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Strutture del tutto inadeguate a garantire la dignitą e i diritti fondamentali dei migranti illegalmente trattenuti
Post n°6726 pubblicato il 29 Luglio 2012 da cile54
Medici per i Diritti Umani: L’iniquo ingranaggio dei CIE Analisi dei dati nazionali completi del 2011 sui centri di identificazione ed espulsione Il prolungamento a 18 mesi dei tempi massimi di trattenimento (giugno 2011) sembra aver contribuito unicamente ad esacerbare gli elementi di violenza e disumanizzazione dei CIE come già rilevato nel recente rapporto di Medici per i Diritti Umani (MEDU) “Le sbarre più alte” e come dimostra la serie senza precedenti di rivolte e fughe di massa dell’ultimo anno (787 i migranti fuggiti dai CIE nel 2011 rispetto ai 321 del 2010). Un dato che sconcerta è l’alto numero di cittadini dell’Unione europea internati nei centri di identificazione ed espulsione. Nel 2011, infatti, sono transitati nei CIE ben 494 migranti di origine rumena, terza nazionalità in assoluto per numero di presenze. Anche alla luce dei dati del 2011 e in considerazione delle gravi criticità ripetutamente riscontrate nel corso degli anni sulla natura e il funzionamento dei CPTA/CIE, MEDU ritiene necessario l’abbandono dell’attuale sistema di detenzione amministrativa nell’ambito di una sostanziale revisione del Testo Unico sull’immigrazione improntata a una prospettiva di apertura e reale integrazione. Una riforma che, a partire da una diversa disciplina degli ingressi, renda dunque possibili strategie di gestione dell’immigrazione irregolare più razionali e rispettose dei diritti fondamentali della persona. Dei CIE si può e si deve fare a meno. > Il documento con i dati completi per centro e nazionalità su www.meltingpot.org |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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