Prenderò il mio lettuccio

 

prenderò il mio lettuccio

 

30 GIUGNO 2022

GIOVEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Am 7,10-17

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 9,1-8

 

«Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».

Le parole pronunciate da Gesù, con cui inizia il Vangelo di oggi, danno davvero consolazione al cuore. Il Signore dinanzi ai peccati che ci paralizzano e costantemente ripetiamo, dice: “coraggio”, poi “figlio”, e successivamente dona la Sua Misericordia.

Il perdono di Dio è una forza per affrontare le nostre fragilità, nella consapevolezza che siamo figli amati. Il paralitico non dice nulla, non pone richieste di pietà; siamo di fronte a un perdono che parte dal cuore di Dio. Ci sono errori per il quale a volte non c’è bisogno di parole o richieste, perché è presente un dolore manifesto, qui rappresentato dall’immagine della paralisi. Dio lo sa, conosce il nostro cuore e il Suo amore è più grande del peccato.

Coraggio allora, continuiamo a camminare lungo questa via di bontà e Misericordia. Affidiamo a Lui le nostre fragilità e chiediamogli di renderci più forti. Lasciamo entrare nel buio dell’errore, la luce del perdono e fermiamoci un momento a pensare, ringraziare e respirare, ora che siamo liberi da un peso le cui radici non saranno mai più profonde dell’amore di Dio.

“Signore,

ora posso muovermi,

le mie paralisi che mi tenevano inchiodato

adesso sono segno della Tua Misericordia.

Prenderò il mio lettuccio

tornerò a casa e con tutto ciò che sono,

ripartirò con la stessa forza che mi hai dato.

Io che non riuscivo a chiederti perdono

ho ricevuto un dono grande: una possibilità.

Io che sono il paralitico della mia storia,

oggi comprendo che solo il Tuo amore mi salva;

non perché ho fatto delle cose,

ma semplicemente perché sono figlio,

nonostante il mio peccato.

Ti chiederanno perché l’hai fatto

e so già qual è la tua risposta:

non hai mai smesso di amarmi”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Chiamati a essere Chiesa

 

chiamati a essere Chiesa

 

 

MERCOLEDÌ 29 GIUGNO 2022

SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI –  SOLENNITÀ

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 12,1-11

Salmo: Dal Sal 33 (34)

Seconda lettura: 2Tm 4,6-8.17-18

Vangelo: Mt 16,13-19

 

Oggi è la festa di tutti noi, che facciamo parte della Chiesa di Cristo! Non si tratta di essere Chiesa solo a livello “strutturale”, ma di trovarci a “casa” con Dio. Ciascuno di noi è Chiesa edificata da Gesù, e come il Signore rivela a Pietro chi è, e qual è il suo ruolo, quasi una sorta di “professione di fede”, così fa con noi, chiamandoci a essere Chiesa.

Cosa vuol dire concretamente essere Chiesa?

Portare Cristo tra gli uomini: aprire le porte del cuore al perdono reciproco, dato dall’aver toccato con mano la Misericordia di Dio, questo è il più bel dono che possiamo farci!

Non aver timore della fragilità, della fatica, perché a volte è proprio nei limiti, il luogo dove incontrare il Signore.

Confidare in Dio in ogni circostanza, poiché Lui è qui presente nella nostra vita, e in ogni momento, attraverso di Gesù possiamo sentirci uniti a Dio.

Essere Chiesa, è portare speranza a chi non l’ha mai avuta o purtroppo l’ha persa, e sarà proprio in quel conforto, il luogo dove scoprire il Volto di Cristo crocifisso e risorto.

Ciascuno guardando alla propria vita, oggi può domandarsi: come posso essere Chiesa?

Simon Pietro alla domanda su chi sia Gesù, afferma «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Sia anche per noi questa risposta, segno di un cammino intrapreso con il Signore, così da poter dire:

“Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode. […]

Guardate a lui e sarete raggianti,

i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo salva da tutte le sue angosce.”

(dal Sal 33 (34))

 

Chi è costui?

 

chi è costui?

 

 

MARTEDÌ 28 GIUGNO 2022

SANT’IRENEO, VESCOVO E MARTIRE – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Am 3,1-8; 4,11-12

Salmo: Sal 5

Vangelo: Mt 8,23-27

 

Nel pieno sconvolgimento del mare, emerge un grido di aiuto: “Salvaci, Signore”. Questa è la preghiera del cuore, dove forse a parlare è la paura.

Spesso siamo noi a innalzare i venti del turbamento nel nostro quotidiano, perdendo il controllo della barca. Oggi il Signore ci invita a fare uno sforzo: affidarci a Lui. A volte è difficile, specie in quelle situazioni in cui ci sentiamo impotenti, quando tutti i nostri sforzi sembrano non bastare mai, allora è proprio in quei momenti, che bisogna non smettere di credere.

Per fare ciò dobbiamo rispondere ad una domanda: “chi è costui?” Ciascuno nel proprio cuore è chiamato a chiedersi: chi è Gesù per me?

Dando un nome a quel Volto, riusciremo a credere fino in fondo che Lui sale sulla nostra barca, non per dormire, ma per farci fare esperienza della Sua presenza. Egli è il Signore della storia, dove in cielo, in terra o in mare, la Sua Parola sarà ascoltata ed amata. Non si fermerà mai l’amore di Dio e tutte le Sue creature proclameranno:

“Signore, spero in Te,

nel Tuo nome pongo la mia fiducia.

Ovunque io vada

fammi sentire la Tua forza.

Lungo il cammino della vita

dammi il coraggio di credere in Te,

persino quando io percepisco la tua assenza.

Donami una fede incrollabile nelle avversità,

e che sappia guidarmi nella mia fragilità.

Rendimi capace di celebrarti ogni giorno

come se fosse il primo,

quando ho capito chi eri per la mia vita

e soprattutto che non l’avresti mai lasciata.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Passare all’altra riva

 

passare all'altra riva

 

27 GIUGNO 2022

LUNEDÌ DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Am 2,6-10.13-16

Salmo: Sal 49 (50)

Vangelo: Mt 8,18-22

 

“Gesù ordinò di passare all’altra riva”.

Non sappiamo cosa c’era in quell’altra riva, l’unica certezza è nella presenza del Signore. Anche di fronte a tutto quello che ci accade e dobbiamo affrontare, l’invito è credere nella Sua presenza.

Gesù è venuto per tutti, in ogni luogo, perché potessimo incontrarlo. Cosa fare per arrivare a Dio? Nulla, Egli è già qui. Piuttosto dobbiamo chiederci cosa fare per credere, e chiedere a Lui il coraggio di passare all’altra riva: ovvero un nuovo modo di vedere le cose. Esso consiste nel comprendere, che a tratti in noi convivono il credere e l’incredulità, ma non sono antagonisti, rappresentano la realtà umana in cui il Signore ha scelto di abitare, affinché anche quella riva più fragile, sia amata e sia nel cuore di Dio.

“Signore,

grazie che sei venuto in mezzo a noi,

perché attraverso di Te

possiamo credere nell’Amore di Dio.

Possiamo credere in un Padre

e nel Suo amore oltre misura.

Aiutaci a credere in Te,

a quel perdono che supera le barriere

senza ostacoli.

Ogni luogo è abitato dal Tuo amore

e dalla Tua Misericordia,

affinché ogni “altra riva” possa parlaci di Dio

e noi possiamo trovare la forza di sperare,

amare ed aver fiducia in Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

La nostra casa, il nostro rifugio

 

la nostra casa, il nostro rifugio 1

 

DOMENICA 26 GIUGNO 2022

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1 Re 19,16b.19-21

Salmo: Sal 15 (16)

Seconda lettura: Gal 5,1.13-18

Vangelo: Lc 9,51-62

 

Gesù afferma di non avere dove posare il capo. Questa frase fa pensare che il Signore non abbia proprio niente. Non ci sono promesse per chi decide di seguirlo.

Questo niente è la condizione per la pienezza, poiché a volte il vuoto è una risorsa per accorgersi di cosa abbiamo. E noi abbiamo Lui. Ci sarebbe da chiedersi se lo sappiamo, se lo ricordiamo, specialmente in quelle situazioni in cui la solitudine e la paura ci bloccano e non ci permettono di andare avanti.

Gesù si è messo nella condizione di non aver neppure dove posare il capo per darci un rifugio, un luogo verso cui andare: Lui stesso. S’incammina con determinazione per darci un “casa”, che non è fatta di strutture, ma è il Suo cuore per abitarvi.

Affidiamoci a Lui e confidiamo nella Sua infinita provvidenza, che si alza ogni mattina prima di vedere il sole sorgere e non va mai a dormire, per custodire le nostre notti più profonde, dal timore del nulla.

“Padre buono, mi affido a te.

Ogni giorno e ogni notte, fa che il mio cuore preghi,

e comprenda l’amore che hai per me.

Aiutami a ricordare che la nostra casa è in Dio

e che ogni cuore ha il suo rifugio nel Tuo.

Spesso, le mie mani vuote e stanche

portano i segni di tanto dolore,

non c’è però nulla che Tu non sai

e questo mi è di conforto.

Sostieni i miei passi,

affinché riconosca le mie cicatrici,

come segno della Tua provvidenza

che mi ha accompagnato

proprio in quel momento di bisogno.

Ed ogni lacrima versata, ogni sorriso compiuto

siano segno di speranza, per chi mi è accanto,

perché credano in Te, sperino in Te,

e imparino ad amarti come ci ami Tu.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Un grande cuore

 

un cuore grande

 

SABATO 25 GIUGNO 2022

CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA

 

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Prima lettura: Is 61,9-11

Salmo: 1Sam 2,1.4-8

Vangelo: Lc 2,41-51

 

Nella memoria del Cuore immacolato di Maria, leggiamo nel Vangelo le angosce di una giovane madre, alla ricerca del Figlio. Pur sapendo Chi fosse Gesù e, forse a maggior ragione, non trovarlo generava angoscia. Maria custodiva tutto nel Suo cuore e quest’atteggiamento, la rende molto vicina a noi.

Spesso viviamo dei pesi, delle sofferenze, che facciamo fatica a spiegare, e le soffochiamo dentro di noi fino ad esplodere. Oggi Maria ci insegna ad affidarle a Lei, così da aiutarci a custodirle e piano piano affrontarle non da soli, ma con il suo sostegno.

Al cuore di Maria, volgiamo il nostro cuore e Lei ci accoglierà giorno dopo giorno nel Suo Amore

 

“Quanto è grande il Tuo cuore o Madre,

tanto da custodire la vita di tutti noi, tuoi figli.

Da sempre il Tuo cuore

è stato pieno di Presenza e silenzio.

Esso ha vissuto la gioia di due annunci straordinari:

per Te ed Elisabetta;

l’angoscia durante la ricerca di Gesù al tempio,

e sotto la croce.

Oggi ai tuoi piedi ripongo il mio cuore,

anch’esso fatto di gioie e angosce.

Sono qui, affinché tu possa custodire anche me.

O Madre, chi meglio di te,

può comprendere le parole inesprimibili?

Questo mi consola, perché nel Tuo cuore c’è tanto Amore

da farmi credere che ora, qui, sono nel posto giusto,

per ritrovare in Te la forza, il conforto

tenero e forte

come in un abbraccio,

come sei Tu.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Nel Tuo cuore, la mia speranza

 

Nel Tuo cuore,la mia speranza

 

VENERDÌ 24 GIUGNO 2022

SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ – SOLENNITÀ – ANNO C

 

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Prima lettura: Ez 34,11-16

Salmo: Sal 22 (23)

Seconda lettura: Rm 5,5b-11

Vangelo: Lc 15,3-7

 

Nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, il Signore ci parla di quanto gli stiamo a cuore! Egli recupera la pecora smarrita, perché non vuole che resti persa per sempre e attraverso quello smarrimento possa fare esperienza di Qualcuno: Dio, pronto a recuperarla.

Il Signore ci ama tanto, profondamente, con tutto il cuore e desidera farci conoscere quest’amore che dona tutto se stesso, perché per Lui ognuno di noi è la Sua gioia.

Dinanzi al suo Sacro Cuore, apriamogli il nostro e preghiamo con fede viva:

“Signore,

oggi a parlare al Tuo cuore, desidero sia il mio.

Cosa aggiungere che Tu non sai?

Eppure il mio cuore ha bisogno di dirti,

perché tutto quello che sento, provo e vivo

sia davanti a Te.

Aiutami a camminare, a rimanere forte

e dove non ce la faccio, ti prego,

sii Tu la mia forza.

Spesso vorrei urlare: “vienimi a cercare”,

ma se sono qui a parlare con Te

e perché mi hai trovato.

E allora voglio dirti grazie,

perché non mi hai lasciato solo.

Hai voluto credere in me e amarmi.

Ad un cuore trafitto solo l’Amore può parlare,

ed il Tuo è capace di irrorare

ogni dolore, ferita e fatica.

Gesù, confido nel Tuo amore,

confido nella Tua forza,

nel Tuo cuore ripongo la mia speranza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

“E davvero la mano del Signore era con lui”.

 

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GIOVEDÌ 23 GIUGNO 2022

NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA – SOLENNITÀ

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 49,1-6

Salmo: Sal 138 (139)

Seconda lettura: At 13,22-26

Vangelo: Lc 1,57-66.80

 

“E davvero la mano del Signore era con lui”.

Che bello poter leggere questa frase nel Vangelo di oggi. Ovvia per alcuni, nuova per altri, ma la straordinarietà di una nascita che è un miracolo, data l’età avanzata di Elisabetta, è accompagnata proprio dalla frase: “E davvero la mano del Signore era con lui”.

Già dal ventre della madre, nei suoi primi passi come per tutta la vita, la vera certezza di Giovanni, è credere che davvero la mano di Dio è con Lui.

La Sua mano è anche su di noi e lo è davvero!

Spesso lo dubitiamo o non lo “sentiamo”, ma il Signore c’è, è qui, e oggi ne dà conferma attraverso questa nuova nascita, come a dirci che dall’inizio e per tutta la vita sarà con noi.

Nella fatica, preghiamo e chiediamo a Lui l’aiuto, certi che non ci abbandonerà:

“Signore, fammi sentire la tua mano,

perché spesso non so dove aggrappare la mia.

Aiutami a scorgere la tua presenza,

proprio in quei momenti

in cui mi sembra di non aver più forze.

Sei qui Signore,

voglio crederci, con tutto me stesso.

C’è qualcosa in me che lo sa.

Fa che io possa scorgere la tua mano tesa ad aiutarmi

e non mi perda.

Sostienimi nella fatica,

affinché un giorno possa tendere la mia mano,

a chi come me, ne ha bisogno

e possa dirgli:

Coraggio, perché davvero la mano di Dio è su di noi”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Albero dai frutti buoni

albero dai frutti buoni

 

22 GIUGNO 2022

MERCOLEDÌ DELLA XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Re 22,8-13; 23,1-3

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Mt 7,15-20

 

La Parola si fa preghiera:

“Signore Tu sei quell’albero,

i cui frutti buoni sanno darci nutrimento.

Fa che alimentati dai frutti della Misericordia,

della lealtà, della verità,

sappiamo mettere radici accanto a Te.

Aiutaci a saper distinguere, assaporare

e cogliere i tuoi frutti

e lasciare andare quelli che non sono tuoi.

Guida la mano, la vista, il gusto e l’olfatto,

affinché tutti i nostri sensi riconoscano Te.

Insegnaci a comprendere che

all’ombra del tuo albero troviamo rifugio,

nelle tue radici la vita

e dai tuoi frutti la forza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

La via di quella porta stretta

 

la via di quella porta stretta

 

MARTEDÌ 21 GIUGNO 2022

SAN LUIGI GONZAGA, RELIGIOSO – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36

Salmo: Sal 47 (48)

Vangelo: Mt 7,6.12-14

 

C’è una porta da ricercare, trovare e aprire: Gesù afferma essere quella che conduce alla vita.

Ognuno di noi nel corso della sua storia intraprende un percorso, ciascuno con le proprie difficoltà, croci e periodi di buio, ma se c’è una cosa che accomuna tutti, è quella porta.

Siamo come pellegrini alla ricerca di un porta stretta, che ha una promessa di vita, tuttavia nel cammino si presentano tante porte larghe, comode, percorribili, ma alla fine non ci lasciano ciò che abbiamo sperato. Esse sono come il peccato: un tentativo di felicità che però ha sbagliato il bersaglio, e ci ritroviamo di nuovo in ricerca.

Come ripartire?

Gesù ci dà un insegnamento: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.”

È attraverso gli altri, nell’imparare a essere un dono che precede, comprende e ama, che scopriamo la via di quella porta stretta, perché donare è un riflesso di amore, che illumina il proprio ed altrui buio del cuore.

Il primo che ha offerto tutto se stesso, è Gesù. Egli non cercava la porta, ma coloro che camminavano in cerca di vita e cerca noi, l’amore di Dio ci viene incontro. La strada è guardare alla Sua croce che non allargherà la porta, ma la nostra capacità di comprendere come l’amore di Dio è quella porta che ci dà vita, per tutta la vita.

Nella nostra via a tratti angusta c’è il Signore, e noi, affaticati e stanchi pellegrini in ricerca, diventiamo coloro che sono stati trovati, amati ed accompagnati in un viaggio dove l’amore è la scoperta, la certezza, la forza per fermarci, respirare e ripartire.