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La banda di Monti al servizio delle banche si dimette? Nulla cambierà, l'agenda a Bersani è dettata senza Se e senza MA

Post n°7151 pubblicato il 09 Dicembre 2012 da cile54

Italia paese degli stracci. Sempre più disoccupati e sempre più poveri

C’è chi, sempre di più, per contrastare la crisi vende i 'gioielli' di famiglia, oro, mobili e opere d'arte. C’è chi elimina sprechi ed eccessi nei consumi. Nel momento in cui i redditi tornano indietro di vent'anni il Bel Paese prova a sopravvivere. Prova, e non è detto che ci riesca visto che l’area della povertà cresce più che proporzionalmente alla perdita di pil. Il quarantaseiesimo rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese non lascia spazio ad interpretazioni. Non ci sono scuse per cavarsela. A essere piu' colpito e' senza dubbio il ceto medio che subisce un vero e proprio "smottamento". Calano le nuove iscrizioni all'universita', mentre il numero dei mutui concessi cola a picco. Aumentano anche i reati: l'anno sono cresciuti del 5,4% ed e' la prima volta che il loro numero sale negli ultimi quattro anni. Ma a destare allarme e' soprattutto l'incremento della microcriminalita', dei cosiddetti "street crime". L'Italia e' sempre piu' povera e arrabbiata: "Negli anni '90 il reddito medio pro-capite delle famiglie - si legge nello studio - e' aumentato, passando da circa 17.500 a 18.500 euro, si e' mantenuto stabile nella prima meta' degli anni 2000, ma a partire dal 2007 e' sceso ai livelli del 1993: -0,6% in termini reali tra il 1993 e il 2011". Inoltre secondo il Censis, come ultima difesa di fronte al persistere della crisi, "2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi negli ultimi due anni, 300.000 famiglie mobili e opere d'arte, l'85% ha eliminato sprechi ed eccessi nei consumi, il 73% va a caccia di offerte e alimenti poco costosi". Contro le difficolta' economiche, vanno a ruba anche gli orti "fai da te".

Il numero dei mutui concessi e' in caduta libera. Nel quadriennio che va dal 2008 al 2011 sono scesi del 20% rispetto ai quattro anni precedenti all'esplosione della crisi. Nel primo semestre del 2012 - aggiunge l'analisi - la domanda di mutui ha fatto registrare un'ulteriore contrazione del 44% rispetto allo stesso periodo del 2011". E tra il 2006 e il 2011 si e' registrato un calo del 6,5% del numero di immatricolati all'universita'. Infine per quasi la meta' degli italiani non ci sono dubbi dubbi: la crisi, che da qualche anno ha investito il nostro Paese rendendo sempre piu' concreta la 'paura di non farcela', dipende anzitutto dal degrado morale della politica e dal dilagare della corruzione.

Uno dei capitoli più gravosi è quello della sanità. La spesa sanitaria out of pocket, ossia gli esborsi sostenuti direttamente dalle famiglie per acquistare beni e servizi sanitari, ammonta in Italia a circa 28 miliardi di euro (per il 2011), pari all'1,76% del Pil, e secondo i dati dell'Ocse si trattava nel 2010 del 17,8% della spesa sanitaria complessiva. Il dato della spesa sanitaria out of pocket pone il nostro Paese al di sotto della media (pari al 20,1%) ma nel confronto con gli altri grandi Paesi europei (Francia con il 7,3%, Regno Unito con l'8,9%) risulta piuttosto alto.

Federconsumatori e Adusbef parlano di una drastica riduzione del potere di acquisto, diminuito di oltre il -13,2% dal 2008 ad oggi. Altra tendenza registrata dall'Osservatorio Nazionale Federconsumatori è quella del ricorso sempre più massiccio alle riparazioni: piuttosto che acquistare prodotti nuovi molto spesso si decide di riparare i piccoli difetti di quelli vecchi. Ecco, così, che si tornano a frequentare le botteghe dei calzolai, sarti, mercerie, elettricisti.

Per Paolo Ferrero, segretario del Prc, "il quadro delineato dal Censis è drammatico: le politiche neoliberiste adottate da Monti, Berlusconi, Casini e Bersani stanno aggravando la crisi a dismisura, tanto da sfigurare il volto della nostra società". "Aumenta la disoccupazione, aumentano le differenze tra ricchi e poveri, i giovani vengono mortificati quotidianamente. Non basta - ha affermato il leader del Prc - lamentarsi, occorre rovesciare le politiche neoliberiste di Monti e ABC. Ci vuole un New Deal:occorre disdire il Fiscal compact, redistribuire la ricchezza, con una tassa sulle grandi ricchezze e con un tetto a 5000 euro a pensioni e stipendi dei manager, parlamentari compresi".

Fabio Sebastiani

07/12/2012 www.controlacrisi.org

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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