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« Il brutale saccheggio de...I volontari di Medici Se... »

Intervista a Sergio Triglia, circolo “Bianchini” del PRC. Genova: «Il nostro circolo fulcro delle iniziative di volontariato»

Post n°5501 pubblicato il 10 Novembre 2011 da cile54

Pale, galoche, pasti caldi. “La Bianchini” in prima linea

Il Circolo Bianchini, “La Bianchini” come è più conosciuto fra i compagni e le compagne genovesi, è in questi giorni punto di snodo di gran parte delle attività di intervento solidale nella città alluvionata. Già il 5 novembre, durante la fase cruciale dell’emergenza, si era tenuta al circolo, in Via dei Romagnosi, una assemblea per formare un vero e proprio gruppo di intervento. Lo hanno chiamato il gruppo “Stella Rossa di Genova”. Sergio Triglia, responsabile organizzazione del circolo, parla mentre intorno a lui i cellulari squillano a tutto spiano. «Sono per lo più volontari che vogliono sapere come fare per dare una mano. In questi giorni c’è stata una mobilitazione di popolo straordinaria. Non appena è stata decretata la chiusura delle scuole sono cominciati ad arrivare i ragazzi, dai 15 ai 22 anni. Tutti con la pala, le galoche e l’incerata, tutti con la voglia di aiutare la città a risollevarsi».

 

Quale è la situazione al momento?

 Abbiamo fronteggiato l’emergenza. Ci sono stati acquazzoni per tutta la notte ma nella norma. Ero di turno e l’ho presa tutta. I punti ancora critici sono Piazzale Adriatico – dove stiamo concentrando i nostri sforzi come Prc – e la zona del Ferreggiano. Ci siamo dati tre ordini di obiettivi: intanto abbiamo garantito acqua potabile, minerale, alle famiglie rimaste senza. Siamo riusciti a far avere 5.000 litri nel quartiere di Marassi ed ora è tornata l’acqua corrente. Poi abbiamo messo in piedi le squadre per spalare fango e detriti, ci sono 50 famiglie che vivevano in appartamenti al pian terreno e che ora sono ospitate in una palestra. Infine garantiamo 200 pasti caldi (ovviamente gratuiti) al giorno ai volontari e continueremo a farlo fino a quando ce ne sarà bisogno. Di giovani disposti a venire ad aiutare ce n’è tanti da tutta Italia; ma abbiamo chiesto un requisito fondamentale: l’autosufficienza alloggiativa. Non siamo in condizioni di procurare da dormire.

 

Come è stata accolta da Genova questa spinta solidale?

 Molto bene e la stampa locale ha dato molta enfasi al nostro lavoro. D’altra parte come fai a non restare colpito da tanti ragazzi così generosi e operativi? Ma anche fra i nostri c’è stata una reazione molto forte. Ieri un compagno storico, durante un turno alla mensa mi ha detto: “Ci voleva l’alluvione per rimettere la sinistra diffusa a lavorare insieme”. Dovremmo imparare da momenti come questo.

 

Ci sono state molte polemiche che hanno investito il sindaco.

 Secondo me si tratta del risultato di un processo di cementificazione selvaggia che ha devastato negli anni Cinquanta e Sessanta gli alvei dei fiumi a cui si è sommata la trascuratezza, anche recente, di non pulire i risi. La pioggia è stata tanta ed è precipitata in poche ore ma non sappiamo neanche quanta acqua ci sia arrivata addosso. Tenete conto poi che l’alluvione ha colpito un’area circoscritta, quella del bacino del Bisagno, per il resto danni ce ne sono stati ma non così enormi.

 

Come state pensando di programmare il lavoro?

 Veramente ci organizziamo giorno per giorno in base al tempo. Dobbiamo togliere più fango possibile ma intanto stanno arrivando le spazzatrici dell’Amiu per risistemare le strade. Poi ci rivolgeremo alle istituzioni e saremo a loro disposizione, saranno loro a dirci cosa fare. Ora ci stanno aiutando anche i volontari Arci che hanno portato panini. Arrivano energie ma al centro operativo ci siamo noi.

 

E per le famiglie sfollate?

 Qui con me in macchina c’è il presidente del municipio Quarta Media Valbisagno Agostino Giannelli che mi sta spiegando la situazione. Afferma che per le 50 famiglie sfollate bisognerà rapidamente trovare una soluzione alternativa. Non possono tornare nelle loro case. Intanto hanno garantito un letto e pasti caldi. Lo stesso è accaduto per i 140 rom (80 bambini) che vivevano in un campo stanziale. Sono stati sistemati per ora in una palestra della Polisportiva Struppa. Sono tutti esseri umani da mettere in salvo, non facciamo, ovviamente, distinzioni.

 

Sfefano Galieni

9/11/2011

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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