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Ricerca Cgia: quasi mille euro in pił nel 2009 rispetto al 2008. Ci aspetta una ripresa autunnale densa di aumenti e spese
Post n°3700 pubblicato il 16 Agosto 2010 da cile54
Consumi, le famiglie si indebitano di più
Famiglie italiane sempre più indebitate, stressate, per le mancate vacanze, e costrette ad abbassare la qualità anche nei generi di prima necessità. E' questo il quadro del Bel Paese che esce da due valutazioni sul tenore di vita degli italiani in tempi di crisi nera come quelli attuali. A firmare le due analisi sono la Cgia di Mestre e l'Osservatorio nazionale di Federconsumatori. La conferma di questo quadro arriva dal Codacons che nelle conclusioni di una sua ricerca sul "pranzo di ferragosto" sostiene come, per la prima volta negli ultimi anni cala sensibilmente la spesa degli italiani: l'importo medio per un pranzo di 8 persone si aggirerà quest'anno attorno ai 144 euro, in calo del 4% rispetto lo scorso anno. Spesa che sale fino a 200 euro in caso di pranzo a base di pesce. Ma veniamo allo scottante tema dell'indebitamento. L'indebitamento medio delle famiglie ha toccato, nel dicembre del 2009, i 15.930 euro. Secondo l'indagine della Cgia di Mestre, che ha preso in considerazione i debiti derivanti dall'accensione di mutui per l'acquisto della casa, dai prestiti per l'acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, rispetto al dicembre 2008, è cresciuto in termini assoluti di 863 euro. A livello provinciale le «sofferenze» maggiori sono a carico delle famiglie di Roma (22.394 euro), seguite da quelle di Lodi (22.218 euro) e da quelle di Milano (22.083 euro). Al quarto posto troviamo Trento (21.644 euro), di seguito Prato (21.442 euro), Como (20.695 euro) e via via tutte le altre. Un quadro un po' più preciso lo si ha, però, guardando la variazione di crescita dell'indebitamento medio tra il 2002 e il 2009. Al di sopra del dato medio nazionale troviamo molte realtà provinciali del Sud. «Ciò sta a significare - sottolinea Giuseppe Bortolussi, della Cgia di Mestre - che questo aumento è probabilmente legato all'aggravarsi della crisi economica che ha colpito soprattutto le famiglie monoreddito con più figli che sono concentrate in particolar modo nel Mezzogiorno». Cgia infine rileva che, rispetto al 31 dicembre 2008, sono solo due le province che hanno visto diminuire il livello di indebitamento delle famiglie: Parma (-137 euro rispetto all'anno prima) e Verbano-Cusio-Ossola (-461 euro). Il dato più preoccupante arrivba dall'Osservatorio nazionale Federconsumatori, costretto a rivedere in peggio le sue precedenti previsioni. «Tutti i consumi sono in calo - affermano in una nota Federconsumatori e Adusbef - a partire da quello turistico, dove per la prima volta si è sceso sotto la percentuale del 40% di chi ha usufruito di vacanza. Inoltre, dai primi dati, i saldi sono stati catastrofici con riduzioni che veleggiano attorno al 30%. I consumi alimentari sono calati di circa il 2% «e si acquista in campo alimentare, anche in minore qualità e non solo in quantità». Tutto ciò ovviamente si traduce in un malessere diffuso delle famiglie, soprattutto quelle a reddito fisso e quelle meno abbienti - sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti -. Chi comincia a subire le conseguenze rovinose della crisi sono professionisti e artigiani ma chi è causa del suo male pianga se stesso. « Inoltre - concludono le due associazioni dei consumatori - ci aspetta una ripresa autunnale densa di aumenti e spese, che porteranno, come prima ipotesi, la stangata sulle famiglie da 886 a circa 1100 euro annui». Lamentazioni arrivano anche da settori produttivi ben consolidati come quello dell'edilizia. Secondo una ricerca dell'Ufficio studi della Confartigianato «è crisi nera», che persiste anche nella prima parte del 2010, a differenza di altri comparti che registrano invece qualche segnale di recupero. Nonostante tutto, tiene l'occupazione, +0,4% nel primo trimestre dell'anno, a fronte invece di cali anche forti in altri settori. «Le prospettive però non sono rosee». «Il persistere dello stallo (il crollo dei volumi è più forte in Italia rispetto agli altri paesi) - continua la Confartigianato - potrebbe determinare prossimi trimestri bui. E resta al palo anche il "piano casa" dal quale sarebbe potuta arrivare invece una forte spinta, con un potenziale di cittadini interessati di oltre 8,7 milioni». A tutto ciò si aggiunge la stretta di liquidità, a causa il forte allungamento, dai 52 a 90 giorni, dei pagamenti da parte dei clienti alle imprese artigiane delle costruzioni.
Fabio Sebastiani 15/08/2010 leggi www.liberazione.it |
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Roma, 12 maggio 1977
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