Il bacio sulla bocca

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Partiamo come spesso accade da una immagine… una mia vecchia foto. Voglio condividere il senso, per me, del bacio, uno dei gesti erotici piu potenti e coinvolgenti. Non mi è mai capitato di baciare una donna a cui non volessi particolarmente e profondamente bene. C’è qualcosa nel bacio che è  coinvolgente oltre ogni limite: qualcosa di fisico e mentale assieme. Ognuno di noi ha un proprio spazio fisico di “intimità” in cui è difficile far entrare qualcuno. Non è solo uno spazio fisico, ma anche mentale. Un spazio intorno a noi, ai nostri pensieri, al nostro corpo, che difendiamo strenuamente.

È questo lo spazio che penetriamo mentre ci baciamo… entro in profondo contatto con l’altra persona, entro nella sua intimità. Il momento topico, fondamentale, decisivo è proprio quello immortalato in questa statua. L’attimo prima dell’incontro delle bocche. È un attimo, un secondo in cui ho la percezione che tutto può succedere e tutto succederà. Non so spiegarlo a parole, è un attimo: i visi si avvicinano, si piegano leggermente, sento distintamente il suo respiro, il calore delle sue labbra, il suo profumo. Ci avviciniamo e il tempo si ferma nella mia mente. in quell’istante in cui pregusto il suo sapore, so che sto entrando nel suo mondo interiore, intimo. Lo farò con delicatezza ma con passione. Deve sentirmi presente ma non ossessivo. Le labbra si dischiudono e il suo sapore entra in me, non solo nel mio corpo, ma nella mia mente, nel mio cuore… è un momento magico. Le bocche si fondono, creando il passaggio, cioè la relazione, che unirà i nostri corpi. Le lingue si cercano, si prendono, si fondono. Non è solo un entrare nel suo corpo ma anche nella sua mente, così come lei non entra solo nel mio corpo, ma dentro il mio essere… non siamo più due cose separate, non entra uno nel corpo dell’altra. Siamo una relazione di scambio in cui entrambi entrano ed entrambi accolgono.

Credo che baciarsi sia più intimo, in molti sensi, di fare l’amore. Perché per fare l’amore si può pure stare “distanti” in un certo senso… non si si deve per forza entrare nello “spazio vitale” dell’altro… si può fare addirittura senza guardarsi in viso, senza sentire il fiume di piacere che scorre tra noi…

Baciarsi richiede profonda vicinanza, prima emotiva che fisica…

Baciarsi è il gesto più erotico che conosco

Le parole scritte volano

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Le parole che scriviamo qui, come altrove, prendono il volo e diventano di chi le legge. Un po egoisticamente vorremmo che siano solo nostre oppure che ognuno dia loro il significato con cui sono uscite dalla nostra penna. Ma non è e non può essere così. Il bello di leggere è che facciamo nostre le sensazioni di chi scrive, le sue emozioni, le sue parole… Ognuno di noi leggendo una pagina la fa propria, si impossessa della situazione, del mondo di chi scrive e lo fa suo. Magari chi scrive ha immaginato una scena in un certo modo, con un certo colore; ha immaginato un personaggio in un certo modo e noi invece lo immaginiamo completamente diverso, perché ognuno filtra le parole secondo la propria esperienza, la propria sensibilità, il proprio gusto. È un bene o un male questo? Secondo me la libertà di chi ci legge è una cosa assolutamente potente e liberatoria… non siamo responsabili di ciò che viene immaginato… ognuno lo fa liberamente e senza condizionamenti, ne nostri ne di altri interpreti… e non sta a noi precisare, puntualizzare… non è giusto…. Lasciamo che ognuno immagini ciò che vuole… è bello cosi

Una gita al mare

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In una domenica pomeriggio calda ma per fortuna non afosa, decido di fare un giro al mare. Prendo lo scooter, so che sarà in giro un po lungo, ma sono abituato…c’è il richiamo di ricordi lontani… mi capita di tornare nei luoghi che mi ricordano persone, dove sono stato bene… c’è un ricordo lontano che mi spinge verso una zona particolare…

Inizio il giro, è lungo… passo per luoghi anonimi, mentre il mio pensiero vaga: guido senza fretta verso il mare… è come se con me viaggiassero le mille anime che compongono il mio puzzle. Sono in cerca di immagini fuori di me, di sole, di paesaggi aperti. Sono in cerca di ricordi dentro di me, di sensazioni che provo solo come ricordi e cerco di ricreare il contorno, come se questo potesse far tornare indietro il tempo. Cerco qualcosa che non è fuori di me… sta dentro di me. Sono come un esploratore che viaggia ma il vero viaggio è dentro di me.

Percorro i viali larghi dell’Eur, lo spazio si dilata e lo sguardo inizia a spaziare. Al bivio imbocco una strada che non è quella dei miei ricordi… inizia il lungo cammino nella pineta. Lo sguardo spazia, ho ricordi di bambino, in vespa con mio padre, sono lontani. Guardo la pineta, vorrei percorrere qualche strada laterale, inoltrarmi nel bosco… ma sarà per un’altra volta. È lunga la strada, so che dopo una collinetta vedrò il mare, ma la strada è lunga e mi da la possibilità di pensare. Ricordo persone, situazioni, emozioni… la paura e il desiderio, quante volte provate queste sensazioni insieme.

Ecco la collinetta, raggiungo l’apice, vedo il mare… arrivo alla rotonda, punto verso sud. Tanta gente attraversa la strada, ormai è l’ora di lasciare le spiagge. I colori sono quelli di abbronzature fin troppo forzate, l’odore delle creme abbronzanti, il verde della macchia mediterranea… nella mente scarto le immagini inevitabilmente brutte, tengo solo le immagini positive… Scorrono i paesini, i villaggi lungo la litoranea. Scendo verso sud e la mia mente si fa piu attenta. Immagino le vite di chi popola le villette in riva al mare, ma sto cercando altro… non ricordo più bene quel posto… ricordo la signorina che mi disse “credevo che rimanevate”….ricordo uno specchio…

Si forse era qui… proseguo…

Il senso della bellezza

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Conta la bellezza fisica? Conta l’aspetto? Questa domanda è emersa nel post precedente… e merita una riflessione a se stante. Anche qui partiamo da un’immagine, un quadro piuttosto famoso. Due amanti velati… non conta il loro viso, conta il loro bacio, che va addirittura al di la dello stesso contatto fisico…

Cosa è la bellezza per me?  Non voglio parlare della bellezza nell’arte o in generale, parlo dell’aspetto fisico in un rapporto personale. Conta? Allora per me la bellezza non è un valore primario ma è derivato. La cosa che conta di più, il valore primario, è il rapporto che si riesce a costruire. La complicità, la confidenza, la sintonia… sono le cose piu importanti. Se riesco a costruire queste cose con una persona, con una donna, poi l’aspetto fisico passa in secondo piano. Certo sarei ipocrita se dicessi che non ho i miei canoni astratti di bellezza, certo. Sarei falso se dicessi che in astratto mi piace qualunque cosa, che tutto va bene… ma guardando la mia storia mi rendo conto che la realtà mi dice altro, la mia storia mi racconta altro. So che ho dei canoni estetici ma che poi ho amato anche cose molto diverse… Per me, pensare “una donna mi piace” non vuol dire “mi piace il suo aspetto fisico”, prima di tutto vuol dire “mi fa stare bene”. E se mi fare stare bene, inevitabilmente mi piacerà il suo aspetto fisico. Se mi piace come parla, quello che dice e come lo dice, vuol dire che sto bene con lei… e se sto bene, mi piaceranno anche i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani, il suo corpo…  se riesce a farmi stare bene, non sarà perché ha un viso o un corpo che rispettano certi canoni estetici… sarà perché il suo essere, tutto insieme, mi fa stare bene…

se una donna è bella, di una bellezza teorica, di apparenza…. Mi potrà piacere guardare una sua foto, un’immagine… magari ammirarla dal vivo da vicino… ma preferirò sempre una donna che mi faccia stare bene… magari con una bellezza diversa, tutta da scoprire…

Mi viene in mente una riflessione molto privata… molto personale…. Non vabbè non è il caso…

Il ritratto

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Parto come sempre da una immagine, questa volta da una fotografia di Helmut Newton, grande maestro della fotografia in bianco e nero. In particolare da un ritratto, quello di Stravinsky. Questa fotografia mi ha sempre affascinato perché nella sua semplicità descrive perfettamente un personaggio.

Questo mi dà lo spunto per riflettere sul senso del mio stare qui, sui suoi  motivi. Quello che cerco è un dialogo profondo che permetta di metterci a nudo. Non parlo di nudità di corpi, quella è una eventualità che non disprezzo ma non è il centro della questione. Il centro è lo scoprirsi per quello che si è realmente, con i nostri pensieri, le nostre emozioni, le sensazioni… tutto il nostro mondo interiore che spesso fatica ad uscire nel mondo “reale”… Questo posto infondo, nel limite della sua virtualità, può aprire scenari di condivisione, di apertura, rari da vivere altrove.

Tutto questo per arrivare a dipingere, insieme agli altri, ad ogni singolo, un ritratto di noi stessi, del nostro essere profondo, di quello che siamo e che vorremmo essere, senza i condizionamenti esterni ed esteriori…

Un ritratto essenziale ma vero, cosi come è questa bellissima foto

La porta del desiderio

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Uso questa particolare immagine di un pittore che sfrutto spesso per accompagnare queste parole… sono molti i suoi quadri con immagini che si possono definire anche erotiche.

Parto da questa per affrontare un aspetto del mio mondo interiore che raramente ho condiviso e lo voglio fare proprio partendo da una immagine che mi affascina.

Una cosa che trovo sempre affascinante, che mi piace moltissimo, è rilassarmi del tutto, lasciarmi andare in un contesto di totale abbandono… in cui la nudità diventa del tutto naturale, in cui i piaceri, come quello dal bagno caldo, del buon vino, della nudità, si mischiano e creano quell’atmosfera in cui tutto è possibile, in cui i corpi si cercano, sciogliendo le tensioni e avvicinandosi ad una fusione fatta di gesti, immagini evocate, sguardi, carezze…

Immagino questa scena, tra un uomo e una donna non più giovanissimi. È sera, lei fa un bagno caldo, fuma, si rilassa del tutto con un bicchiere di spumante, si inebria di bollicine… lui è davanti a lei, la guarda nella sua nudità. Non conta che il corpo sia statuario o meno, conta il rapporto che si crea. È complicità, distensione: si guardano, si parlano, si sciolgono le tensioni di una giornata… i toni si fanno bassi, le parole diventano sempre più intime… fra un po lei uscirà dalla vasca, magari dopo un altro bicchiere… o magari entrerà pure lui… e quando usciranno i corpi bagnati si stringeranno in un bacio in cui le bocche saranno le porte dove passerà il desiderio ….

 

La finestra sul cortile

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La finestra sul cortile oltre ad essere un bel film, è una riflessione che mi ronza in testa da quando ho fatto questa foto, dal mio ufficio…

Mi hanno sempre affascinato le finestre, le persiane, quei muri romani che sanno di antico….

Mi piacciono le finestre aperte che sono un simbolo di apertura di occhi e di cuore….

Tenere la finestra aperta è mettersi in contatto con il mondo: guardare ciò che c’è fuori e lasciare che la luce enti dentro di noi… non chiudersi al buio delle proprie ombre, dove il poter solo sentire le voci del mondo esterno ci restituisce una immagine distorta. Guardiamo fuori dalla finestra, lasciamo che il sole ci inondi. Guardiamo non solo il cortile di casa nostra, del nostro vicinato, del nostro quartiere, della nostra città…guardiamo oltre, oltre i confini dei nostri pensieri, delle nostre convenzioni, delle nostre abitudini, guardiamo oltre… in cerca della bellezza che brilla la fuori

Al limitare di due mondi

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Proseguo la riflessione del post precedente, cercando di pensare cosa vuol dire per me sentirmi al limitare di due mondi… Credo che ognuno nasce con un proprio destino segnato forse nei geni, forse nelle stelle e per quanto attraversiamo ambienti differenti, nel corso degli anni, alla fine ci ritroviamo a ripercorrere strade analoghe: perché siamo quelli e quello è il nostro modo di essere e di vivere le cose. Le nostre scelte, anche quelle che possono sembrare più lontane, si possono far risalire a questo nostro destino

Io credo di essere destinato ad essere elemento separatore di due insiemi, di due mondi. Sempre ai limiti: mi appartiene il vivere in un mondo pur sentendomi parte di un altro. L’essere considerato da una parte “l’ultimo di … “ e dall’altra parte “il primo di…”.

Il più scemo di quelli che capiscono… il più intelligente di quelli che non capiscono… (ovviamente scemo e intelligente sono detti con ironia, soprattutto intelligente…)

Mi sento, come il faro, sul limitare dei due mondi… la terra e il mare. Come il faro, sto sulla terra e servo al mare, sto sulla costa, che già di per se è limitare di due mondi, legato indissolubilmente al mare, ma piantato in terra…  cosi come negli studi, l’aver studiato l’unica materia scientifica che non è tecnica, al limite della scienza, pur essendoci radicata dentro.  Nel lavoro sono mi sono trovato a fare spesso il mediatore culturale tra la cultura tecnica e il mondo degli umani… tra ciò che si aspettano gli uomini e ciò che vogliono le macchine…

Insomma sto tra il mare e la terra, un po di qua e un po di la, mai del tutto di la, mai del tutto di qua…

Al confine di due mondi

Hopper, Edward
Hopper, Edward

Tempo di sole, tempo di vacanze… tempo di mare

Un altro pittore che ho sempre amato è Hopper. I suoi paesaggi, le sue marine, i suoi fari (anche le visioni cittadine ma questa è un’altra storia)… quest’immagine mi fa pensare a viaggi in posti lontani, un concetto di mare ben diverso dallo stereotipo italiano… non spiagge affollate, creme abbronzanti, giochi aperitivo o ombrelloni cosi densi che la sabbia non si riscalda…

Mi piace pensare al mare come incontro con l’infinità: come punto di partenza per un altrove… sempre mutevole e sempre diverso, per quanto possa apparire uguale ad uno sguardo superficiale. Il faro è il punto di osservazione ma anche segnale di presenza…. Per chi naviga il faro è segnale di presenza sicura, di approdo, di possibilità di una sosta ristoratrice prima di un altro viaggio.

Mentre ascolto una conga cubana nel caldo di una mattina romana, penso a qualche spiaggia caraibica, forse cubana, forse in florida. Quanto assomiglio io ad un faro? essere un osservatore dell’infinita distesa della vita, coinvolto e partecipe. Essere un riferimento nei momenti di tempesta, per chi si avvicina alla costa…. Ma poi mi rendo conto che la cosa che più mi assomiglia è il suo essere al confine di due mondi… quello della terra e quello del mare… come infondo mi sono sempre sentito… al confine di due mondi….

Al mare

Mare del nord

Il clima romano cosi caldo mi fa venire voglia di un ambiente diverso. Una spiaggia del mare del nord, chissà forse Francia, forse Olanda, forse Scozia… Un clima non troppo caldo ma soleggiato, piccole spiagge quasi vuote, poche persone e soprattutto il mare e i gabbiani che volteggiano liberi nel cielo. E due persone, io e …chissà chi… due chiacchiere, tanta complicità, il vento che ci scompiglia i capelli…. Il profumo del mare e di te…

Ma quanta fantasia che ho!!!