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Occupati gli uffici di Confetra a Roma in solidarietà con 17 facchini. Quotidiano attacco al lavoro dagli industriali parassiti

Post n°8232 pubblicato il 31 Ottobre 2013 da cile54

Licenziati per aver scioperato, blitz alla Confindustria della logistica

Questa mattina 30 lavoratori e militanti politici del “Collettivo Militant/Noi Saremo Tutto” hanno occupato per alcuni minuti la sede romana di Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) in via Panama 62, alle porte del quartiere Parioli.

 Durante l’azione in appoggio alle lotte che in questi mesi hanno coinvolto i magazzini di tutta Italia sono stati scaricati all’interno dei locali numerosi pacchi di rifiuti a simboleggiare l’accordo spazzatura firmato lo scorso 1 agosto sulla pelle di migliaia di operai costretti a lavorare, anche con il beneplacito dei sindacati confederali, in condizioni di assoluta precarietà.

 A ciò si deve aggiungere il gravissimo comportamento delle aziende del settore (DHL e TNT) che, a seguito dello sciopero dello scorso 25 ottobre, hanno licenziato arbitrariamente 17 lavoratori “rei” di aver solo partecipato allo sciopero e manifestato davanti ai cancelli delle aziende (hub di Fiano Romano e Via di Salone).

 La logistica muove oggi il 10% del PIL europeo, con circa 600 aziende di soli corrieri in Italia, un fatturato di settore di miliardi di euro all'anno e una crescita costante (nonostante la crisi) che nel 2012 ha portato in Italia ad un incremento dei ricavi del 2,4%, la maggior parte a beneficio di grandi imprese quali DHL, TNT, Bartolini e SDA.

 Un sistema produttivo che si basa sul sistematico sfruttamento dei lavoratori, che nonostante siano la forza motrice di un settore ancora a bassa meccanizzazione, rappresentano per le aziende nazionali e multinazionali solo un esercito di invisibili nascosti dietro le cooperative cui appaltano il lavoro di facchini e fattorini.

 Un esercito che costa alle imprese una piccola percentuale del loro fatturato, ma che sistematicamente diventa la prima spesa da "ridimensionare" o da tagliare in caso di difficoltà o di "riorganizzazione" per ottenere maggiori profitti. Migliaia di lavoratori, di cui la maggior parte provenienti da Africa, est Europa e Sud America, sono costretti in condizioni di totale sfruttamento e tenuti costantemente sotto ricatto dalle aziende e dai "caporali" delle cooperative.

 Da qualche tempo in tutta Italia i lavoratori dei magazzini della logistica si stanno opponendo a questo stato di cose mobilitandosi in una lotta di rivendicazione per il miglioramento delle proprie condizioni dimostrando di avere la capacità e la forza di bloccare un intero settore produttivo e di creare enormi perdite economiche a chi fa profitti sulla loro pelle.

 A conferma di questa valutazione, l'azione di Roma fa seguito alla protesta di due giorni prima, iniziata dalle tre della notte quando circa un centinaio fra lavoratori della Granarolo, operai degli altri magazzini aderenti al SI Cobas, militanti del Crash e altri solidali hanno attuato un nuovo blocco delle merci nei magazzini di Granarolo a Cadriano.

 Di fronte alla continuata sconfessione degli accordi presi nel mese di luglio davanti al Prefetto di Bologna con la stessa Granarolo, la sua cooperativa SGB, CTL, Cogefrin e la Legacoop, in merito alla ricollocazione dei lavoratori ingiustamente licenziati nel mese di aprile, i lavoratori continuano la loro lotta e chiedono rispetto per i propri diritti e rispetto per gli accordi. Accordi attraverso i quali Granarolo e Legacoop si impegnavano ad attuare un piano di assunzioni programmate per 23 persone, che però effettivamente non si sono sino ad oggi concretizzate se non in misura minima e finora il prefetto non ha convocato nessuno per definire i tempi di rientro degli altri 28 lavoratori in cassa I.

 Il picchetto, che è durato abbastanza per bloccare la distribuzione del latte agli esercizi (lo sciopero del capuccino) e si è svolto in maniera pacifica e senza la presenza delle forze dell'ordine.

 Il 18 di questo mese con lo sciopero generale è stato aperto lo stato di agitazione alla Granarolo e durerà fino all'assunzione di tutti i lavoratori. Quel giorno lo spezzone a Milano di quattrocento persone organizzato dal Si Cobas era partecipato al 90% dai lavoratori della logistica che dalle ore 24 del giorno prima avevano attuato il blocco dei magazzini. I lavoratori della logistica, per la prima volta, hanno partecipato ad uno sciopero generale del sindacalismo di base uscendo in massa dai loro luoghi di lavoro. Non era scontato anche perché le manifestazioni del 18 di Milano e Roma sono state costruite senza iniziative per allargare la partecipazione.

 

Checchino Antonini

30/10/2013 www.liberazione.it

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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