Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

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Scusa

Post n°334 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da falco58dgl
 

Scusami, ti prego. T’imploro, scusa. Scusa, scusa, scusa, scusa, lo ripeterò fino a quando non mi guarderai senza rancore. Non sopporto quel tuo sguardo colmo di disprezzo, come se avessi commesso un crimine irreparabile. Ti chiedo perdono per la mia debolezza, la mia naturale vigliaccheria, le piccole meschinità che non posso fare a meno di commettere, le indecisioni e le tante omissioni. Ti ho sempre amato, con accanimento feroce, illudendomi di attrarti con l’ostinazione e la tenacia. Ma non ho fatto altro che replicare i miei errori.

Ti ricordi? Eravamo insieme a Barcellona e girovagavamo senza una meta apparente per le stradine del Barrio Gotico. Non è passato tanto tempo, in fondo. Ti guardavo con un’ammirazione fedele degna di un cane, mentre le tue mani sfioravano gli oggetti di artigianato del mercatino antiquario. Abbiamo anche riso quando ho fatto quasi cadere una ceramica andalusa di fattura squisita. Poi ti sei fatta seria e m’hai detto “Non cambi mai”. Non era una domanda o un’affermazione, era un verdetto. La constatazione di una irriducibile differenza, di una abissale inadeguatezza. Un velo di polvere laddove aspettavi mari puliti. Ti sei allontanata con gentile indifferenza, non ti sei neanche voltata a salutarmi.

Ho saputo poi che ti eri messa in viaggio. Argentina, Cile, Indonesia, Tailandia. Non sapevo cosa facessi, non osavo chiederlo. T’immaginavo accompagnata da uomini belli e discreti che sapevano interpretare i tuoi desideri con la stessa maestria di un suonatore di chitarra che trae armonie dal suo strumento. E mi sentivo quasi felice, mentre pensavo questa immagine che proiettava il mio timore e la mia voglia di rappresentarti comunque, in qualunque modo, in ogni luogo. Ho sempre cercato conforto nella fantasia, nell’immaginazione, quasi che la costruzione di un universo tutto mio, falso e consolatorio, mi sollevasse dalla responsabilità di vivere il presente.

Eppure siamo stati bene insieme. Solo diciotto mesi, un anno e mezzo lungo, lunghissimo. Non ricordo chi ha detto che il tempo è come un elastico, se vivi con intensità i giorni scorrono veloci, ma occupano un ampio spazio nella memoria. Se vivi una vita povera, il tempo rallenta e si dilata, però non ne resta traccia alcuna. Con te è stato un lampo prolungato, un flash ripetuto, che ha illuminato giorni troppo simili tra di loro.

Scusa, te lo ripeto, scusami se non ho avuto il coraggio di spogliarmi dalle mie abitudini, di provare a cambiare. Ero troppo felice per riuscirci. Mi sembrava che l’averti incontrato fosse una ricompensa per l’oscurità che avevo assorbito in tanti anni e che, simile ad un vestito troppo aderente, mi si era incollata al corpo.

Tu mi hai voluto, mi hai preso e abbiamo fatto un tratto di strada parallela, senza incontrarci realmente, tranne in poche occasioni. Mi fissavi con curiosità, a volte con fastidio, qualche volta con affaticata tenerezza. Poi sei andata via e anche per questo ti chiedo scusa. Non volevo costringerti ad abbandonarmi. Non intendevo mortificare, neanche indirettamente, il tuo slancio. Ma l’ho fatto e non riesco a farmene una ragione.

Non guardarmi con quegli occhi spalancati e freddi. Non fissarmi così, adesso che ti ho ritrovato e ti sono piombato addosso con tutta la mia furia alimentata da mesi, da anni di distacco.

Ti ho visto e mi è venuta voglia di inginocchiarmi e di mettermi a pregare. Ma tu hai detto “Cosa vuoi? Perché sei tornato?”, mirandomi come da una lontananza abissale.

Ho aperto le mie mani strette tra di loro a cercare conforto e le ho portate sopra il tuo petto che assomiglia a un paio di mele acerbe e succose. Volevo accarezzarti il collo lungo e sottile, ma le mie braccia non hanno seguito l’ordine che avevo dato loro e si sono animate da sole, serrandoti in una morsa.

Ho pianto, urlato e maledetto le mie mani mentre ti soffocavano. Gridavo così forte che le mie grida rimbombavano dentro la testa come uccelli predatori in caccia. Ho desiderato di morire, di svenire, di annullarmi in un vortice gelato.
Non guardarmi così, ti supplico. Dimmi qualcosa.

Scusa, non volevo, scusa, scusa, scusa, scu..

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http://www.writer-racconti.org/

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/12/08 alle 14:21 via WEB
la vita è sempre un annullarsi W. ti saluto da una piovosa taranto. Heazel.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 03/12/08 alle 18:24 via WEB
Sì, Haezel, anche se lei magari avrebbe preferito rimandare per un po' l'annullamento... Un saluto a te. W.
 
   
Heazel.
Heazel. il 04/12/08 alle 22:30 via WEB
capisco...purtroppo ci sono frangenti della nostra vita che ti fanno commettere strane azioni che sono inspiegabili. un caro saluto
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/12/08 alle 21:40 via WEB
HO passato begli istanti a leggere queste righe. Thanks.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 03/12/08 alle 23:50 via WEB
grazie, Daniele. Benvenuto :) W.
 
arabafelice59
arabafelice59 il 03/12/08 alle 22:13 via WEB
Ciao Claudio..questo pezzo mi è piaciuto tantissimo..complimenti! Un sincero abbraccio...Grazia
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 03/12/08 alle 23:51 via WEB
E' un pezzo piuttosto duro che chiudeva "Sguardi", il mio primo libro di racconti. Lieto che ti sia piaciuto, Grazia. W.
 
IlVentoElAnima
IlVentoElAnima il 04/12/08 alle 08:25 via WEB
Un indicibile leggerezza, una toccante delicatezza nell'autocondannarsi, nel riconoscersi innocentemente colpevoli di essere sè stessi, di non sapere essere diversi da sè stessi. Grande maestria nel dosare le parole, raccontando un viaggio intimo attraverso gli avvenimenti che accompagnano il tentativo di essere UNO, in due!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 04/12/08 alle 13:53 via WEB
grazie dell'apprezzamento, il vento e l'anima :) W.
 
Fajr
Fajr il 04/12/08 alle 18:58 via WEB
Cose che succedono, ahimè! un salutissimo
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 04/12/08 alle 19:08 via WEB
Cosa, Fajr? Gli omicidi per amore respinto? ciao. W.
 
girasole20071
girasole20071 il 05/12/08 alle 09:20 via WEB
Ciao, comprero' il tuo libro...anzi corro in libreria, un saluto ed un buon fine settimana, girasole
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 05/12/08 alle 14:07 via WEB
Grazie, Girasole. Se lo leggi, attendo con interesse le tue osservazioni. ciao. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/12/08 alle 13:34 via WEB
poverino ...
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 05/12/08 alle 14:11 via WEB
Commenti anonimi dall'Università di Pisa...temevi di farti riconoscere sul posto di lavoro? :-) W.
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 05/12/08 alle 18:38 via WEB
bellissimo... Credo che lo comprerò. Possiamo fare come l'altro:) sai, credo che leggere te, sia la spinta giusta per leggere altri libri.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 06/12/08 alle 00:55 via WEB
Difficile che tu possa trovare "Sguardi" in libreria, Roberta. Se ti va, però, te ne mando io una copia... ciao. W.
 
   
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 08/12/08 alle 21:54 via WEB
si, ti ringrazio Claudio. Perchè dici che non posso trovarlo in libreria?
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 08/12/08 alle 22:33 via WEB
Perché la tiratura si è esaurita da più di due anni, Roberta. Ho comunque conservato il tuo recapito, te lo mando in questi giorni. ciao. W.
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 05/12/08 alle 19:08 via WEB
Carino, veramente carino....;) Mi ha "acchiappato!"...
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 06/12/08 alle 00:57 via WEB
Lieto che il testo ti abbia coinvolto, Carpe, anche se si racconta di un omicidio compiuto a dispetto della volontà del protagonista... :) ciao. W.
 
brubus1
brubus1 il 06/12/08 alle 20:13 via WEB
La richiesta di un quasi perdono per qualcosa di sbagliato. Dall'altra parte la diffidenza di una donna che difficilmente si rimetterà sulla stessa strada. Le donne, quando vengono ferite, dopo essersi coinvolte, difficilmente tornano indietro. L'impresa è sempre ardua per la riconquista. Siamo andati sull'amore stavolta..... Un generoso weekend per una serena Immacolata Claudio
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 07/12/08 alle 01:16 via WEB
giusto, Brubus, la donna difficilmente si rimetterà sulla stessa strada, anche perché lui la uccide... la richiesta di perdono è quindi decisamente tardiva. ciao. W.
 
altro_che_mela
altro_che_mela il 07/12/08 alle 20:44 via WEB
anche se non l'avesse uccisa, lei non sarebbe tornata indietro. Anche solo intuire un affievolimento di interesse è già percorrere la strada dell'addio. Questo modo di narrare mi piace di più, perchè lo sento più vicino al mio modo di leggere. Per favore, mi manderesti anche Sguardi insieme all'altro? o l'altro lo hai già spedito? grazie, Claudio. A presto :-)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 08/12/08 alle 00:11 via WEB
Lucia, ti mando tutto martedì in mattinata sperando che ti arrivi e non si perda come è successo per "Diecimila e cento giorni". Le tue considerazioni sono condivisibili. Ciao, un saluto affettuoso. W.
 
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(in seguito a uno spiacevole episodio
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LA RECENSIONE

usumacinta

DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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