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« I privilegi offerti al p...“Bisogna aiutarli a casa... »

In questa triste classifica l’Emilia Romagna con 29 morti sui luoghi di lavoro, seguono la Lombardia e il Piemonte con 27

Post n°8946 pubblicato il 07 Luglio 2014 da cile54


REPORT MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI SEI MESI DEL 2014

Neiprimi sei mesi del 2014 sono morti sui luoghi di lavoro 300 lavoratori, tuttidocumentati in appositi file.

Sesi aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 600 morti.

L’aumentodei morti sui luoghi di lavoro rispetto ai primi 6 mesi del 2013 è del 12%.

Lacosa che sgomenta di più è che parlano sempre di cali incredibili tutti glianni, mentre non è affatto vero: se si prendono in considerazione tutte lemorti sul lavoro registriamo un aumento anche rispetto ai primi sei mesi del2008, anno in cui è stato aperto l’Osservatorio.

Unaumento piccolo ma significativo del 2,4%. Rispetto all’anno scorso, un aumentoincredibile che non suscita però nessuna emozione in chi ci governa.

Praticamentenonostante l’opinione pubblica pensi il contrario, a causa della propaganda,anche governativa di chi si è succeduto nel corso di questi sette anni, i mortisul lavoro non sono mai calati e questo nonostante si siano persi milioni diposti di lavoro.

Inquesto momento del 2014 l’agricoltura col 42% del totale ha un piccoincredibile delle morti. In questo comparto il 68% di questi lavoratori sonomorti in un modo drammatico: schiacciati dal trattore che guidavano, a voltenon subito, ma dopo settimane d’agonia.

Dall’iniziodell’anno sono 86 e ben 76 da quando il 28 febbraio abbiamo mandato una mail aRenzi, Martina e Poletti, avvertendoli dell’imminente strage che di lì a pochigiorni si sarebbe verificata col ribaltamento dei trattori. E’ così tutti glianni.

Chiedevoloro di fare una campagna informativa sulla pericolosità del trattore e diproporre una legge sulla messa in sicurezza delle cabine di questo mezzo cheuccide così facilmente.

Inutilescrivere che non si sono mai degnati di rispondere e che il loro impegno ètutto dedicato al mirabolante futuro che ci aspetta da questo “nuovo” cheavanza.

Masi vede che la vita di chi lavora, che non ha nessuna rappresentanzaparlamentare, conta poco.

Inedilizia i morti sui luoghi di lavoro sono il 23,6% del totale. L’industria il9,2%, il 6,2% nell’autotrasporto. Poi ci sono tutti i lavoratori morti nei variservizi alle imprese.

Percentualmentele morti sul lavoro per ora sono distribuiti in eguale in tutte le fasce d’età,a parte l’agricoltura, dove le vittime hanno un’età mediamente più alta.

Glistranieri morti sui luoghi di lavoro sono l’11,25% sul totale e i romeni sonosempre i più numerosi con il 46% delle morti sui luoghi di lavoro tra glistranieri.

Aoggi a guidare questa triste classifica è l’Emilia Romagna con 29 morti suiluoghi di lavoro. Seguono la Lombardia e il Piemonte con 27, che però varicordato che ha il doppio degli abitanti di tutte le più popolose regioniitaliane.

Anostro parere, essendo le morti diffuse anche tra i lavoratori in nero,agricoltori anziani ecc. il numero di abitanti è l’unico parametro valido pervalutare l’andamento di una regione o di una provincia. E a mio personaleparere anche il livello di civiltà, che non si fa con le chiacchiere, ma con ifatti e questi sono drammatici, almeno per chi ha ancora un po’ di sensibilitàsociale.

Dopola Lombardia e il Piemonte, seguono il Veneto con 26 morti e il Lazio con 25.Poi Campania e Puglia con 19 morti e Sicilia con 17. Nell’apertura del blog sitrova il numero di morti di ogni regione.

Leprovincia con più morti sul lavoro è Bolzano con 10, seguono Torino e Roma con9, Bari e Viterbo con 8. Incredibile mattanza, ma così gira questo paese che hauna classe dirigente che si occupa di tutto ma non delle cose importanti cheriguardano i cittadini e i lavoratori, se non per penalizzarli.

El’aumento del precariato non fa che aumentare il rischio di chi lavora, vistoche i precari, oltre che avere stipendi da fame, non possono neppure opporsialla mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro pena il licenziamento.

L’OsservatorioIndipendente di Bologna morti sul lavoro in questi 7 anni di attività puòdocumentare che queste morti sono soprattutto dovute a lavoro precario e innero, o in ditte artigianali dove i lavoratori possono essere licenziati inqualsiasi momento. Dov’è presente il Sindacato le morti sono quasi inesistenti.

CarloSoricelli 

curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

6/7/2014 http://cadutisullavoro.blogspot.com

 
 
 
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