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Storie terrificanti, voci di donne che danno voce anche a quante non ce l’hanno fatta. Da ricordare anche dopo l'8 marzo
Post n°7559 pubblicato il 28 Marzo 2013 da cile54
“500 storie vere sulla tratta delle ragazze africane in Italia” Parlare della tratta in una “ricorrenza” come l’otto marzo, il giorno della Festa della Donna, probabilmente diventa ancora più significativo. Come già fatto l’anno scorso, AFFRICA abbiamo deciso di affrontare un tema che tocca direttamente le donne africane. In questo caso e nonostante la sua importanza, la tratta trova tristemente un posto sulle prime pagine (di cronaca nera) solo quando le donne coinvolte sono vittime di violenza fisica e vengono uccise, dimenticando che in realtà la violenza è perpetrata e subita ogni giorno. Lo spunto per parlarne è offerto dal libro-inchiesta di Isoke Aikpitanyi, 500 storie vere sulla tratta delle ragazze africane in Italia, pubblicato proprio l’otto marzo di due anni fa. Si tratta di un’ampia indagine, condotta in tutta la penisola, che racconta la vita e le storie di tante ragazze nigeriane costrette a prostituirsi – dopo essere state rese schiave – per pagare l’ingente debito contratto con i trafficanti. Una “realtà sommersa e nascosta”, nella quale avviene di tutto: “nel sommerso non che le ragazze sono costrette ‘soltanto’ a prostituirsi in luoghi chiusi invece che in strada ma nel sommerso sono schiavizzate e soggiogate…e spesso massacrate, violate, uccise”. Un’inchiesta complicata, resa possibile grazie alle amiche di Isoke, che hanno condiviso con lei lo stesso periodo di vita sommersa come vittime della tratta, grazie alle vittime di stupri, all’associazione vittime ed ex vittime della tratta e ai gruppi di clienti ed ex clienti delle vittime della tratta. Un’inchiesta difficile, a causa del forte legame tra la mafia nigeriana e la criminalità italiana, ma anche della presenza onnipresente delle maman, donne nigeriane che sono passate da sfruttate a sfruttatrici e che “addestrano” le giovani e le giovanissime (la percentuale di minorenni è altissima), assoggettandole con riti voodoo e esercitando una vera e propria violenza psicologica, a causa dei trafficanti e del silenzio – quasi omertoso – delle comunità, delle associazioni e delle chiese nigeriane. Un’indagine resa ancora più difficoltosa perché “in certe zone la polizia chiude non un occhio, ma due, e forse anche tre, avendoli, e pure quattro. Va bene che ci siano le ragazze di Benin City: sono uno sfogatoio perfetto, un matematico calmieratore di tensioni sociali ed etniche. Sono la vittima designata, l’agnello sacrificale. Perché ogni africana stuprata è un’italiana salvata. E l’africana stuprata tace. Ha troppa paura per parlare. È perfettamente invisibile e dunque non fa notizia né statistica”. Sono storie terrificanti, voci di donne che danno voce anche a quante non ce l’hanno fatta e sono scomparse nel nulla, sono state uccise e messe a tacere. 500 storie vere, appunto, che andrebbero lette da tutti. E non solo oggi. MARISA FOIS AFFRICA – CSAS http://affrica.org |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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