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Al grosso del popolo italico possono raccontare tutte le favole che vogliono, ci credono. Domanda ingenua: ci sono o ci fanno?

Post n°7152 pubblicato il 09 Dicembre 2012 da cile54

Quel che ci raccontano e la realtà

Quel che ci raccontano e la realtà

Gli obbiettivi dei governi, di tutti i governi sono sempre stati libri dei sogni.

Questa volta però è diverso. Quei sogni nonci sono stati propinati dal solito "politico" magari democristiano o ex democristiano o ex socialista ( alla Tremonti) Questa volta ce l'aveva raccontato un super tecnico, apprezzato e osannato dalle maggiori banche e istituti finanziari. Quindi qualcuno ha pensato. "Perdindirindina se lo dice lui , che se ne intende, ci dobbiamo credere!". E invece.....

Nel decreto Salva-Italia del dicembre 2011, il Governo aveva enunciato l’obiettivo di ridurre il deficit pubblico per il 2012 all’1,6% del Pil e di annullarlo nel 2013 e aveva stimato una flessione del Pil dello 0,4% nel 2012, seguita da una ripresa nel corso del 2013. Nella Nota di aggiornamento al Def del 20 settembre, il quadro muta radicalmente. Per il Governo il Pil 2012 crolla del 2,4%. È, come dice la Nota, il «peggioramento dello scenario internazionale»? No, giacché le esportazioni crescono in linea con le previsioni (+1,2%). La correzione dei conti pubblici sta avendo effetti molti più gravi del previsto.La Nota ammette che anche gli obiettivi di finanza pubblica verranno mancati. Nel 2012 il deficit non sarà all’1,6% del Pil, ma superiore al 2,5%. Secondo Banca d’Italia: «scendere sotto al 3% non è scontato». Il debito doveva fermarsi al 123,4% del Pil, ma la Nota indica un 126,4% tutto da verificare. Infine, l’annunciata «crescita del PIL potenziale» non c’è: la Nota annuncia un crollo (-10,8%) degli investimenti fissi lordi in macchinari e impianti.

Viene meno anche la speranza del «ritorno alla crescita» nel 2013. Ora il Governo prevede una flessione del Pil dello 0,2% rispetto al +0,3 di dicembre scorso; l’Fmi stima un -0,7%. Quanto al debito pubblico, il Governo ora prevede che nel 2015 non sarà al 110%, ma al 120%.

Allora anche i tecnici o super tecnici sbagliano! Si probabile, ma qui tutti i dati indicati, e non da un solo documento , ma via via tutti i dati presentati quando arrivano alla scadenza risultano, se pur via via modificati, sempre sballati. Qui non è più questione di errori, ma di abbagli! Ma è proprio così? Si può pensare che questi professoroni siano degli sprovveduti? Che non abbiano letto i dati internazionali e le previsioni dei maggiori istituti di statistica macroeconomica a livello mondiale? Si stenta a credere. Ne tantomeno si può credee che siano impazziti all'improvviso.

Ed allora due le alternative.

O che non hanno capito nulla , ma proprio una mazza di quel che sta avvenendo nel mondo, di questa crisi, delle cause, delle possibili conseguenze e strascichi? Ed è possibile. Oppure che dietro le parole e dietro le lacrimucce radiocomandate si cela il loro vero obbiettivo e disegno. Che è proprio il depauperamento di una sola parte di cittadini, quella dei lavoratori e ceto medio o piccolo borghese, come si dice in termini politici. Quello di riuscire a eliminare quei "lacci e laccioli" che lo sviluppo delle forze produttive ha comportato, quel welfare e quei diritti e garanzie che solo una società civile degna di questo nome, può garantire.

Ma non perché siano cattivoni, perfidi con i denti da Dracula! NO!

Solo perché la loro ideologia ( perché anche i tecnici hanno un anima, un pensiero, una idea) vuole che per uscire dalla crisi , i ricchi devono restare sempre più ricchi e sempre di meno come numero e che i poveri ( in quanto massa, moltitudine) siano sempre più poveri sia economicamente, sia di diritti e sempre di più come numero. E questo badate non lo dice uno qualsiasi, ne tantomeno è una idea moderna. Lo diceva Adam Smith ideologo della società capitalista circa duecento anni fa. L'Ideologo dei nostri "tecnici" e non solo di loro.

Quindi se volete un consiglio non badate a quel che vi si dice, vedete i risultati e questi dicono esattamente il contrario di quel che ci viene inculcato. Da questo traiamo poi le conseguenze.

Zag(c)

08/12/2012 www.bellaciao.org

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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