Creato da Vasilissaskunk il 16/06/2008

ALIVE IN THE NIGHT

(foto di viaggioMIE)

 

 

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Schneewittchen ...basta poco per esser felici

Post n°271 pubblicato il 04 Febbraio 2018 da Vasilissaskunk

...Ti svegli in una mattina silenziosa appenninnica e fuori vedi tutto bianco e ricoperto dalla magia della neve ...

Persino le orde pensanti tacciono...

L'incanto ... il tornare bambina ... ti vesti ... sali al colle ... e seppur la fatica si fa sentire è troppo bello lo scricchiolio della neve fresca sotto i passi ...

prendo un po' di neve la porto alla bocca e ne succhio la gelida essenza poi...mi lascio andare e comincio a rotolare giu per quel che a primavera è un prato .... giro con le braccia allungate urlando KALINKKKKKKAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

e sono eccitata e sorridente ...

poi mi fermo, mi gira la testa .... apro le braccia e le gambe supina ... faccio l'angelo ...e respiro ... e guardo al monte e poi al cielo ... sbuffante animaletto mi godo la sensazione di gelo che si fa strada attraverso i vestiti fradici ... le guance rosse ...

Gli intenti erano poi buoni copsì come suonavam bene le parole ma gli orizzonto sono plumbei e la luce ha uno strano color ghiaccio ... oh dio grazie ....

Commenti al Post:
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 05/02/18 alle 17:44 via WEB
Come tornar bambini... Bella visione di felicità :) Ciao, Grace!
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 07/02/18 alle 13:15 via WEB
eh si quando ci si riesce è davvero felicita pura
 
RavvedutiIn2
RavvedutiIn2 il 07/02/18 alle 04:32 via WEB
Se " perfino " le onde pensanti tacciono, e personalmente ( parlo solo riferendomi a me, in questo caso, che io considero, IN QUESTO CASO, benedetto), allora si può - OLTREPASSARE ADDIRITTURA IL FATTO STESSO DI RIDIVENTARE BAMBINI - e dunque ridiventare bambini SUL SERIO, godersi la neve e farsene avvolgere, respirarla e mangiarla... e vivere DUNQUE come una piccola BIANCANEVE ... o nel mio caso, dettato da sesso maschile... come un piccolo Principe, piccolo grande UOMO ridiventato bambino, per pochi minuti o forse per una giornata intera. La fatica non la sento nemmeno, crick crack, che bello il rumore della neve fresca che scricchiola sotto i miei piccoli piedi di piccolo Principe. E, appena dopo la cresta del monte, ecco la piccola Biancaneve... Che mi aspetta. Lei è lì già da prima di me. ( Poetessa. Brava. Ciao)
 
 
Vasilissaskunk
Vasilissaskunk il 07/02/18 alle 13:16 via WEB
hey ciao grazie del bel pensiero ...come dicevo la neve è magica ..soprattutto se la gusti in un contesto bucolico :-) saluti al principe :-)
 
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(CXX DEL CANZONIERE CINIANO)

Signor, e’ non passò mai peregrino,
o ver d’altra manera viandante,
cogli occhi sì dolenti per cammino,
né così greve di pene cotante,
com’i’ passa’ per lo mont’Appennino,
ove pianger mi fece il bel sembiante,
le trecce biond’e ’l dolce sguardo fino
ch’Amor con l’una man mi pone avante;
e coll’altra nella [mia] mente pinge,
a simil di piacer sì bella foggia,
che l’anima guardando se n’estinge.
Questa dagli occhi mie’ men’ una pioggia,
che ’l valor tutto di mia vita stringe,
s’i’ non ritorno da la nostra loggia.

 

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CANZONIERE DI CINO DA PISTOIA

(CXII canto)
Oimè, lasso, quelle trezze bionde
da le quai riluciéno
d’aureo color li poggi d’ogni intorno;
oimè, la bella ciera e le dolci onde,
che nel cor mi fediéno,
di quei begli occhi, al ben segnato giorno;
oimè, ’l fresco ed adorno
e rilucente viso,
oimè, lo dolce riso
per lo qual si vedea la bianca neve
fra le rose vermiglie d’ogni tempo;
oimè, senza meve,
Morte, perché togliesti sì per tempo?
Oimè, caro diporto e bel contegno,
oimè, dolce accoglienza
ed accorto intelletto e cor pensato;
oimè, bell’umìle e bel disdegno,
che mi crescea la intenza
d’odiar lo vile ed amar l’alto stato;
oimè lo disio nato
de sì bell’abondanza,
oimè la speranza
ch’ogn’altra mi facea vedere a dietro
e lieve mi rendea d’amor lo peso,
spezzat’hai come vetro,
Morte, che vivo m’hai morto ed impeso.
Oimè, donna d’ogni vertù donna,
dea per cui d’ogni dea,
sì come volse Amor, feci rifiuto;
oimè, di che pietra qual colonna
in tutto il mondo avea
che fosse degna in aire farti aiuto?
E tu, vasel compiuto
di ben sopra natura,
per volta di ventura
condutta fosti suso gli aspri monti,
dove t’ha chiusa, oimè, fra duri sassi
la Morte, che due fonti
fatt’ha di lagrimar gli occhi miei lassi.
Oimè, Morte, fin che non ti scolpa
di me, almen per li tristi occhi miei,
se tua man non mi colpa,
finir non deggio di chiamar omei.

 

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