la corrente elettrica. Come il bacino creato con uno sbarramento sul torrente Meduna: il lago di Redona. Un invaso artificiale che è divenuto un gradevole scenario alpino. E che in caso di annate siccitose fa emergere i piccoli borghi che sono stati spopolati e abbandonati.

E’ il lago dei Tramonti.

Tra i paesi di Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra. Sulla strada per il passo Rest, una mecca del rallysmo italiano e internazionale. Ma andiamo per ordine. Siamo partiti con la #SubaruXV dalla zona della Penisola più ‘densa’ di laghi. il trasferimento, evidentemente, avviene in autostrada. La posizione di guida è comoda e confortevole. Anche se si comprende che è adatta anche alla guida sportiva. Così come sono comodi i sedili dei passeggeri. I sistemi di guida assistita del #crossover della #CasadellePleiadi sono analoghe a quelle dei modelli più recenti. L’evoluzione degli accorgimenti che hanno contraddistinto la #Subaru per le dotazioni di sicurezza. Attiviamo il cruise control e gli assistenti di linea (per il controllo della direzione laterale, e della distanza dagli altri mezzi e ostacoli eventuali in strada). E facciamo il test dei consumi.

Riepilogando: 2000 cc, benzina, 156 CV.

Sotto una carrozzeria più accattivante di quella precedente, che era più tecnica, ma anche completa e grintosa, si nasconde la Subaru Global Platform. Un sistema analogo a quello della nuova Impreza. Così l’auto è molto più rigida, come dichiara la Casa, del 70 per cento, ma nel contempo è migliorato il sistema di assorbimento delle buche, mentre è stato abbassato ulteriormente il baricentro di 5 mm. Conferendole una tenuta di strada e un controllo invidiabili. Il cambio CVD Lienartronic assicura una guida fluida e scorrevole. Viaggiando a 130 km/h dopo qualche centinaio di chilometri ha consumato un litro di benzina ogni 15 km. Ma anche tirando, in seguito, potremo costatare che ha consumato circa 8 litri per 100 km. Ovvero, ha percorso circa 12,5 km con un litro. Terminato il viaggio in autostrada, cominciamo a testare le strade normali. Poi quelle pedemontane e della montagna pordenonese.

Docile, maneggevole, ancorata sull’asfalto.

Le quattro ruote motrici sono da sempre una specialità #Subaru. Così proviamo a sollecitarla nel misto. E ci offre sempre risposte adeguate alle attese. Proviamo un sorpasso in un tratto in leggera salita, ovviamente sfruttando un rettilineo. Lasciamo fare al cambio automatico, dopo avere posizionato il comando su Dynamic, una delle sette opzioni disponibili. E abbiamo la conferma che la #SubaruXV, anche agevolata dalla frizione a variazione continua, come quella del mitico Ciao. Lo ricordate? E diamo fondo all’accelerazione. Quella dichiarata è di 0/100 km/h in 10’. Eccoci sulle rive del lago.

Un panorama disteso.

Che ci invita ad andare più vicino alle rive. Ecco un bello sterrato. Ci infiliamo per testare l’AWD Symmetrical #Subaru. Ecco un bel misto sulla strada bianca che corre intorno al lago, e forse, originariamente, portava a uno dei borghi ora sommersi. Vista dall’alto, dalla strade che porta a Tramonti, questo tratto appariva sgombro. Così proviamo ad affondare il piede. L’accelerazione è appagante. E la tenuta rassicurante, come non poteva non essere. Proviamo un paio di staccate. È come un’auto da rally. Con il vantaggio che è alta dal suolo e potrebbe invitarci a percorrere tracciati ben più dissestati. Probabilmente, nella neve, potrebbe avere poche rivali. Ora andiamo in riva al lago e ci rilassiamo un po’.

#charlieinauto107

#testdrive #testroad con #Ssangyong Rexton a visitare un borgo che rinasce dopo la distruzione del maltempo

Uno dei #BorghipiùbellidItalia ornato da allestimenti in legno e dai ‘castei’ le cataste di legna da ardere

Poi, verso le Pale di San Martino ricordando il Rally

E qui scatta la storia, che mi ha fatto innamorare di Mezzano ancor di più di quello che vi racconterò dopo. Una storia che mi ha ricordato il dramma del terremoto del Friuli del 1976, che ho vissuto in prima persona subito, correndo a scavare sotto le macerie di un condominio caduto nella notte del 6 maggio di quell’anno per cercare di salvare chi era sopravvissuto agli effetti devastanti delle prime fortissime scosse. Poi da Vigile del fuoco. Quindi da giovane cronista, a seguire per la Regione le fasi difficili e dibattute della ricostruzione. Un processo che ha funzionato e si è completato in modo esemplare perché tutti, da subito, si sono rimboccati le maniche per fare qualcosa. Per ripristinare, riattivare, ricostruire, sviluppare. E Mezzano che c’entra? Ha vissuto lo stesso processo:

i suoi abitanti si sono rimboccati le maniche e hanno sistemato, ognuno la sua proprietà.

Il Comune ha fatto la sua parte. Poi tutti assieme hanno ideato modi, tecniche, attività per abbellire e arricchire il Paese. Con uno spirito di coesione e iniziativa, che ha fruttato iniziative, realizzazioni, allestimenti. Ecco, gli allestimenti. Qui, in questa vallata, nel Primero, è costume accastellare la legna fuori dall’uscio, perché sia pronta per riscaldare la casa. I ‘castei’ sono così divenuti ornamento per la località. Che assieme alla cura dei fiori, all’amore con il quale sono state risistemate e vengono mantenute le case, gli orti, che sono numerosi, i giardini, rappresenta la caratura di questa cittadina. Divenuta anche per questo

uno dei ‘Borghi più belli d’Italia’.

Spostandoci per il Paese, abbiamo fatto ‘strani’ incontri: un gemellaggio con la scuola di musica di New York fa sì che ogni estate giovani musicisti dagli States vengano qui a formarsi e a provare o inventare nuove performance musicali. Così, del tutto casualmente, ci imbattiamo in un sassofonista che fa musica seduto sui bordi della vasta di una delle numerose fontane. In un chitarrista che prova nuovi accordi accanto al monumento in legno, e legna, realizzato in memoria dell’evento alluvionale. Di essere attratti nell’auditorium per incontrare Victoria, giovane pianista di Atlanta. E rimanere ammaliati dalla melodia della sua tastiera. E la Rexton? Beh, è estate. Un po’ di ferie anche per #charlieinauto. Ma domani si riparte. La meta:

San Martino di Castrozza. IMG_51301 IMG_515311 IMG_51751 IMG_51771 IMG_52891 IMG_530011 IMG_5415[1] IMG_51481 IMG_51761 IMG_52891 IMG_538111 IMG_540011 IMG_541911 IMG_542311 IMG_542711 IMG_5257111 IMG_5367111 IMG_53691111 IMG_537211111 IMG_5375111 IMG_53871111

È tanto che non ci ritorno. La prima volta, scendendo dall’Altopiano di Asiago, dopo essere stato a seguire le speciali del Rally, nel 1975, con la mia R4. Non è cambiato molto da allora. Certo, la città ai piedi della Pale di San Martino è crescita, si è arricchita di nuove attività ricettive, di ristoro. Ma l’attrattiva principale è dl’imponente scenario retrostante: le grandi montagne dolomitiche che al tramonto si colorano dal rosa all’arancio. Per arrivare fin qui, superando Fiera di Primero. Risalendo le vallate abbiamo perfino incontrato la pioggia. Così abbiamo provato a variare la trazione della Ssang Yong Rexton. Un po’ di attenzione nelle curve strette sull’asfalto bagnato e a bassa velocità utilizzando la trazione posteriore, perché un minimo di sovrasterzo, sia pur controllato dalla stessa auto è inevitabile a causa della potenza e della mole della vettura: diesel 2200 cc da 181 CV con 2105 kg di peso. Unitamente alla potenza alle ruote. Quanto alle dimensioni (485 cm per 192 cm), sono ininfluenti sulla guida e sulla condotta di guida. Così com’è l’effetto delle scelte stilistiche e del design, ai grandi spazi interni corrisponde una progettazione che ha reso il nuovo modello Rexton agile e performante. Il tettuccio apribile ci ha poi consentito di ammirare gli incomparabili scenari dolomitici.

#charlieinauto105

 

#Testroad sui #laghi italiani: #Ssangyong #Rexton un concentrato di tecnologie e confort

#SUV #crossover per affrontare comodamente strade normali e percorsi #fuoristrada e di #montagna IMG_50871 IMG_51221 IMG_50921 IMG_5095 IMG_50971 IMG_51411 IMG_51391 IMG_51521 IMG_51541 IMG_51731 IMG_51821 IMG_51851 IMG_526811 IMG_52781 IMG_52811 IMG_52901 IMG_5294 IMG_53021 IMG_53071 IMG_53111 IMG_53121 IMG_531811 IMG_53211 IMG_53241 IMG_532611 IMG_53291

Nuovo corso dell’auto coreana che si presenta di muso grintosa e aggressiva

Di fianco e di coda maschera le notevoli dimensioni e gli ampi spazi interni

#SsangYong #Rexton un SUV #crossover ma anche una comoda auto da strada rappresenta l’evoluzione dell’auto coreana. È stata una delle prime vetture orientali non giapponesi a raggiungere le strade europee. E dai primi modelli caratterizzati da una linea oriental-americaneggiante, si notava per le forme inusuali per le nostre abitudini. Stavolta il risultato pare centrato. E la Rexton si presenta come un’auto importante, un SUV spazioso, il muso grintoso con le fiancate morbide e slanciate nel contempo. Che hanno l’effetto di ridurre la sensazione di ingombro, che sarebbe normale viste le dimensioni della vettura. Infatti, se vista di muso, o nello specchietto non può passare inosservata e manifesta con decisione la sua vocazione fuoristradistica, di fianco risulta slanciata, e di coda addirittura riesce a camuffare la grande capienza che la contraddistingue. Avremmo voluto provare i vecchi modelli. Ma probabilmente siamo arrivati al momento giusto. Importata da SsangYong Motors Italia, già Bepi Koelliker,

la nuova Rexton punta in alto.

Anche negli interni con sedili ergonomici che assicurano un grande confort adattandosi alla corporatura dei passeggeri grazie alla tecnologia Fullmaflex. Che modella in modo differenziato la schiuma del sedile in funzione della posizione di seduta. Sedili, che sono rivestiti in misto-lana o fino alla pelle nappa trapuntata. La guida? Il servosterzo elettrico ad assistenza variabile che agisce in funzione della velocità e il volante riscaldabile dotato di tutti i comandi elettronici e funzionali. E le prestazioni? Le testeremo più avanti. Ma è sufficiente anticipare che il motore è diesel da 2200 cc con 181 CV e cambio automatico E-Tronic a 7 marce. Con tutte le regolazioni necessarie per utilizzare l’auto in ogni condizione con efficacia e sicurezza di guida. La trasmissione? Una grande sorpresa:

si può scegliere tra 2 WD sull’asse posteriore, 4WD e 4WD con ridotte.

Beh, ora però cominciamo a provarla. Questa lunga ‘sintesi’ è motivata dal fatto che la Ssangyong Rexton ci ha colpito perché è molto completa, e dispone di tanto ausili, dispositivi e accorgimenti elettronici che sembra un catalogo di tutta la tecnologia e l’innovazione oggi a disposizione. Partiamo verso la montagna veneta, attraversando Bassano del Grappa verso le Dolomiti. Controlliamo le prestazioni-consumi e sono nella media. Affrontiamo strade extraurbane e nel cruscotto Rexton ci ricorda i cartelli stradali che troviamo lungo il percorso. E ci rassicura sulle strade nuove. Alla partenza dalla città, la capitale economica italiana, il caldo era pesantemente afoso. Alla temperatura elevata si aggiungeva un forte tasso di umidità. Ma il sistema di climatizzazione dell’auto, dopo pochi chilometri ci ha fatto sentire a nostro agio. Un po’ preoccupati perché sopra di noi si addensavano i primi cumulonembi presagio di un fronte temporalesco in arrivo. Puntiamo sul basso Trentino.

Mezzano, a pochi chilometri da Fiera di Primiero,

superando il feltrino, Lamon, che dà il nome ai fagioli DOP della pedemontana veneta. Mezzano è uno dei Borghi più belli d’Italia. La nostra meta è il Lago di Val Noana. Un bacino artificiale che si trova a 1200 m e colma parte della gola che contraddistingue la valle. Da lì un percorso pedonale ci permetterà di raggiungere il sentiero degli alberi giganti: abeti, faggi e tassi secolari. E il rifugio Fonteghi. Lungo una strada asfaltata che si inerpica nella fitta vegetazione. E scorre tra la montagna e le pendici che sovrastano il lago. Lungo il percorso il torrente Noana e i ruscelli e torrenti che scendono a valle regalano paesaggi davvero suggestivi. La sera rientriamo a Mezzano. Ma questa è un’altra storia.

#charlieinauto103

#testdrive : facile e intuitiva da guidare ma all’occorrenza Fiat Tipo SW tira fuori la grinta

IMG_00051 IMG_00091 IMG_00081 IMG_0010 IMG_0013 IMG_0017 IMG_0021 IMG_0022 IMG_0023 IMG_00271 IMG_01421#testroad sulle colline friulane e la riviera collinare del tarcentino per festeggiare il n.90 di #charlieinauto

Un’auto di famiglia scattante completa elegante con l’S design e utile anche per i single più sportivi

Tipo ha rivoluzionato il modo di fare auto della #Fiat avvicinandola sempre di più al mercato. Che è il termin tecnico economico che sta a indicare gli automobilisti. O meglio, l’automobilista ‘Tipo’. Sembra quasi un gioco di parole voluto. Ma non è così. Spaziosa e più lunga della 5 Porte quanto basta, la SW, questa S design, mantiene la stabilità e l’affidabilità della sorella ‘minore’. A differenza di un tempo, quando i modelli ‘familiari’ rispetto alle cinque porte o berlina soffrivano nell’aderenza del retrotreno, salvo quando viaggiavano a pieno carico. La necessità di dotarle di sospensioni più rigide per sopperire al maggior peso a pieno carico si rifletteva su una minor affidabilità con l’auto leggera. Non solo, ma anche l’altezza da terra del retrotreno variava. Cosa che non accade più in particolare nella nuova Tipo SW. Che dal portellone può caricare anche un paio di biciclette. Anche se sollecitata assicura un’ottima tenuta di strada. A dispetto dell’appellativo benevolo ‘familiare’, che altro non è se non la dicitura italiana delle station wagon, garantisce una guida che può dare soddisfazioni anche nel misto veloce, e

risponde bene alle attese.

L’ottima presa assicurata dal volante in similpelle, i sedili avvolgenti, la confortevole posizione del conducente, ma anche del passeggero, rendono la guida piacevole e appagante. A questo si unisce un buon impianto radio e musicale. Il comodo e facile display centrale. Con buona parte dei comandi e dei dati di viaggio che sono ripetuti nel più piccolo display centrale tra gli orologi. Ma, ritornando alla guida, anche il cambio a sei marce preciso e rapido. Anche l’assistenza alla guida è precisa e rassicurante. Così come il preavviso del rischio di collisione che si tramuta anche in una

efficace frenata di emergenza in caso di necessità.

Proviamo a imboccare una strada di campagna e raggiungiamo i borghi del Friuli rurale. Del Medio Friuli. Come Sedegliano. Circondato dalle campagne era, ed è un sito di passaggio delle merci e dei trasporti dalla zona pedemontana friulana al Veneto orientale e al mare. Sorge accanto a insediamenti del Paleolitico e romano. Ospita per esempio un antico ‘castelliere’, resto di una serie di fortificazioni che caratterizzavano da tempi antichi quest’area a baluardo del territorio. Oggi l’area accoglie anche attività produttive. Ma rimangono i fabbricati rurali con il fascino che sprigiona dalla memoria della civiltà contadina.
Da qui imbocchiamo la strada pedemontana per scorre verso nord est. Accanto anche a una zona industriale, quella di Rivoli di Osoppo, che ha ospitato la puntata di #TopGear dedicata alla distruzione di una Fiat Panda. E puntiamo verso il Tarcentino. Caratterizzato da costruzioni

antiche di pregio, che costellano la Riviera pedemontana.

Tarcento è una cittadina di fondovalle, sulla quale si affaccia l’alta Valle del Torre verso la Slovenia. Una zona ricca di proposte di gastronomia tradizionale. Nella quale si sviluppano strade molto suggestive e tecniche, che non per nulla hanno ospitato le prove speciali di diversi rally. A cominciare dal Rally delle Alpi Orientali. A Tarcento, che è la culla della tradizione dei riti epifanici, che culminano con l’accensione del grande ‘Pignarul’, il fuoco propiziatorio sul colle del castello, sono anche numerose le attività e le società sportive. Ma anche le opportunità per praticare sport amatoriali. Per i quali, ecco un’auto adatta: la #Fiat Tipo SW S design.

#charlieinauto90

#testroad: esplorare il #territorio con un #fuoristrada che ci consenta di pensare alla #poesia

Con #LandRover #Discovery Sport sulle ghiaie dell’Isonzo e sul monte San Michele

Per respirare l’aria che ha ispirato la suggestione poetica dell’ermetismo di Giuseppe Ungaretti

Riepilogando: #LandRover è sinonimo di fuoristrada professionale. L’origine del mito è la fuoristrada inglese d’uso prevalentemente militare, che per decenni ha dominato il mercato di questi veicoli particolari, e specifici per l’utilizzo su ogni tipo di fondo e di terreno. Veicoli da lavoro. Ma adatti anche all’escursionismo e agli appassionati del mondo della natura. Sono passati sessant’anni, e il mondo è cambiato. La società è evoluta. Così gli appartenenti a questa società, che si sono però adattati al benessere, a una qualità della vita diversa e migliore. Alla comodità. Anche se comunque capaci di riadattarsi rapidamente per affrontare impreviste e improvvise difficoltà. Nel contempo, per rispondere alle attese del mercato ma anche per efftto della innovazione e del progresso tecnologico, anche l’auto da fuoristrada si è evoluta. Il suo interno è divenuto un comodo salotto. Dal quale godersi il mondo naturale. Con il massimo confort. Ci riferiamo agli interni delle #LandRover. E quelli della nuova Discovery Sport non sono da meno.

Potente, 2000 cc diesel da 240 CV, quanto basata per trainare pesanti vagoni ferroviari,

veloce e scattante sulla strada, agile per sgusciare dalle ghiaie del letto di un fiume come dal pantano del sottobosco o della campagna dopo un violento e prolungato acquazzone. Il tutto godendosi anche un impianto ad alta fedeltà che permette di ascoltare i brani musicali dei generi preferiti. Sui comodi sedili avvolgenti. Fruendo di ampi spazi interni. Utili anche per caricare bagagli per metterci in viaggio. Per rinfrescarci la memoria ci infiliamo in una strada di campagna che porta verso la foce dell’Isonzo. Dalla funzione per fondo a scarsa aderenza, passiamo con i tasti situati vicino al comando delle funzioni del motore a quella per il fondo sconnesso. Troviamo un ramo del fiume in secca. Con un guado all’asciutto. La ghiaia è stata scomposta dall’ultima piena del fiume. Così oltre ai solchi tracciati da qualche altro fuoristradista, dobbiamo superare diverse cunette e gobbe del fondo ghiaioso. Che, francamente, se l’avessimo affrontato con un’auto tradizionale, anche se alta da terra, con le ruote di grandi dimensioni, ci avrebbe creato non poche difficoltà. E, forse, costretto a chiamare in aiuto un carro attrezzi. A parte che nel caso delle #LandRover sarebbe sufficiente premere il pulsante di soccorso situato accanto allo specchietto retrovisore esterno per lanciare la chiamata di soccorso, stradale e sanitario. Ma l’incedere deciso e rassicurante della #Discovery, conferma quanto ci aspettavamo da quest’auto.

All’interno, nulla fa intendere le asperità del terreno che stiamo percorrendo.

Prova superata, dunque. Così ci meritiamo il premio. Raggiungiamo Sagrado dopo avere superato il suggestivo ponte sull’Isonzo, e saliamo sul monte San Michele verso San Martino del Carso: la prova speciale dei rally che si sono corsi nella zona. La cronoscalata disputata fino a una quindicina d’anni fa. La salita con le ruote da 19’ e l’assetto sportivo è veloce e sicura. Discovery risponde bene anche spingendo sull’acceleratore. E la tenuta di strada è ottima. Raggiungiamo la tenuta Castelvecchio, Castelvecchio. Proseguendo arriveremo a Doberdò del lago. Da Castelnuovo, il panorama è splendido. Verso la pianura e la #RivieraFriulana. Entriamo nella villa padronale, Della Torre Hoffer, del 1700. Attorno i vigneti, coltivati dal 1780 a Malvasia e un Refosco denso e corposo. La villa è molto bella, e alcune sale sono raccordate e amplificate da un gioco di specchi. Il monte San Michele è stato teatro di battaglie in particolare nel corso della prima guerra mondiale. Vi combattè anche il poeta Giuseppe Ungaretti, il maestro dell’ermetismo. La sua capacità di sintesi sprigiona l’essenza della vita. Proprio nel giardino della villa, affacciato allo scenario della pianura sottostante, Ungaretti ha composto alcuni dei brani più intensi della sua prosa. È qui che ha scritto la raccolta di poesie ‘Il porto sepolto’, pubblicata nel 1916. Ecco il testo della seconda poesia, che dà il nome alla raccolta:

Il porto sepolto.

Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde.IMG_91701

IMG_91721 IMG_91911 IMG_9192 IMG_9193IMG_8916 IMG_8917 IMG_8920 IMG_8921 IMG_89151 IMG_889311 IMG_88881 IMG_888111 IMG_9206 IMG_9196 IMG_9197 IMG_91811 Di questa poesia mi resta quel nulla d’inesauribile segreto.

Beh, ora è il tramonto, ed è il momento di rientrare in pianura dopo questo bagno nella cultura e nella storia. Non senza goderci le fantastiche luci del tramonto. Sempre nel massimo confort e relax della nostra #LandRover #Discovery Sport.

#charlieinauto82    

#testdrive #Volvo V90 #testroad nella montagna pordenonese per provare una delle regine delle SW

Docile e adattiva sulle balze di una prova speciale storica dei rallies del Nordest

Morbida come il velluto nell’arrampicata lungo una mulattiera

Oggi viaggiamo davvero comodi. Su un’auto che non ci fa sentire problemi di spazio. Vista da fuori non cela gli ampi volumi interni. Anche se sono distribuiti in lunghezza e in larghezza. Per dare corpo a una linea morbida ma grintosa. Perché si tratta di una SW. Di quella che è considerata una delle Regine delle station wagon. La #Volvo V90 D4 ha iniziato a coccolarci fin da quando abbiamo iniziato questo nostro viaggio a bordo dell’auto svedese. A parte vecchi ricordi rallystici, #Volvo, negli ultimi anni ci evocava la

#Volvo Ocean Race,

una delle regate più estreme in equipaggio e a tappe attorno al mondo. Nella quale sono impegnati un velista friulano, Alberto Bolzan, che ha vinto la tappa più recente, la più dura, da xx ad Auckland, e la triestina xxx Klapcic. Salire a bordo della V90 è stata davvero una bella sorpresa. Fari che intendono cancellare ogni angolo buoi della nostra visuale, una guida adattiva che non ci fa pesare i suoi interventi, nemmeno se forziamo un po’ la mano. Ci dà la sensazione di

guidare sul velluto.

Facile a dirsi! – commenterete: su una superstrada o in pianura è semplice stare comodi in auto e guidare in relax. Così decidiamo di mettere la Volvo V90 D4 alla prova. Riepilogando: 2000 cc diesel, 190 CV 4 ruote motrici. E fin qui, la scheda si discosta di poco dalla norma. Mancano l’eleganza delle rifiniture, l’accuratezza degli accessori, la comodità dei sedili. Che di solito si ritrovano su una gran turismo. Questa, invece, è quella che oltre una ventina d’anni fa avremmo chiamato un’auto familiare. Per arrivare alla pedemontana e alla montagna pordenonese assecondiamo il navigatore e toccata San Daniele del Friuli per un caffè e uno sguardo dalla cima del colle al panorama verso la valle del Tagliamento, ripartiamo verso Forgaria. Ci addentriamo nella zona montana e dopo Anduins, dove si correva una delle prime e più impegnative gare di regolarità motociclistica, e Vito d’Asio,

raggiungiamo Clauzetto.

Un paesaggio morbido, ricoperto da una folta vegetazione, che si alterna a tratti nei quali la pietra prevale sul bosco. Un territorio che presenta caratteristiche carsiche, con formazioni di calcare particolari, residui del paesaggio preistorico della zona: allora, il mare arrivava fin qui, ricopriva le Dolomiti sulle quali si trovano tutt’oggi i resti fossili di molluschi tra le rocce in quota. Ne consegue, che la strada è di montagna, si restringe e cambia frequentemente morfologia. Inducendoci a una guida attenta…, penserete. Attenta sì, ma per nulla stressante. Anzi. Il cambio automatico a 8 marce Geartronic se la cava benissimo da solo, senza lasciare mai l’auto in sofferenza su una rampa, o troppo su di giri quando il percorso diviene più scorrevole. Ma adesso viene il bello: la nostra meta, a Clauzetto, è

l’azienda faunistico venatoria di Gianluigi D’Orlandi.

Un paio di chilometri a monte delle grotte di Pradis, anch’esse da visitare. Sulla strada provinciale che ci collegherebbe a Tramonti, e attraverso il passo Rest, alla Carnia. Non a caso, questa strada è stata una prova speciale dei rally di San Martino di Castrozza, dell’Alpi orientali, del Piancacallo. Dopo avere percorso diversi chilometri di un tracciato nervoso e largo poco di più di una sola carreggiata, possiamo commentare che la V90 è davvero maneggevole, docile e morbida alla guida, comoda, reattiva: si guida con due dita sul volante anche su un percorso impegnativo come questo. Però… ci è sfuggita la strada di accesso all’azienda. Ritorniamo indietro, e la scorgiamo: poco più di una mulattiera sassosa, con i solchi tracciati dal passaggio delle auto, o più probabilmente di mezzi fuoristrada. Cerchiamo di rintracciare il proprietario. Fortunatamente il segnale del cellulare, seppur debole, arriva anche qui. E ci conferma che l’ingresso è proprio quello, esortandoci a entrare. Ruote da 19’, larghe, stradali, confortate da un assetto morbido e accondiscendente. Questo elemento, assieme al fatto che si tratta di una 4 wd, e che è nata tra le nevi della Svezia, ci fa intuire che, probabilmente, anche in queste condizioni la Volvo V90 D4 avrebbe sfoderato la sua classe ed eleganza, mettendoci a nostro agio. E così è stato. Abbiamo imboccato la mulattiera, dato gas, e l’auto

ha cominciato a inerpicarsi come se si trattasse di affrontare una normale strada asfaltata,

o nella peggiore delle ipotesi, con un fondo sterrato ma liscio come un biliardo. A un certo punto un bivio. E imbocchiamo la direzione sbagliata. Ce ne accorgiamo scorgendo oltre la radura auto fuoristrada lungo una direttrice diversa dalla nostra. E adesso? Troviamo uno spiazzo con uno spazio troppo esiguo per manovrare. Sposto la leva del comando centrale sulla posizione R, retromarcia, e sul grande display centrale si materializza l’immagine delle telecamere che mi fanno vedere l’auto dall’alto, come ripresa dal satellite, riproducendo fedelmente tutto quanto le sta attorno. In questo modo l’inversione di marcia è facilissima. Arriviamo così al centro visite, dove ci spiegano che ci troviamo in una realtà di oltre 200 ha, il compendio di una cava dismessa, allestito per dare modo a tutti di ammirare la flora e la fauna selvatica tipiche della montagna pordenonese. Altane, punti di osservazione, belvedere situati su percorsi segnalati ci permetteranno di osservare i camosci, i cervi, la lince, le aquile che nidificano nella zona. Con un po’ di fortuna anche l’orso, che però è meglio tenere a distanza. L’azienda si chiama

Monterossa, dal toponimo che forse prende il nome dai colori della montagna sovrastante, al tramonto.

Nella parte agrituristica dove si può anche alloggiare, ci fanno assaggiare il formaggio salato di Tramonti. L’erborinato di Tramonti di sotto, la minestra di riso con il ‘pestat’, una sorta di insaccato con lardo ed erbe aromati che che da tempi remoti, nelle valli, specialmente d’inverno serviva a insaporire le pietanze. Al termine della lezione sui sapori del territorio, un caffè preparato rigorosamente con la moka e quasi quasi… Andiamo ad ascoltarci un po’ di gran musica con l’impianto della Volvo? La suggestione del posto ci coinvolge e per questa volta scegliamo di affrontare un sentiero verso una serie di formazioni rocciose, che probabilmente racchiudono l’ingresso di qualche anfratto o di una grotta. E lì attorno i primi segnali della primavera ci arrivano dal mondo vegetale.

#charlieinauto77

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#testroad #testdrive un SUV versatile sicuro e confortevole nella #Pedemontana fuoristrada e sulla neve: #Seat #Ateca

Ateca Br 16IMG_2154Ateca Br 20Ateca Br 21IMG_2172Ateca Br 22Dalla Pedemontana pordenonese a PiancavalloAteca Br 41Ateca Br 12Ateca Br 51Ateca Br 3

dai colori autunnali al freddo della montagna d’inverno che Ateca Br 18Ateca Br 17Ateca Br 19l’auto sa gestire sia nella guida che nel confort

#testroad Su #charlieinauto da oltre un anno vi accompagno su percorsi suggestivi, alla ricerca di luoghi incantati e poco conosciuti, Ateca Br 7Ateca Br 8IMG_1537Ateca Br11Ateca Br 12Ateca 13Ateca Br 15IMG_2148o che ci sfuggono all’attenzione perché ci passiamo accanto ogni giorno, senza fare ci caso. A bordo di auto che non avete ancora potuto incontrare per la strada salvo che si trattasse dei primi esemplari camuffati e in fase di collaudo. In luoghi che cambiano completamente aspetto, a seconda della stagione. Per esempio, alle pendici del monte Cavallo, sul quale sorge il Piancavallo, c’eravamo già passati con un #testdrive. Troppo di fretta per poterne gustare le attrattive. Un paesaggio immerso nel verde del bosco di latifoglie, a distanza di pochi mesi può cambiare completamente lo scenario. La volta scorsa, ricordate, abbiamo incontrato la prima neve a Portogruaro. Una serata suggestiva, che ci ha permesso di testare la tenuta della nostra #Seat #Ateca. Così, stavolta, inseguendo la neve,

raggiungiamo la pedemontana pordenonese

ai confini ideali tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. E prima di salire in alto, raggiungiamo Poffabro, borgo medioevale perfettamente conservato e mantenuto nel suo fascino antico. Ma stiamo provando un’auto, e dopo l’escursione a piedi didattico-culturale, raggiungiamo i boschi vicini. E imbocchiamo una strada che si infila nel bosco. Ricordatevi: una strada forestale dove il transito è ammesso a tutti i veicoli. Con un buon fondo stradale di terra e ghiaino possiamo testare l’affidabilità della nostra auto, la #Seat #Ateca . Sì, perché oltre a essere una comoda auto per la famiglia, un SUV compatto e dallo stile aggraziato, a distinguersi per un’ottima tenuta di strada, a possedere doti sportive per nulla celate, bene contemperate con la docilità e la morbidezza della guida e dell’assetto, è dotata di quattro ruote motrici permanenti, del cambio automatico e sequenziale al volante a sette marce e doppia frizione Volkswagen, di un’adeguata dotazione di opzioni per adattarne la guida nelle condizioni estreme e off road. Il tutto, per gestire in modo ottimale il motore 2000 diesel da 190 CV.

Proviamo con la funzione adatta al fondo con scarsa tenuta.

E cominciamo a schiacciare l’acceleratore. L’elettronica della #Seat #Ateca ci accompagna in una divertente escursione sul fondo sterrato. Proviamo a frenare bruscamente, e l’auto esegue come se ci trovassimo sull’asfalto. Passiamo al misto più veloce, e la sensazione di sicurezza non ci abbandona. Ora però ci godiamo il paesaggio circostante. Tra l’altro il colore dell’auto si intona perfettamente con la natura circostante. L’auto, nonostante le prestazioni, è silenziosa. Un colore che piace alle guidatrici. La sua docilità e la comodità, lo spazio anche per i posti posteriori, il bagagliaio capiente, la guida su richiesta completamente assistita, il nitido display che riporta fedelmente quanto vedono le telecamere di bordo, la facilità di guida in città, hanno fatto innamorare la mia collaboratrice. Che non se ne voleva più distaccare. Ora però la giornata volge al termine perché siamo in inverno e il sole tramonta presto. In cima ci aspetta la neve. Così riprendiamo le strade normali, e raggiungiamo la salita verso il Piancavallo. Anche sulle rampe verso il rifugio Bornasse l’Ateca è perettamente a suo agio. Come un’auto sportiva. E senza che ne risenta il confort. Ci siamo. Da Bivio Castaldia, da dove il panorama è mozzafiato sull’intera pianura friulana, veneta, sulla #RivieraFriulana, sui tetti della città di Pordenone, e intorno, con la luce cinerea della luna piena, il silenzio è ovattato dalla neve.

Beh, ora mettiamo davvero alla prova il nostro SUV #supercar.

Sì, perché 190 CV su 1400 kg da un motore diesel 2000, con le ruote da 20’, sul telaio e la parte ciclistica di un crossover rendono questa esperienza davvero elettrizzante. Però… Le gomme. Sono da neve? No. Però sono Cross country. Omologate. Poi il 4×4 intelligente, 4Drive DSG robottizzato. Proviamo. E’ sera e sul Piancavallo le strade sono sgombre. C’è anche qualche piazzale. Quindi c’è lo spazio per vedere come va. Inseriamo la modalità neve. Splendido. Fa esattamente quello che le chiediamo, e ci aspettiamo. Certo, fuori fa un po’ fresco e la temperatura cala ulteriormente: -10°. Il tetto di cristallo, in parte apribile, ci permette di goderci lo spettacolo delle piste da sci illuminate. Ma, terrà a questa bassa temperatura? L’abitacolo non si raffredderà rapidamente? E invece no. La temperatura nell’abitacolo si mantiene costante e piacevole. E

in ogni caso, i sedili sono ben riscaldati,

e ci restituiranno il calore che perderemo per scendere e andare a berci una bella cioccolata calda all’imperdibile pasticceria Cimon, punto di riferimento ancora dai tempi delle prime edizioni del Rally internazionale del Piancavallo, del quale sono stato addetto stampa. Bene! La giornata è stata divertente. E la #Seat #Ateca promossa anche fuoristrada e sulla neve. Ora ci andiamo a godere il panorama dalle balze di bivio Castaldia. Fuori fa sempre molto freddo, ma qui dentro si sta benissimo. Anche con il sottofondo dell’impianto Hi-Fi: una radio sta trasmettendo The dark side of the moon, dei Pink Floyd, come ai vecchi tempi…

#charlieinauto68