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Manganellate ai parenti delle vittime della strage di Viareggio all'inaugurazione del percorso della TAV a Roma
Post n°5599 pubblicato il 29 Novembre 2011 da cile54
Vagoni e Blindati
«Ringrazio il signor Giorgio Napolitano – non lo chiamo presidente perché non è il mio presidente – e ringrazio il signor Moretti che ha le mani sporche del sangue dei nostri parenti. Li debbo ringraziare per l’accoglienza che ci hanno riservato oggi grazie alla presenza delle forze dell’ordine». A parlare è una signora che porta al collo un cartello con 2 fotografie di persone che sorridono. «Li ho persi in quella notte orrenda del 29 giugno – continua – sono due fra le vittime della Strage di Viareggio, quella per cui ci avevano garantito giustizia. Una giustizia che forse non vedremo mai». Arrivare dal piazzale che ospita i circa 50 parenti delle vittime, ognuna con una sua storia orrenda sulle spalle, alla Stazione Tiburtina, inaugurata oggi dalle massime autorità dello Stato e della città, ci sono almeno 200 metri. In mezzo cordoni di polizia in assetto anti sommossa in una periferia militarizzata e bloccata. Doveva essere una gioiosa cerimonia, per Napolitano un esempio dell’Italia migliore che si rinnova, si è trasformata nel confronto fra l’arroganza del potere che getta miliardi sull’alta velocità e i tanti e le tante che contestano e chiedono un confronto. In piazza oggi c’erano rappresentanti della lotta No Tav ma anche comitati di residenti della zona, indignati per il complesso che si andava inaugurando. «Non hanno neanche realizzato i parcheggi – commenta un cittadino fra i tanti – Qui transiteranno milioni di persone, dove potranno fermarsi. La zona diventerà un inferno. La mega stazione è piena di lustrini, negozi, centri commerciali, spazi avveniristici, ma neanche una sala d’attesa per fermarsi, l’importante è viaggiare, ai costi imposti da Trenitalia e consumare. C’è stata tensione per tutta la mattinata e nessuno ha voluto dare ascolto ai tanti che volevano interloquire con Napolitano. Moretti, l’A.D. di Trenitalia, l’uomo che sta spezzando geograficamente il Paese in 2 puntando tutto sui servizi di eccellenza ad alto costo, l’uomo per cui ci sono passeggeri da proteggere e da salvaguardare e altri che meritano solo tagli, si è ben guardato dal mostrarsi fuori dalla cerchia dei fotografi. La polizia, ha ritenuto opportuno utilizzare anche le maniere forti per impedire ai parenti delle vittime di rovinare l’immagine festaiola con i ritratti di gente sepolta in nome dell’insicurezza e del profitto. Sono volate manganellate e parole grosse e i due schieramenti, uno composto per lo più da uomini e donne composte nel loro dolore, l’altro da robocop pronti alla guerra, si sono fronteggiati per almeno 2 ore, fino a quando il pullman proveniente da Viareggio, non è ripartito, lasciando il piazzale deserto. Ma quei ritratti restano, volti giovani e anziani che sprizzavano vita fino al momento in cui la bomba di fuoco non li ha spazzati via. Ed è francamente immondo che si festeggi oggi una Stazione con chi di tale scempio è moralmente e politicamente responsabile. «i vertici delle Ferrovie non vogliono vedere le facce dei morti ha commentato Paolo Ferrero, segretario del Prc, venuto a salutare la gente di Viareggio - E invece si celebra la Tav, pagata coi soldi dei contribuenti, mentre i parenti delle vittime della strage ancora non hanno avuto verità e giustizia. Ogni protesta legittima diventa una questione di ordine pubblico in questo Paese e a Roma in particolare: basta con la repressione». Stefano.Galieni 28/11/2011 |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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