Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2nomadi50cile54m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0mvgallinemexirupigottobre5amorino11
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Costituente dei beni com...Nel tarantino un gruppo ... »

Winnie è una cittadina olandese che in Grecia ha conosciuto Nizar, operatore turistico. Un amore sfociato in matrimonio

Post n°4917 pubblicato il 06 Luglio 2011 da cile54

Migranti, la storia di Nizar e Winnie e la mancanza dei diritti in Italia

 

Nizar e Winnie ora sono insieme, e questo è un risultato. Figli di una storia assurda che ben testimonia la situazione dello stato di diritto in Italia, aspettano solo che loro figlio nasca, in pace e senza aver di fronte tende, container, terra brulla e uomini in divisa. Winnie 23 anni è una cittadina olandese che in Grecia ha conosciuto Nizar, coetaneo, operatore turistico. Un amore sfociato in matrimonio, poi in una desiderata gravidanza. Erano in Tunisia nei primi giorni della rivolta, hanno convenuto che, stante la fragilità del Paese, le tensioni il cui sbocco era imprevedibile, era meglio far nascere il figlio in Europa. Winnie era ripartita in attesa solo di ricongiungersi presto con il marito. Ma Nizar non è ancora cittadino europeo, ha provato a rientrare regolarmente ma la sua richiesta non è stata accettata, non aveva garanzie di reddito e di occupazione. Respinto una prima volta da Lampedusa ha ritentato nei giorni di maggior tensione e sovraffollamento è stato accusato – a detta di molti ingiustamente – di essere stato fra i fautori di una rivolta, si è ritrovato pestato, chiuso nel centro di identificazione, in attesa di espulsione. Winnie 23 anni una volontà di ferro, al sesto mese di gravidanza è riuscita – accadeva a maggio – a incontrarsi con il consorte rinchiuso, avendo in mano un certificato di matrimonio. A gestire queste controversie sono stati un giudice di pace e la competente prefettura di Agrigento, in attesa di trovare una soluzione Nizar è stato trasferito nel campo di concentramento di Kinisia, nei pressi di Trapani. Come altro chiamare una tendopoli a cielo aperto, in una zona semi desertica, circondata da container per chiudere la visuale e totalmente militarizzata? Winnie è andata a cercare Nizar anche lì, nel frattempo passano i giorni e ogni viaggio per incontrare il suo uomo diventa un inferno. Nizar voleva uscire regolarmente ma sembrava non esserci modo di sbloccare una burocrazia idiota e inutilmente crudele. Alla fine, dopo che durante una delle tante visite, Winnie si è sentita male ed è dovuta ripartire nel timore di un parto prematuro, Nizar è fuggito. Da una settimana era già entrato in possesso del proprio passaporto e di un visto temporaneo che gli dava diritto a restare in Olanda per 3 mesi ma il prefetto di Agrigento e il giudice di pace competente non ne avevano voluto disporre la scarcerazione. Ora la coppia è legalmente in Olanda, insieme ai preparativi per un bimbo che nascerà intorno a ferragosto hanno già attivato i propri legali, dando mandato di procedere avverso il governo italiano e di interpellare la Commissione Europea e La corte di Strasburgo per i diritti umani. Sono stati danneggiati dal totale aggiramento di qualsiasi norma giuridica internazionale, il giudice di pace si è pronunciato per la liberazione di Nizar quando lui era già in Olanda. Nel frattempo il centro di Kinisia che doveva essere chiuso per manifesta incompatibilità col trattenimento di persone, risulta ancora aperto. Soltanto ieri una ventina di ragazzi tunisini, in un pullman, scortati dalla polizia, si sono sommati ai 44 ancora costretti nelle tende forno del campo. Trasferiti probabilmente dal “Serraino Vulpitta” il famigerato Cie storico di Trapani di cui da un anno si assicura la chiusura. Dalla prefettura trapanese dichiarano che tutto è pronto per aprire il nuovo centro, una super struttura per 206 persone blindata e lontana da qualsiasi sguardo esterno. Se le tende nel deserto di Kinisia offrono l’immagine di uno Stato straccione, se il vetusto ospizio che ospitava il Serraino Vulpitta evoca ancora i ricordi tragici di rivolte e di morti rimasti impuniti, il nuovo centro è una vera e propria Guantanamo siciliana. Lo si scorge dall’autostrada che collega Trapani con Palermo, una struttura color ruggine, cupa e minacciosa, circondata da altissime inferriate gialle, almeno 6 metri che si chiudono a gancio. Al di fuori di quella che è la contrada Milo, una frazione di Trapani, bisogna avventurarsi lungo una strada locale, costeggiare un edificio che ospita un centro di bowling e poi proseguire verso spazi sempre più brulli. Ufficialmente il centro è pronto per essere inaugurato, ieri c’erano ancora le betoniere che dovevano terminare l’ingresso carrabile. L’edificio è circondato da un grande cortile, una sbarra è già pronta insieme al cartello “divieto d’accesso”, sarà anche difficile manifestare nei pressi di questo bunker in cui si potrà, secondo il decreto legge approvato per soddisfare i leghisti di Pontida, soggiornare anche fino a 18 mesi. In prefettura è descritto come un gioiello, una sorta di albergo a 4 stelle in cui le persone vivranno in pace ed armonia. Ci sarà un settore esclusivamente femminile e la vigilanza elettronica potrà farla da padrona. La gestione sarà affidata ad un ATI il cui capofila è l’Onlus Insieme di Calstelvetrano, l’associazione sorta dal nulla nel 1999 che da sempre gestisce ogni progetto riguardante l’immigrazione, l’accoglienza e la detenzione non solo nel sud della Sicilia. C’è stata una gara d’appalto, numerosi soggetti sono stati invitati a parteciparvi ma solo “Insieme” ha risposto all’appello, dimostrando una costante sensibilità al tema. Rispetto ai costi della struttura le voci sono discordanti anche se per nessuno l’ammontare complessivo risulta inferiore ai 6 milioni di euro. La realizzazione del centro, che in origine doveva essere una “cittadella dell’accoglienza” risale al 2002, a poco più di due anni del rogo che portò alla morte di 6 reclusi nell’allora Cpt Serraino Vulpitta. Lo sponsor era ed è ancora un uomo potente di Trapani, più volte parlamentare e sottosegretario prima per Forza Italia poi per il Pdl, Antonio D’Alì. Tutto sembrava pronto alcuni mesi fa poi la scoperta, significativa, delle modalità con cui si era realizzato l’edificio, non era compatibile l’impianto fognario. La struttura finisce in stand by tanto è che all’arrivo delle prime migliaia di profughi tunisini si preferisce realizzare la tendopoli di Kinisia, operazione condotta in 72 ore, piuttosto che terminare la realizzazione del Cie. Ora il centro è in via di apertura, dovrebbero esservi trasferiti tanto i reclusi di Kinisia che quelli del Vulpitta, il tutto senza che nessun operatore dei mezzi di informazione o di associazioni umanitarie non convenzionate possa visionare la struttura. Senza mezzi termini si dice che dei giornalisti si ha paura, “se uno entra pensa a fare lo scoop e non a collaborare per migliorare la situazione” afferma in maniera quasi naive, un funzionario trapanese. Si tratterà di capire quanto vorranno esercitare il proprio mandato ispettivo gli unici che ad oggi hanno il permesso di entrare nel nuovo Cie come negli altri, non per capire e raccontare quanto saranno spaziose e accoglienti le stanze di quelli che vengono chiamati “ospiti”, ma per denunciare come si vive dietro le sbarre per la sola colpa di esistere e di essere nati troppo a sud.

 

P.S. Il centro di Kinisia verrà chiuso ma non smantellato. La gestione è ora totalmente nelle mani della protezione civile, potrà essere riattivato in qualsiasi momento in caso di nuovi arrivi di profughi

 

Stefano Galieni

05/07/2011

www.liberazione.it

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963