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Eppure l'informazione online è presente fin dal 1995, è il più grosso bacino d'utenza in Europa, il sesto al mondo

Post n°5014 pubblicato il 29 Luglio 2011 da cile54

Altro che Internet, in Germania si preferisce la stampa

 

"Deutschland ist Zeitungsland", la Germania è la terra dei giornali; così titolava qualche mese fa una ricerca di mercato sui quotidiani tedeschi pubblicata dall'Associazione Federale degli Editori Tedeschi, il Bundesverband Deutscher Zeitungsverleger (BDZV). E mai definizione fu più azzeccata, non solo perché in Germania nel 1650 venne pubblicato a Lipsia quell' "Einkommende Zeitung" che è storicamente considerato il primo quotidiano di tipo moderno, ma piuttosto perché ancora oggi, nonostante la crescita capillare e il potenziale innovativo di internet, la diffusione a mezzo stampa è lo strumento preferito dai tedeschi. I numeri lo dimostrano: 347 quotidiani (contro i 99 italiani) per 1552 edizioni locali, 22,12 milioni di esemplari venduti al giorno, di cui 14,1 milioni per abbonamento. Secondo il BDZV circa il 76% dei tedeschi sopra i 14 anni legge regolarmente un giornale. Campione assoluto di categoria il tabloid Bild, che, con quasi 3 milioni di copie vendute, detiene il primato assoluto tra i quotidiani nel mondo occidentale. Sebbene l'informazione online sia presente fin dal 1995 grazie alla pioniera versione web del quotidiano d'opposizione Tageszeitung, il pubblico tedesco non sembra ancora così affezionato al nuovo strumento d'informazione: secondo lo studio "Media Democracy 2011" della società Deloitte & Touche il 70% dei cittadini tedeschi continua a preferire il quotidiano su carta stampata al formato digitale, che attira solo il 23% del pubblico, dato più basso tra i paesi in esame (Francia, Gran Bretagna, USA, Giappone). Eppure la Germania non è proprio a digiuno della rete: anzi, con 65,1 milioni di hostname è il più grosso bacino d'utenza in Europa, il sesto al mondo - il primo se si considera il calcolo in percentuale sul totale di popolazione in paesi con almeno 10 milioni di abitanti. Ma allora qual è il motivo del mancato successo di una nuova editoria online che faccia da concorrente alla vecchia carta stampata? Il segreto risiede in primis nella struttura stessa dell'editoria tedesca. Legata per la maggior parte a proprietà famigliari o a piccole aziende, è radicata nelle edizioni locali e regionali, come testimoniato dal fatto che sono 54 i quotidiani regionali con oltre 100 mila copie vendute al giorno. L'offerta a livello nazionale è poi altamente variegata e qualitativamente elevata: dal quotdiano liberal-conservatore Frankfurter Allgemeine (FAZ) alla già citataTageszeitung (TAZ), passando per Die Welt (moderata), la Süddeutsche Zeitung (liberale di sinistra) e il boulevard-tabloid Bild, la scelta è ampia, completa e capace di attirare ancora i più onerosi investimenti pubblicitari, per un ammontare di 4,4 miliardi annui. Sul tema internet, infine, gli editori tedeschi, se da una parte si sono imposti fin dagli albori perché venisse approvata una severa norma a tutela del copyright per i contenuti online, mantenendo inoltre un atteggiamento ostile nei confronti di fornitori di servizi monopolistici come Google e aggregatori vari, hanno operato anche una pronta e immediata transizione verso un modello doppio, che contemplasse la versione online, dotata fin da subito di una propria redazione e di propri contenuti, come un ampliamento e non come uno strumento sostitutivo della print-edition. In questo senso, la rete è diventata il veicolo per la sperimentazione di nuove forme di comunicazione, che ha trovato il suo modello ideale nella figura del blogger. Se infatti misurata è l'attenzione dei lettori ai quotidiani online, migliaia sono i blog in lingua tedesca nati con l'avvento dell'era digitale attraverso servizi quale Blogspot, Wordpress e altri. Nomi come Sascha Lobo e Mario Sixtius sono diventati dei veri e propri protagonisti della scena culturale nazionale, tanto da ritagliarsi spazi come opinionisti per le più blasonate e tradizionali testate cartacee. Accanto ad essi, poi, la rete è diventato il luogo prediletto per sperimentazioni letterarie e artistiche: per esempio, il sito Los Superdemokraticos - www.superdemokraticos.com -, che raccoglie testi di blogger tedeschi e latino-americani su attualità e società contemporanea nel duecentesimo anniversario dell'indipendenza dell'America Latina. Per quanto riguarda, ancora, i quotidiani online, è interessante notare come secondo i dati Alexa i siti di maggior successo siano quelli che presentano un prodotto multilingue, come Spiegel - www.spiegel.com -, Deutsche Welle - www.deutschewelle.de -, The Local - http://www.thelocal.de - e Sign and Sight - http://www.signandsight.com/ -, in grado di soddisfare la richiesta di un paese sempre più multiculturale e multietnico. In conclusione, il panorama sembrerebbe suggerire che il mercato dell'informazione tedesca è riuscito a sfruttare in maniera indipendente le diverse peculiarità dell'on- e dell'offline, senza che i due mezzi abbiano finito per ostacolarsi. Il futuro apparirebbe tutt'altro che roseo se si dovesse realizzare la profezia del direttore della casa editrice Axel-Springer, Mathias Döpfner, che ha predetto l'imminente escalation, grazie alle tecnologie mobile e tablet, del digitale a discapito della stampa. Se da una parte è vero, d'altronde, che i media tedeschi si stanno dotando velocemente di applicativi destinati all'e-publishing, d'altronde c'è chi è pronto a giurare, come Christopher Vilanek, direttore di Freenet, la più grossa compagnia di telecomunicazione nazionale, che "i tablet non avranno mai successo in Germania".

 

rassegna.it

27/07/2011

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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