Creato da DONNADISTRADA il 10/09/2008

Silena DalFinestrino

visioni e immagini del mondo.. Quasi sempre la fotografia parla più delle parole.Un buon viaggiatore è colui che non sa dove sta andando. Lin Yu-t'ang

 

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tutti i santi lunedì. LA MODA (o quello che per me può esser moda)

Post n°392 pubblicato il 26 Agosto 2013 da DONNADISTRADA

Non so se questo argomento sia in tema con la moda, ma proviamo a farlo rientrare.

Ne stavo preparando uno un po' più consueto quando mi è saltato agli occhi questo articolo che per me è moda, è bisogno, è uscire fuori dagli schemi dell'abitudine.

 

 

LUOGHI LONTANI, VOGLIA DI CRESCERE (di Giorgio Falco)

BackpackersMa tu, assumeresti uno che, dopo l’esame di maturità, fa un viaggio di tredici mesi? Tredici mesi è vagabondaggio. Una selezionatrice del personale liquidava così la candidatura lavorativa di un ventenne, nel 1997. Per lei era impensabile che un ragazzo cercasse qualcosa lontano dai percorsi prestabiliti, dopo la scuola superiore: l’università subito, in autunno, oppure il lavoro, o entrambi. Il ragazzo avrebbe dovuto avere il proprio periodo di svago consentito, la scansione prefissata del tempo suddiviso in intervalli regolari, proficui, preparazione a ciò che più tardi sarebbe stato il tempo retribuito.

Invece era stato tredici mesi in giro per l’Europa, senza la giustificazione di un corso scolastico, di un’esperienza volontaristica religiosa o laica, utile per ripulire spiagge, mulattiere, argini di fiumi o assistere coetanei in zone considerate disagiate. Il ragazzo aveva fatto qualche lavoretto ed era stato accolto da una piccola rete di amici, ciò che a volte fa sembrare la condivisione umana un fatto reale. Era stato sincero, spavaldo nel raccontare la sua esperienza, cosa che aveva suscitato la disapprovazione della selezionatrice, forse anche l’invidia.

Mentre lui era in qualche stanzetta berlinese e migliorava, se non proprio il tedesco, almeno l’inglese e la quantità media di dolore consapevole; mentre lui perdeva anche tempo, in quel modo fecondo, dono che dovrebbe essere preso sul serio proprio nell’età giovanile, la selezionatrice si trovava in un parallelepipedo lungo la tangenziale Ovest di Milano, condannata al setaccio di quelle persone che, di lì a pochi anni, sarebbero diventate inesauribili risorse interinali.

Anche quest’anno partono migliaia di ragazze e ragazzi. Passano il confine per raggiungere qualsiasi posto d’Europa. Sono adulti quando inseriscono la moneta dentro il carrello del supermercato, hanno comprato magliette e scarpe da soli negli anni scorsi: però mai un vasetto di yogurt, la meraviglia della merce alimentare acquistata senza l’intermediario paterno o materno; pedalano su una pista ciclabile in leggera salita, sorpresi da un temporale improvviso; e si addormentano sui vagoni di una metropolitana, cullati dal ritmo dei dialoghi di lingue incomprensibili, che potrebbero significare ogni cosa; e si innamorano, oppure provano per la prima volta quanto si possa essere soli, in una città di cinque milioni di abitanti o su un’isola di duecento persone, dove l’ultimo morto è stato il vecchio tabaccaio, tredici mesi prima; e si fermano lungo una costa, dove vivono ancora i generali e i colonnelli di qualche dittatura neppure mai sentita. Gli ex militari sono rinchiusi dentro la vecchiaia incolpevole, agiata e — circondati dai figli e dai nipoti, dal personale di servizio — suggeriscono ancora qualcosa che ricalchi la legge di un tempo. Così, per esempio, vietano il consumo anche solo di una birra fuori dai locali pubblici. I poliziotti di questi luoghi lontani lanciano un primo avvertimento in una lingua musicale, così che, quando ripassano e puntellano la loro affermazione con una manganellata davvero lieve, simile a una pacca fraterna sulla spalla, lasciano attoniti ragazze e ragazzi, che fino ad allora quasi mai avevano subito un ordine dichiarato e perentorio, incomprensibile.

Quando le ragazze e i ragazzi tornano in Italia, anche solo dopo quattro settimane, hanno varcato una piccola ma significativa soglia cognitiva, l’essenza di ciò che dovrebbe essere un viaggio. Sul mobile della cucina, nella casa dei genitori, sfogliano le pagine di settimanali pubblicati durante la loro assenza. Il mondo appare congruo, alla fine di una strada c’è qualcosa di accogliente: le fotografie delle vacanze in Italia, uomini e donne di ogni età, ritratti in costume, stretti attorno a presentatrici televisive, calciatori, cabarettisti, la riproducibilità sistematica degli idoli. Le ragazze e i ragazzi bevono una birra nella cucina di casa davanti alle foto, alla tv, si passano la lingua sulle labbra, per assaporare la schiuma, e ricordare meglio l’oscenità del potere.

Giorgio Falco
La Repubblica
19 luglio 2009

Io non ho potuto farlo se non per qualche mese l'anno e solo dopo aver trovato un lavoro.

Non ho potuto farlo per motivi familiari, esistenziali e altro che non sto a dire adesso, ma considero l'andar via per un anno oppure per sempre un fantastico modo di essere e soprattutto di divenire.

Beh il nick che ho scelto, anche a scanso di possibili equivoci, lo dimostra :))))

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Commenti al Post:
mpt2003
mpt2003 il 26/08/13 alle 15:24 via WEB
sì è vero è un gran passo, viaggiare conoscere e uscire dal caldo nido familiare....dovrebbero farlo tutti i giovani per "crescere"...
 
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 27/08/13 alle 22:23 via WEB
siamo diventati troppo protettivi nei confronti dei nostri figli?
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 26/08/13 alle 16:21 via WEB
vale sempre la pena: e più diverso e lontano è il paese in cui si va, meglio è. Si impara a camminare con le proprie gambe
 
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 27/08/13 alle 22:24 via WEB
manca il coraggio?
già ne vale la pena :)
 
swala_simba
swala_simba il 27/08/13 alle 22:34 via WEB
forse ci eravamo convinti che saremmo stati in grado di dare ai nostri figli tutto il benessere e la sicurezza possibili tra le nostre quattro mura...
avevo diciotto anni quando ho acquistato il mio primo zaino e le mie prime scarpe comode: erano le mie ali e racchiudevano la mia certezza che l'altana della mia casa lagunare incominciava ad essere troppo stretta per la mia voglia di sapere, conoscere, sperimentare...
i figli - come ci ricorda Gibran - sono solo le frecce del nostro arco: si arrugginiscono - aggiungo io - se le teniamo comode comode nella faretra..
un abbraccio amica di strada :*
 
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 27/08/13 alle 22:50 via WEB
e tu sì che hai imparato a camminare e a saper guardare le cose amica mia :))))
 
   
swala_simba
swala_simba il 02/09/13 alle 13:59 via WEB
anche tu, sorella :*
 
Edgar_Byrne
Edgar_Byrne il 28/08/13 alle 06:57 via WEB
... condivido appieno l'articolo di Falco, fare esperienza all'estero, prendersi le proprie responsabilità nel bene e nel male, saper decidere ... manca questo e altro ancora ai giovani italiani. L'idea di un Europa unita non è ancora entrata nella nostra mente, e men che meno nel cuore. Ci piace stare a "casuccia" ... finalmente qualcosa sta cambiando però. Ciao. -EB-
 
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 28/08/13 alle 08:10 via WEB
e vorrei sempre augurarmi che la crisi sia il momento per fare il salto. So di molti che in questi anni stanno partendo in cerca di fortuna o solo di se stessi e penso sia ancora più importante e più vero quando non si troverà il posto pronto una volta tornati, perchè forse non ci sarà ritorno. Ciao Edgar B. sempre un piacere leggerti. :)
 
arw3n63
arw3n63 il 28/08/13 alle 18:15 via WEB
Penso che debba essere una bella esperienza, mai fatta però.
 
vi_di
vi_di il 29/08/13 alle 12:15 via WEB
Ma a spesi di chi è andato in giro? No, perché io all'epoca mia coi soldi di papà quando feci la maturità, al massimo andavo ad Amalfi col pullman della SITA per 3 o 4 giorni, tornando però a casa a dormire.
 
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