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Romania, Marocco e Albania, sono e nell'ordine, le comunità straniere che subiscono il numero maggiore di infortuni

Post n°7527 pubblicato il 20 Marzo 2013 da cile54

Immigrati, rischio di morire sul lavoro +50% rispetto a quello degli italiani

Sono i lavoratori stranieri a correre più rischi rispetto ai loro colleghi italiani in relazione agli infortuni. Uno dei motivi principali è che sono proprio gli immigrati vengono messi a lavorare in settori piu' "pericolosi", tra questi quello delle costruzioni.

Il rischio di morire sul lavoro, dunque, per uno straniero diventa superiore del 50% rispetto a quello di un lavoratore italiano.

Questo è quanto emerge da un convegno dell'Anmil, che questa mattina ha presentato il progetto "Cis - Cultura Integrazione Sicurezza", realizzato dall'associazione insieme all'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

"Gli infortuni sul lavoro occorsi ai lavoratori stranieri - e' stato spiegato - costituiscono solo il 15,9% del totale nazionale, ma il tasso medio di incidenza infortunistica relativo agli immigrati è stimato pari a circa 40 infortuni per mille occupati rispetto a un tasso di 30 infortuni ogni mille occupati registrato tra gli italiani.  Il consistente divario tra le due percentuali è legato in primo luogo al fatto che gli stranieri sono occupati in prevalenza in settori ad alto rischio come l'edilizia, la metallurgia e l'agricoltura, ma un forte ruolo, sottolinea l'Anmil, lo giocano le difficoltà di comunicazione e comprensione sul posto di lavoro.  In questo senso, l'approccio metodologico proposto dal progetto Cis - basato su corsi di formazione per l'insegnamento della lingua italiana e del linguaggio della sicurezza - sembra proporre, dicono, un modello valido ed efficace per la sicurezza dei lavoratori stranieri".

Per gli infortuni mortali degli stranieri, negli ultimi anni è stata registrata una crescita fino al 2008 a cui segue una flessione sensibile per gli anni successivi.

Gli infortuni mortali degli stranieri sul totale nazionale risulta in crescita dal 16,8% del 2007 al 17,6% del 2011. Il divario a sfavore degli stranieri è più pesante considerando il tasso di incidenza degli infortuni mortali, pari a 0,06 casi mortali per mille occupati contro lo 0,04 dei lavoratori italiani. 

Romania, Marocco e Albania, sono e nell'ordine, le comunità straniere che subiscono il numero maggiore di infortuni. Nel 2011 queste tre comunità hanno totalizzato da sole più del 40% di tutti gli infortuni a lavoratori stranieri. Se si considerano solo i casi mortali, la percentuale cumulata dei tre Paesi arriva al 51,5%.

19/3/2013

 
 
 
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