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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.
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Nuvola viola
Post n°434 pubblicato il 04 Maggio 2011 da falco58dgl
“Nuvola viola” è scomparsa. Il blog, non la persona, l’amica che ho conosciuto in questi anni e con cui ho intrattenuto un rapporto che ha travalicato i confini del web per diventare una relazione vera, tra due persone in carne e ossa. Non voglio usare formule diplomatiche o “politicamente corrette” e dire “va bene così”, “sarà un nuovo inizio”, “il blog è finito, ma la persona rimane”. Certo, la persona rimane, con il suo carico di idealità, dubbi, stanchezze, slanci, passioni e desideri, ma la sua interfaccia con la rete no. E ciò mi dispiace, mi rattrista e, a dirla tutta, mi fa anche un po’ incazzare. Mi mancheranno i suoi post, la luna catturata mentre spuntava dai palazzi del suo quartiere e diffondeva una luce piena su Firenze, gli scorci di Parigi, le storie di diritti umani violati, il sostegno ad Emergency e ai dissidenti emarginati dal potere, le sue brillanti recensioni di film e libri, persino i resoconti sulle vittorie e le sconfitte della Fiorentina. La vita è un insieme di pieni e di vuoti, di conquiste e di perdite, di tensioni desideranti e di rinunce. Non tutti colgono questa dimensione della quotidianità, è facile ritagliarsi degli spazi di gratificazione e di rassicurazione che usiamo come schermo nei confronti delle nostre fragilità e paure. Mi sento di dire che Cate non è mai ricorsa a queste proiezioni, ha un’acuta consapevolezza della problematicità dell’esistenza e del dolore che è insito nel quotidiano. Lo sforzo necessario per andare avanti, gli equilibri precari che segnano molti passaggi esistenziali, il timore di non farcela quando i nostri fantasmi tornano a insidiarci. Per questo l’apprezzo, per questo le voglio bene. Per questo mi dispiace che, in un momento di sconforto, abbia cancellato il suo blog. La nostra conoscenza è passata attraverso la Mole Antonelliana, il museo del Cinema e una libreria di Torino dove presentavo un mio romanzo, attraverso il centro storico di Firenze e la sua casa che mi ha ospitato, suo marito e i suoi genitori che mi hanno accolto, la solidarietà mostrata quando Libero ha chiuso (per errore) il mio blog, ma soprattutto attraverso un flusso di comunicazioni costante che hanno avvicinato le nostre visioni del mondo, dell’impegno, delle idealità comuni. Tutto ciò non si cancella, rimane vivo. Un forte abbraccio, Nuvola. Ti aspetto in rete, qualunque sia la forma che sceglierai per manifestarti. Sono dispiaciuto per il tuo blog, ma voglio che tu sappia che ti sono vicino. Come prima, anzi ancora più di prima. W.
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IL MIO ROMANZO
CLAUDIO MARTINI
"DIECIMILA E CENTO GIORNI"
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(in seguito a uno spiacevole episodio
avvenuto su un blog della community)
LA RECENSIONE
DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO
Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.
E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.
Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.
Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.
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