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L’Europa è il primo esportatore mondiale di armi contribuendo direttamente all’instabilità e del disordine internazionale

Post n°5832 pubblicato il 12 Gennaio 2012 da cile54

L'Europa bara sull'export di armi. E l'Italia pure

E' uscita l'ultimo giorno lavorativo dell'anno, il 30 dicembre, ma non ce n'è traccia sui siti del consiglio dell'Ue o dell'Europarlamento. Forse perché è infarcita di dati inattendibili. Ossia di frottole. Si tratta della “XIII Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari”, 470 pagine di tabelle e dati per l’anno 2010. Secondo le reti europee per il disarmo (per l’Italia, la Rete Disarmo e la Tavola della pace), il rapporto «solleva diversi interrogativi sull’attendibilità dei dati forniti dai governi e sull’impegno dell’Ue ad operare un controllo efficace delle esportazioni di armamenti». Otto paesi (quasi un terzo degli Stati membri, tra cui due dei principali esportatori di armamenti al mondo, cioè Germania e Regno Unito) non hanno fornito dati completi sulle consegne di sistemi militari, rendendo così praticamente impossibile l’analisi delle esportazioni effettive di armi da parte dei paesi dell’Ue. Per quanto riguarda il Belpaese, Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo, parla di «ampia anomalia dei dati forniti dall’Italia» (vedi anche il suo resoconto sul portale Unimondo). Mentre, la Relazione ufficiale della Presidenza del Consiglio sulle esportazioni di armamenti italiani per l’anno 2010 riporta come “operazioni di esportazione effettuate” un valore di circa 2.754 milioni di euro, il governo italiano ha segnalato all’Ue esportazioni effettuate per soli 615 milioni di euro. «Si tratta di consegne già effettuate nel 2010 e quindi con armamenti già passati e registrati dall’Agenzia delle Dogane», spiega Beretta. La Rete Disarmo sta per inviare una spiegazioni ufficiali alla Farnesina ed è piuttosto allarmata per le modifiche che il Governo si appresta a fare sulla legge 185 del 1990 che regolamenta le esportazioni militari italiane. Il confronto parlamentare e pubblico su tutta la materia che i disarmisti propongono sembra una chimera di fronte al parlamento più bellicista della storia repubblicana. «L’Europa è ormai il primo esportatore mondiale di armi – sottolinea Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace – contribuendo direttamente alla crescita dell’instabilità e del disordine internazionale. In un mondo che sembra ormai fuori controllo, con delle istituzioni internazionali fortemente indebolite, mentre l’Europa viene pesantemente attaccata dalla speculazione finanziaria, non possiamo permetterci di continuare a disseminare il mondo di armi italiane ed europee. L’Europa non può essere un fattore di destabilizzazione internazionale. Prima ancora di essere contro i nostri principi è contro i nostri interessi». Riguardo ai dati forniti, va segnalato che il valore totale delle autorizzazioni (licences) di esportazione di armi nel 2010 è diminuito del 21% rispetto al 2009 quando avevano raggiunto un record di 40,3 miliardi di euro: nel 2010 ammontano a 31,7 miliardi di euro, una cifra vicina a quella del 2008 (33,5 miliardi di euro) che rappresenta uno dei valori più alti dall’attuazione nel 1998 di una politica comune europea sulle esportazioni di armamenti. Ma mentre il valore delle licences verso i paesi occidentali (Usa e Ue) è sceso di oltre il 28%, sono salite a 15,5 miliardi di euro, poco meno della metà del totale, quelle verso i paesi delle economie emergenti e in via di sviluppo come i regimi repressivi del Medio Oriente e Nord Africa rimaste molto alte oltre gli 8,3 miliardi di euro.

 

Checchino Antonini

11/01/2012

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