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Il governo usa l'anniversario di Eluana: non piace all'Università cattolica. Giornata "vegetativa", un boomerang

Post n°4090 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da cile54

I disabili protestano contro il governo

Non piace neppure all'Università cattolica del Sacro Cuore né a molti convinti pro-life la pensata della sottosegretaria Eugenia Roccella. A non convincerli di quella "Giornata nazionale degli stati vegetativi" decretata dal Ministero della salute, è la data volutamente polemica: 9 febbraio, il giorno in cui, due anni fa, cessò lo "stato vegetativo" di Eluana Englaro. Una scelta di calendario «sbagliata e non condivisibile», secondo il direttore del Centro bioetica della Cattolica Adriano Pessina, perché «il caso Englaro non può e non deve diventare un simbolo di nessuna battaglia». Se altri, sul fronte opposto, enfatizzeranno l'anniversario, Pessina giudica inopportuno «imitarli». E tutto questo nonostante apprezzi l'intenzione attribuita alla sottosegretaria di dare sostegno pubblico alle famiglie e ai centri che «si fanno carico» di questa «condizione clinica».

Roccella, un tempo radicale, poi esponente di punta dell'astensione al referendun sulla procreazione assistita e del Family day, ora donna di governo, ha dato l'annuncio della nuova Giornata fin dal 26 novembre in aperta e dichiarata sfida al programma di Fazio e Saviano "Vieni via con me" con il racconto della vicenda di Piero Welby.

La sottosegretaria parla di Eluana come di «ragazza affetta da disabilità grave», una definizione blanda che ha suscitato l'indignazione dell'associazione Luca Coscioni. Si vorrebbe infatti lasciare intendere che lo stato della donna non fosse irreversibile e che quindi i giudici, autorizzando la sospensione dell'alimentazione forzata, avrebbero in definitiva consentito la soppressione di un disabile.

La "Giornata" indetta dal Ministero ha ricevuto nei giorni scorsi una immediata replica da parte della rivista laica Micromega che ha proposto di dedicare il 9 febbraio alla «libera scelta sulla propria vita», proprio mentre infuriano le polemiche attorno al suicidio "scelto" da Mario Monicelli e i radicali spostano l'attenzione sull'eutanasia, questione che va comunque distinta dal caso di Eluana e delle persone ridotte in "stato vegetativo".

Che poi il peso di queste situazioni ricada quasi totalmente sulle famiglie diventa una contraddizione in più per il governo e la sua propaganda una politica "familistica" vanificata nei fatti. Il discorso vale anche per l'assistenza e l'inserimento sociale dei disabili. Proprio ieri le associazioni aderenti alla Fand, hanno disertato la cerimonia organizzata dalla ministra delle pari opportunità Mara Carfagna in occasione di un'altra "Giornata", stavolta di livello internazionale, quella delle persone disabili. «Il violento attacco che il mondo della disabilità ha subìto nel corso del 2010 - ha commentato la presidente dell'Ente nazionale sordi Ida Collu - non può culminare in modo credibile in un giorno di festa». «Il governo farebbe bene a tacere», osserva anche il segretario del Prc Ferrero, già ministro per le politiche sociali, ricordando che il fondo nazionale per le politiche sociali è sceso da 930 milioni a 275, nel 2011 non ci sarà un solo euro per i non autosufficienti e la tanto decantata famiglia dovrà accontentarsi di 52,5 milioni al posto di 345.

Nelle stesse ore il Censis, con il suo Rapporto annuale, conferma la tragedia di molte famiglie e la tendenza a caricare sempre più su di esse situazioni insostenibili. La stima dei costi è raggelante: 56 milioni all'anno per un malato di Alzheimer, 11mila per un paziente di artrite reumatoide, oltre 4 milioni gli italiani disabili. E' in leggero calo la spesa per ricoveri in cliniche private: ci sono meno soldi per farvi fronte e si ricorre quindi a «forme di arrangiamento» in famiglia anche con l'apporto di volontari.

04/12/2010

 
 
 
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