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La vicenda accaduta ad Acilia è stata resa nota dall'associazione "Di' Gay Project". Denunciato l'agente

Post n°7198 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da cile54

Fermate e identificate da un carabiniere per un bacio alla stazione

 “Uno schifo, una vergogna”. Così un carabiniere avrebbe commentato un bacio fra due ragazze nel piazzale della stazione di Acilia. I fatti risalgono alla sera dello scorso 19 dicembre: G. saluta la ragazza baciandola sulle labbra, sotto una telecamera di sorveglianza che riprende la scena. Un carabiniere in servizio vede il bacio saffico, e le raggiunge intimando loro a voce alta di andarsene: “Uno schifo, una vergogna” urla alle due ragazze; e ancora: “due femmine certe cose è meglio che le vanno a fare di nascosto”.

G. chiede al carabiniere il perché di un simile comportamento davanti a un normale bacio, e lui reagisce chiedendo loro i documenti e trattenendole per 20 minuti con la minaccia di denunciarle per atti osceni un luogo pubblico. “Ormai so chi siete”, avrebbe detto loro.

Una volta lasciata andare, G. si rivolge alla caserma dei carabinieri di Acilia, che a quell’ora era chiusa,per denunciare l’accaduto, al citofono un carabiniere le spiega di non essere tenuto a comunicare le generalità del collega. Per questo la ragazza su consiglio del suo avvocato ieri sera ha sporto denuncia presso un’altra caserma.

A rendere nota la vicenda Imma Battaglia, presidente dell’associazione: “Di’ Gay Project”. “Sarebbe tempo – dichiara – di porre fine per sempre a queste vicende lesive della dignità e della libertà delle persone: non solo offendono i gay, le donne e tutti i cittadini. La grave ignoranza omofobica di un solo agente rischia di screditare l’immagine di tanti colleghi impegnati ogni giorno nella pubblica sicurezza”. Per questo Imma Battaglia arriva a proporre dei “corsi di aggiornamento alle forze dell’ordine affinché non confondano i veri atti osceni con gesti d’affetto leciti e dignitosi”.

 “Di fronte all’atteggiamento rilassato e senza difese di due persone che si salutano – conclude – l’attacco immotivato da parte di un agente in divisa si configura come un abuso di potere a sfondo omofobico. Per questo sono necessarie azioni di formazione e perciò chiediamo un incontro con il dirigente di riferimento. Un bacio è un atto d’amore. A essere oscene in ogni luogo pubblico sono sempre e soltanto la violenza e la discriminazione”.

Luigi Mazza

23/12/2012 Fonte: LiberaRoma

 
 
 
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