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Roma: verso l’8 marzo. Sabato 15 febbraio ore 14.00 al piazzale Stazione Ostiense per andare a Ponte Galeria
Post n°8594 pubblicato il 15 Febbraio 2014 da cile54
Spezzare la normalità dei Cie
Cercare…scoprire…trovare…creare crepe….fessure…. squarci nell’esistente. Dobbiamo spezzare anche la sola idea che possano esistere luoghi come i Cie, che la gente trovi “normale” che si possa internare qualcuna/o per la condizione in cui si trova e per quello che è.
SPEZZIAMO LA “NORMALITA” DEI CIE!
Perché nessun* dica non pensavo, non sapevo, non credevo..
Questa è una società basata sullo sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano e sulla natura intera e, perciò, ha bisogno dei Cie,delle telecamere, delle intercettazioni telefoniche, delle cimici ambientali, di una legislazione invasiva….
Siamo tutte/i in libertà vigilata e condizionale.
Siamo libere/i di dire e di fare quello che vogliamo purché siamo omologate/i al pensiero unico di conservazione di questa società.
Rispetto a questo progetto partiti,onlus, ong,media,polizia, magistratura….hanno tutti un ruolo e tutti partecipano.
I Cie
- sono strumento di controllo sociale perché la detenzione per condizione e non per reato permette di internare chiunque non sia gradita/o al sistema, oggi tocca alle migranti e ai migranti “irregolari”, ma può essere usata nei confronti di chiunque sia ritenuto a qualche titolo indesiderata/o;
- sono strumento di controllo del mercato del lavoro perché sono una riserva di persone disposte a lavorare in qualsiasi condizione e diventano anche strumento di ricatto per tutti gli altri lavoratori/trici;
- veicolano il razzismo in maniera forte e spingono alla guerra tra povere/i: gli oppressi/sfruttati/frustrati di casa nostra possono sfogare la loro insoddisfazione e rabbia per la loro condizione su qualcuno/a ancora più debole invece di individuare le cause vere della loro condizione e ribellarsi;
- sono luoghi di violenza quotidiana e di violenza di genere
I Cie sono intrinsecamente funzionali al neoliberismo e fare i conti con la loro essenza è mettere in discussione i principi fondanti di questa organizzazione sociale.
Come femministe ci battiamo quotidianamente contro tutto questo,siamo contro ogni carcere, ma ci vengono i brividi al solo pensiero che qualcuno/a possa essere rinchiusa, internata per quello che è, per la sua condizione, per la situazione in cui si trova.
Ci passano davanti agli occhi tutte le donne che sono state perrseguitate,torturate,offese,umiliate,imprigionate, internate, uccise perché avevano osato amare, pensare, sperare…… decidere del proprio destino e della propria vita fuori dalla così detta “normalità”.
Dobbiamo spezzare anche la sola idea che possano esistere luoghi come i Cie, che la gente trovi “normale” che si possa internare qualcuna/o per la condizione in cui si trova e per quello che è.
Dobbiamo spezzare l’assuefazione al controllo, recuperare la capacità di indignarci, rifiutare il feticcio della legalità, spezzare l’ipocrisia in cui ci vogliono imbrigliare.
Sabato 15 febbraio 2014 alle ore 14.00 al piazzale della Stazione Ostiense per andare tutte insieme a Ponte Galeria!
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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