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La condizione occupazionale delle donne straniere è ancora peggiore di quella delle donne italiane e degli uomini migranti

Post n°7489 pubblicato il 09 Marzo 2013 da cile54

La doppia discriminazione: di razza e di genere

Le donne straniere guadagnano circa 300 euro in meno rispetto ai loro connazionali maschi e il 31% in meno delle donne italiane.

Rappresentano il 42% dei contribuenti totali: prime le ucraine, seguite da polacche e da brasiliane.

La retribuzione media mensile di uno straniero nel 2011 è pari a 973 €. Le donne percepiscono un reddito più basso degli uomini, 790€ (donne) a fronte dei 1.122€ (uomini). Il differenziale retributivo tra stranieri e italiani si aggira intorno al -21% (- 289 €) per gli uomini e al -31% per le donne.

I contributi versati dalle donne straniere. Le donne rappresentano il 42,2% del totale dei contribuenti stranieri e i redditi da esse dichiarate ammontano al 34,7% dei redditi complessivamente dichiarati dagli stranieri. Mediamente una donna straniera dichiara annualmente 10.247 €, a fronte dei 14.100 € dichiarati dagli uomini stranieri. Un dato positivo per la componente occupazionale straniera femminile è l’aumento di contribuenti straniere del 5,2% tra il 2009 e il 2010, superiore a quello degli uomini che è stato del 3%.

Per nazionalità. Le nazionalità per cui si registra il più alto numero di contribuenti donne sono l’Ucraina (71,2%), la Polonia (61,8%) e il Brasile (60,3%). Escluse Svizzera, Germania e Francia, i redditi medi annui più altri tra le donne straniere vengono percepiti dalle egiziane (15 mila €), dalle argentine (12.600 €), dalle donne provenienti dai paesi dell’ex-Jugoslavia (11.750 €) e dalle tunisine (11.590 €). In termini di reddito dichiarato, lo scarto tra uomini e donne straniere è maggiore per la categoria femminile.

Variazione % dei contribuenti tra 2009 e 2010. L’incremento maggiore di contribuenti donne ha interessato le moldave (+21,4%) e a seguire le ucraine (+14,6%), le rumene (+12,9%) e le cinesi (+12,7%). Una tendenza negativa in questo senso è invece sperimentata dalle donne provenienti dall’ex Jugoslavia.

I differenziali di reddito per regione. La percentuale di contribuenti donne sul totale dei contribuenti stranieri non varia considerevolmente da una regione all’ altra. La regione in cui tale percentuale è più alta è la Val d’Aosta (49,5%), mentre quella in cui è più bassa è la Lombardia (38,5%.) Maggiori differenze regionali si rilevano, invece, se consideriamo il reddito medio: per le donne è più alto in Lombardia (quasi 12 mila €) e in Friuli Venezia Giulia (11 mila €), mentre è più basso in Calabria (6 mila €), Puglia (7.600 €) e Basilicata (7.800 €).

La condizione occupazionale, retributiva e contributiva delle donne straniere sembra indicare la vulnerabilità di questa popolazione e la presenza di disuguaglianze, sia rispetto ai propri connazionali uomini sia rispetto alla popolazione femminile autoctona.” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “La condizione delle donne straniere riflette da una parte le criticità della società di arrivo rispetto alle problematiche di genere e dall’altra le difficoltà tipiche del percorso migratorio. D’altra parte è opportuno notare come l’inserimento forzato in alcune nicchie professionali delle donne straniere, quali i lavori di assistenza e di cura, sebbene portino queste lavoratrici a recepire compensi inferiori rispetto ai loro connazionali, dovuti in primis a monte ore ridotti e alle peculiarità di questo tipo di attività, tuttavia le ha preservate dalla contrazione che la crisi economica e finanziaria in corso ha invece causato in altri settori tipicamente più attrattivi per la popolazione maschile, come il comparto delle costruzioni.

Fondazione Leone Moressa

08/03/2013 www.liberazione.it

 
 
 
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