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Dopo il successo straordinario dei referendum contro la privatizzazione dell'acqua, la coerenza della giunta di Napoli

Post n°4846 pubblicato il 19 Giugno 2011 da cile54

Un laboratorio di politica pulita e di diritti sociali per l'Italia

La giunta del Comune di Napoli ha deliberato in merito alla trasformazione dell'ARIN spa in soggetto di diritto pubblico.

 

Con questo primo atto ufficiale, effetto diretto della vittoria referendaria, inizia un percorso verso la ripubblicizzazione a cui saremo chiamati a partecipare. Si apre a Napoli un laboratorio di partecipazione in cui le competenze acquisite e la spinta dal basso dei comitati aprono una nuova fase.

 

Il fatto stesso che sia stata data delega alla gestione del servizio idrico all'assessorato di nuovo conio ai Beni Comuni guidato dal prof.Alberto Lucarelli, tra gli estensori dei quesiti referendari, è una vittoria che possiamo rivendicare come un risultato ascrivibile al movimento per l'acqua pubblica, chiamato ora ad interloquire con le istituzioni e decidere non solo sul soggetto di diritto pubblico da adottare, ma soprattutto sulle forme di partecipazione diretta dei cittadini nella gestione del Bene Comune.

 

La traccia segnata da questo percorso, ancora tutto da decidere, sarà da stimolo a tutte le realtà territoriali per riprendere la lotta per l'effettiva ripubblicizzazione.   Invitiamo tutti e tutte coloro che hanno contribuito al risultato referendario nella città di Napoli mercoledì ore 18,00 a P.zza Cavour n. 38 per fare un bilancio della campagna referendaria e discutere delle nuove prospettive per l'acqua pubblica ed i percorsi partecipativi che si aprono in città.

 

Comitato Acqua Bene comune Napoli

www.refacquacampania.blogspot.com

Il testo delle delibera.  

I L P R E S I D E N T E

 

constatata la legalità della riunione, invita la Giunta a trattare l’argomento segnato in oggetto.

 

La Giunta, su proposta dell’Assessore ai Beni Comuni, Informatizzazione e Democrazia Partecipativa,

 

Premesso

che l'acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all'articolo 2 della Costituzione;

 

che con la promulgazione della Carta Europea dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell'acqua come “bene comune”per eccellenza si è progressivamente affermata a livello mondiale;

 

che il bene acqua, pur essendo rinnovabile, per effetto dell'azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinchè sia accessibile a tutti e disponibile per le future generazioni;

 

che la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell'Acqua dichiara “l'acqua è un bene comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinchè “la gestione delle risorse idirche si basi su un'impostazione partecipativa e integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;

 

che, inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”;

 

che il principio dell'accesso all'acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, è stato, altresì, recentemente ribadito dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);

 

Considerato

 

che l'esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno scorso ha determinato l'abrogazione sia dell'articolo 23bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152;

 

che sussistono, pertanto, le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei servizi idrici;

 

che è opportuno introdurre nell'ordinamento comunale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generaleal fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti;

 

Considerato, infine,

che l'Amministrazione comunale condivide sostanzialmente gli obiettivi del movimento mondiale del Forum dei movimenti per l'acqua, che coinvolge un sempre maggiore numero di enti locali in tutto il Paese, e ritiene opportuno, anche in relazione all'assetto costituzionale, sviluppare un'azione tesa a riformare il sistema di gestione del servizio idrico, che superi il modello di gestione mediante affidamento a soggetto giuridico privato nella forma di s.p.a. a totale capitale pubblico con unico azionista e ha come obiettivo la realizzazione di un modello di gestione pubblica-partecipata, mediante affidamento ad un soggetto giuridico di diritto pubblico;

 

Ritenuto

che è necessario individuare e fare propri alcuni principi basilari in tema di concezione dell'acqua come bene comune;

 

che è opportuno prevedere, in tale percorso di scelte, la consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;

 

che uno degli obiettivi è rendere la società di gestione del servizio idrico un soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione;

 

Vistala deliberazione della Giunta comunale n. 587 del 29 aprile 2011 che ha confermato la gestione pubblica dell'acqua a mezzo dell'ARIN S.p.a., società in house providing;

 

La parte narrativa, i fatti, gli atti citati, le dichiarazioni ivi comprese sono vere e fondate e quindi redatte dal Dirigente del Servizio sotto la propria responsabilità tecnica, per cui sotto tale profilo, lo stesso dirigente qui di seguito sottoscrive

IL DIRETTORE GENERALE

 

dott. Vincenzo Mossetti

 

DELIBERA

 

1) di fare propri e approvare i seguenti principi:

 

 

l'acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;

 

la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;

 

2) di procedere, di concerto con il Forum dei movimenti per l'acqua, alla consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;

 

3) di procedere all'audizione di esperti nei settori giuridico, economico, aziendale, al fine di acquisire ulteriori conoscenze per l'elaborazione di un modello di gestione coerente con i principi richiamati;

 

4) di garantire l'attività di consultazione e di condivisione in condizioni di massima trasparenza e partecipazione, anche mediante l'utilizzo del web;

 

5) di dare mandato agli Uffici competenti di predisporre le necessarie modifiche statutarie da proporre al Consiglio comunale per la trasformazione dell'ARIN S.p.a. in soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione.

 

IL DIRETTORE GENERALE L'ASSESSORE AI BENI COMUNI E ALL'ACQUA PUBBLICA Dott. Vincenzo Mossetti Prof. Alberto Lucarelli

 

L'ASSESSORE ALLE RISORSE STRATEGICHE

Prof. Riccardo Realfonzo

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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