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A Pescara disastro ambientale del suolo e sottosuolo per una discarica, mai messa in sicurezza. Anche in ospedali e scuole

Post n°8733 pubblicato il 27 Marzo 2014 da cile54

Acqua contaminata per 700.000 persone

L'acqua contata dalla discarica Bussi, in provincia di Pescara è arrivata in case, ospedali, scuole, interessando in tutto circa 700.000 persone. Lo scrive l'Istituto Superiore di Sanità in una relazione relativa al "caso" della discarica abusiva, che si trova nella zona circostante il polo chimico di Pescara. La relazione dell'Istituto è stata richiesta dall'Avvocatura dello Stato.

 L'area è attualmente sotto sequestro, e l'Ispra aveva stimato un danno ambientale di 8,5 miliardi di euro, stimando che "circa 500.000 cittadini della Val Pescara" avrebbero utilizzato e bevuto "acqua inidonea al consumo umano".

25 ettari di rifiuti tossici

L'area, 25 ettari di terreno contaminati scoperti dalla Forestale nel 2007, è stata messa sotto osservazione dall?Istituto, che ha prelevato campioni di suolo e li ha analizzati scientificamente, così per le acque contaminate (a sinistra un'immagine dall'alto di Italia Nostra).

 Per la bonifica dell'intera area occorrono secondo gli esperti più di 600 milioni di euro.

 "Consumatrori all'oscuro di tutto"

In un punto, i tecnici sottolineano: "La serie di azioni poste in essere nel sito industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando così un pericolo reale e concreto per la salute". Poi: "Ai consumatori delle acque è anche mancata ogni informazione rispetto ai potenziali rischi per la salute associati al consumo di tali acque e a cui pertanto era preclusa la possibilità di adottare misure specifiche di prevenzione e mitigazione di tali rischi".

L'inchiesta bis

Ieri, la procura di Pescara ha chiuso l’inchiesta bis sulla discarica (sulla mancata messa in sicurezza del sito), formalizzando le accuse di omessa bonifica per sette vertici della Solvay. Gli indagati respingono le accuse.

"Smaltimento illegale sistematico"

Per questa discarica, nel 2007, dopo i primi rilievi e accertamenti furono emessi 33 avvisi di garanzia nei confronti degli allora vertici dell'Aca di Pescara, dell'Ato e di ex amministratori della Montedison, che dagli anni 60' al 2001 ha gestito il polo chimico, acquisito nel 2002 dalla Solvay.

 Secondo gli inquirenti, per decenni e sino all'incirca agli anni '90, l'area sarebbe stata destinata ''allo smaltimento illegale e sistematico'' di circa 240 mila tonnellate di sostanze tossiche. Fra i reati contestati, a vario titolo, agli indagati: avvelenamento delle acque; disastro doloso; commercio di sostanze contraffatte e adulterate; delitti colposi contro la salute pubblica; truffa.

 Alimentati i pozzi

Secondo l'accusa, avrebbero contribuito con le loro condotte ad aggravare la situazione nella zona sino a cagionare il disastro ambientale del suolo e sottosuolo. E soprattutto delle falde acquifere superficiali e profonde che, attraversando il sito industriale, alimentavano otto pozzi di captazione per l'acqua potabile (campo pozzi Sant'Angelo) realizzati dall'Aca, fra il 1980 e il 1990, più a valle della mega discarica e destinati a soddisfare il fabbisogno idrico-alimentare di tutta la Val Pescara e, dunque, di circa 500 mila persone. Pozzi risultati poi inquinati per la presenza di sostanze altamente nocive e tossiche per la salute dell'uomo.    

26/03/14 www.ilsalvagente.it

 
 
 
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