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Il menefreghismo delle istituzioini aumenta la solitudine delle persone e delle famiglie che vivono una disabilità

Post n°3955 pubblicato il 28 Ottobre 2010 da cile54

Censis: 4,1 milioni i disabili in Italia

Sono 4,1 milioni le persone disabili che vivono in Italia, secondo le stime del Censis e della Fondazione Cesare Serono, pari al 6,7% della popolazione. Il Centro studi investimenti sociali lo rende noto e il dato è frutto della rilevazione a campione effettuata telefonicamente su 1500 persone. Un dato che supera non di poco quello diffuso dall’Istat a maggio scorso: secondo l’Istituto di statistica i disabili in Italia sono 2,6 milioni, pari al 4,8 % della popolazione, numero riferito al 2004, in base all’analisi multiscopo sulle “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, integrata con i dati dell’indagine sui “Presidi residenziali socio-assistenziali”, che fa riferimento alle persone di età superiore ai 6 anni. “Le disabilità tra immagini, esperienze e emotività” è il titolo del primo rapporto di ricerca che il Censis dedica all’argomento. Prese a riferimento le conoscenze su quattro tipologie di disabilità collegate a sindrome di Down, malattia di Parkinson, sclerosi multipla e autismo. Il primo pensiero di fronte a una persona, giovane o adulta, con disabilità motoria? Potrebbe aver avuto un incidente per il 68,7% del campione, una malattia dalla nascita per il 14,2%, potrebbe aver contratto una malattia neurologica in età adulta per l’11,1%. Una percezione lacunosa e distorta, avverte il Censis. “Sebbene gli incidenti rappresentino una causa frequente di disabilità, il fatto che solo un italiano su dieci pensa a patologie neurologiche (come la sclerosi multipla, l’ictus o la malattia di Parkinson), che invece hanno un peso rilevante nel determinare la disabilità nelle fasce d’età giovanili e adulte, è sintomo di una percezione riduttiva e deformata”. La maggioranza degli italiani ha una immagine della disabilità esclusivamente in termini di limitazione del movimento (62,9%), il 15,9% pensa a una disabilità intellettiva (il ritardo mentale o la demenza), il 2,9% a una disabilità sensoriale (sordità o cecità), mentre il 18,4% associa il concetto a un deficit plurimo, combinazione di due o più disabilità. Le persone disabili suscitano in gran parte degli italiani sentimenti positivi, solidarietà (per il 91,3%), ammirazione per la loro forza di volontà e la determinazione che comunicano (85,9%), desiderio di rendersi utili (82,7%). La metà del campione (50,8%) afferma di provare tranquillità, di fronte a una situazione ritenuta ‘normale’. Ma sono diffusi anche sentimenti controversi, imbarazzo e disagio. Il 54,6% degli italiani prova paura, per l’eventualità di potersi trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima persona o nella propria famiglia. Poi c’è il timore di poter involontariamente offendere o ferire la persona disabile con parole e comportamenti inopportuni (34,6%). Il 14,2% degli italiani afferma di provare indifferenza, perché il problema della disabilità non li tocca minimamente. “L’accettazione sociale della disabilità è legata alla capacità di presa in carico da parte delle istituzioni”. Livia Turco, della commissione Sanità della Camera dei deputati, é intervenuta così, a Roma, alla presentazione del rapporto Censis sulla disabilità. “Sul tema della disabilità ho vissuto in prima persona la lontananza della politica dalle famiglie, ha proseguito Turco, e oggi la situazione è peggiorata perché siamo di fronte alla drammaticità di una totale cancellazione delle politiche sociali, della mancata applicazione della legge quadro 328, dell’assenza di livelli essenziali di assistenza sociale. Nonostante la presenza di un panorama di grande esperienza territoriale, io credo sia aumentata la solitudine delle persone e delle famiglie che vivono una disabilità, specialmente se si tratta di disabilità intellettiva”. “Il sociale continua ad essere una Cenerentola” ha sottolineato Lorena Rambaudi, coordinatrice della commissione Affari sociali alla Conferenza delle regioni e delle province autonome, indicando l’assenza di risorse come il problema principale all’attuazione di progetti per sopperire ai bisogni delle persona con disabilità. ‘‘La maggiore criticità - ha precisato - è costituita dalla compartecipazione alla spesa su cui Governo e Regioni dovrebbero riflettere e fare sistema”.

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20 ottobre 2010

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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