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Assistenza e indennità di accompagnamento non sono un privilegio, sono un dovere dello Stato

Post n°5121 pubblicato il 27 Agosto 2011 da cile54
Foto di cile54

Tremonti umilia chi vive su una carozzina. Ma noi disabili non siamo un peso morto per l’Italia!

 

Alla Commissione Affari Costituzionali

 Alla Commissione bilancio

 

Ill.mo Senatore, i disabili e le loro famiglie da due anni stanno subendo attacchi alla loro dignità, ai diritti e alle agevolazioni sia a livello verbale, sia sul piano  economico con tagli gravissimi della spesa sociale che vanificano diritti fondamentali faticosamente conquistati: interventi e servizi.

 La riforma dell’assistenza, senza il contributo delle organizzazioni sociali, disegnata dal governo comporta  profonde  modifiche sorrette da una filosofia non condivisibile che richiedono una  riscrittura del decreto.

 

L’obiettivo vero della riforma come della intera manovra finanziaria è unicamente quello di far cassa  comunque, col pretesto della lotta ai falsi invalidi in cui noi disabili veri siamo in prima fila, anche se chi  ha fabbricato invalidi falsi la sta facendo franca. Ci riferiamo ai medici delle varie commissioni per l’accertamento della invalidità, in cui qualche associazione ha un medico in sua rappresentanza.

 

La riforma dell’assistenza  proposta dal governo, dunque, non ha  lo scopo di  rispondere ai reali bisogni delle persone con  disabilità e delle loro famiglie. Altrimenti perchè mai si sarebbe dovuta  riformare l’assistenza  attraverso l’intervento del ministro dell’economia e sotto la pressione di questioni che nulla hanno a che vedere con i bisogni delle persone di cui il ministro dell’economia non ha la benchè minima idea, visto che  ha definito i disabili persone improduttive e causa della crisi economica del Paese.

 La riforma del governo, infatti, abroga leggi importanti come la n.328/2000 mai applicata in molte regioni e ignora quanto sancito dalla Costituzione repubblicana e dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che deve essere rispettata da tutti gli Stati che l’hanno sottoscritta e ovviamente l’Italia. Il governo, inoltre, è venuto meno agli impegni assunti per la realizzazione dei livelli essenziali di  assistenza, non rispettando in questo modo, la legge per le pari opportunità.

 

Per ora, comunque vogliamo indicare quattro punti che il Governo deve rispettare.

 

 1) L’assistenza deve rimanere rigorosamente pubblica e i servizi devono essere erogati dai Comuni e dalle ASL, non coinvolgendo, o peggio ancora delegando nella gestione e fornitura di prestazioni le associazioni dei disabili, le opere pie e del volontariato. Le associazioni dei disabili sono organizzazioni di  promozione sociale con natura di diritto privato e tali devono rimanere.  Il governo non deve artificiosammente privatizzare l’assistenza e i servizi sociali.

 

2) Le indennità di accompagnamento sono misure che vengono riconosciute al solo titolo della disabilità grave e devono rimanere del tutto scollegate dalla situazione reddituale della persona disabile e giammai collegata all’ISEE familiare, scelta che rappresenta una vera discriminazione. Le indennità definite di accompagnamento (e che nel disegno di legge Tremonti vengono chiamate indennità sussidiarie), che potrebbero denominarsi  anche per la vita indipendente, riconosciute al solo titolo della  disabilità devono rimanere inviolabili. Quelle indennità non hanno nulla a che vedere con i servizi erogati ad  altro titolo alla persona con disabilità e solo ad essa, distinguendo dagli aiuti alle persone anziane non autosufficienti che non possono essere assimilate ai disabili in quanto hanno bisogni diversi.

 

Le indennità sono finalizzate a favorire:

 

A)  la vita indipendente;

B) la autonomia;

C) la mobilità autonoma o assistita;

D) la vita di relazione nel tessuto territoriale ed extraterritoriale;

E) l’accesso alla cultura (pagamento per prestazioni a persone con  compiti di lettore)

F) costi per servizi di accompagnamento;

G) rimborsi spese a operatori extrascolastici per interventi non previsti da servizi appositi;

H) rimborsi a operatori per la cura personale, oltre i tempi e servizi già appositamente garantiti;

3) Le pensioni di reversibilità del familiare che ha in carico la persona disabile non vanno soppresse se i benefici sono trasmessi al congiunto disabile.

4) La riforma deve riconoscere il diritto di uguaglianza di tutte le associazioni dell’area della disabilità che ne comprovino l’attività e le iniziative in favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

 

Questi sono 4 punti per noi irrinunciabili.

 

Inoltre si fa notare che la spesa per i disabili nei paesi indicati è maggiore di quella italiana: Svezia (4,5%), Danimarca (4,2%), Olanda (2,3%), Regno Unito (2,2%), Portogallo (2,4%), Polonia (1,7%), Slovenia (1,9%), Ungheria (2,1%), Francia (1,8%), Germania (1,7%), Belgio (1,8%). (Fonte: Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese, Ministero dell’Economia, 2010)

 

 Gentilissimo Senatore Le chiediamo di accogliere e sostenere le nostre

 richieste con la determinazione che occorre nei momenti più difficili.

 

prof. Michele Lastilla

 (coordinatore “Movimento Rinnovamento Democratico”)

 

Nadia D’arco

 (per il coordinamento prepensionamento familiari disabili gravi e gravissimi)

 

Claudio Ferrante

(presidente “Carrozzine Determinate” Abruzzo)

25-08-2011

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Roma, 12 maggio 1977

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