Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2nomadi50cile54m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0mvgallinemexirupigottobre5amorino11
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« L'deologia tesa ad esal...A Torino, Rifondazione p... »

Ancora morti sul lavoro. In una terribile successione, da nord a sud. Altri si suicidano per non lavoro. Vite gettate vie

Post n°6325 pubblicato il 05 Maggio 2012 da cile54

Due omicidi da accostare, chiamiamoli col loro nome e non con perifrasi ipocrite e false. Due morti recenti ma cadute facilmente nell’oblio. Lui aveva 51 anni, viveva a Migliarina, frazione di Carpi, nel modenese. Lo hanno trovato martedì primo maggio, giorno della Festa del lavoro, lui che il lavoro non lo aveva più e che è morto in solitudine, dopo che, durante l’inverno, non potendo pagare le bollette gli avevano staccato luce e gas. Secondo i conoscenti viveva grazie a piccoli lavori temporanei – pulizia delle strade o lavori di manutenzione - e prestiti di amici. Un tempo lavorava come muratore, poi non era più riuscito a inserirsi nel circuito delle piccole imprese e si era lasciato andare. Forse non ce la faceva a risollevarsi, gli era stato consigliato di rivolgersi ai servizi sociali ma, a detta di amici, non voleva aiuto. Di tutt’altro avviso i funzionari dei servizi sociali del comune secondo cui l’uomo era seguito dalla Ausl, aveva ottenuto una casa dell’Acer ma era inabile al lavoro per problemi di salute. L’ufficio stampa dell’amministrazione del comune ha diramato una agenzia secondo cui “il profilo della vittima non si attaglia a quello di un suicida per crisi. La crisi può essere una concausa e non quella scatenante il fatto specifico”. Sembra si parli di due persone diverse e sembra che si possa valutare addirittura a che livello il disagio economico possa essere considerato motivo di morte. Della seconda vittima non si conosce ancora l’identità. Il suo corpo era stato ripescato una settimana fa dal torrente Argentina, a Taggia in provincia di Imperia. Dagli accertamenti autoptici che si stanno facendo l’uomo risulta essere morto in seguito a lesioni al torace, all’addome e alla colonna vertebrale. Secondo i carabinieri di Sanremo potrebbe essere morto in seguito ad un infortunio sul lavoro, forse una caduta e qualcuno avrebbe avuto interesse a sbarazzarsi del cadavere. Si indaga nei cantieri della provincia di Imperia ma anche del Piemonte e della Costa Azzurra. Tutto lascia pensare ad un lavoratore in nero o ad uno straniero non in regola. Tanto i padroni avranno già trovato altre braccia per sostituirlo.

  

Cento bandiere bianche per chi viene ucciso dalla crisi

 

Un centinaio di bandiere bianche che dovrebbero far riflettere tanto chi governa quanto chi vuole costruire opposizione. Quasi tutte donne, le hanno chiamate le “vedove della recessione”, sono una parte di coloro i cui mariti, compagni, padri, non hanno retto ad una lettera di licenziamento, allo spettro del fallimento della propria piccola azienda e hanno scelto il suicidio come estrema forma di protesta, come unica orribile soluzione per sottrarsi alla vergogna, allo spettro della miseria. Erano ancora vivi gli echi di quanto accaduto a Romano di Lombardia, nella bassa bergamasca, all’ufficio delle Entrate dove un piccolo imprenditore ha tenuto sotto sequestro prima una quindicina di dipendenti, poi un solo ostaggio e quindi si è arreso sotto la minaccia dei corpi speciali dei carabinieri, le “teste di cuoio” intervenuti e pronti come cecchini delle fiction americane. Ma non si trattava di una fiction, come non c’è nulla di irreale nel fatto che una persona ogni due giorni in media si toglie la vita a causa di una crisi di cui non è responsabile, una guerra sotterranea e infame in cui sembra quasi inevitabile soccombere, finché si è soli. Il gesto compiuto ieri da Roberto Martinelli a Romano di Lombardia, al di là delle tante sconfessioni di facciata, trova nella rete una solidarietà diffusa, segnale inquietante di una protesta che se non trova modo di trasformarsi in proposta politica, potrebbe riprodursi a macchia d’olio. Le donne in marcia a Bologna, intervistate, hanno preso le distanze dal sequestro come da qualsiasi atto di violenza, in prima fila c'era Tiziana Marrone, vedova di Giuseppe Campaniello, l'artigiano che lo scorso 28 marzo si è dato fuoco davanti alla commissione tributaria dell'Agenzia delle entrate di Bologna. Con lei anche Elisabetta Bianchi, figlia di un imprenditore bolognese, che ha organizzato la manifestazione.

Il corteo si è mosso verso via Nanni Costa, dove sarà deposto un mazzo di fiori nel punto esatto in cui Campaniello si è dato fuoco all'interno della sua auto.

Alla marcia è presente anche una rappresentanza degli esodati. In corteo è stato issato uno striscione con scritto "Gli esodati in lutto chiedono la soluzione del problema". "Siamo qui - ha spiegato Tiziano, ex dipendente dell'Enel - per essere solidali con le vedove. Capiamo il loro stato d'animo e quello di chi si è tolto la vita per esasperazione". A Bologna c’erano soprattutto i familiari di piccoli imprenditori, artigiani, lavoratori autonomi sommersi dai debiti, dalla corda criminale delle banche, da cartelle erariali gonfiate a dismisura da Equitalia, in attesa di riscuotere crediti dallo Stato o dalla pubblica amministrazione per lavori svolti e mai pagati. Ma a morire nel conflitto impari sono a decine i lavoratori dipendenti che si ritrovano all’improvviso senza occupazione, cinquantenni in genere, soprattutto uomini, troppo giovani per andare in pensione e troppo vecchi per le grinfie di un mercato del lavoro sempre più asfittico. Una tremenda “Spoon River” di storie interrotte, chi se li è visti morire vicino ripete spesso una semplice e tremenda richiesta “Non chiamateli pazzi, esaltati, depressi, deboli. Sono persone a cui è stata rubata la voglia di vivere e di rialzarsi”. Suicidi istigati, e i colpevoli reali hanno volto e nome.

Stefano Galieni

04/05/2012  www.controlacrisi.org

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963