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Domanda di donne alle donne: Interessa o no alle donne e alle femministe questo totale vuoto di democrazia senza opposizione?

Post n°5694 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da cile54

La trappola dell'antiberlusconismo

 

Domenica sono scese in piazza molte migliaia di donne e questa è una buona notizia. Chiedono di contare di più,di avere maggiori riconoscimenti per il loro lavoro,la loro condizione,le loro competenze. Chiedono una rappresentanza politica adeguata ad una società più civile,più democratica, più partecipata. E anche questa è una buona notizia. Hanno anche lamentato, ma un po' in sordina, un certo continuismo del governo Monti con quello che c'era prima: eppure Monti prima di esporre il programma alle Camere aveva ricevuto "le donne", sotto forma delle consigliere di parità nominate dai presidenti di Regioni e Province su indicazione dei famigerati partiti,prima dell'era del governo dei tecnici. Finiscono qui le buone notizie.

Ciò che non ci convinceva del "movimento del 13 febbraio" era da una parte la "trasversalità" femminile, dall'altra quell'antiberlusconismo moralistico e giustizialista che è diventato una trappola per la sinistra e che è all'origine della grottesca avventura del Pd (e dintorni) nel subire il governo tecnico e, di fatto, nell'ostacolare qualsiasi possibilità di un'alternativa sociale,culturale,politica al governo delle banche.

Quando critichiamo la trasversalità non ci riferiamo,ovviamente, alle appartenenze partitiche, ma ai contenuti e ai progetti. La buona trasversalità sta nella capacità di criticare le proprie appartenenze in nome della libertà femminile, la cattiva trasversalità sta nella melassa di una donnità generica e rivendicativa. Il 13 febbraio non fummo sole e non facemmo i grilli parlanti. Partecipammo in maniera critica, c'erano con noi reti di giovani e giovanissime femministe "alternative", c'era il comitato per i diritti civili delle prostitute. Ci piace qui ricordare l'editoriale di Eleonora Forenza su Liberazione ("Indecorose e Libere") che smascherava il carattere perbenista di certo femminismo istituzionale e non.

Bene, oggi abbiamo il dovere di smascherare la dittatura dei tecnici, l'autoannullamento di un'alternativa possibile alle banche, alle università private, al Vaticano, alla Nato e alle spese militari, a un coacervo amplificato dai media che con il terrorismo finanziario puntano a presentare come necessità inevitabile, anzi come salvezza, la più grande operazione onnivora del capitalismo europeo.

Ma interessa o no alle donne e alle femministe questo totale vuoto di democrazia senza opposizione, interessa o no che il governo dia il via libera a Marchionne e intenda il rapporto con i sindacati come ridotto a una informazione di mezz'ora del prendere o lasciare? Interessa o no il ruolo preponderante del patriarcato cattolico, l'intoccabilità del Vaticano, la privatizzazione/precarizzazione della formazione delle giovani generazioni? In un governo che vede una così grande presenza di ministri "cattolici" che fine fanno le critiche alla legge 40? Le lotte per contrastare lo smantellamento e lo snaturamento dei consultori? Le richieste di gay, lesbiche e trans?

Noi pensiamo che,per quanto riguarda noi femministe comuniste nel movimento delle donne, a tutti i livelli dobbiamo rappresentare la necessità della opposizione costituente, dalla decostruzione del debito ad una alternativa femminista radicale al familismo cattolico e neocorporativo. Radicale, molto radicale. Come scrive Zagrebelskj,"dopo" nulla sarà come prima. La devastazione sarà compiuta. E dunque occorre agire per tempo.

 

Imma Barbarossa

Anita Sonego 

15/12/2011

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Roma, 12 maggio 1977

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