Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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STINKWUT

Post n°273 pubblicato il 08 Febbraio 2018 da Vasilissaskunk

DICE  chi viene stasera a trovarti? 

Non lo so è un ospite strano monta cattivo su ogni cosa infuria impera irragionevole in ogni secondo penetra nelle viscere e nella mente si chiama Stinkwut ...questo è uno dei suoi nomi ... le dipendenze emotive sono le piu' subdole...difficili da riconoscere ...e liberarsene forse impossibile ... forse 

DICE se prorprio devo essere qualcosa vorrei essere la mia risata e non la mia rabbia ... io non sono la mia rabbia ... pero' essa sopraggiunge spesso sorda e cieca e regna ...

DICE devi scrivere quale pensi che sia la tua gabbia emotiva è solo decrivendola e provando a darle forma che potrai liberartene ... ma quando ci provo i contorni vanno a sbiadire...

respira lascia andare ... respira e lascia andare ... Io vorrei ma Sinkwut mi stordisce la mente in perpetuo richiamo 

... non sono le persone a deluderci sono le aspettative che ci fottono quegli infinitesimali neuroni ... e il non pensare all'inpermanenza nostra e di cio' che ci circonda che fa si che Stinkwut spesso ci domini ... non dipende da un accadimento ma da qualcosa di recondito e viscerale ... 

DICE allora cerca ... scavi ma la mente urla scavi evisceri ... più in fondo sempre piu' giu' e non trovi che vuoto allora rimetti tutto a posto come era torni fuori e vedi Stinkvut in chi ti sta intorno ... surreale seppur vero ... ti guardi in uno specchio Stinkwut non c'è piu e rimani solo tu 

 

 
 
 
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ICH BIN EIN GOTTESANBETERIN

Piccole storie e riflessioni ed immagini bucoliche di viaggi di una piccola impiegatina aSburgica che all'occorenza puo anche diventare  ...

 

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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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