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« Una delle perle di Letta...Si è ribellata la signor... »

Se l’Europa fosse umana e l’Italia quella dell’art. 10 della Costituzione, tante vite sarebbero salve. Abolire la Bossi/Fini

Post n°8155 pubblicato il 01 Ottobre 2013 da cile54

Sbarco tragico: 13 migranti morti

Ennesima tragedia dell'immigrazione nelle acque siciliane. Almeno 13 migranti sono morti annegati questa mattina nel ragusano mentre cercavano di scappare da un barcone che si è arenato a Scicli in condizioni di mare molto agitato. L'allarme è stato dato dai turisti sulla spiaggia di Sampilieri alle 10 di mattina. Nell'imbarcazione erano stipati almeno 250 immigrati, secondo il racconto dei sopravvissuti. Quasi tutti sono riusciti a mettersi in salvo, raggiungendo la terraferma e poi disperdendosi nella zona dove le forze dell'ordine hanno avviato le ricerche. Ma dal mare sono state recuperate le salme di 13 vittime: i migranti sono annegati tentando di raggiungere la riva a nuoto, ma sono stati sopraffatti dalle onde. I morti sono tutti uomini. E orrore si aggiunge all'orrore: secondo le prime ricostruzioni, gli immigrati sono stati presi a colpi di cinghia dagli scafisti e costretti a lanciarsi in mare. Lo ha raccontato uno dei bagnini che si trovavano sulla spiaggia, che hanno assistito alla tragedia e sono intervenuti per soccorrere i naufraghi. Tra loro un carabiniere fuori servizio che si è lanciato in mare ed è riuscito a trarre in salvo due persone che stavano per annegare.

 Fino a questo momento le forze dell'ordine hanno rintracciato a terra 70 profughi, tutti eritrei. Tra loro 20 bambini e una donna incinta, che è apparsa in condizioni gravi ed è stata trasportata all'ospedale Maggiore di Modica. Due extracomunitari presenti sul barcone sono stati fermati dagli inquirenti con l'accusa di essere gli scafisti. I sommozzatori dei carabinieri continuano ad ispezionare i fondali attorno al natante arenato alla ricerca di altre eventuali vittime.

Ferrero: abolire la Bossi-Fini. Mentre esprime «il nostro cordoglio per queste ennesime vittime dei nostri mari» Paolo Ferrero, segretario del Prc, torna a chiedere «che venga abolita la Bossi-Fini e che si faccia qualcosa per evitare queste tragedie. Bisogna dare la possibilità a chi arriva da luoghi di guerra di poter giungere in Europa senza finire nelle mani dei trafficanti ed occorre che l'Italia si impegni a far sì che i profughi vengano messi in condizione di poter decidere in quale paese europeo chiedere asilo politico».

IL COMMENTO

Una strage che, ancora una volta, poteva essere evitata 

Sono passate ore e ore prima che i corpi venissero portati via da quella spiaggia che doveva vederli in salvo e che invece li ha visti morire. Le testimonianze relative all’arrivo rimbalzano ancora come pietre, difficile capire dove corrispondono alla realtà. Sampieri frazione di Scicli provincia di Ragusa, la nave con circa 300 persone a bordo sembra essere giunta in prossimità della riva intorno alle nove di mattina. Era ferma a 150 metri quando le persone hanno cominciato a gettarsi in acqua, secondo voci non confermate alcuni hanno cominciato a prendere a colpi di corda quelli che non volevano scendere, che avevano paura. Molte le donne e i minori, in gran parte provenienti dal Corno d’Africa e quindi probabilmente partiti dalle coste libiche ma il condizionale è d’obbligo. Enrica è giunta davanti a quei corpi in mattinata, sulla pagina facebook de “Il clandestino” continua ad aggiornare con notizie secche che fanno male. Ed altre informazioni non filtrate giungono dal lavoro troppo poco evidenziato di realtà come borderline Sicilia. Blogger, avvocati, persone che agiscono nei social network dopo essere passate nelle spiagge, negli ospedali, nei centri, a parlare e a farsi raccontare di quanto accade.

 Ad ora oltre ai 13 morti recuperati, tutti ragazzi, forse anche minori, si parla di un bambino scomparso nelle acque. Il mare è spazzato da raffiche di vento in questo inizio di autunno, partire rappresenta una scelta difficile e rischiosa ma spesso non ci sono alternative. E arrivano brandelli di storia, di bagnanti che si sono tuffati per salvare quelli che stavano annegando, di persone sopravvissute solo grazie ad un pronto massaggio cardiaco, di una vicenda solo apparentemente a latere ma che dà la dimensione assurda della tragedia. In molti e molte fra chi è sbarcato in buone condizioni, hanno tentato di allontanarsi, di sfuggire alla macchina delle impronte. Sanno tutti ormai che se si viene identificati in Italia non si ha la possibilità di cercare una vita migliore in un altro paese. Sanno tutti che è meglio sfuggire alle divise, ai centri di accoglienza messi in piedi alla buona che diventano luoghi chiusi ed inaccessibili, sanno che la loro fuga non è ancora terminata. Erano in 3 sulla strada che porta a Modica, uno di loro è stato investito da un pirata della strada, gli altri hanno cercato di soccorrerlo, ora versa in condizioni gravissime nell’ospedale del paese, la prognosi è ancora riservata. Pochi nomi, solo numeri: in 300 nella barca, un gruppo consistente è riuscito a dileguarsi, altri sono stati ripresi e portati al Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Pozzallo.

 Ma 13 sono rimasti sulla spiaggia, per ore e ore, solo un corpo è stato rimosso in un tempo comprensibile, gli altri sono rimasti sotto gli sguardi impietosi di chi passava e i flash di giornalisti, un lenzuolo bianco e per qualcuno una body bag. Intorno alle 15, ad uno ad uno i cadaveri sono stati rimossi, sembra che l’obitorio del nosocomio più vicino non fosse in grado di reggere una simile emergenza, uno dei morti aveva con sé il documento di identità, almeno non resterà senza nome. Dopo la strage di Catania l’ennesima carneficina. Poteva essere evitata? Probabilmente sì, così come il Mediterraneo potrebbe cessare di divenire la più grande tomba a cielo aperto del pianeta. Basterebbe che chi decide, a Roma come a Bruxelles, la smettesse di imprigionare i tentativi di costruirsi una vita migliore nelle maglie del “contrasto all’immigrazione illegale”. Un proibizionismo osceno e atroce che alimenta traffici, miete vittime nei deserti come in mare, se ne infischia di guerre, tensioni, aspettative di vita e investe tutto in logiche repressive ed emergenziali. A Sampieri c’erano i bagnanti e i carabinieri a salvare le persone dalla morte, ora ci sono i sommozzatori a cercare gli scomparsi, mentre il mare peggiora. In mare c’erano le unità di Frontex (l’agenzia di contrasto) dall’altra parte i risultati degli accordi siglati dal governo Berlusconi e confermati il 4 luglio scorso dal governo attuale. Investimenti per infrastrutture, appalti per aziende italiane e in cambio repressione sistematica della libertà di movimento delle persone. Una repressione che produce solo innalzamento dei costi e dei rischi, manovre sempre più azzardate, schiavisti sempre più feroci in nome di una logica del mercato delle braccia che non offre scampo.

 Se l’Europa fosse quella di Spinelli e l’Italia quella dell’articolo 10 della Costituzione, tante vite si sarebbero salvate. Ma al di là dei richiami lontani nel tempo oggi, nei paesi del Medio Oriente come nel tribolato Corno d’Africa e in tante aree del mondo, si combatte e si muore per non finire soldati, per salvare dei figli, per avere un futuro. Un governo che non è in grado di proporre ed imporre in sede europea un corridoio umanitario per chi fugge, con investimenti e garanzie ed una forma di diritto d’asilo su base europea, che consenta alle persone di trovarsi il luogo in cui ricominciare, è un governo che ha fallito in partenza. Quei 13 corpi rimasti a lungo sulla spiaggia sono un simbolo nero di un Paese che preferisce porre al centro della propria vita l’autoreferenzialità di parlamento e istituzioni per cui nessuno sembra intenzionato a chiedere giustizia.

Stefano Galieni

30/09/2013 www.liberazione.it

 
 
 
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