Silena DalFinestrino
visioni e immagini del mondo.. Quasi sempre la fotografia parla più delle parole.Un buon viaggiatore è colui che non sa dove sta andando. Lin Yu-t'ang
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Post n°398 pubblicato il 09 Ottobre 2013 da DONNADISTRADA
foto angela Lijiang 2007
La notte i pensieri si fanno spazio attraverso l'ombra ed entrano in quella riga che divide in due la mia fronte. Il "carpe diem" non è mai entrato nella mia vita e la notte i rimpianti e i sogni non realizzati diventano grandi come montagne di fronte al bambino che ancora non ha imparato a camminare, che non può arrampicarsi. E succede che io che pur ho passato mesi e mesi su autobus e treni lontani, che ho trascorso notti su navi senza saper parlare la lingua del posto, non so più andare nella casa davanti al mare. Una collega si è trasferita in Abruzzo grazie ad una promozione. Mi venite a trovare? Fa lei un giorno che è venuta a trovarci. Perché no, dico io e invito un'altra per andare a trovarla insieme. No grazie. Vorrei tornare nella casa davanti al mare. E' mia e mi appartiene come identità e come tutto ma non so andarci più. Verresti con me? E io sì che ci vengo. Ci sono i cannoli, le cassate, la focaccia, gli arancini, ecc. ecc. Noi ci andiamo per mangiare, no? Tempo fa entravo in tutte le pasticcerie di Catania e Palermo a fotografare tutte le cassate e ognuna era un'opera d'arte di scultura. Scultura effimera come quelle fatte in riva al mare, di acqua e di sabbia. E mi ricordano il pennello di stoffa bagnato che disegnava calligrammi sulla strada di Lijiang. o vedi l'album, io sono per forza di strada o dei miei ricordi di strada, perché in casa o a lavoro io non mi ritrovo e non so ritrovarmi. |
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mi torna nel cuore e te la ri-dedico.
La ricordi?
terra incantata quella: ricca di parole profonde, di immagini che entravano nella parte più intima dell’anima, di carezze leggere, di naturale attenzione per non disturbare alcun cuore, di impegno sociale e civile.
un vecchio stregone che abitava nell’alto di una cima osservava quella terra fatata con occhi grifagni. egli possedeva la capacità di lanciare un malvagio sortilegio che avrebbe trasformato quell’oasi in un deserto, ma solo una volta e poi mai più.
aspettava paziente.
sapeva che, prima o poi, anche su quella magica terra sarebbe giunto il vento della tempesta che avrebbe squassato parole, musica, immagini.
e aspettava.
e un giorno il vento giunse, improvviso, impetuoso, doloroso. la sofferenza trovò la sua dimora: scomparvero le parole, le immagini, la musica e rimase solo un deserto.
una realtà ignorava il vecchio stregone: che la vita era rimasta sotto la sabbia e pulsava.
su quella sabbia caddero le lacrime, i sorrisi, i "grazie", le tenerezze di tutti i viandanti che erano passati da quella terra e che se ne erano cibati o che semplicemente l’avevano contemplata ammirandone la quieta bellezza,
e lentamente dall’arida sabbia nacque un fiore prezioso, misterioso, unico.
lo stregone impazzì per la rabbia perché capì che a quella terra poteva lanciare mille sortilegi, ma lei sarebbe inaridita solo apparentemente, il suo cuore avrebbe pulsato sempre e tutto l’amore che regalava a piene mani l’avrebbe fatta rifiorire ovunque e comunque.
^___*
Ti Voglio Bene *__* Grazie sorellina!!
Per quanto riguarda la relazione tra il "carpe diem" e l'incoscienza non sono d'accordo. Penso che l'incoscienza in sé sia molto bella e se spesso non si raccoglie il giorno oppure l'attimo è perchè non si sa approfittare delle occasioni, vuoi per paura, vuoi perchè penso ci voglia grande forza di volontà e di determinazione e forse ci vuole anche un forte carattere. Ma questo è forse ancora un altro discorso.
Grazie :)))
Sono io che ringrazio te del tuo pensiero, delle riflessioni che a loro volta invitano a riflessioni ulteriori :))) Ringrazio e contraccambio la tua carezza*