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L'ASL LE AVEVA NEGATO IL DIRITTO ALL'ASSISTENZA PER LE CURE
Post n°1893 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da cile54
Italia oggi: povera e malata chiede eutanasia Angela Scalzitti deve vivere in modo dignitoso e sereno la sua malattia: č questa la ragione che ha spinto l'amministrazione comunale di Castel di Sangro, il Comitato Civico interregionale Abruzzo e Molise e i cittadini a una gara di solidarietą che ha permesso finora alla donna, malata di tumore, di continuare le cure, nonostante lo stato di indigenza che l'aveva spinta prima di Natale a chiedere l'eutanasia e a ribadire in questi giorni il suo proposito. L'unica fonte di reddito della signora č la pensione d'invaliditą, 250 euro al mese, dei quali 100 sono destinati alla figlia che studia all'Universitą di Siena. A metą ottobre la commissione di Medicina Legale della Asl di Avezzano-Sulmona aveva rigettato l'istanza di accompagnamento presentata dalla donna per la grave malattia che la costringe a percorrere 250 chilometri per sottoporsi alle cure che deve sostenere nel reparto di oncologia dell'ospedale di Pescara. Da qui, il 23 dicembre scorso, la decisione della malata di chiedere l'eutanasia. «Se devo continuare a vivere in questo modo senza la possibilitą di potermi curare - aveva detto la donna - mi si dia la possibilitą di avere una morte dignitosa. Se in Italia non č possibile, lo Stato mi dia la possibilitą di poterla avere in un altro Paese. Meglio che morire di umiliazioni, di freddo, di fame, di inedia». La richiesta shock ha mosso le istituzioni locali, primo fra tutti il Comune di Castel di Sangro, che attraverso un contratto di solidarietą con la locale Comunitą Montana ha provveduto a garantire alla donna un autista privato per accompagnarla in ospedale. Inoltre lo stesso Comune impugnerą, accollandosi le spese di giudizio, il provvedimento che rifiuta l'assegnazione dell'indennitą di accompagnamento alla malata. «Non conosco quale sia la legge - ha sottolineato oggi la Scalzitti - ma se vi fosse una normativa che nega alle persone nella mia condizione un aiuto per curarsi, allora dico che si tratta di una legge razziale e non cristiana, perchč porta le persone povere, indifese, fragili e indebolite come me a morire sole e senza nessuna dignitą». 04/01/2009 |
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Roma, 12 maggio 1977
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