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Questa č la crisi reale. E poi c’č la crisi dei “cantastorie”, l’Istat e il ministro in prima linea

Post n°3647 pubblicato il 31 Luglio 2010 da cile54
Foto di cile54

Disoccupazione, Sacconi racconta storie e intanto la gente si vende il rene

 

Licenziato in seguito alla crisi un napoletano residente a Treviso M.A. di 36 anni, ha annunciato di volere vendere il rene trapiantato per sostenersi economicamente. L'uomo, secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, riferisce di non riuscire a trovare un lavoro per la sua malattia invalidante. Faceva la guardia giurata quando gli venne diagnosticata un'insufficienza renale cronica che superò, nel 2009, con un trapianto di rene. È aiutato dall'Usl 9, per i farmaci, e dal Comune di Treviso con un sussidio mensile, ma ha perso la pensione sociale. M.A. aveva già fatto lo stesso annuncio a Rete Veneta il 4 giugno scorso.

 

Questa è la crisi reale. E poi c’è la crisi dei “cantastorie”, l’Istat e il ministro Maurizio Sacconi in prima linea. L’istituto di statistica ci dice che per quanto riguarda i colpi della crisi non ci dobbiamo assolutamente preoccupare. In un anno, ovvero da giugno 2009 allo stesso mese del 2010, il numero di occupati in Italia è diminuito di 136 mila unità. Il numero di occupati a giugno 2010 risulta così stabile rispetto a maggio, anche se in diminuzione dello 0,5% rispetto a giugno 2009. Il tasso di occupazione è, quindi, pari al 57%, invariato rispetto a maggio, ma in calo di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ma l’Istat lo sa che soltanto i dossier aperti al ministero delle Attività produttive sono circa 200? L’Istat lo sa che le ore di cassa integrazione nel 2009 hanno sfiorato il miliardo? L’Istat lo sa che perfino Confindustria (Ufficio Studi) parla di diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro persi proprio a causa della crisi? L’Istat lo sa che il prodotto interno lordo è per almeno il 30% in nero? Evidentemente no. E questo è grave per chi deve fornire al paese le cifre ufficiali sull’andamento del paese. Il problema non è l’Istat, naturalmente, ma le regole che lo governano. E finché non si cambiano saremo costretti ad ascoltare sempre lo stesso disco rotto che ripete: “Va tutto bene”. Quello che ci chiediamo, e lo chiediamo soprattutto ai cosiddetti esperti, soprattutto nel settore dell’economia, se ha senso usare il metodo delle interviste a campione per determinare i danni della crisi economica? La crisi economica è un processo materiale fatto di persone e di cose. Davvero non è possibile misurarlo? Diverso è, ovviamente, l’andamento del Paese. Per misurare l’andamento economico dell’Italia in una fase ordinaria forse non c’è altro metodo di quello delle interviste a campione. Il punto è che non ha molto senso confondere le due fasi.

 

Agghiacciante, come sempre, il commento del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. «Mi dispiace. Questa volta è andata bene», ha detto. Come se la questione dell’occupazione fosse una questione in mano alla dea bendata, Sacconi non si fa nessun problema ad archiviare il dato dell’Istat come positivo perché porterebbe il tasso di disoccupazione all’8,5%. Ma di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando del fatto che la gente per campare è arrivata a vendersi il rene. Esattamente come nei paesi del Terzo mondo, ora Bric, fino a pochi anni fa.

 

Fabio Sebastiani

30/07/2010 

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