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Pubblichiamo l’appello di lavoratrici e lavoratori precari e non, studenti e operai per la manifestazione generale dei migranti
Post n°7528 pubblicato il 20 Marzo 2013 da cile54
Bologna, 23 marzo: Lavoratrici e lavoratori contro la legge Bossi-Fini L’appello di lavoratrici e lavoratori precari e non, studenti e operai in sostegno alla manifestazione generale dei migranti di sabato 23 marzo a Bologna organizzata dal Coordinamento Migranti Bologna. Al grido di «ricominciamo a sognare!» le migranti e i migranti scenderanno in piazza per dire no alla legge Bossi-Fini e al razzismo istituzionale. La forza espressa dai migranti nelle lotte della logistica, dopo lo sciopero del settore previsto per il 22, si riverserà in piazza il 23 marzo. I giovani migranti invaderanno le strade per dire che vogliono prendersi un futuro migliore, le donne migranti saranno nelle piazze perché non vogliono più essere rinchiuse nelle case e invisibili nei luoghi di lavoro. Una giornata di mobilitazione che non solo porterà a Bologna migranti e lavoratrici da molte città italiane, ma in cui si terranno manifestazioni anche a Amsterdam e Berlino per dire basta al regime europeo dei confini e al ricatto del permesso di soggiorno. Il 23 marzo a Bologna ci sarà una manifestazione generale contro la legge Bossi-Fini, lanciata da un’assemblea di quasi trecento uomini e donne migranti. Noi precarie, operai e studenti, ci saremo. Abbiamo bisogno di condizioni di lavoro migliori, di più salario e più reddito. Abbiamo bisogno di un’università e una scuola aperte, che diano la possibilità di studiare senza essere ricattati dalla precarietà o dalla povertà. La possibilità di ottenerli non dipende però solo dal Parlamento e dai calcoli economici, ma da chi è più forte. Nella condizione di precarietà che ci accomuna lottare è infatti diventato più difficile, perché siamo frammentati e isolati e spesso non sappiamo neanche contro chi lottare. Sappiamo però chi subisce la precarietà, chi ci ha guadagnato e chi continua a guadagnarci. Anche se c’è la crisi non è vero che siamo tutti sulla stessa barca. Mentre noi siamo più poveri e precari, i padroni e i precarizzatori sono più ricchi e potenti. Per questo, non potremo avere la forza necessaria per cambiare la nostra condizione se non siamo uniti e non ci alleiamo contro quello che ci ha diviso e reso più deboli. La legge Bossi-Fini e il razzismo istituzionale, dividendo i migranti da tutti gli altri, lo fanno da più di dieci anni. Ora che la crisi ci costringe tutti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro pur di avere qualche soldo, che sempre meno persone possono permettersi di studiare, che ogni servizio viene tagliato e precarizzato, vediamo che chi ha raccolto i profitti del razzismo istituzionale sono stati solo i padroni. La legge Fornero, la riforma Gelmini, il progetto Profumo, la spending review, si aggiungono oggi alla Bossi-Fini e ne traggono forza. Per colpa di questa legge e del permesso di soggiorno legato al lavoro, i migranti e le migranti sono stati i primi a conoscere la precarietà dovendo accettare le condizioni peggiori. Questa legge ricatta i migranti già nella scuola e poi nell’università per i pochi che possono andarci, impedendo ai figli di migranti di scegliere liberamente. Eppure i migranti e le migranti in questo momento stanno dimostrando che anche nella condizione più insopportabile si può lottare e cambiare la situazione. Come nel settore della logistica, dove i padroni si chiamano cooperative (e noi sappiamo bene che cosa vuol dire, perché lavoriamo negli asili, negli ospedali, nelle scuole, nelle mense), dove sono già molti i miglioramenti e il 22 marzo ci sarà uno sciopero. Come il 23 marzo. Non accettiamo che con la scusa della crisi ci dicano sempre che non c’è scelta: con questa scusa, ci vogliono solo far tacere e dividerci ancora. Noi invece vogliamo scegliere, e cominciamo a farlo dicendo che stiamo dalla parte dei migranti e lottiamo con loro il 23 marzo. Contro la legge Bossi-Fini, contro chi ci vuole costringere al silenzio e decidere per noi, riempiamo Bologna. Per adesioni: lav.insub@connessioniprecarie.org 19/03/2013 |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
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