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Lascia che l’uragano insorga ancora... dichiarazione di amore
Post n°243 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Vasilissaskunk
SE comunicando IO per chissà quale telepatica via, io non ti diro’ mai addio … il mio cuore ci ha provato … l’oblio a volte ricopre ma non cancella …. Poi soffia una nuova stagione ..soffia e ri_scopre
Sei come il succo di gustoso cocomero … dolce intenso nell’immaginario ti sciogli piano piano_ fantasia _deliziandomi fino a sparire …. E la mia golosità per te mi porta con avidità a voler ripetere morsi per dissetare la smania umorale ..ed è così, che tra un battito di ciglia se cambio prospettiva io ti vedo ….
Sento il tuo pensiero sussurrato nel vento entra furente a pulsarmi nel ventre, potente come il verde di questa nuova estate ..accucciata sul tuo petto ..ipnotizzata dal battito del tuo cuore li… incollata al tuo calore …..Sorriderei arricciando il naso e tu con il dito indefinito dell’anima accarezzeresti quelle pieghe che ti piacciono tanto …crogiolando nell’immensità di un sorriso ad occhi chiusi
Ho voglia di te … che mi riempi gli spazi, vorticandomi in un abbraccio, serrati roteiamo così forte da fondere i nostri bisogni …. Ho così tanta voglia di sapere della tua esistenza da goderne persino in assenza .., e tu come stai senza la mia presenza? … senti la mia sconvolgente essenza avvinghiata ? li ate starà salda radicata fino alla dissolvenza
Ti vorrei disegnare ora di giallo caldo a sfumarti nel rosso del frutto della mia passione e se oltrepassando il pozzo al limitar del verde bosco non ti trovassi entrerei nell’antro caldo della caverna e nell’umidità del mio umore cercherei la condensa del tuo fiato per respirarti profondamente … poi finalmente ebbra uscirei nella notte della selva sorridente e danzante ..galoppando un passo dietro l’altro sentendoti alle mie spalle pronto per l’assalto … oh si se il desiderio avesse un nome proprio avrebbe il tuo .... Lascia che l’uragano insorga ancora |
ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN
Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare ...
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.
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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA
(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.
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Inviato da: Marion20
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